La teneva rinchiusa come una bambola.

Anche la sua pelle e i suoi arti erano ormai fatti di porcellana.

Immobile con le labbra color pesca.

Labbra turgide e dolci che non proferivano alcun suono o parole.

Zenko la voleva proteggere, come fosse un oggetto o un bocciolo di rosa fresco, mentre la sua anima appassiva lentamente.

I suoi occhi brillavano erano vivi, ma in fondo vi si scorgeva la vera natura gelida e vitrea che si specchiava in un cuore di cristallo.

Ayako era il sogno di Zenko.

Era la luce bianca, il fuoco del sole che aveva scaldato il cuore di un ragazzo delle tenebre, tormentato dalla sua natura statica di demone immortale.

Ayako era l'amore di Zenko.

Un amore ingabbiato e custodito in una soffitta buia e troppo stretta per l'anima di una ragazza libera.

Zenko cercava di rallegrarla in tutti i modi, comprandole gioielli, abiti e tante cose preziose e costose, ma ciò che Ayako desiderava non si poteva comprare e non aveva prezzo pur avendo un valore inestimabile.

Così, attraverso gli occhi di lui, la ragazza attraversava deserti, correva per i boschi e le foreste, e volava nei cieli più limpidi della sua fantasia di giovane donna che ancora custodiva sogni e speranze dell'età più bella.

Quando Zenko andava a trovarla in tarda serata, egli la intratteneva con racconti riguardanti il mondo esterno, e gli piaceva farlo, perché gli occhi di Ayako diventavano grandissimi e brillavano più di tutte le stelle dell'universo.

Ma non appena egli smetteva di raccontare, quel barlume di vita che la differenziava dalle bambole, svaniva, e lei ritornava ad essere l'Ayako di sempre dallo sguardo cupo e risentito.

- Potrei darti tutto se solo tu mi accettassi veramente Ayako.- Spesso le ripeteva Zenko.

Ma cosa intendeva, in fondo, per tutto?

Le donava già tutto, anche se stesso.

Ma un amore non è amore fino a che la persona amata non è libera di amare se stessa.