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Autore: Nihal07    19/05/2016    1 recensioni
Sakura cercò di non darsi per vinta e presa da uno slancio di speranza o chissà cos’altro decise di eliminare la distanza che li separava. Era come se Kakashi stesse sprofondando nel buio e lei fosse l’unica a poterlo raggiungere. Bella responsabilità. “Kakashi, tu non…”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo I
 

“Kakashi..?”
Sakura aprì appena la porta temporeggiando qualche attimo sulla soglia.
Respirando a fondo, varcò l’entrata, spingendo la porta e ritagliandosi il giusto spazio per entrare. La richiuse poco dopo e osservò l’interno della casa di Kakashi in penombra. I suoi occhi ci misero qualche secondo per abituarsi alla poca luce che timida si faceva strada nella stanza.
Fece qualche passo in avanti, la borsa della spesa dietro la schiena.
Ad un tratto percepì una voce pronunciare il suo nome e un brivido le percorse il corpo.
“Sakura…” Kakashi fece una pausa. “Perché sei qui?”
La luce fioca non bastava per illuminare completamente l’uomo e la ragazza si sporse leggermente.
“Ho comprato qualcosa da mangiare…” Gli mostrò la borsa, anche se non era sicura che lui la stesse ascoltando. “Mi chiedevo se… Ti andava di pranzare insieme.”
Il jonin fece un passo in avanti e Sakura potè osservarlo meglio.
Aveva un’espressione stanca e i suoi occhi era spenti, senza vita.
Probabilmente dormiva male da quando era tornato.
“Vai a casa Sakura…”
L’uomo fece per darle le spalle, ma si bloccò quando la ragazza fece un passo in avanti, quasi allarmato da un’azione così innocua.
“Ma Kakashi…”
“Sakura, rimani lì dove sei!” L’Hatake abbassò lo sguardo, per poi spostarlo a destra e a sinistra. Indietreggiò di uno, due, tre passi, diede le spalle alla rosa e appoggiò una mano ad una delle due pareti del corridoio che portavano alle altre stanze della casa. Infine si girò verso la ragazza: “Torna a casa.”
Sembrava spaventato, ma da cosa?
Sakura cercò di non darsi per vinta e presa da uno slancio di speranza o chissà cos’altro decise di eliminare la distanza che li separava. Era come se Kakashi stesse sprofondando nel buio e lei fosse l’unica a poterlo raggiungere. Bella responsabilità. “Kakashi, tu non…”
Fu un attimo: la rosa gli sfiorò l’avanbraccio e l’uomo si ritrasse come se quel gesto innocente l’avesse ferito. Indietreggiò ancora e la sua voce assunse un tono di rimprovero, quasi violento e allo stesso tempo impaurito.
“Dannazione Sakura! Ti ho detto di non avvicinarti! O preferisci fare la stessa fine di Asuma?!”
La ragazza rimase immobile, quasi non respirò per paura di fare rumore. Semplicemente guardò Kakashi negli occhi. Non dovette dire niente.
Kakashi abbassò lo sguardo, si passò le mani tra i capelli e appoggiò la schiena alla parete. Chiuse gli occhi e respirò profondamente. Quando li riaprì però, nulla sembrava cambiato. Tremava, quando fuori faceva un caldo pazzesco.
Sakura allora aspettò un attimo, prese coraggio e si avvicinò lentamente portandosi davanti di lui.
“Sakura…” La voce dell’uomo non era più ferma e autoritaria. Ora traspariva paura ed insicurezza, quasi disperazione. “Non avvicinarti… Ti prego… Non…” Fece una pausa. “Non voglio farti male…”
La ragazza trattenne quasi il respiro e sottovoce gli parlò dolcemente: “Kakashi, non mi farai del male.”
Allungò una mano e gli accarezzò il viso. “Andrà tutto bene.”
A quel tocco Kakashi sentì il bisogno di staccarsi, di correre il più lontano possibile. Un brivido gli percorse la schiena ma non riuscì a compiere alcun tipo di movimento.
Sakura gli sorrise e avvicinò le sue labbra all’orecchio sinistro dell’Hatake. “Fidati di me.”
Lo abbracciò e lo strinse forte a sé alzandosi sulla punta dei piedi, in quanto lui era molto più alto di lei.
Per un attimo sentì l’uomo cercare un distacco, ma pian piano smise di tremare.
Kakashi chiuse gli occhi e si lasciò vincere da tutta quella tenerezza. La stanchezza prese il posto della paura e il suo respiro divenne più regolare.
La ragazza sospirò sollevata, pensando che il peggio fosse passato. “Non credi che adesso sia ora di riposare un po’?”
Non sapeva cosa la attendeva.
 
Per lunghi attimi guardò Kakashi riposare.
Gli accarezzò i capelli mentre vegliava sul suo sonno.
Ad un tratto si alzò convinta che fosse arrivato il momento di preparare qualcosa di buono nel caso si fosse svegliato.
Tirò fuori tutto il necessario: posate, coltelli da cucina, piatti… E infine la spesa.
Mentre cucinava però sentì un rumore provenire dalla camera infondo al corridoio.
Una finestra aperta? Un gatto?
“Kakashi?” Poggiò il coltello con cui stava tagliando le carote sul tavolo, e si sporse leggermente.
Nessuno.
Ricominciò il lavoro lasciato a metà ma sentendo un rumore di passi dietro di lei, si voltò ancora.
Stavolta vide Kakashi che la fissava. I suoi occhi però parevano vuoti, rimaneva in piedi, lì, fermo a guardarla.
“Kakashi… Sai che questi scherzi non fanno per me, vero?”
Per un attimo l’uomo fece un passo verso di lei, poi si fermò. Qualsiasi movimento lei facesse, lui la guardava senza dire una parola.
Dopo l’ennesimo momento di silenzio, Sakura afferrò quasi inconsciamente il coltello che stava utilizzando poco prima e lo portò davanti di lei. “Kakashi… Perché non parli?”
La rosa fece un leggero passo in avanti e a quel punto l’uomo balzò su di lei.
La atterrò, ma prima di bloccarla, i due rotolarono per qualche metro.
La ragazza si trovò distesa con l’Hatake sopra. Il jonin le stringeva la gola e Sakura iniziò dopo pochi secondi ad annaspare.
Non provò neppure a parlare, tanto era inutile. Le forze iniziarono ad abbandonarla e la vista iniziò a vacillare. Il massimo che riuscì a fare fu infliggere all’uomo qualche graffio sul collo e sul petto, quando il suo sguardo ricadde sul coltello piantato nella spalla del jonin. Senza pensarci troppo lo estrasse con molta difficoltà, ma prima di colpire di nuovo l’uomo, si fermò. Non ci riusciva, non riusciva a fargli male.
Lasciò cadere a terra l’arma e afferrò i polsi di Kakashi sperando di indurlo ad allentare la presa.
Fu in quel momento, quasi sul punto di svenire, che sentì aprirsi la porta. Pochi istanti dopo una figura piombò sopra Kakashi, il quale venne travolto e lasciò la presa. Sakura si alzò di colpo, respirando più aria possibile e tossendo.
Quasi sollevata vide Naruto bloccare Kakashi da dietro con un braccio avvinghiato intorno al suo collo. Guardò l’Hatake mentre cercava di liberarsi senza alcuna possibilità di riuscita. Più i secondi passavano, più i suoi movimenti divennero lenti, fino a quando smise di divincolarsi e cadde a terra perdendo i sensi.
Naruto respirò profondamente e poco dopo si avvicinò a Sakura.
“Sakura, stai bene?”
La ragazza annuì e quando Naruto la abbracciò, non si mosse di un millimetro.
Tsunade entrò poco dopo con il fiatone e contemplò la scena. “Penso sia meglio andare in ospedale.”

 
 
 
  
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