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Autore: jarmione    20/05/2016    2 recensioni
Bonnie Barstow è sparita, sparita nel nulla e nessuno sembra stupirsene.
Michael non si dà pace e si è ormai rassegnato alla vita monotona e solitaria.
È scontroso e diffidente ma qualcosa...o meglio...qualcuno, riaccende in lui la speranza.
Ma le cose non saranno facili, perchè c'è gente che vuole vendicarsi e Michael avrà il suo bel da fare per restare vivo e proteggere chi ama.
INTRO VARIATA IL 20/06/2016
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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TTENZIONE!!! Non c’è RC3 (devo ancora delineare bene il suo carattere prima di scrivere qualcosa con lui dentro).
Sono una fan della coppia Michael/Bonnie (April mi piace ma non riesco a farmela andare giù e Stephanie la considero troppo tonta per Michael, però è un mio parere e chiedo scusa se va contro i vostri gusti); Non seguirò ogni singolo avvenimento della serie, andrò un po' fuori dagli schemi ma i caratteri farò di tutto per mantenerli uguali e non OOC (nel caso, segnalatemelo così lo inserisco)
Buona lettura.


NB: il titolo potrebbe variare!





"Non devi farlo, Bonnie" Devon camminava avanti e indietro nel suo studio, le mani in tasca e sul volto un’espressione triste e rassegnata.
Erano due settimane che Bonnie stava rinchiusa nelle sue stanze, non controllava più nemmeno KITT! E Devon ben sapeva quanto lei adorasse quella macchina e quanto ci tenesse che fosse sempre in forma per ogni evenienza.
Invece tutto era cambiato all’improvviso; lei era lì, seduta sulla sedia davanti alla scrivania del suo capo, del suo migliore amico, dell'uomo che l'aveva sempre sostenuta e aiutata.
Era lì con le mani nei capelli e la testa bassa.
Il volto rigato dalle lacrime ormai esaurite e gli occhi gonfi dal troppo piangere e coperti dalle occhiaie.
Pallida e magra cercava di fare ordine nella sua mente, ma risultava tutto troppo difficile.
"Devo farlo" rispose "Non posso più restare"
Devon sospirò "Devi dirglielo"
Bonnie scosse la testa sospirando anche lei "Farebbe pazzie pur di aiutarmi ma...non può...nessuno può"
"Finirai per rimpiangerlo"
"Né dubito" abbozzò un sorriso che nulla aveva di divertito.
Si alzò a fatica aiutata da Devon che, preoccupato, l'accompagnò fuori dalla stanza.
"Non vuoi neanche dirgli addio?"
"Non sono brava con gli addii" deglutì ricacciando indietro le lacrime, che nuovamente minacciarono di uscire "So che saprai gestirlo"
Devon emise un suono sommesso "Più facile a dirlo che farlo"
Bonnie sorrise, ben sapendo quanto Michael fosse ingestibile quando qualcosa non gli andava giù o non gli piaceva.
Con l'aiuto del suo mentore, sistemò le valige nel bagagliaio del taxi, chiamato circa un quarto d’ora prima.
"Un tempo avevi fatto la stessa cosa per andare ad un corso di formazione" disse Devon "se penso che adesso lo stai facendo per...per non tornare..." La sua voce si bloccò.
"Oh, Devon" allungò una mano verso il volto di lui asciugando l'unica lacrima che spuntava dai suoi occhi.
Devon era sempre stato molto riservato e non esternava mai le sue emozioni, Bonnie era stata l'unica a farlo uscire dalla sua corazza.
"C'è rischio che non riuscirai ad arrivare alla fine"
"Lo so" rispose lei "Ma ci proverò e se ci dovessi riuscire farò in modo che tu sia il primo ad essere contattato in caso di necessità"
"Dovresti dare il numero di Michael, far avvisare lui non me" Precisò Devon “E’ lui il diretto interessato”
"È come pensi che reagirà?" Bonnie sembrava spaventata "mi fido di te affinché tu mantenga il segreto"
"Lo farò, sai che non ti deluderò” acconsentì lui “Ma sarà molto difficile, è un peso enorme"
"Lo so" gli diede un bacio sulla guancia sorridendo affettuosamente verso l'uomo che l'aveva trattata come una figlia per anni.
"Addio Devon"
"Addio Bonnie"
E lei sali sul taxi, scomparendo nel buio della sera e lasciandosi alle spalle la Fondazione che fino a quel momento era stata la sua casa.

**********

Il camion della Fondazione viaggiava a gran velocità sulla strada statale, di ritorno alla base.
Michael se ne stava appoggiato ad una delle pareti; era con le braccia incrociate e sbuffava infastidito, guardando KITT con aria minacciosa.
"Sta calmo, Michael" intervenne Devon "appena arriviamo alla Fondazione sistemeremo il problema"
"Problema?" Disse come se Devon avesse detto qualcosa di osceno "Ha fatto partire l'espulsione con il tetto aperto, facendomi volare fuori dalla macchina senza che io glielo abbia ordinato!"
"Sei atterrato sui cespugli, ringrazia che te la sei cavata con qualche graffio"
"Scusami, Michael" intervenne KITT desolato "Non so cosa sia successo, i miei sensori non rilevano nulla di anomalo, nemmeno un corto circuito"
Michael sbuffò, proseguendo il suo viaggio insieme a Devon.
"Sono undici anni che se succede qualcosa devo attendere di essere alla fondazione per vedere KITT riparato"
"La fondazione lavora per la difesa della legge e di meccanici davvero validi non ce ne sono"
"Non ce ne sono mai stati"
"Beh, April era una brava meccanica ed anche Bonnie era..."
"Non nominare Bonnie!" Sbottò Michael zittendolo "Lei non è qui"
Devon sospirò deviando il discorso
"KITT fai un’altra scansione dei tuoi circuiti e inviali alla fondazione, così quando arriviamo sono già pronti, anche se non troveranno niente dato che non rilevi anomalie neanche tu"
"Subito, Devon" e KITT obbedì.
Devon andò nella cabina dei computer, lasciando Michael e KITT soli.
"Non dovresti essere così scontroso con Devon" disse KITT "Sta facendo il possibile"
"Non sta facendo abbastanza!"
"Sei cambiato, Michael, lo posso sentire e avverto anche che il tuo battito è aumentato quando ha nominato Bonnie"
Un suono metallico da parte di KITT, dovuto ad un pugno ben assestato di Michael sul cofano, rimbombò per tutto il camion facendo affacciare Devon per vedere cosa fosse successo.
"Stai zitto, KITT"
Il camion si fermò, facendo capire di essere arrivato alla fondazione, il portellone posteriore si aprì e Michael uscì a gran velocità.
"Michael!" Lo chiamo Devon ma senza ottenere risposta "Non so più cosa fare"
"Dovremmo dirgli la verità" propose KITT “Un segreto che dura da undici anni mi pare eccessivo”
"Ci sono segreti che la gente si porta nella tomba, KITT" Devon si passò una mano fra i capelli "Bonnie mi fece giurare di non dire nulla, ed io manterrò la promessa"
"Ma, prima o poi, lo scoprirà e temo che reagirà molto peggio di quanto ci aspettiamo"
Una piccola risata nervosa uscì dalle labbra dell'uomo "Non penso reagirà peggio di quello che già fa...pensavo che con il tempo gli passasse"
"Invece sta peggiorando, spero che almeno migliori"
"Forse...tutto bene?" domandò infine Devon, rivolgendosi allo stato di ‘salute’ di KITT.
"Neanche un graffio, come al solito"
Devon fece un cenno con il capo e uscì dal camion, mentre la macchina si recò da sola entrando in officina.
KITT venne subito preso in carico da dei meccanici, fatti venire apposta, che si misero all'opera subito.
"Dove si sarà cacciato?" domandò Devon, più rivolto a se stesso che a qualcuno.
"È nella sua stanza" rispose KITT "Devon, stanno chiamando ai nostri uffici"
Devon alzò un sopracciglio "Chi è?"
"Il collegio di John Emilton"
A Devon mancò il fiato e un presentimento invase la sua mente facendolo tremare, un po’ dalla paura è un po’ dall'emozione.
Aveva atteso a lungo quella chiamata, da anni che l’aspettava; ora più che mai necessitava notizie dal John Emilton.
incrociò le dita e lasciò KITT in officina, correndo negli uffici.
  
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