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Autore: Niomi    20/05/2016    0 recensioni
Liam pensava che Harry fosse il fidanzato perfetto, finché non è diventato violento. Louis vuole solo salvare il ragazzo che ama.
[Lirry; Lilo; Ziall]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Traduzione | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Who Do You Think You Are?'
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Capitolo 3:
Just Come Home, I’m Sorry


Louis si svegliò da solo. Si era addormentato vicino al ragazzo picchiato, ma ora il letto era vuoto.
“Liam?” lo chiamò sedendosi e guardando la stanza. Si alzò e controllò nel bagno, prima di rendersi conto che non fosse lì. Andò al piano di sotto e sentì Liam ancora prima di vederlo.
“Quando torni?” Dal tono di voce, sembrava che Liam stesse piangendo. Louis si avvicinò silenziosamente alla porta e vide Liam parlare al telefono con qualcuno, dandogli la schiena.
“Ma mi dispiace, okay? Non volevo sbagliare.”
Louis ne era certo: Liam stava piangendo al telefono.
“Prometto di essere bravo, ma torna a casa,” disse Liam in lacrime e Louis vide le sue spalle tremare involontariamente. “No, mi ha trovato Louis,” rispose e poi si fermò. “No, non gli ho detto niente.”
Louis spalancò leggermente la bocca, ma poi si rese conto che davvero Liam non gli aveva detto che era stato Harry a procurargli quelle ferite. Eppure non ce n’era bisogno: la sua espressione distrutta gli aveva raccontato quello che aveva bisogno di sapere. Louis sapeva e non avrebbe permesso a Liam di evitare di dirgli la verità.

“Okay, lo farò,” disse Liam, tirando su col naso. “S-scusa,” aggiunse dopo che Louis ebbe sentito Harry dire, attraverso il telefono, qualcosa come “Smetti di piangere”.
Louis si schiarì la gola rumorosamente ed entrò in cucina.
“Devo andare, ciao Hazza, ti amo,” disse Liam, terminando la chiamata prima di girarsi. “Buongiorno,” lo salutò, asciugandosi velocemente le guance.
Louis scosse tristemente la testa: “Non mi inganni, Liam, so cosa ti ha fatto Harry,” disse, incrociando le braccia.
“Di cosa stai parlando?” chiese Liam, genuinamente confuso, ma Louis non se la bevve.
“Puoi raccontarmi qualsiasi ridicola bugia Harry ti abbia detto di dirmi, ma non ci crederò. Non ho mai creduto alle tue bugie, Li,” rispose.
“Non ho nessuna bugia da raccontarti, Louis,” iniziò Liam. “Sono stato attaccato, la notte scorsa…”
“Da Harry,” lo interruppe Louis.
Sul viso del più giovane spuntò un’espressione che sorprendentemente sembrava di rabbia: “No, Harry se n’era già andato quando alcuni ragazzi hanno fatto irruzione in casa,” ribatté.
“Buon Dio, Liam! Harry ti ha fatto credere a questa bugia e pensi che sia successo davvero!” Louis restò a bocca aperta.
“Non è una bugia, sono entrati e hanno cercato di aprire la nostra cassaforte, ma ho provato a fermarli e loro mi hanno attaccato,” continuò Liam.
Louis alzò gli occhi al cielo: “Okay, quindi sono entrati, cosa che comunque non avrebbero potuto fare visto che abbiamo un sistema di allarme,” gli ricordò prima di continuare. “Poi sono andati nel retro dalla cassaforte, rendendosi conto di non poterci entrare, ma tu hai provato a fermarli comunque? Oh giusto, non dimentichiamoci che ti hanno portato su per le scale fino in camera tua solo per picchiarti a morte. Soddisfatti di ciò che ti hanno fatto, hanno lasciato i soldi e tutta la roba costosa presente in casa e hanno chiuso la porta a chiave mentre uscivano,” disse, il sarcasmo ben udibile in ogni parola.
Liam lo guardò. “Puoi crederci oppure no, ma io mi ci atterrò,” ribatté e Louis era sicuro che Liam avrebbe voluto uscire in tutta furia, ma zoppicava ancora mentre gli passò affianco.
Louis si morse la lingua mentre il ragazzo si allontanava dolorosamente, tornando al piano di sopra. Era arrabbiato con Harry: aveva ridotto Liam a quello stato e nonostante il ragazzo sapesse che Louis conosceva la verità, mentiva ancora per quell’ingrato figlio di puttana.
Louis prese il primo oggetto che gli capitò sottomano, che finì per essere una foto di Liam e Harry nel backstage di un loro concerto, e lo lanciò. Sbatté contro il frigorifero e pezzi di vetro e legno volarono ovunque.
 

̶


Liam si buttò sul letto che condivideva con Harry e pianse sul cuscino del fidanzato; non sapeva cosa gli facesse più male: il corpo o il cuore. Poteva ancora sentire tutti i calci, la caviglia destra si era gonfiata e la testa gli pulsava. Non voleva neanche pensare al dolore che sentiva all’inguine, dove Harry lo aveva colpito dolorosamente forte la notte precedente.
E nonostante tutto il dolore corporeo, sembrava che il suo cuore fosse pronto a uscirgli dal corpo. Si era svegliato in un letto estraneo e si era pietrificato quando aveva visto Louis dormire affianco a lui. Quando gli erano tornati in mente i ricordi della notte precedente, si era calmato un pochino; doveva molto al ragazzo più grande per averlo aiutato, lo sapeva, ma sapeva anche che aveva bisogno che Harry fosse lì. Si era alzato e aveva zoppicato fino alla sua stanza, sperando di trovarci il fidanzato; ma non c’era e solo dopo aveva trovato il biglietto di Harry al piano di sotto. L’aveva chiamato immediatamente e lo aveva pregato di perdonarlo. Non avrebbe dovuto commettere quell’errore ed era colpa sua se Harry se n’era andato.
Sentì bussare alla porta, ma Liam lo ignorò: non voleva parlare con Louis. Aveva peggiorato le cose la notte scorsa non raccontando al più grande una bugia su ciò che gli era successo; ma in quel momento, aveva sperato che Louis prendesse il suo silenzio per 'Non voglio parlarne ora', al contrario l’altro l’aveva interpretato come un 'sì' alla sua domanda. Quando Louis gli aveva chiesto se fosse stato Harry a colpirlo, avrebbe dovuto semplicemente dire no, allo stesso modo in cui aveva negato tutto quando gli aveva domandato se il fidanzato lo avesse stuprato.
Cosa che non era vera, perché Harry non l’aveva mai stuprato. Era vero che a Liam non era mai davvero piaciuto quando il più giovane era così violento con lui ed è stato colpito per nessuna ragione qualche volta, ma erano in una relazione. Liam si meritava tutto quello che Harry gli aveva fatto e si meritava di essere con il suo fidanzato, anche se non aveva dato esattamente il suo consenso. Il ragazzo singhiozzò rumorosamente nel cuscino, sapendo quanto ridicolo fosse tutto quello che raccontava a se stesso. Ma per quanto ridicolo potesse essere, ci credeva perché credeva a Harry.
“Liam?” La voce di Louis ruppe i suoi pensieri, ma continuò a ignorarlo, seppellendo la faccia nel cuscino di Harry per camuffare il suo pianto.
Sentì il più grande entrare in camera per poi sedersi vicino a lui. S’irrigidì quando Louis gli toccò la schiena, ma poi si rilassò: la sua mano era gentile, confortante, non come quella di Harry.
“Liam, mi dispiace,” disse Louis con voce rotta.
Liam non se l’era aspettato: si aspettava che l’altro entrasse arrabbiato con lui, ordinandogli di dirgli la verità su Harry. Perché era dispiaciuto?
“Mi dispiace di non averlo scoperto prima,” riprese Louis, la mano che accarezzava gentilmente i capelli del più piccolo. “L’ho sempre saputo… o almeno, avevo dei forti sospetti, ma non ho mai agito di conseguenza e per questo mi dispiace.” Liam trasalì, rendendosi conto che Louis stava piangendo. “Notavo ogni livido, sapevo che mentivate e non ho fatto assolutamente niente. Cazzo, sono la ragione…” smise di parlare e scoppiò in lacrime.
Liam strinse gli occhi prima di alzare la testa per guardare il ragazzo di Doncaster. “Louis? Ti prego, non piangere,” lo supplicò e se lo portò vicino, stringendolo tra le braccia.
“Cosa stai facendo, Li? Dovrei essere io a confortare te,” gli fece notare Louis, nascondendo la faccia contro il petto dell’altro.
“Non ora,” disse Liam. “Sto bene, okay?” continuò, il cuore che batteva all’impazzata. “Non voglio più sentirmi così, Lou,” sussurrò, la voce rotta.
Louis pianse ancora più forte, sentendo il ragazzo andare a pezzi. “Mi dispiace,” singhiozzò contro il suo petto.
“Shh,” lo zittì Liam dolcemente, incapace di non riuscire a non preoccuparsi per il più grande in lacrime. “Qualsiasi cosa stia succedendo nella mia vita, che tu pensi di capire, non è importante adesso. Ti prego, calmati, per favore?” lo pregò Liam. Era già abbastanza difficile sentire Louis piangere contro di sé, ma il suo continuo scusarsi faceva ancora più male al suo cuore e Liam non era sicuro di riuscire a gestire altro dolore.
Louis sosteneva di sapere come si comportava Harry con Liam e ciò lo portò a chiedersi: e se fosse intervenuto prima? Se Harry avesse saputo che qualcun altro sapeva, avrebbe smesso? O sarebbe stato peggio? Rabbrividì al pensiero di Harry che lo colpiva ancora più forte di quanto già aveva fatto. Provò un po’ di rabbia nei confronti di Louis per non essersi fatto avanti, ma la mandò via subito; era certo che anche gli altri due ragazzi avessero dei sospetti, ma non avevano mai fatto domande. Perché? Perché Liam sosteneva le bugie di Harry, indipendentemente dal fatto che fossero improbabili e ridicole. Perché lui e Harry erano innamorati e questo era quanto.
“Shh,” lo zittì ancora Liam visto che Louis continuava a piangere contro il suo petto. Il più giovane pianse silenziosamente.
 

~


Louis si svegliò tra le braccia di Liam; alzò la testa per ammirare il ragazzo addormentato e i suoi tratti, ovviamente sotto tutti quei lividi. Aveva un viso bello e giovane, uno di quelli che raramente riusciva a vedere perché Liam era sempre molto serio: la sua natura seria e protettiva era qualcosa che Louis aveva sempre ammirato e, fortunatamente, era una cosa che non era cambiata nel più giovane, nonostante le brutte cose fattegli da Harry.
Pensare ad Harry fece bruciare il suo stomaco di rabbia: aveva preso il sicuro e forte Liam e lo aveva distrutto. La vita di Liam, per colpa del riccio, si era trasformata dal miglior sogno di sempre a una vita fatta di bugie, dolore e sofferenza. Fu tentato di svegliare il ragazzo e scusarsi di nuovo, ma ci ripensò. Gli piaceva quando Liam dormiva, perché significava che non era lì, nella realtà: un posto dove Harry avrebbe potuto fargli del male.
Ma poi Louis si ricordò della conversazione che aveva origliato quella mattina: Liam amava ancora Harry, nonostante tutto quello successo tra di loro; nonostante il fatto che Harry gli avesse fatto del male, lo avesse stuprato e quasi ucciso solo la notte precedente, Liam aveva ascoltato ancora il fidanzato quando gli aveva detto di mentire e gli aveva detto 'ti amo' prima di riattaccare.
Louis era geloso di Harry, perché Liam lo amava così tanto. Ma non era il riccio a essere sdraiato vicino a lui, no? No, era lui: Louis Tomlinson, il cavaliere con l’armatura splendente di Liam, anche se il più giovane non lo sapeva ancora.
Stava cercando di addormentarsi di nuovo, ma improvvisamente Liam si agitò nel sonno. “Li?” lo chiamò, scuotendogli le spalle mentre quello lottava nel sonno, perso in un incubo.
Liam sobbalzò e si svegliò, spingendo via Louis da sé. “No, Harry, ti prego!” urlò e Louis capì subito che il giovane pensava che lui fosse Harry.
“Liam, ehi! Sono io, Louis!” disse, cercando di riportarlo vicino a sé, ma Liam continuò a lottare.
“Sarò buono, lo giuro!” urlò in lacrime, non rendendosi ancora conto che era stato tutto un sogno e che Harry non era davvero lì. Louis non rinunciò, voleva che Liam si riscuotesse da esso; il più giovane continuò a lottare, ma Louis lo abbracciò forte e alla fine Liam smise di farlo e pianse contro il petto del più grande. “Lo giuro, sarò buono,” disse in lacrime.
“Oh Liam,” sospirò, facendo scorrere le dita tra i suoi capelli.
“Lou?” Liam strinse gli occhi e abbracciò Louis più forte, ritornando alla realtà. Inspirò il suo profumo, che era diventato ciò che lo faceva sentire al sicuro.
“Sì, sono io. Harry non è qui,” gli promise Louis.
Liam si irrigidì, ma si lasciò andare abbracciando il più grande ancora più stretto.
“Vuoi parlare del sogno?” gli chiese Louis gentilmente e si sorprese quando il più piccolo rispose annuendo.
“Sì, ma non qui, okay?” domandò Liam, lanciando un’occhiata alle coperte spiegazzate. Coperte che un tempo lo invitavano a dormire, ma che ora sembravano soffocarlo sempre di più.
“Okay. Andiamo di sotto, va bene? Mettiamo su un film e ci rilassiamo sul divano,” suggerì Louis e Liam annuì. Il più grande lo aiutò a scendere le scale; mise su il film e lasciò che guardasse le anteprime cinematografiche, mentre si tolse gli abiti che indossava dal giorno prima e si mise qualcosa di più comodo. Tornò indietro con una ciotola di popcorn. “Okay, sono pronto,” annunciò sedendosi vicino a Liam.
“Per il film… o…?” Liam lo guardò in modo interrogativo.
“Ho già visto il film, quindi sono pronto per quello che devi raccontarmi,” ammise, dandogli dei leggeri colpetti sul ginocchio. “Cos’è successo nel tuo sogno?”
Liam, che aveva finalmente deciso che non poteva più continuare a mentirgli, gli raccontò del sogno: “Nel mio sogno, Harry tornava a casa ed era molto arrabbiato con me,” spiegò. “Diceva che era stato bene con la sua famiglia senza di me, ma avevo commesso un altro errore raccontando alla stampa la storia di copertura sbagliata per spiegare la mia caviglia dolorante ed era stato costretto a tornare e sistemare tutto,” cominciò. “Gli dicevo che non c’era bisogno che sistemasse la cosa e che tutto sarebbe andato bene, perché tu…” guardò Louis e si accigliò.
“Io? Cos’ho fatto?” chiese gentilmente Louis.
“Dicevo ad Harry che tu avevi sistemato la situazione per me,” gli spiegò lentamente. “Ma ciò l’ha fatto arrabbiare ancora di più, sosteneva che lo avessi tradito. Poi ha iniziato a colpirmi in faccia, dicendo che nessuno poteva avermi tranne lui,” disse e alcune lacrime cominciarono a cadere mentre raccontava il sogno.
Louis fece scivolare le braccia attorno a Liam e lo avvicinò a sé, dicendogli di continuare.
“D-diceva che nessuno mi avrebbe voluto tranne lui e continuava a colpirmi in faccia, a darmi schiaffi, pugni, a sputare su di me,” tremò contro Louis e appoggiò la testa sulla sua spalla. “Il dolore sembrava così reale e non riuscivo più a vedere Harry perché c’era tanto sangue nei miei occhi. Continuavo a sputare sangue e denti e sembrava che il naso non fosse neanche più sulla mia faccia,” spiegò, stringendo poi gli occhi.
“Basta, per favore,” lo pregò Louis, gli occhi colmi di lacrime.
“Mi dispiace,” piagnucolò piano Liam.
“No, non ti preoccupare. Scusa, continua,” disse il più grande, maledicendosi mentalmente per aver detto a Liam di fermarsi. Quante volte avrà sentito Harry dirgli di stare zitto o di smetterla di parlare, facendolo sussultare e facendogli interrompere la storia che cercava di raccontare al fidanzato?
Liam prese un respiro profondo. “Quando si è fermato, non riuscivo né a vedere né a sentirmi la faccia. Sentivo solo le sue parole, mi stava urlando cose terribili e poi le sue mani erano sul mio corpo. Prima era così dolce con me quando mi toccava,” disse. “Ma mi fa molto male,” pianse.
“Li, stiamo ancora parlando del tuo sogno?” chiese Louis, riferendosi all’ultimo paio di frasi.
Liam non rispose e, ancora una volta, il ragazzo più grande interpretò il suo silenzio come una risposta, come un no, non stava più parlando del sogno.
“Mi mostrava il suo amore nei modi più dolci possibili, Lou,” spiegò Liam. “Ma ora, fa sempre male e quando ha finito, sembra che non gli importi niente di me, almeno finché è contento lui,” il suo tono amaro mentre continuava a parlare. “Non è così che funziona una relazione, giusto Lou? Dovrei essere felice anch’io,” chiese in lacrime.
“Hai ragione, Liam, non è così che funzionano le relazioni,” rispose Louis. “Harry non ti farà più del male.”
“Non puoi dirlo,” disse Liam, tirando su col naso e asciugandolo.
“Sì, invece. Non lo lascerò avvicinarsi a te,” gli spiegò il più grande.
“Non puoi farlo,” continuò Liam, alzando la testa per guardarlo. “Perché non importa quello che fa, io lo amo ancora. Voglio solo il vecchio Harry indietro.”
“Quell’Harry non c’è più, Li,” ribatté Louis. “È sparito il primo giorno che ti ha colpito.”
La delusione era visibile sul volto di Liam e il ragazzo di accoccolò contro Louis, sapendo che aveva ragione. Non riavrebbe avuto il vecchio Harry indietro, indipendentemente da quanto lo volesse.
“Puoi amare qualcuno che dovresti odiare, ma tengo troppo a te e odio troppo lui per lascarti continuare a vivere così,” disse Louis.
“Ti voglio bene anch’io, Lou.”
“Lo so,” disse e silenziosamente e tristemente aggiunse che l’amore di Liam per lui non era lo stesso di quello che provava il più grande nei suoi confronti.






.Angolo "Traduttrice".
Et voilà!! Ecco anche il terzo capitolo!! Gioia e gaudio!!
Cooooomunqueeeee, si ricorda la gentile clientela che questa è una traduzione dalla fanfiction inglese di Dassy1047, che potrete trovare su AO3 e su tumblr!!

Oh, piccolo appunto sulla translation della fine del capitolo:
il testo di partenza usa ovviamente l'espressione "I love you" detta sia da Louis che da Liam e il problema è quello facilmente deducibile, cioè il fatto che "I love you" sia traducibile sia con il classico "Ti amo" che con "Ti voglio bene". Il primo è ciò che ovviamente intende Louis e il secondo quello che intende Liam. Ho deciso quindi di cambiarlo un po':
- "[...] but I love you too much and I hate him [...]" è diventato "[...] ma tengo troppo a te e odio troppo lui [...]", anche perché Louis non si esporrebbe così, sa che non è la situazione adatta
- la parte finale - "l'amore di Liam per lui non era lo stesso di quello che provava il più grande nei suoi confronti" - l'ho messa per farvi capire che è chiaro che Louis vorrebbe essere qualcosa di più per Liam, che vorrebbe più di un semplice "ti voglio bene"

Ok, dopo questo excursus, ringrazio di nuovo chi legge e chi segue la storia!!
Lots of love,
Niomi

   
 
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