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Autore: MaraWP    20/05/2016    0 recensioni
Dopo il momentaneo spostamento nel corpo di Zoe e la sconfitta di Lucifero, Xena ritorna al fianco di colei che mai l'aveva abbandonata, Olimpia e ad accompagnarle nel loro viaggio, la giovane fanciulla salvata dalle grinfie della schiavitù, Elice. Le tre ragazze affronteranno assieme innumerevoli pericoli e avventure, sempre legate da un'amicizia indissolubile.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Aphrodite, Ares, Gabrielle, Xena
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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" Temo di non poterlo fare stavolta". Così aveva risposto il dio della guerra, impedendo alle due donne di proseguire la loro ricerca. " Marte sei uscito di senno? Che vuoi fare?" disse Olimpia incredula. " Sapete cosa? Ogni volta che cercavo di costruire qualcosa, siete sempre arrivate voi a distruggermi tutto. Prima con Callisto, poi con Cesare e ora anche con Claudio. Queste terre hanno bisogno di un imperatore degno di sorreggere quel nome e io ho bisogno di un valido condottiero per il mio esercito. Quindi questa volta non permetterò che voi vi mettiate in mezzo" spiegò l'uomo. Xena, da subito confusa dal comportamento della divinità, iniziò a comporre i pezzi del puzzle. " Tutti avrei pensato ma non tu... Ti sei abbassato davvero a questi livelli? Il grande e potente dio della guerra ha paura di una fanciulla? Ahah stai invecchiando eh" rispose Xena con il suo classico sorriso di sfida. L'uomo, irritato, lanciò la sfera luminescente proprio ai piedi delle due donne, quasi come se non volesse davvero colpirle. " La prossima volta non sarò così gentile. Tornate indietro, ora" suggerì. " Tzs Tzs.. Coraggio ammettilo che ho ragione. Hai paura che Elice rovini i tuoi piani! Ci è andata vicino la scorsa volta e sai che potrebbe rifarlo, ecco perché hai aiutato Claudio a rapirla" disse la donna avvicinandosi lentamente alla divinità. Olimpia continuava a non capire, tant'è che guardava l'amica con aria interrogativa. La guerriera aveva premuto un tasto dolente nell'orgoglio dell'uomo che, infuriato, aveva creato un altra sfera nella sua mano sinistra. Pochi secondi prima di lanciarla, Venere si parò di fronte a Marte, impedendogli qualsiasi mossa. " Marte! Smettila subito!" urlò la donna. L'uomo, adirato, spinse via la sorella, urlando a sua volta:" Togliti di mezzo, non sono affari tuoi!". Con uno sguardo complice, Venere fece intendere alle due di avviarsi lontano da lì e continuare la loro ricerca mentre lei teneva occupato il dio della guerra. Approfittando del momento, Xena e Olimpia si allontanarono velocemente in groppa ai loro animali. 

Intanto... 

" Ci sono quasi... Ah! Per un pelo non ci arrivavo dannazione! Devo riprovarci, stavolta con più spinta.. Forza Elice, 1...2....3! Evvai! Perché quando faccio queste cose Xena non c'è mai a vedermi? " disse la fanciulla. Dopo vari tentativi, era riuscita a raggiungere le catene che tenevano imprigionate le sue caviglie. Nello stesso istante, la porta della cella si era spalancata, facendo entrare due uomini alti e robusti con un aria tutt'altro che rassicurante. Erano infatti venuti per prendere la ragazza e portarla chissà dove. " Lasciatemi! Dove mi portate!" urlò Elice. I due non risposero, si limitarono solo a trascinarla fuori da quella buia e umida stanza. Percorso un lungo corridoio e una rampa di scale, lasciarono la ragazza ai piedi di una grata, richiedendo dietro di lei un altra porta. " Ma bene, dall'essere appesa come un salame ora sono un cane in gabbia... La prossima volta mi scuoiate come le tigri?" disse ad alta voce come a volersi far sentire. Qualcuno che l'ascoltava evidentemente c'era, visto che la grata di fronte a lei si aprí. La luce del sole filtró attraverso l'apertura, accecando per qualche istante la giovane, abituate al buio della cella. Uscendo, si accorse di non essere stata liberata, bensì rinchiusa nuovamente in uno spazio più grande. Le si geló il sangue per ciò che le si presentò davanti. Una miriade di pensieri cominciarono ad affollare la sua mente,isolandola totalmente da ciò che la circondava. 
" Non di nuovo... Sono fuggita da quel posto per ritrovarmi di nuovo qui... Per gli dei no... " sussurrò piano." Ammirate popolo di Roma! Siete lontani dalla vostra terra ma Roma ormai è dovunque e come tale, anche i divertimenti. Oggi, qui nell'arena dell'imperatore Claudio, ammirerete il primo gladiatore donna, traditrice di Roma, Elice. Non fatevi ingannare dalla sua bellezza, ella ha tentato di uccidere il nostro imperatore e questo non rimarrà impunito. Che entrino gli sfidanti!" urlò una voce sugli spalti. La fanciulla cominciò a guardarsi attorno, accorgendosi di essere circondata da 5 uomini grossi e muscolosi, corazzati con armature romane ed armi singolari. A quella vista, la folla posta sugli spalti iniziò a urlare e applaudire per l'imminente bagno di sangue. Al contrario dei gladiatori, Elice non possedeva nessun tipo di arma, ne di armatura. " Leale come scontro... Devo temporeggiare o questi bastioni mi uccideranno all'istante" disse. Un corno rimbombò nell'aria, annunciando l'inizio del combattimento. Uno dei gladiatori si scagliò letteralmente addosso alla fanciulla, cercando di colpirla con la mazza chiodata di cui era dotato. Elice, non potendosi difendere, tentava di schivare i colpi violenti dell'avversario. " Saranno anche forti, ma io sono più furba" pensò lei. Essendo più bassa del guerriero, si lanciò tra le gambe dell'uomo, arrivandogli alle spalle per spingerlo poi in avanti, facendolo cadere a terra. L'arma che teneva in mano, scivolò poco distante, permettendo alla ragazza di afferrarla. Gli altri gladiatori intanto si erano avvicinati, circondandola nel mezzo dell'arena. Roteando la mazza sopra di lei, tentò di tenere il più distante possibile ogni guerriero. Uno di loro, colto alla sprovvista, cadde a terra tramortito per il colpo ricevuto. Mentre Elice sorrideva compiaciuta, un altro uomo sferrò il suo tremendo attacco, ferendo la ragazza ad una gamba. Sopraffatta dal dolore, abbassò la guardia, permettendo ad un altro gladiatore di catturarlo nella sua rete. Da una grata dietro di loro, entrò trottando un cavallo, appositamente richiesto per poter trascinare la giovane per tutta l'arena. Dopo un paio di giri completi per esibire il trofeo catturato, il cavallo venne fermato. La rete con all'interno Elice non si mosse... Anche gli spettatori sugli spalti rimasero in silenzio, come stupiti dell'accaduto. L'uomo che poco prima l'aveva catturata, si avvicinò per mostrare a tutti la brutale fine della giovane. Inchinatosi per verificare, avvicinò il suo viso alla fanciulla. Era l'occasione giusta per agire. Con uno scatto velocissimo colpì l'uomo in pieno volto e mentre perdeva l'equilibrio, Elice riuscì a sottrargli il pugnale legato alla cinta, pugnalandolo in pieno petto. Dolorante, e sotto gli occhi stupiti della folla, la ragazza si rimise in piedi, lanciando uno sguardo di sfida all'imperatore seduto sul suo trono. Soffiando via una ciocca di capelli dal viso, puntò il pugnale verso gli altri 4 guerrieri di fronte a sé e con voce sicura disse:" Avanti il prossimo"
   
 
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