Non è la versione definitiva, la modificherò e l'amplierò in seguito, tuttavia mi piacerebbe sentire le vostre opinioni.
"Membra mea in vento sunt"
Chicco è il nomignolo con cui venivo affettuosamente chiamato quando ero bambino.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Si avvicinò, con passo lento e
teneramente goffo,
quella strana figura,
muovendosi tra
le fredde rocce.
Capelli carboncini,
trasportati da una
dolce carezza,
scendevano su quel suo
infantil viso squadrato.
Timidamente, con la sua
bianca voce, mi chiese:
"Ti ricordi di me?"
Sulla sua piccola bocca
si abbozzò lievemente
un sorriso innocente.
Nei suoi occhietti
catramosi vidi
il riflesso di me stesso,
sgomento, con un soffio
di voce, gli domandai:
"Chi sei tu, oh mostruoso
essere multiforme?
Perchè scorgo in te,
la miglior parte di me?"
Indietreggiando, con il
petto colmo di paura,
caddi, mentre quello mi
raggiunse ed abbracciò
il tremolio del mio corpo.
"Non temere, mio grande
amore, non voglio farti
soffrire; io sono quel tuo
brandello di anima felice,
l'essenza di te che non
conosce il dolore,
il tuo cuore senza la
cupa malinconia, il
verde giardino calpestato
dalle piccole scarpe."
Amare lacrime, fitte
di ricordi, mollarono il mio
viso, non dissimile dal suo.
"Piccolo mio, dove sei
finito? Dove posso
ritrovarti? Perchè non
posso più sentire la
tua affettuosa mano?
Perchè non rieccheggia più
la tua allegra risata
in questa valle tanto
solitaria? Perchè sei
scappato, scomparso, svanito?
Perchè? Perchè? Perchè?"
Dal suo pargoletto volto
il riso si spense,
le sue fulgide polle d'acqua
desolata,
nell'algore di questo
immenso nulla,
rallentarono il mio
battito fino a renderlo
un piccolo atomo pulsante.
"Io"disse"non posso più
accompagnarti,
mio malgrado,
lungo questo percorso,
tanto faticoso,
quanto più tormentoso.
Rammenti quell'orribil
giorno di fine agosto?
Un sole mirifico
scaldava le persone,
tutte, ad eccezione
tua. Quel giorno smettemmo
d'esser una cosa sola.
Da quel momento la mia
presenza si fece più
lieve, finchè divenne
polvere e nulla più.
Membra mea in vento sunt."
Terminò la sentenza
e scomparve come un
grido all'orizzonte,
lasciandomi solo, disperato tra
i cerulei ghiacci del mio languore.