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Autore: Horse_    20/05/2016    4 recensioni
«Damon è interessato a una cosa che ti appartiene.» continua Giuseppe, godendosi le reazioni di Grayson.
«Non capisco. Vi ho dato qualsiasi cosa, ogni tipo di codice possibile.»
«Qualcosa ancora ti appartiene.» mormora il maggiore dei Salvatore.
Damon si alza in piedi, in un movimento così repentino che fa sussultare Grayson. Si mette una mano in tasca e poi ne tira fuori un pezzo di carta. Il capo famiglia dei Gilbert assottiglia gli occhi per capire meglio di cosa si tratta.
Una foto.
«Io non ne sono d’accordo.» inizia Giuseppe. «Ma se questo può far sotterrare l’ascia di guerra tra me e mio figlio mi trovo costretto ad accettare. Tu ti troverai costretto ad accettare.»
Quando Damon apre interamente la foto e la mostra a Grayson il cuore di quest’ultimo si ferma. L’uomo diventa pallido e comincia a sudare freddo e il suo corpo inizia a tremare.
Quella è la foto di sua figlia.
«Graziosa ragazza, devo dire. Come si chiama, Elena?»
[...]
«Perché proprio lei? Puoi avere tutte le ragazze che vuoi, perché proprio lei?» sussurra Grayson con gli occhi leggermente lucidi.
Era sua figlia, la sua bambina.
«Mi piacciono le sfide e questa è veramente allettante.» gli risponde.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologue.
Grayson Gilbert si guardò attorno, spaesato. Si strinse ancor di più nel giubbotto blu scuro che indossava, mentre una mano lo spinse lungo il corridoio. Camminava, ma continuava a guardarsi attorno frenetico, perché l’unica cosa che voleva fare era scappare, andarsene di lì, ma sapeva perfettamente che lo avrebbero trovato, avrebbero fatto qualsiasi cosa per trovare lui e la sua famiglia. 

Tutto ad un tratto fu costretto a bloccarsi, per evitare di schiantarsi addosso a una delle guardie. Una delle due mormorò qualcosa all’altra e quest’ultima, dopo averlo guardato per qualche istante, entrò all’interno. Il tempo passò lentamente ed erano solo lui e la guardia, che lo teneva stretto, impedendogli così di scappare.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per la sua famiglia, si sarebbe anche sacrificato per loro. La guardia uscì poco dopo, facendo cenno all’altra e all’uomo di entrare. Lo spinsero dentro, in modo da non fargli opporre resistenza. La prima cosa che vide Grayson, quando entrò, fu il volto dell’uomo che più odiava al mondo, quello stesso uomo che avrebbe potuto uccidere lui e la sua famiglia in un determinato istante. Lo sguardo che gli rivolse gli fece tremare le gambe, ma lo guardò comunque negli occhi, fingendo di non aver paura di lui, quando, in realtà, era tutto il contrario.

 

«Grayson Gilbert, dopo tanto tempo ci vediamo.» lo salutò la voce dell’uomo. Giuseppe Salvatore aveva all’incirca cinquant’anni, capelli sul castano chiaro e due occhi verdi, profondi e magnetici. Era seduto su una poltrona di pelle rossa, vestito di tutto punto, con entrambi i gomiti appoggiati sulla scrivania e il mento sul palmo delle mani. «Accomodati pure.»

 

Grayson scosse la testa, facendo intendere come preferisse rimanere in piedi -e come preferisse mantenere le distanze da lui.

 

«Suvvia, Gray, una volta avevamo un buon rapporto.»

 

Grayson deglutì amaramente, ma non si mosse di un passo. Rimase sempre lì, immobile, e dietro di lui le guardie facevano altrettanto.

 

«Va bene, ho capito. Non mi aspettavo qualcosa di meglio, sai?» gli domando l’uomo, facendo cenno alla guardia di riempire due bicchieri di bourbon. «Sai perché sei qui, Grayson? No? Devo spiegartelo io?»

 

Gli occhi di Giuseppe si accesero e un guizzo vendicativo vi passò. 

 

«Pagherò tutto, te l’ho promesso, Giuseppe.»

«Uhm? Da quanto tempo lo prometti, Gilbert?» gli domandò sprezzante l’uomo. «Oltre tutti i danni che hai combinato, c’è anche questo. Hai rischiato di far saltare tutto e per colpa tua abbiamo perso ingenti somme di denaro.»

«Te l’ho promesso, farò tutto il possibile per ripagarvi.» continuò l’uomo, passandosi una mano tra i capelli, agitato.

«Ormai ho smesso di credere alle tue promesse.»

«Questa volta sarà diverso. Ho abbastanza soldi per ripagare un quarto del denaro perso.»

«Un quarto?» rise Giuseppe, mentre bevve un sorso del liquido ambrato. «E il resto? Ci stanno ancora cercando, Gilbert, e abbiamo bisogno di quel denaro per coprire le nostre mosse.»

«Restituirò tutto, fino all’ultimo centesimo.» continuò lui, iniziando a sudare freddo.

 

Più di promettergli che avrebbe pagato, che cos’altro avrebbe potuto fare? Era evidente che lo volevano vivo, per il momento. Molto probabilmente lo avrebbero ucciso dopo, ma doveva fare di tutto per rimanere vivo e proteggere la sua famiglia.

Giuseppe fece per parlare di nuovo, ma l’ennesima guardia vestita di nero entrò all’interno della stanza. L’uomo si bloccò di fronte agli altri, mentre l’uomo dagli occhi verdi lo incenerì con lo sguardo, perché odiava essere interrotto.

 

«Signor Salvatore, mi scusi dell’interruzione, ma c’è vostro figlio alla porta. Ha detto che avrebbe dovuto prendere parte alla riunione.»

 

Un guizzo malvagio attraversò gli occhi del capo famiglia dei Salvatore, poi un sorriso gli affiorò sulle labbra. Batti le mani, divertito, poi annuì entusiasta.

 

«Fatelo entrare, certo, non aspettavo altro.» concluse l’uomo, facendo cenno alla guardia di uscire.

 

Grayson lo guardò per qualche istante spaesato, poi la sua attenzione fu catturata da un giovane. Il ragazzo entrò all’interno della stanza e tutti gli occhi furono sulla sua figura: era alto, capelli corvini, neri come il petrolio, occhi di un azzurro da far invidia ai ghiacciai, vestito interamente di nero. Si tolse gli occhiali da sole, sebbene fuori non ce ne fosse, e il nascondiglio fosse sotto terra e appoggiò il suo giubbotto di pelle su una poltrona, proprio accanto a Grayson. Lo scrutò per qualche istante, poi rivolse un cenno di saluto al padre.

 

«Ti presento mio figlio Damon. Damon, questo è Grayson Gilbert.»

 

Damon Salvatore sorrise divertito all’uomo e si sedette, rimanendo comunque in bilico, sulla scrivania di legno d’acero del padre, incrociando le braccia al petto e accavallando le gambe. I muscoli delle sue braccia si tesero e furono ben presto messi in risalto dal fatto che indossasse una maglia a maniche corte, anch’essa nera. 

Grayson guardò il ragazzo, ancora più spaventato. Non l’aveva mai visto, seppur fosse a conoscenza della prole di Giuseppe. Tutto quello che si stava chiedendo è perché Damon fosse lì.

 

«Dalla tua espressione deduco che la presenza di mio figlio non ti faccia molto piacere.» constatò Giuseppe, accendendosi un sigaro. Il ragazzo sghignazzò, per poi farsi passare un bicchiere di bourbon. «Ma non è un cattivo ragazzo, dopotutto.»

«Il piacere è mio, allora.» sussurrò Grayson.

«Il motivo della sua presenza è molto semplice, in realtà.» sospirò Giuseppe per poi portarsi alla bocca il sigaro. «E sarai costretto ad accettare. In caso contrario… Non penso ci sarà un caso contrario.»

«Ho già lavorato per voi, posso farlo di nuovo.» lo supplicò quasi Grayson.

«E’ divertente che tu sia arrivato a tal punto di supplicare. Eri una così brava persona una volta, ti ammiravo.» ridacchiò Giuseppe, mentre il figlio scuosse la testa ilare.

«Cosa volete che faccia?» domandò Grayson.

«Non vogliamo che lei faccia niente.» si intromise il ragazzo, parlando per la prima volta da quando era entrato. La sua voce profonda fece tremare leggermente l’uomo. «Credo che lei abbia provveduto sotto quel punto di vista.»

 

Giuseppe scuosse la testa, mentre Damon appoggiò il bicchiere, ormai vuoto, sul tavolo, accanto a se.

 

«A mio figlio piace fare molto l’enigmatico. Un modo per saldare il tuo debito c’è, a dir la verità.»

 

Gli occhi di Grayson quasi si illuminarono per la gioia, senza sapere che tra poco tutta quella gioia sarebbe finita in dramma.

 

«Damon è interessato a una cosa che ti appartiene.» continuò Giuseppe, godendosi le reazioni di Grayson.

«Non capisco. Vi ho dato qualsiasi cosa, ogni tipo di codice possibile.»

«Qualcosa ancora ti appartiene.» mormora il maggiore dei Salvatore.

 

Damon si alzò in piedi, in un movimento così repentino che fa sussultare Grayson. Si mise una mano in tasca e poi ne tirò fuori un pezzo di carta. Il capo famiglia dei Gilbert assottigliò gli occhi per capire meglio di cosa si trattasse.

Una foto.

 

«Io non ne sono d’accordo.» iniziò Giuseppe. «Ma se questo può far sotterrare l’ascia di guerra tra me e mio figlio mi trovo costretto ad accettare. Tu ti troverai costretto ad accettare.»

 

Quando Damon aprì interamente la foto e la mostrò a Grayson il cuore di quest’ultimo si fermò. L’uomo diventò pallido e cominciò a sudare freddo e il suo corpo iniziò a tremare.

Quella era la foto di sua figlia. 

 

«Graziosa ragazza, devo dire. Come si chiama, Elena

 

Grayson strinse la mani a pugno, così forte fino a farsi male. 

Perché volevano sua figlia? Che cosa aveva fatto di male?

 

«Cosa vi ha fatto? Lei non c’entra niente con tutto questo!» quasi lo urlò Grayson.

«Sua figlia non c’entra niente.» gli rispose Damon, con tono glaciale inclinando la testa di capo. «La trovo estremamente graziosa. L’ho osservata, sa? E’ di una bellezza rara e molto intelligente, devo dire.»

«Perché proprio lei? Puoi avere tutte le ragazze che vuoi, perché proprio lei?» sussurrò Grayson con gli occhi leggermente lucidi.

 

Era sua figlia, la sua bambina.

 

«Mi piacciono le sfide e questa è veramente allettante.» gli rispose Damon, con un’alzata di spalle. «Il suo debito, con la cessione di sua figlia, sarà concluso.»

«Vi darò tutto, la mia casa, i miei soldi, ma lasciate stare mia figlia, vi prego.» li implorò Grayson.

«Questo sta durando da troppo tempo, Gilbert, ed è ora di finirla. Elena sarà di Damon e il tuo debito verrà saldato.» concluse Giuseppe.

«Lei è solo una ragazzina!» urlò Grayson, per poi rivolgersi al ragazzo. «Quanti anni hai tu? Compirà diciotto anni tra due giorni.»

«Ventotto, signor Gilbert. Ci passiamo di dieci anni, ma l’età non mi preoccupa.» sorrise Damon ironico.

«Come potete rovinare la vita di una ragazzina? Ha bisogno della sua famiglia!» continuò Grayson.

«Diciotto anni mi sembrano abbastanza.» concluse Damon, per poi rimettersi gli occhiali da sole. «La ragazza trascorrerà altri due giorni con voi, dopo i suoi diciotto anni sarà di mia proprietà. La pratica di matrimonio è già avviata, basta solo la mia firma.»

«Matrimonio?» ringhiò Grayson.

«Sua figlia diventerà mia moglie, non ci sono dubbi.» rise Damon, di una risata amara. «Verrà trattata al meglio, questo glielo posso concedere.»

«Vi prego, tutto ma non lei, è solo-»

«E’ stato un piacere parlare con lei, signor Gilbert.» concluse Damon, impedendo all’uomo di continuare. «Ah, acqua in bocca con la graziosa Elena, voglio che sia una sorpresa.»

 

_________________________

Non dirò niente sul fatto di essere una brutta persona che sforna storie in continuazione, ma così è e così sarà. 
Sto cominciando ad avere un po' di tempo libero e niente... Mi è venuta l'ispirazione di fronte ad una pagina bianca. Si, dovevo scrivere qualche capitolo di qualche storia, ma boh, l'ispirazione è arrivata e ho lasciato correre.
Questo, ovviamente, è soltanto un prologo e mano a mano che la storia andrà avanti ci capirete di più, questo è soltanto un assaggio di quello che potrà essere. Grayson è il padre di Elena (ho voluto mantenerlo come tale) e si è indebitato -per quale motivo ancora non si sa- con i Salvatore. Giuseppe è un pezzo grosso, da come avrete capito, e, dopo tanti tentennamenti da parte del primo, lo mette alle strette. Qui compare Damon, suo figlio maggiore, con il quale, effettivamente, anche se non sembra, non è in buoni rapporti, ma, per cercare di farlo avvicinare alla sua parte, decide di regalargli Elena (lo so, è brutto dire regalare una persona, ma effettivamente è quello che fa), dalla quale Damon è rimasto piacevolmente colpito. La ragazza, ovviamente, è ignara di sto che sta accadendo, in maniera particolare del fatto che si troverà da un momento all'altro spostata con un uomo che non conosce, ma che uomo *^*
La sintesi sostanzialmente è questa, non c'è altro da aggiungere. Con l'arrivo delle state porterò avanti anche le altre storie :) Come sempre lasciatemi un parere, se vi va, per farmi sapere che cosa ne pensate di questa idea e se valga davvero la pena di svilupparla e portarla avanti.
Alla prossima, Horse_
  
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