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Autore: Aster Moony    21/05/2016    0 recensioni
Mi sedetti al mio solito posto, su una foglia di ninfea in mezzo al lago. Le mie compagne si erano già sistemate tutt'intorno e attendevano il racconto del Terzo Mistero: avevo promesso loro la rivelazione di quattro misteri di Fairy Oak per poi non parlarne mai più. La prima sera avevo parlato di amore, la seconda del difficile argomento della magia e la quarta avrei parlato di un addio. Oggi toccava all'amicizia e avevo scelto per parlarne il personaggio sicuramente più buffo e originale di tutto il villaggio!
- Buonasera a tutte, amiche fatate! - le salutai con un sorriso, come facevo sempre.
- Buonasera Felì! E' giunto per te il momento di svelarci il Terzo Mistero. Ci hai parlato di amore e dell'Infinito Potere e questa sera è il turno dell'amicizia. Siamo tutte curiose si scoprire cosa avrai da raccontarci. - intervenne Gocciargenteadigentilesaggezza calmando il brusio che si era diffuso tra le altre fatine.
Nella radura di diffuse il silenzio e io chiusi gli occhi per rievocare ancora una volta le immagini del villaggio che per tanto tempo era stato casa mia.
- Vi parlerò di Flox Pollimon e per farlo comincerò da una una brutta avventura a scuola...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Flox Pollimon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre
Questione di organizzazione

Piffero si precipitò dentro la stanza andando ad abbracciare “Flox”.
- Piccola mia! Finalmente ti rivedo! Oh, non sai com'ero in ansia quando ti ho visto entrare nella 5^B trasformata da Pervinca: temevo che sarebbe andato tutto storto e avrei voluto rimanere con te, ma ho dovuto seguire Vì per non destare sospetti e poi, poco prima che la scuola si sgretolasse, Joe mi ha avvisata che zia Ortensia aveva bisogno di me e...
Piffero era un fiume in piena che sembrava che non volesse smettere di parlare, così mi avvicinai a lei chiamandola. - Ehm... Piffero, non so davvero come dirtelo senza sconvolgerti: Flox non è... -
- Flox non è in forma? - chiese Piffero. - Bé, forse hai ragione. Flox, sei diversa dal solito: hai una faccia... Sicuramente questa giornata ti ha sconvolta! Ortensia mi ha mandata qui per dirti che questa notte puoi rimanere con Vì e Babù, ma credo sia meglio tornare subito a casa se stai poco bene. -
- Piffero... -
- Tranquilla, Felì: non ti sto dando la colpa di quello che è successo. -
Provai a chiamarla più volte, ma lei continuava a interrompermi senza lasciarmi finire la frase. A quel punto intervenne Vì-Flox che afferrò Piffero per le ali (una cosa che per le fate è stuzzicodiosafastidiosa!) e cominciò a scuoterla gridando spazientita: - MA INSOMMA, VUOI CAPIRLO O NO CHE IO NON SONO FLOX?! È MEZZ'ORA CHE FELI' CERCA DI DIRTI CHE IO SONO PERVINCA! -
- Pervinca Periwinkle lascia subito andare Piffero! - ordinai alla bambina accorrendo in aiuto della povera fata frastornata. Vì sbuffò e obbedì. -Scusa, ma ho perso la pazienza. - disse con voce tremante lasciandosi cadere sul suo letto.
- Mi state dicendo che Pervinca e Flox non si sono ancora scambiate? - domandò Piffero.
Esitai. - Purtroppo loro non riescono a tornare normali e non capiamo perché. - risposi infine con voce afflitta. Piffero strabuzzò gli occhi. - Fatamia! Cosa facciamo adesso? Chiediamo aiuto alla tua strega? - si stava sicuramente riferendo a Tomelilla.
- NO! - gridò Pervinca; poi, accorgendosi di aver gridato, si mise a parlare con più calma. - Io e Flox abbiamo combinato questo guaio e tocca a noi risolverlo: non voglio chiedere subito aiuto ai grandi.
Vaniglia prese la parola. - Vì, non sono capace a dire bugie agli altri e lo sai. Io... Io non voglio coprirvi per un minuto di più e so che la cosa giusta da fare è chiedere aiuto e togliersi subito di torno questo problema. Se non lo farete voi...
La streghetta non concluse la frase e corse fuori dalla stanza. Pervinca fece per seguirla, ma la bloccai. - Ci penso io.

Trovai Vaniglia nella serra a osservare Tomelilla che lavorava. Un brivido percorse il mio piccolo corpicino di luce: Vaniglia aveva già rivelato alla strega quello che era successo?
- Ciao, Felì! - mi salutò Tomelilla sollevando lo sguardo. - Sto mettendo la lana nei vasi delle rose, così staranno al calduccio questo inverno. Cercavi Vaniglia?
Scossi la testa e mi avvicinai a loro accomodandomi tra le pieghe dello scialle di Tomelilla e tirando un sospiro di sollievo.
- Zia - chiese a un tratto Babù. - ti è mai capitato di avere un problema e di non sapere come comportarsi al riguardo?
Tomelilla le rispose senza smettere di lavorare. - Tantissime volte, tesoro. Però ricorda una cosa: talvolta la risposta non è quella che reputi più giusta. Devi adattarti al problema.
La strega non aggiunse altro e lasciò Babù e me con un palmo di naso. Erano tipiche di Tomelilla le risposte apparentemente senza senso. Provai a pensare. “Talvolta la risposta non è quella che reputi più giusta.” aveva detto la mia strega e questo era vero: spesso la soluzione di un problema è totalmente diversa da quella che pensi. “Devi adattarti al problema.” aveva poi aggiunto. Non riuscivo proprio a trovare un senso per quella frase. Insomma: come si fa ad adattarsi a un problema?
La soluzione mi arrivò poco dopo, quando Vaniglia si alzò di scatto e ringraziò Tomelilla dandole un bacio sulla guancia.
Insieme corremmo dentro casa. - Babù, cos'è successo? - le chiesi confusa mentre salivamo le scale dirette alla camera delle gemelle. La bambina non rispose e si fiondò dentro la stanza.
- HO TROVATO LA SOLUZIONE! - gridò eccitata. Pervinca, Flox e Piffero la guardarono confuse, così Vaniglia prese fiato e spiegò. - Sono andata da zia Tomelilla e... No, Vì: non le ho detto niente di quello che è successo. - si affrettò a dire notando che la sorella la fissava imbestialita. - Bé, zia Tomelilla mi ha dato un consiglio che mi ha aiutata a venire a capo del problema. Propongo di fare così: per una settimana non diremo niente a nessuno e cercheremo di trovare un modo per far tornare normali Vì e Flox. Se entro sette giorni non ci saremo riuscite, allora dovremo rassegnarci e chiedere aiuto. Ci state?
Quindi era questo che significava “Adattarsi al problema”! Vaniglia era stata davvero geniale: nemmeno io che ho quasi 1000 anni sarei riuscita ad arrivarci!
La sera le tre bambine si addormentarono subito e io ne approfittai per aggiornare il mio diario.

Caro diario,
oggi ci siamo messe in un brutto guaio, ma Vaniglia ha trovato il modo per provare a venirne a capo. È cominciato tutto questa mattina, quando Flox ha scoperto che oggi era giovedì...

Gli occhi mi si chiusero da soli prima che riuscissi a terminare il mio racconto e scivolai nel mondo dei sogni.

 

   
 
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