Scoperte
notturne
Notte.
Il vento soffiava forte e la
pioggia batteva ininterrottamente sulle finestre delle case.
Una
donna camminava sulle strade,
infreddolita e
stanca. Reggeva in mano una cesta in vimini che cercava di coprire con
il suo
stesso corpo. Continuava a guardarsi intorno finche non si
fermò davanti una
porta. Conosceva il proprietario e sapeva di potersi fidare ciecamente.
Appoggiò la cesta all’ingresso, prese una busta da
una tasca interna e
l’appoggiò sopra. Suonò il campanello
per due volte e, poi, andò via. Qualche
minuto dopo, le luci della casa si accesero, un uomo in vestaglia,
aprì la
porta curioso di sapere chi l’avesse disturbato a
quell’ora tarda, ma non vide
nessuno, solo la cesta. Non sapeva che fare ma la curiosità
era troppa e poi,
pensò che se una persona lo
avesse disturbato
a quell’ora
donandogli quella
cesta, voleva dire che essa conteneva una cosa molto importante. Infine
la
prese e si chiuse dietro le sue spalle, la porta. Quando la pose sul
tavolo, si
accorse che dentro, c’era una lettera. La prese in mano,
aprì il foglio che era
piegato in due parti e iniziò a leggerla:
“Non
posso occuparmi di lei ora, non ho abbastanza soldi per farla vivere ed
essere
felice. Per favore, prendetevene cura finché
non sarò in grado
di farlo io stessa.
Il
mio
unico
desiderio è che il suo nome sia Isabella. La lascio a buone
mani. Addio.”
L’uomo
rimase sconvolto dalle poche ma
dolorose parole che aveva appena letto. Ora sapeva cosa qual cesto
conteneva ma
voleva esserne più sicuro così, scoprì
un po’ le copertine e vide una piccola
bambina, i capelli, anche se corti e disordinati, erano di un marrone
chiaro,
la pelle candida e liscia, gli occhi erano beatamente chiusi. Dormiva.
Era
bellissima. Il cuore dell’uomo batteva forte. Questa era una
delle sorprese che
mai avrebbe immaginato di ricevere. Sebbene
non avesse mai avuto l’occasione di badare a
una bambina prima di allora, decise di seguire l’istinto. La
prese in braccio,
le diede un leggero bacio sulla fronte e si disse:
“Sì, la chiamerò come la
madre vuole. Il tuo nome sarà: Isabella.” Dopo di
che la rimise nella cesta e
la portò nella sua stanza
da letto,
pronto a prendersene cura come se
fosse sua
figlia.
Come
ho
detto nell’introduzione, la vita è una serie di
scelte. Questa fic vuole
dimostrare questa tesi. Spero che vi piaccia, Paie.