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Autore: Rota    22/05/2016    4 recensioni
Nella tua concezione del mondo, non c’è nulla che possa eguagliare l’essere umano
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Choe Gu-Sung, Shogo Makishima
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Rota 
Titolo: Riflessi 
Fandom: Psycho Pass
Personaggi: Makishima Shogo, Choe Gu-Sung
Rating: Verde 
Genere: Introspettivo, Sentimentale 
Avvertimenti: Shonen ai, What if…?, Tripla Drabble
Contatore utilizzato: http://www.utelio.it/conta-parole.php
Numero parole: 330
Partecipante al contest indatto sul forum di EFP da Eireen_23 "Titoli su titoli - Special edition"
Introduzione: Nella tua concezione del mondo, non c’è nulla che possa eguagliare l’essere umano
Eventuali note dell’Autore: Mi piace giocare su occhi particolari, come al solito. E gli occhi di Choe lo sono molto, mi hanno sempre affascinato.
Mi sono arrischiata a scrivere una fic in seconda persona – ne ho già fatte altre, ma insomma, è una tecnica che va usata con particolare parsimonia xD – e a prendere come mio diretto interlocutore proprio Makishima, che è un personaggio di cui io ho estrema paura, perché complessissimo (LOL)
E niente, spero soltanto che il risultato finale non sia poi così male xD
Buona lettura (L)
 
 
 




 
 
 
 
Nella tua concezione del mondo, non c’è nulla che possa eguagliare l’essere umano. Questo principio è la base della tua rivoluzione, e assieme anche il concetto primo che guida le tue azioni alla ribellione contro la schematizzazione artificiale.
Ma quando guardi quegli occhi di macchina – i suoi occhi, che mai potrebbero sembrare quelli di un uomo normale – il dubbio pungola il tuo cervello capace e rende attivo il tuo pensiero. Pura speculazione, perché mai metteresti in dubbio la sua validità come alleato e la fiducia che riversi in lui.
Quanto influenza Choe il percepire, con un senso così importante alterato da qualcosa che non gli è proprio. Come possa vedere il mondo. Come la macchina che gli è incastrata nei bulbi possa suggerirgli l’immagine di ciò che, assieme, desiderate che quello diventi: un luogo dove tutti possano essere persone comuni.
E come, in ultimo, lui guardi te. Perché l’espressione sul suo viso ti può suggerire qualcosa, i sentimenti maggiori toccano la tua sensibilità spiccata e la stimolano a una risposta attiva. Non saresti tu però, Shogo Makishima, se ti accontentasti di una tale superficialità.
Vedi i riflessi della tua stessa immagine lì dove dovrebbero trovarsi le pupille ogni volta che lui ti è così vicino, col viso, da respirare la tua aria. Non capita poche volte, sempre ti dà il permesso di scrutarlo lì dove si incontrano le sue due nature, nei momenti solo vostri. Si direbbe quasi curioso di scoprire il risultato delle tue analisi, l’interpretazione che dai a una vita come la sua.
Trovi in lui l’esempio perfetto di come l’uomo possa servirsi di una macchina per ribadire se stesso e il proprio sentire. Forse è proprio quella la risposta: raccolto nei suoi occhi, immortalato come sulla pellicola di una fotografia, sei quel tassello di collegamento indispensabile che trasforma l’informazione nel processo cognitivo.
Tu sei la sua realtà, lui è la tua prima vittoria – lo specchio sincero che da tempo cercavi.
La consapevolezza che rimarrà lì, a tua disposizione, rende il mondo appena meno solitario.
   
 
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