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Autore: koopafreak    22/05/2016    5 recensioni
Breve long-fic incentrata sulla commedia contorta tra il sovrano delle ombre e l'impacciato acchiappafantasmi del reame.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Luigi, Re Boo
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Personaggi: Luigi, Re Boo, Mr. L, Daisy (menzionata), Peach (menzionata), Mario (menzionato), Pauline (menzionata), OC.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo.
Pairing: Het, Shonen-ai, Crack pairing.
Note: Tematiche delicate.





Melisma [ripresa]





Sebbene il fattaccio fosse occorso non più di qualche ora fa dentro le mura del castello, la notizia si era già diffusa come un'infezione per le strade della capitale del Regno dei Funghi. Ovviamente le spie di Re Boo avevano captato la nuova musica, ma la piccola e vigile Oriella aveva addirittura preceduto il fantasma ed era accorsa per prima al luogo dove era certa che l'idraulico si fosse rifugiato, il loro angolino segreto nell'ombra della pista deserta, una fetta di limbo incontaminato lontano dall'onta dello scandalo e dalla commiserazione. E proprio lì lo aveva trovato, seduto come sempre al suo posto, col vuoto nello sguardo che mutò prima in sorpresa e poi in affetto nel vederla.

Per un istante di debolezza il cuore le si sciolse in petto, e quel pensierino malizioso e ostinato che ella teneva nascosto dietro i sensi di colpa riaffiorò sussurrante: Se non ci fosse mai stata Daisy... Lo scacciò, forte della sua rassegnazione che, pur nell'utopico caso in cui il destino della principessa e quello del paladino non si fossero mai intrecciati, di certo egli non avrebbe comunque preso seriamente in considerazione una micete invisibile come lei. Il cuore degli eroi apparteneva sempre alle principesse: tale era la norma universale alla quale nemmeno Luigi era stato capace di sottrarsi.

Tuttavia, ciò non le aveva impedito di farsi notare da lui grazie alle sue doti culinarie, mettendo un pezzettino di anima in ciascun manicaretto che gli aveva preparato con le sue mani e gioendo intimamente dei complimenti ottenuti in cambio. Ogni volta che lui la ricompensava con un sorriso e la elogiava, Oriella sentiva abbagliata che persino la possibilità di divenire la sua cuoca personale l'avrebbe resa felice. Ad ogni modo, non era per consolarlo con torte e pasticcini che si era precipitata in soccorso dell'eroe dallo spirito sanguinante per un'altra donna. Aveva intuito che ciò che era accaduto quella mattina non fosse stato soltanto un caso, ma che si trattasse piuttosto di una tappa dentro un oscuro disegno tracciato intorno all'idraulico ignaro. Determinata, provò a convincerlo, a insistere dolcemente a spostarsi in una sistemazione più confortevole, ad accampare qualsiasi scusa pur di farlo allontanare da lì e salvarlo dall'arrivo del secondo ospite. Arrivo nel quale Luigi pareva star deliberatamente sperando e non rimase deluso una seconda occasione.

Re Boo al contrario non sembrò stupito di vederla, e anche lui le rivolse infine un sorriso, o meglio, un ghigno sadico il cui effetto fu tutt'altro che incantevole benché nessuna visione truce l'aggredì. Non si illuse comunque che lo spettro non avesse subodorato le sue intenzioni e per un attimo fu tentata di gridare all'idraulico ogni sospetto sull'infido boo, in barba alle garanzie di vendetta.

« Le premure che ci dedica non finiscono mai di toccarci nel profondo, chérie. Scomodarsi solo per noi e deliziarci con la sua inestimabile ospitalità nel momento del bisogno, lei è un vero bocciolo. Sarebbe così amabile da prepararci del tè? » la liquidò con nonchalance il sovrano in borghese mentre reclamava il suo posto accanto al mortale, poggiando il raffinato bastone da passeggio contro la sedia.

Oriella indugiò qualche secondo, osservando incerta Luigi completamente distratto dal lugubre interlocutore, con gli occhi magnetizzati sul volto diafano come fosse un oracolo. Non versava affatto in condizioni lucide per combattere ed era persino giunto disarmato del Poltergust 5000, troppo stordito dal dolore dell'abbandono e dall'illusione di trovarsi davanti una presenza alleata, come avrebbe potuto tenere testa alla furia del fantasma in quelle condizioni? Se lei avesse cantato, nulla avrebbe più impedito a quel boo diabolico, vistosi smascherato, di commettere un gesto estremo per l'incolumità del giovane. La toad obbedì sconfitta e si incamminò a eseguire l'ordine. Non appena fu entrata a riempire il bollitore, Luigi crollò e cominciò a versare tutte le lacrime che aveva sinallora trattenuto.

« Lei non tornerà mai più! » gemette stringendosi il capo tra le mani, chino in avanti e gravato da un macigno invisibile che gli schiacciava il torace. Si ripiegò su se stesso similmente a un animale ferito a morte.

Il fantasma lo studiava sfiorandosi meditabondo le labbra un poco increspate e tenendo la testa lievemente inclinata mentre ascoltava la sinfonia di singulti strozzati. Pareva che i polmoni del giovane non riuscissero a espellere tutta l'angoscia che lo colmava quasi a soffocare, emettendo a denti stretti lamenti strascicati che risalivano dallo stomaco alla gola, intervallati da singhiozzi violenti che gli scuotevano convulsamente le spalle. Lo strazio di essergli stata negata pure la clemenza di poterle dire addio gli aveva trasfigurato il volto in una maschera di dolore: era letteralmente fuori di sé. Ah, l'amour.

« Suo padre è piombato al castello senza preavviso » raccontò quello che Re Boo ovviamente già sapeva, ma che ancora suonava incredibile alle orecchie del povero idraulico. « Hanno riferito che fosse furibondo e che abbia minacciato Peach di troncare ogni rapporto tra il Regno dei Funghi e Sarasaland per aver tenuto segreto di Daisy e me. L’ha portata via e ha giurato che nessuno della famiglia reale metterà piede qui un'altra volta. » Fu costretto a interrompersi a causa di una scarica di singhiozzi.

Il fantasma si sporse per appoggiargli un palmo sul dorso, assestando qualche pacca leggera a mo' di incoraggiamento.

« Avrei dovuto essere lì ad assumermi le mie colpe! A difendere lei! » si rimproverò nuovamente il giovane.

Re Boo stabilì che il momento fosse propizio per agire. « Non avrebbe fatto alcuna differenza, lo sai » gli disse dolcemente, col tono che si usa coi bimbi lenti di comprendonio, rinvigorendo i lamenti afflitti e i tremori.

Luigi si sentiva talmente divorato dalla responsabilità delle sue mancanze da non reagire, convinto di meritarsi il veleno di quelle parole date per sincere e che preferiva alle vane consolazioni offerte da Mario. Il fratello aveva stretta la sua Pauline dopo tutto e non poteva certo arrivare a capire quale punizione il fato aveva invece serbato a lui. Daisy era tutta la sua luce e la sua aria.

« Ti avrebbe calcolato come l’insignificante nullità che lui ti considera » rincarò la dose il fantasma con feroce imperturbabilità di fronte al dolore che stava acuendo.

I singhiozzi dell'umile eroe divennero laceranti, sprofondando nell'abisso della sua paura più grande, di non essere degno, di non essere abbastanza.

« Non penserai davvero che ti avrebbe concesso udienza solo perché tu la ami? Quanto valgono i sentimenti di un misero idraulico agli occhi di un re? »

Il pianto struggente cessò d'improvviso.

Re Boo sorrise e ritrasse la mano.

Il giovane si raddrizzò e gli rivolse uno sguardo penetrante come una lama, ogni sintomo di tristezza obliterato dai lineamenti. Si sfiorò una guancia e osservò infastidito, anzi, disgustato, il polpastrello inumidito del guanto. Estrasse il suo fazzoletto a quadri da una tasca della salopette e si strofinò via le tracce dello sfogo disdicevole, ricomponendosi con cura. « Il nero mi dona di più » esordì dopo essersi portato indietro i capelli con un gesto vanitoso. Storse le labbra togliendo un po' di polvere dal ginocchio accavallato sopra l'altra gamba, dunque indirizzò la sua attenzione sullo spettro dinnanzi, intrecciando le dita. « Sono impressionato. Abbiamo avuto il piacere di incontrarci di persona una volta soltanto, eppure hai intuito il modo di farmi uscire. »

Il ghigno da Stregatto si affilò deliziato. « Sono certo invece di averti visto in più di un'occasione, durante qualche gran premio, quando le sorti del podio non volgevano esattamente a favore di Luigi. Ricordo un giorno in particolare in cui rischiava di concludere un turno eccezionalmente sfortunato in coda a tutti gli altri, quasi sparito dalla visuale dietro la scia della nostra polvere. Ricordo le grida di scherno di quei bifolchi di Wario e Waluigi. E quando, contro ogni aspettativa, Luigi ha cominciato a recuperare terreno, ricordo distintamente di aver visto la tua, di faccia, a farsi largo con prepotenza per rendere il benservito ai Waglioni, prima di rimontare in pista. Lui non è mai stato un tipo così vendicativo. »

Mr. L arricciò un angolo della bocca, inclinando la testa con aria di intesa. « Me ne rammento bene. Se non fosse stato per me, quell'inetto senza spina dorsale avrebbe concluso il gran premio più umiliante di tutta la sua invisibile carriera. »

« Per essere un inetto, è lui a detenere le redini la maggior parte del tempo. »

Il sogghigno sprezzante rimase inalterato, ma la rabbia divenne limpida negli occhi adombrati dalla visiera del cappello. « Non sarà così per sempre. »

La discussione restò un momento in sospeso quando Oriella si interpose discretamente per poggiare il vassoio con l'acqua fumante e i filtri del tè sul tavolo.

« Dov'è lo zenzero? » chiese seccato Mr. L gelandola con un'espressione di sufficienza.

La toad tentennò sbalordita al rimprovero e, una volta realizzato chi le fosse seduto davanti, si scusò e ammise timorosa di non averne.

« Non fargliene una colpa » intervenne il boo con finta indulgenza, come se gli importasse qualcosa della sensibilità della cameriera. « Luigi aggiunge soltanto miele di bosco. » Prese appunto che nemmeno il suo interlocutore nutrisse simpatia per i pavidi toad mentre quest'ultimo la invitava a smammare senza verbo ferire, con un cenno stizzito della mano. La conversazione proseguì quindi come se non si fosse mai interrotta. « Non puoi uscire quando ti aggrada, almeno finché è la volontà di Luigi a prevalere. Originariamente credevo fosse la rabbia il tuo passe-partout, perché acceca la mente e spezza le catene dell'autocontrollo, tuttavia era un'ipotesi inadeguata a giustificare le tue interferenze di cui ho iniziato ad avvedermi fino a poco tempo fa. In quei casi Luigi non era in uno stato di collera, ma in difficoltà, e così ho infine compreso. » Riempì la tazzina sia per sé che per il convitato. « È solamente quando egli dubita di se stesso e la sua forza di volontà si infiacchisce che a te è concesso vedere la luce del sole. »

« Bravo, mio defunto amico » si complimentò la Saetta Verde ostentando un accento francese. « Luigi entra in crisi e Mr. L spunta dal cilindro. È tutto qui il trucco. » Si adagiò contro lo schienale e sospirò languidamente. « Immagino però che tu mi abbia convocato per un motivo. »

« Ora che la commedia di Luigi si sta dissolvendo nella tragedia, scommetto che ti vedrò più spesso in giro. Pensavo che avremmo potuto iniziare a conoscerci meglio. »

« Graziosa idea. » Il giovane si avvicinò la tazza alle labbra, dimostrando che fosse effettivamente mancino, e vi soffiò sopra per disperdere il vapore. « Il mio scomodo alter-ego sarà indubbiamente un allocco a non aver capito, ma io so perché gli ronzi intorno così volentieri. » Ammiccò furbetto. « Lui ti trova interessante. »

« Dimmi qualcosa che io già non sappia. » Le orbite dello spettro si accesero di uno scintillio predatore.

« Anch'io ti trovo interessante » proferì l'altro traendo un piccolo sorso senza recidere il contatto visivo. « Era da parecchio che non mi imbattevo in una compagnia stimolante, o almeno in qualcuno degno della mia considerazione in questa manica di insulsi sempliciotti. »

Re Boo notò che il sagace Mr. L stesse manifestando diverse caratteristiche di un disturbo narcisistico della personalità.

« Il trauma di quest'oggi mi ha reso più forte, ma non basta. » Quest'ultimo serrò il pugno libero, assaporando la sensazione dei polpastrelli che affondavano nel palmo. Persino il dolore era preferibile al nulla assoluto della sua minuscola prigione in fondo al buio della mente. « Presto dovrò cedere nuovamente il posto, e io non voglio più tornare lì dentro. Voglio riprendermi questo corpo che un tempo è stato mio soltanto. » La sua voce si fece cupa e rabbiosa da somigliare a un ringhio.

« E come intendi riuscirci? »

« Quel dannato di Luigi ha la precedenza sul controllo. Anche se lui resta un mediocre, la sua volontà è ostinata. Fintanto che la sua forza di volontà persisterà, io non sarò mai libero. Il suo spirito deve essere spezzato, il suo già agonizzante amor proprio annientato, e per questo ho bisogno dell'aiuto di qualcuno potente. » Riacquistò la calma, bevendo un lungo sorso. « Qualcuno come te » concluse esalando un soffio di vapore tra i denti.

« Per quale allettante ragione dovrei assumermi un simil impegno? » Il fantasma simulò indifferenza, curioso di vedere quali carte avrebbe calato in tavola il rivale del suo idraulico. Appoggiò un gomito sul bordo e si puntellò il mento con la mano.

« Io sono mille volte meglio di Luigi. » Mr. L si tese verso di lui, lasciando cadere sull'erba la tazzina vuota. Il linguaggio sofisticato del suo corpo si fece ammaliante, sfoderando un'immaginaria coda di pavone corteggiatore. « A quel pivello hanno dedicato una sola pista e la più banale mai costruita, potrebbe percorrerla addirittura un marmocchio sul triciclo senza sudare. Luigi non saprebbe distinguersi neanche come spaventapasseri. Io, invece, non conosco il significato di perdere, non arrivo secondo a nessuno, esisto in questo mondo per essere il migliore in tutto e, se mi aiuterai, qualunque cosa tu mi chieda in cambio, ti dimostrerò perché sono il numero uno. »

Arroganza: anni luce lontana dall'essere un'attrattiva, considerò tra sé il boo.

Mr. L si fece più audace e ridusse la distanza tra i loro visi, deciso ad abbindolare il suo potenziale liberatore con ogni mezzo pur di guadagnarsi la supremazia disperatamente agognata. « Dimmi solo cosa desideri » lo incalzò fissando tenace negli occhi spettrali che gli trasmettevano la sgradevole sensazione di affacciarsi su un baratro senza fine. Se quello stramboide aveva ceduto chissà come al chissà quale fascino di Luigi, di certo non sarebbe stato capace di respingerlo. E a tempo debito Mr. L se ne sarebbe sbarazzato, giacché la sua ultima esperienza lavorativa alle dipendenze di qualcun altro gli era servita da lezione a fare di sé l'unico capo di se stesso.

Ad ogni modo, Re Boo aveva maturato la propria sentenza sul futuro del megalomane e deludente alter-ego già prima che questi avesse avanzato la sua proposta. Non aveva nulla da offrire che lo interessasse ed era ormai chiaro che la sua presenza fosse soltanto di intralcio, forse addirittura rischiosa, per il successo del progetto architettato dal fantasma che portò le labbra ceree quasi a sfiorare quelle calde di Luigi, al momento prese in prestito da Mr. L, e gli ghermì dolcemente il mento tra due dita gelide. « Desidero sentirti urlare. »

Oriella corse fuori incespicando, tanto il panico che le scoordinava i movimenti, all'udire del grido lacerante e intriso di un tale orrore da farle contrarre lo stomaco. Sebbene la disperazione ne avesse storpiato la voce quasi da renderla irriconoscibile, non vi erano dubbi che si trattassero delle corde vocali di Luigi. La toad vide atterrita lo spettro tenere stretto il giovane per il collo e con la grossa bocca irta di zanne spalancata come se intendesse strappargli via la faccia con un sol morso, mentre la vittima dimenava forsennatamente le gambe facendo ribaltare il tavolino, incapace tuttavia di divincolarsi o di rompere la presa intorno alla giugulare, salda quanto una tenaglia di acciaio.

Re Boo usò la mano libera per armeggiare con la spilla in cima allo jabot, con la vistosa ametista incastonata, che si aprì di lato rivelando una minuscola cornice al suo interno. Il tutto si consumò in una manciata di secondi: le urla di Mr. L divennero strazianti, forse consapevole di cosa stava per accadergli; Re Boo emise una risata stridente da far gelare persino la linfa degli alberi e poi il giovane si afflosciò esanime come un burattino senza fili. Il fantasma lo lasciò accasciarsi sulla sedia, riadagiandosi poi sulla propria con aria stremata.

Oriella si precipitò accanto al corpo dell'idraulico col viso di un pallore allarmante, scoppiando in lacrime. Per fortuna respirava ancora, ma non le fu di grande consolazione. « Non fategli altro male, vi supplico » piagnucolò stringendo una mano inerte tra le sue.

« Male? L'ho appena guarito dal suo parassita, in caso non se ne fosse accorta, chérie. » Lo sforzo compiuto per recidere soltanto l'anima del presuntuoso rompiscatole era stato notevole, perciò il boo aveva bisogno di altrettanta concentrazione per mantenere consistenza delle sue vestigia, e quelle lagne inutili non aiutavano di certo.

« So che avete in mente qualcosa di terribile per lui » insistette la toad. « Non fatelo soffrire oltre, ve ne prego. »

« E tu sei pregata di ricomporti in fretta, stolto micete, prima ch'egli rinvenga e ti veda annaspare in quello stato miserando. Non stonerebbe nemmeno dare una riassettata qui. » Re Boo iniziò a spazientirsi, indicando il disordine provocato dalla futile resistenza di Mr. L, le cui urla gli erano deliziosamente udibili quando chiudeva gli occhi e sfiorava la sua spilla.

« So che gli volete bene, a modo vostro. Ha un cuore grande e tutta la vita davanti. » Con sommo fastidio da parte del fantasma, Oriella non si diede per vinta.

« Attenta, chérie, potrei seriamente considerare l'idea di assumerti nel mio maniero. Una domestica in più torna sempre utile per tenere la polvere lontana dalla mia collezione di quadri viventi, tra i quali potrei addirittura concederti l'onore di un posto se i tuoi lamenti sono gradevoli alle mie orecchie, così da poterli riascoltare ogniqualvolta che mi garba. » Compreso che la funghetta non fosse in vena né di darsi un tono né di rintanarsi dentro il locale per non saltare all'occhio, Re Boo aprì una frattura dimensionale per le sue lande lugubri esattamente alle spalle di lei e ce la spinse dentro premendole uno scarpino sulla testa voluminosa.

Oriella terrorizzata ruzzolò all'indietro emettendo uno squittio e il gorgo oscuro si richiuse senza lasciare traccia della toad.

Il sovrano si alzò in piedi, si sistemò acconciatura e merletti come un'attricetta un momento prima di entrare in scena ed emise un lungo sospiro nasale, abbandonandosi al gradito silenzio finalmente ottenuto. Batté le mani con solennità e un gruppetto di subalterni saltò fuori dalla vegetazione circostante, apprestandosi solerte a ridisporre le cianfrusaglie come se non fossero mai state toccate. Una boo gli porse cerimoniosamente uno specchio a manico col bordo di foggia pregiata, così da sincerarsi che ogni capello fosse al proprio posto, dopo di che gli fluttuò affianco per bisbigliare qualcosa che lesto fece riaffiorare il sorriso a falce di luna. Re Boo ripeté il segnale e i fantasmini laboriosi si dispersero. La recita poteva dunque ricominciare.

Luigi mugolò e lentamente si raddrizzò sulla sedia, portandosi un palmo sulla fronte mentre strizzava gli occhi per riordinare le idee. « Cos'è successo? » domandò spaesato al sovrano che mise del miele in una tazza appena riempita e gliela avvicinò con premura. « Ho avuto un altro di quegli episodi? »

« Il colpo di oggi deve averti veramente provato, ma sono sicuro che queste curiose perdite mnemoniche andranno migliorando d'ora in avanti » lo tranquillizzò sereno il fantasma come se impugnasse qualche referto medico a comprovarlo. « La nostra conversazione si è interrotta un attimo prima di comunicarti che la principessa Daisy sia stata testé vittima di un rapimento ad opera del recidivo Tatanga. »

L'idraulico sputò il tè per terra. « Che cosa? Quando? »

Lo spettro estrasse un orologio da taschino dalla marsina, lo aprì e lasciò scorrere qualche secondo prima di rispondere in virtù della precisione. « Esattamente quattro minuti fa. » Ricevette uno sguardo incredulo dal fronte opposto. « Non l'ha propriamente sequestrata. Ha assoggettato l'intero castello dopo aver atteso il ritorno della principessa e ora tiene prigionieri sia lei che il monarca di Sarasaland, intanto che le sue truppe seminano caos e devastazione nelle regioni circostanti. »

« È fantastico! » Luigi scattò in piedi coi pugni in aria.

« La notizia ti ha sconvolto, vero? » Re Boo inarcò un arco sopraccigliare.

« Salverò Daisy! Diventerò un vero eroe! » esclamò l'altro al settimo cielo mentre la speranza tornava a infiammargli l'animo. « Farò cambiare idea a suo padre riguardo noi due. »

« Questo è lo spirito giusto. » Il sovrano si erse e tra le sue mani si materializzò il fioretto con cui avevano duellato tempo addietro, con le eleganti finiture sulla fodera e la bellissima ametista fissata sull'estremità dell'impugnatura elaborata: un'arma degna di un re. La offrì a Luigi che stentò ad accettare un dono di simile portata. « Come la Durlindana di Orlando, la Altachiara di Lancillotto e la Balmung di Sigfrido, ogni eroe che si rispetti deve avere al suo fianco una spada per farsi riconoscere. Me la renderai alla fine della tua avventura, quando ci rivedremo. »

Non seguirono né abbracci né saluti strappalacrime, o smancerie di qualsivoglia natura. Re Boo esortò Luigi ad andare incontro al suo destino e il paladino del Regno dei Funghi giurò sul proprio onore che gli avrebbe restituito la spada senza un graffio, una volta tornato a casa. Il fantasma lo osservò immobile sparire all'orizzonte a bordo del suo kart prima di dedicarsi all'ultimo piccolo, insignificante dettaglio di quel capitolo che si stava per chiudere.

Oriella cadde fuori dal portale a mezzo metro da terra, atterrando sul posteriore con un gridolino. Aveva il fiatone e l'aria di chi si era visto passargli tutta la vita davanti a causa delle cose spaventose che l'avevano accolta dall'altra parte.

« Ora veniamo a noi. » Re Boo si accomodò come sempre al suo posto, scrutandola con gravità mentre lei si rialzava barcollante e corrispondeva faticosamente il suo sguardo. « Voglio essere brutalmente schietto, chérie, anzi schiettamente brutale, così da rendere cristallino il messaggio: lei non conta più di un granello di sabbia per me. La sua presenza aveva un senso finché il suo era un ruolo secondario pur necessario per allietarci in questo teatrino, ma è giunto per lei il momento di abbandonare la scena. È consapevole, suppongo, che, nel caso in cui io non abbia la certezza che non lascerà trapelare nemmeno una sillaba sulle nostre liete serate in reciproca compagnia, lei non tornerà a casa. »

Oriella annuì.

« Lei è la sola al corrente di quanto avvenuto qui, perciò non mi toccherà perdere tempo a indagare sul responsabile se riceverò seccature da qualche ficcanaso in futuro. E le garantisco che per lei, chérie, mi scomoderò di persona a farle visita. »

La toad non rispose, ma i brividi che l'assalirono valsero come conferma di aver recepito forte e chiaro l'avvertimento.

« Tuttavia, ora che ci penso, perché correre il rischio? » Le labbra dello spettro si distesero in un ghigno sinistro.

Oriella comprese che prima il boo ingannatore avesse solamente giocato con lei e che in realtà fosse giunto già con l'intenzione di levarla di mezzo. « Siete un mostro » mormorò.

« Allora dietro quegli occhietti perennemente spauriti e la tremarella si nasconde davvero del fegato. Sono piacevolmente colpito. Mai avrei creduto che lei si sarebbe rivelata capace di racimolare da chissà dove il coraggio di mettermi i bastoni fra le ruote. Eppure oggi, quando si è precipitata qui con l'ambizione di portar Luigi via da me, firmando sua sponte una dichiarazione irrevocabile di suicidio, mi ha dato prova di dovermi ricredere sul suo conto. E questa... » Estrasse da sotto la marsina una lettera con la busta strappata in cima, sventolandola pigramente come per farsi aria. « Non ha fatto altro che consolidare la sua posizione di esserino traditore. »

Oriella inorridì, fissando la missiva con la sua confessione indirizzata alla principessa su ciò che era stata costretta a tacere per settimane e che aveva scritto e consegnato di tutta fretta al corriere, prima di partire in soccorso di Luigi.

« Suvvia, ero convinto che avesse un pizzico di senno oltre a ricette in quel bulbo che voi toad definite cranio. Ho spie disposte ovunque mi aggrada anche al di fuori di questo regnucolo, come poteva concepire che una mossa simile da parte sua mi sarebbe sfuggita? » Non gli pervenne replica, non che se ne fosse aspettato una. « Prima di passare ai fatti, ho un'ultima domanda che mi preme porle, una domanda di vitale importanza per la sua sorte. Farà la differenza sulla mia decisione di risparmiarla o meno, per cui la prego di essere impeccabilmente onesta nel rispondere. » Si sporse con fare confidenziale verso la minuta figura tremolante e assunse di nuovo un'espressione di massima serietà. « Lei ci tiene alla sua vita, n'est-ce pas, chérie? »

Oriella sondò un'ultima volta quegli occhi infernali in cerca di un fievole barlume di misericordia, ma non ne trovò. « Sì. »

« È un gran sollievo sentirglielo dire » cinguettò lo spettro drizzando le spalle, visibilmente rallegrato. « Sa, non traggo alcun piacere a toglierla a chi non gliene importa nulla. »


Nota d'autrice:

Non riesco a rimuovere la scenetta mentale di Luigi che corre in soccorso della sua donzella in difficoltà cantando “Ce la posso fare” [Hercules © Disney] mentre Re Boo è impegnato a far sparire l'unico scomodo testimone dei suoi intrallazzi.

  
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