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Autore: aaannacolli    22/05/2016    1 recensioni
E se Draco Malfoy si fosse innamorato durante il suo quinto anno ad Hogwarts di Hermione Granger? E se fosse subito passato dalla "parte giusta" prima della Seconda Guerra Magica voltando le spalle alla sua famiglia?
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Magica. E' la mia prima fanfiction (ovviamente una Dramione), quindi recensite in tante, spero possa piacervi
Dal testo: "Non sento niente, non vedo niente se non lei, che ricambia il mio sguardo. Ma non è il solito sguardo carico di odio e rancore però, è uno sguardo curioso, e in effetti non la biasiamo: che diamine ci faccio tutto sporco e gravemente ferito all'interno della mia stessa casa?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Camminiamo velocemente tra i corridoi del castello diretti verso la Sala Grande. L’atmosfera è tesa e carica di aspettative, tutto attorno a me c’è chi prova incantesimi, chi si tiene stretto ai propri cari, chi sorride, chi piange, chi sta da solo, c’è chi addirittura prega. Chi si abbraccia forte, chi si dà la mano, c’è chi si bacia e chi invece trema.
Non pensavo di potermi mai trovare in una situazione del genere, è tutto così surreale, tutto così assurdo. E’ la resa dei conti per ognuno di noi e nonostante l’inizio imminente dello scontro, preannunciato da Voldemort prima dell’arrivo mio e di Hermione, mi sembra lontano anni luce da questo momento.
Mi trovo in mezzo ad un gruppetto di ragazzi del settimo anno: Neville Paciock, Luna Lovegood, Ginny Weasley, Dean Thomas, Seamus Finnegan, Hanna Abbot, le gemelle Patil e ovviamente il Trio delle Meraviglie. Non perdo Hermione d’occhio neanche per un istante, in certi momenti, quando nessuno ci vede, allunga la mano per sfiorare leggermente le mie dita, come per dire ‘io ci sono, non ti lascio.’ e di questo le sono sinceramente grato.
A parte lei io non ho nessuno qui. Vorrei ci fosse Blaise con me, lui sapeva tutto, della mia conversione, dei miei sentimenti per Hermione e anche della mia missione. Nonostante i suoi fossero Mangiamorte, però, non tradì mai la mia fiducia, cercai diverse volte di convincerlo a passare sotto la protezione di Silente, ma rifiutò sempre. Voleva troppo bene alla sua famiglia per far rischiar loro la vita.
Sospiro e mi guardo attorno, al mio passaggio diversi volti si girano verso di me. In ognuno di essi leggo gli stessi sentimenti, paura, eccitazione, speranza. Alcuni sono volti adulti, magari Auror, altri hanno la mia età e altri ancora sono troppo giovani perché io possa guardarli senza provare un senso di orrore viscerale.
E’ come se, passo dopo passo, entri lentamente in me la consapevolezza che potremmo davvero morire, che magari per me, o per Hermione o per chiunque altro, un domani potrebbe non esistere.
La voce di Potter mi distrae dai miei pensieri, riportandomi alla realtà.
-Malfoy, vieni, dobbiamo parlare noi quattro in privato.-
Così dicendo seguo lui, Weasley ed Hermione dietro una colonna, lontano dagli altri ragazzi del settimo anno.
-Ne ho parlato con Luna e lei sa come arrivare al diadema di Priscilla Corvonero.-
Alzo gli occhi al cielo, se bisogna affidare una missione tanto delicata nelle mani di una ragazza con un numero di neuroni che è la metà del normale, allora la fine del mondo è oramai imminente.
-Malfoy è inutile che fai quella faccia, è l’unico modo per arrivare al diadema. Io e Ron mentre eravate alla Gringott ci siamo procurati alcune zanne di Basilisco.-
Oh bene, ma qualcosa avete fatto allora.
-Quindi bisogna distruggere la coppa al più presto.-
Weasley annuisce serio, chissà se capisce davvero quello che gli accade attorno.
Mi schiarisco la voce.
-L’altro Horcrux è Nagini, vero?-
Tutti e tre mi guardano allarmati, soprattutto Hermione. Mi risponde Potter.
-Si.. Che vuoi fare?-
Il suo tono di voce è sospettoso.
-Be’, io potrei pensare a lui, potrei riuscire a raggiungere i Mangiamorte, magari provare a infiltrarmi mascherandomi, potrei riuscire ad arrivare al serpente.-
Mi guardano tutti come se fossi impazzito.
-Malfoy è una missione suicida, non possiamo permetterlo.-
- Potter è da quando sono nato che ho a che fare con gente come loro, come pensate di fare sennò? Aspettare che Voldemort ve lo servi su un piatto d’argento? Qui rischiamo tutti la vita, possiamo solo decidere come morire.-
L’impeto nella voce di Hermione mi stupisce. Specialmente perché pronuncia il mio nome di battesimo davanti a loro due.
-No Draco, qui non è più questione di scegliere come morire. Noi combattiamo per essere liberi, ma soprattutto combattiamo per sopravvivere, ti stai gettando in un covo di serpenti e se pensi che ne uscirai vivo ti sbagli di grosso.-
Non capisco perché sia così infuriata, è una guerra questa ed è così che va. Si volta verso Potter e Weasley che son rimasti a fissarci come due fessi.
-Ragazzi potreste lasciarci un attimo soli per favore?-
Sembrano increduli, ma se ne vanno comunque. Ci troviamo all’ingresso della Sala Grande, la situazione attorno a noi è caotica e un via vai di gente continuo produce una confusione tremenda.
 Lei è davanti a me, infuriata, con le mani sui fianchi e sinceramente un po’mi fa paura.
-Perché?-
-Perché cosa?-
-Perché vuoi fare l’eroe? Perché vuoi buttarti in missioni suicide?-
-Hermione te l’ho già detto, avrei più possibilità di chiunque altro nell’uccidere Nagini.-
Mi guarda dritto negli occhi, e mi sento nudo e vulnerabile sotto il suo sguardo penetrante.
-Perché ora ti sei chiuso? Cosa c’è che non va? Parlami!-
Adesso sembra quasi disperata e noto che i suoi occhi si stanno piano piano riempendo di lacrime.
Sono un disastro, sono pure riuscito a farla piangere. Avvolgo il suo viso con le mani catturando coi pollici le lacrime che scendono lentamente sulle sue guance, faccio fatica a parlare per il groppo che mi si è formato in gola, ma ci provo comunque.
Faccio un lungo sospiro.
-Hermione.-
E’ solo un sussurro e ho la voce incrinata, ma so che mi ha sentito.
-Hermione guardami, ti prego.-
Alza lo sguardo e lo incrocia col mio.
-Hermione io sono un disastro, sono sbagliato, sono nato da gente sbagliata e cresciuto nel posto sbagliato. Io non sono nessuno, sono vuoto, sono stato la marionetta di mio padre per anni e tutto ciò che ho appreso da lui è solo merda, solo inutili e merdosissime cazzate che hanno contribuito a rendermi la persona che sono adesso. Mentivo costantemente a me stesso perché avevo paura di accettare la realtà del cazzo che mi circondava. Blaise era l’unico a capirmi, l’unico che sapeva tutta la verità e adesso non so neanche se sia ancora vivo. Il fatto è che tutto questo mi fa sentire male e costantemente in colpa con me stesso e non pensare che io voglia buttarmi in situazioni suicide ma è tutto ciò che so fare, capisci?-
So che sta cercando di non piangere perché è quello che sto facendo anche io.
-Draco non è vero, In questi giorni, in questi anni mi hai dimostrato il contrario, tu non hai fatto niente di male, anzi. Ti prego non essere così severo con te stesso o ti perderai ciò che la vita può offrirti!-
Adesso sta praticamente urlando.
-Ma cosa può offrirmi la vita, eh? Non so neanche se ci sarà un domani Hermione.-
-E allora non dare per scontato il presente, l’oggi!-
Sento il sangue salire al cervello, perché non capisce che a volte il sacrificio di uno può significare la salvezza di molti?
-Io non dò per scontato niente, va bene? Voglio soltanto che quel folle muoia e sono disposto a tutto perché ciò accada.-
-Mi stai dicendo che non hai un progetto, un ambizione dopo che tutto questo sarà finito? E’ tutto ciò che sei?-
-No, non è tutto ciò che sono.-
- E quindi?-
I battiti del mio cuore cominciano ad accelerare, sospiro e la guardo dritta negli occhi.
-E quindi sono innamorato di te, e sei una delle poche cose che mi fa desiderare che ci sia un domani e detto in tutta onestà i giorni che abbiamo trascorso insieme sono stati i più belli di tutta la mia vita.-
Lo dico con fermezza ed impeto e mi rendo conto che oramai è troppo tardi per fermarsi. Addolcisco la mia voce e continuo a parlare.
-Quindi in teoria vorrei un futuro con te, nonostante tu sia fastidiosamente saccente e in più una Grinfondoro.-
Scoppia a ridere, poi si protende verso di me e mi bacia lì, davanti a tutti. Rimango un attimo spiazzato dal suo gesto, ma poi ricambio con trasporto, circondandole la vita con le braccia e sollevandola da terra.
Applausi e diversi fischi riempiono l’enorme salone, mi arrivano addirittura alcune pacche sulla spalla mentre Hermione ride divertita. La faccia di Weasley è impagabile, sembra che abbia visto la McGrannit in costume, Potter invece non sembra molto sorpreso, anzi un piccolo sorriso compiaciuto increspa.
Hermione intanto si avvicina al mio orecchio.
-Ce ne hai messo di tempo, cretino.-
-Sta zitta saputella.-
Mi fa una linguaccia, ma poi torna seria.
-Non hai cambiato idea, vero?-
-No, devo farlo e so che nel profondo ne sei consapevole pure te.-
Sospira rassegnata.
-Purtroppo si.-
Intanto ci raggiungono Potter e Weasley, che non si è ancora ripreso del tutto.
-Sentite io e Luna dobbiamo andare. Hermione, Ron rimanete nel castello, se tutto andrà secondo i piani dovrete aiutarmi a cercare il Diadema.-
Entrambi annuiscono, Hermione però un po’ contrariata.
-Malfoy quindi sei sicuro? Hai intenzione di andare davvero?-
La mia voce è risoluta.
-Si, è deciso.-
-Come pensi di fare? La maggior parte di loro si trovano nella Foresta Proibita, come farai a sapere dov’è Voldemort?-
-Entrerò dentro la Foresta e sarò il più cauto possibile, è l’unica soluzione.-
Nessuno di loro tre sembra molto convinto del piano, ma sinceramente non lo sono nemmeno io. Il primo a parlare è Potter.
-Bene allora cominciamo a prepararci tutti quanti, sarà meglio sbrigarsi prima che scoppi il delirio.-
Poi tira fuori dalla tasca una zanna di Basilisco e me la porge.
-Spero che tu riesca ad usarla.-
La prendo e lo ringrazio.
-Lo spero anche io.-
Poi ci rechiamo tutti quanti in Sala Grande verso il gruppetto di ragazzi del settimo anno, ci salutiamo e ci auguriamo buona fortuna.
Oramai lo scontro è imminente, sento già il suono degli incantesimi che cercano di spezzare la barriera creata dagli insegnanti che ricopre tutto il castello.
Potter e la Lovegood cominciano a farsi spazio tra la folla di persone che si sta addensando per i corridoi per arrivare al dormitorio dei Corvonero. Prima di sparire però mi prende da parte.
-Malfoy lo so che non siamo mai andati molto d’accordo negli anni precedenti e che mi consideri un fesso, ma ti stimo per quello che hai fatto e se piaci ad Hermione allora sei a posto.-
Mi sorride amichevolmente e lo stesso faccio anche io.
-Grazie, lo stesso vale per me allora e buona fortuna Potter.-
Poi scompare tra la folla.
Oramai i frastuoni della guerra sono vicini, il Castello non è più sicuro. Mi volto verso Hermione. Lei annuisce, si sporge verso di me e mi dà un bacio veloce.
-Stai attento, capito?-
Ghigno.
-Che c’è? Sei preoccupata forse?-
-Certo che no, ma se ti fai ammazzare giuro che ti uccido.-
Ridacchio alle sue parole. Ma poi torno serio.
-Giurami che una volta finito tutto questo non mi lascerai solo.-
E’ incredibile come fino a pochi giorni fa non mi sarei mai sognato di mostrarmi così debole, mentre adesso non riesco ad evitarlo.
-Tu pensa a non morire, poi vedrò cosa posso fare.-
Scuoto la testa divertito.
-Allora a dopo secchiona.-
-A dopo deficiente.-
Mi volto e mi immergo in mezzo a tutta la gente. Esco dal castello e mi ritrovo di fronte alla battaglia, è spaventosa.
Ero già stato coinvolto in piccoli duelli o scontri, ma mai così terribili. Con orrore scorgo per terra corpi senza vita, alcuni davvero troppo giovani.
Ovunque io mi giri c’è solo violenza e distruzione. Insegnanti, maghi, studenti e Auror si difendono come possono dagli attacchi dei Mangiamorte, che non risparmiano nessuno.
La mia speranza comincia a vacillare, ma non per questo mi arrendo. Impugno la mia bacchetta e cerco di raggiungere l’imbocco della Foresta Proibita.
Mi ritrovo a duellare con due Mangiamorte. Il primo lo disarmo e lo schianto, nonostante sia una guerra voglio uccidere meno persone possibile. Ma il secondo non me lo permette, mi difendo da diverse Maledizioni Senza Perdono, ma all’ennesimo letale incantesimo sono costretto a porre fine alla sua vita.
Corro verso la Foresta disgustato e una volta dentro mi fermo per riprendere fiato. Sudo freddo e tremo, ma cerco di riprendermi il più in fretta  possibile.
Non ho la più pallida idea di dove andare, così decido di incamminarmi verso il cuore della Foresta. A passo svelto cerco di captare ogni singolo rumore che potrebbe portarmi ai Mangiamorte.
Sento poi qualcosa in lontananza, come se decine di zoccoli stessero calpestando il terreno velocemente. Piano piano il rumore si avvicina, finchè in lontananza non scorgo un gruppo di centauri. Sembra quasi che stiano scappando da qualcosa, corro verso quel branco cercando di attirare la loro attenzione sbracciando.
-Eeehi!-
Non si fermano, sono indifferenti.
Provo con più insistenza.
-Eeehi! EEEEHI parlo con voi!-
Finalmente uno di loro si ferma davanti a me. Comincio a pensare che non sia stata una buona idea fermarli. E’ più alto di me di circa una spanna, ma l’enorme corpo equino contribuisce a renderlo piuttosto minaccioso.
-Cosa vuoi, umano.-
Mi faccio coraggio e gli rispondo.
-Io volevo solo chiedere se avete visto un gruppo di Mangiamorte qui nella Foresta. Scappate da loro?-
Non mi risponde subito.
-Perché lo vuoi sapere? Sei uno di loro?-
-No, no io devo solo fare una cosa, sono contro di loro, lo giuro.-
Ansimo ancora per la corsa che mi ha portato qui nella Foresta.
-Perché dovrei fidarmi di te?-
-Se fossi uno di loro saprei dove trovarli, no?-
Mi fissa ancora per un po’, sembra dubbioso sul da farsi, ma poi si decide a rispondermi.
-Si trovano in un’enorme radura, sarà un chilometro da qui proseguendo sempre a est, se corri dovresti farcela in poco tempo.-
Gli tendo la mano.
-Grazio mille, te ne sono grato.-
Me la stringe, anche se con una certa riluttanza.
-Va’ e buona fortuna.-
Dopo di che si gira e riprende a galoppare verso il suo branco, faccio lo stesso e comincio a correre verso la direzione indicata.
Rallento non appena comincio a sentire della voci, alcune sono familiari, altre meno. Quella di Bellatrix spicca in mezzo alle altre, suscitando in me rabbia e odio.
Mi nascondo dietro ad un enorme masso, in modo da riuscir a sentire quello che dicono.
-Mio Signore, se Potter non si è ancora consegnato forse è meglio dare un ultimatum.-
La sua voce viscida e falsa sembra quasi timorosa.
-Quello stupido moccioso ha il cuore troppo tenero per permettere che si faccia del male ai suoi amichetti.-
Rivolge un ghigno adorante al suo signore, speranzosa che la sua idea venga accolta.
-Giusto Bellatrix, dimostriamo al piccolo Potter come sappiamo essere concessivi noi Mangiamorte.-
Diverse risate di scherno seguono le parole di Voldemort.
La sua voce non è molto ferma però, sembra indebolito, forse sono riusciti a trovare il diadema e a distruggerlo insieme alla coppa.
Ritorno ad osservare la scena. Sono circa una dozzina di Mangiamorte, tutti incappucciati. Nonostante ciò però, riesco a riconoscere i miei genitori, Bellatrix, suo marito, Rowle e Fenrir.
Sono tutti disposti in una specie di semicerchio dove al centro si trova il loro Signore affiancato dal fedele Nagini. Vedo però che da una parte, per terra, vi è Hagrid, sembra ferito ed è tenuto fermo da alcune catene attaccate a un albero vicino.
Voldemort alza la bacchetta verso la sua gola e sussurra un “Sonorus” che amplifica la sua voce fino al castello.
-Potter, tu hai consentito che i tuoi amici morissero per te piuttosto che affrontarmi di persona. Io ti aspetterò nella Foresta Proibita… un’ora…-
E’ il momento di agire, conoscendo Potter sono sicuro che si presenterà e Nagini deve morire prima che avvenga uno scontro tra lui e Voldemort.
Mi avvicino piano piano alla radura, rimanendo però sempre nascosto tra gli alberi. Ma poi mi rendo conto che non riuscirò mai ad arrivare a Nagini. La disposizione dei Mangiamorte è tale da non permettere che nessun attacco colpisca il loro Signore. L’unico modo per arrivare al serpente è distrarli tutti in una volta, il problema è come.
Appicco diversi incendi con incantesimi non verbali dall’altra parte della radura. Si scatena il caos tra i presenti, alcuni corrono dal fuoco per spegnerlo, altri vanno a cercare il presunto colpevole all’interno della Foresta, e tra questi lo stesso Voldemort.
Nella confusione generale esercito un “Imperio” su Nagini in modo che, lentamente e senza esser visto, strisci piano piano verso di me.  Una volta che è abbastanza vicino lo agguanto, impugno la zanna del Basilisco con una mano e gliela conficco direttamente nel ventre.
Nagini sibila morente, e sguscia via dalle mie mani. Non sono preparato però a ciò che accade dopo, un’esplosione di magia nera fuori esce dal cadavere del rettile, scaraventandomi contro un albero e rivelando la mia presenza a tutti i Mangiamorte, che intanto avevano ristabilito l’ordine.
Ho la vista appannata a causa del forte impatto e riesco a muovermi a fatica. Vedo distintamente Bellatrix china su Voldemort, che è per terra e si rialza a fatica, scansando gli aiuti di mia zia, è furente.
Si dirige verso di me lentamente e con la bacchetta alzata. Anche se ostenta un’apparente calma, il suo sguardo sadico tradisce le sue emozioni.
-Tu, lurido moccioso, traditore del tuo sangue, sudicio bastardo, come osi metterti contro il Signore Oscure? Cosa fai? Giochi a fare il paladino della giustizia, eh?-
Tutti i Mangiamorte ridono in segno di scherno, tutti tranne i miei genitori.
-Be’ non lo sei, sei e sarai sempre un Mangiamorte, ce l’hai marchiato caro il mio ragazzo. Tu non sei uno di loro e adesso non sei neanche più uno di noi.-
Avvicina il suo viso al mio, un ghigno malefico gli deforma il volto.
-Tu non sei niente.-
Poi si rimette dritto e si rivolge a tutti i presenti.
-E noi cosa facciamo alle nullità?-
Tutti rimangono zitti, un silenzio carico di aspettativa alleggia nella radura.
Non so mi ucciderà o no, ma l’unica cosa che riesco a pensare in questo momento è Hermione, il suo viso, il suo corpo, quando abbiamo dormito insieme, quando l’ho baciata, quando abbiamo ballato e quando abbiamo fatto l’amore per la prima volta. Mi rendo conto che non ho rimpianti, quello che dovevo fare l’ho fatto e non ho paura di morire.
Guardo ognuno dei presenti negli occhi, compresi i miei genitori, che però non fanno altrettanto. Il mio sguardo ricade infine in quello di Voldemort. Lo guardo con sfida e attendo il mio destino.
-Vediamo di toglierti quel sorrisetto che hai in faccia.-
Punta la bacchetta contro di me.
-CRUCIO!-
L’incantesimo mi colpisce con tanta violenza da togliermi il respiro, il dolore che sento mi fa desiderare di morire. Cerco di non urlare, ma Voldemort intensifica la tortura strappandomi potenti grida.
Cessa dopo un tempo che mi pare infinito. Non riesco a muovermi o a fare qualsiasi altra cosa. Percepisco a malapena l’acuta risata di Bellatrix.
Mi arriva poi una calcio potente all’addome, proprio dalla ferita inferta dal pugnale di mia zia. Un dolore cieco si impossessa di tutto il mio corpo, ma non mi lasciano ancora stare. Qualcosa di duro va a scontrarsi contro il mio viso beccando l’occhio e lo zigomo sinistri. Sento che si gonfiano velocemente e pulsano ritmo del mio cuore.
Non riesco a reagire, l’unica cosa che posso fare è cercare di prepararmi psicologicamente ad un altro colpo, ma ciò non avviene. Infatti si voltano tutti verso un punto indefinito della radura, dove due Mangiamorte, Yaxley e Dolovh, si stanno incamminando verso di noi.
Appena arrivano al cospetto di Voldemort, parla Dolovh.
-Nessuna traccia di lui, Mio Signore.-
L’espressione sul suo volto è indecifrabile, prende tra le dita la bacchetta di Sambuco, come a volerla contemplare. Solo Bellatrix ha il coraggio di rompere il silenzio.
-Mio Signore..-
Lui la zittisce con un gesto della bacchetta e lei si ritrae timorosa.
-Credevo che sarebbe venuto.-
Vaga per la radura, pensieroso. Sembra piuttosto rilassato e la cosa mi allarma, se dovrà sfogarsi con qualcuno per l’assenza di Potter, quel qualcuno sono io.
-Mi aspettavo che venisse.-
Nessuno fiata, sono tutti spaventati e in attesa di una sua reazione.
-A quanto pare, mi… sbagliavo.-
Poi dal nulla appare Potter, porta i segni della guerra, ha un taglio sotto l’occhio destro, i suoi vestiti sono logori e strappati e la pelle è sporca di sangue.
-No.-
La sua voce risuona forte nella radura, scatenando le urla, le acclamazioni e perfino le risate dei Mangiamorte.
Il suo sguardo si incrocia col mio, come a voler chiedere conferma sulla morte di Nagini, annuisco impercettibilmente e sembra quasi rilassarsi, poi torna a fissare Voldemort.
La voce di Hagrid però squarcia il silenzio che si era creato.
-HARRY! NO!-
Il suo corpo massiccio scuote disperatamente i rami dell’albero a cui è legato.
-NO! NO! HARRY, COS’E’ CHE…?-
Rowle però lo ammonisce con un colpo di bacchetta.
-TACI!-
Il clima è tesissimo, Bellatrix fa vagare il suo sguardo avido da Potter a Voldemort, ha il petto palpitante. Solo il leggero sussurro di Voldemort spezza quegli attimi di tensione.
-Harry Potter, il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto.-
Dopo di che un lampo verde illumina tutta la radura. 
   
 
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