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Autore: Anja Ivashkov    22/05/2016    0 recensioni
Ma cos’era poi, essere un Malandrino? Voleva dire essere forti o deboli? Erano nati per dominare il mondo o per essere dominati dalle loro paure?
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Peter Minus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Essere Malandrino
 
Debole. Fragile. Solo.
Peter si sentiva così, in balia di sé stesso, delle sue debolezze che si erigevano come un massiccio muro e gli impedivano di volare.
Tutti i suoi sforzi in quegli anni non erano valsi a nulla, non era mai riuscito ad ottenere il riscatto a cui ambiva da tempi immemori, era rimasto solo un desiderio effimero e irraggiungibile come un Boccino durante una partita di Quidditch.
Ora, oramai grande e senza la protezione di Hogwarts, si sentiva completamente nudo, esposto. Cos’era servito essere amico dei Malandrini, di coloro che, nonostante dicevano di volergli bene, lo prendevano in giro come tutti, se alla fine non potevano proteggerlo?
James ormai era relegato in casa, lo spettro di quello che era un tempo: il prode Cercatore destinato a cambiare il destino del Quidditch e il combattente fiero dell’Ordine. Ormai era solo un padre di famiglia frustrato incapace di proteggere Lily e il piccolo Harry.
Remus era sempre più ammalato, sentiva anche lui la mancanza di un “branco” che lo proteggesse. Il suo colorito era sempre più terreo, era come se stesse per essere risucchiato dalla terra stessa, destinato a sparire insieme al suo “piccolo problema peloso.”
Sirius invece diventava sempre più sospettoso, diffidente, scostante. Tutti sapevano che il giovane Black non aveva nulla da perdere, si era lasciato alle spalle la famiglia, i valori della sua Casa, e si era rifugiato in loro, I Malandrini.
Ma cos’era poi, essere un Malandrino? Voleva dire essere forti o deboli? Erano nati per dominare il mondo o per essere dominati dalle loro paure? Peter riusciva solo a vedere le debolezze dei suoi amici e le angosce che avevano unito tutti loro creando quello strano gruppo che, spavaldo, cercava di distinguersi ad Hogwarts.
I suoi anni scolastici erano stati inutili, era arrivato a questa conclusione. Essere lo zerbino di James, il pagliaccio di Sirius non era servito a raggiungere il suo scopo. Ancora una volta hai fallito piccolo Pete.
Ora non erano più ad Hogwarts, non c’era più nessun Mocciosus da prendere appendere a testa in giù o scorribanda notturna, quello che rasta di loro erano solo gli spettri nella Stamberga Strillante.
Cosa poteva fare, allora? Sapeva che i suoi “amici” lo avrebbero lasciato indietro, succedeva sempre così quando erano insieme nella foresta. Lui era troppo piccolo, non poteva seguire il loro passo, si perdeva sempre.
Come poteva agire, allora? Come poteva evitare il crollo? La risposta era davanti ai suoi occhi: si sarebbe trasformato. Il piccolo Peter il Topo non sarebbe più rimasto indietro, nella fogna dove sono rilegati i topi perché da adesso, Peter Minus, avrebbe pensato in grande.
 
Angolino di Anja.
Buona sera a tutti, popolo Epfiano!
Okay, ho pubblicato questa storia e adesso sto malissimo, è la prima volta che scrivo sui Malandrini, i miei preferiti e niente… Ansia da prestazione. Fatemi sapere.
 
   
 
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