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Autore: _Akimi    22/05/2016    0 recensioni
[Hyuuga x Kagami]
"«Credi che qualcuno ti giudicherà?»
La domanda sembra così banale e richiederebbe una risposta altrettanto semplice, ma Junpei si blocca, i muscoli si irrigidiscono e un groppo alla gola lo obbliga a stare in silenzio per qualche attimo.
Non sa se vuole davvero dire qualcosa a riguardo, se è necessario svelare tutto all'altro, ma è certo che Teppei non sia così stupito e che spesso lo capisca più di quanto lui possa pensare."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Junpei Hyuuga, Seirin, Teppei Kiyoshi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{Maybe someday}

 
Kiyoshi conosce abbastanza bene Hyuuga e ne è ormai praticamente certo: qualcosa preoccupa l'amico, ma come sempre, quest'ultimo svela le sue strambe tecniche per non destare sospetti.
Si comporta come solito, risponde a tono alle squallide battute di Izuki, accenna un sorriso soddisfatto quando Kuroko lo chiama 'Senpai' e trova sempre le parole giuste per attirare l'attenzione di Riko, anche se – come dicono sempre entrambi – sono solo amici e anche Teppei si è arreso definitivamente all'idea di immaginare i due come una di quelle strane coppie che vede spesso a scuola o in giro per la città.
In realtà non gli importa molto, desidera solamente che ci sia un buon equilibrio tra di loro ed è proprio questo a tenerlo impegnato durante l'abbondante cena che Kagami ha meticolosamente preparato all'intera squadra, trovando un posto per tutti nel salone di casa sua.

I suoi occhi vagano più verso lo sguardo che incupisce il volto di Junpei, piuttosto che alle fumanti pietanze servite sulla tavola perfettamente imbandita, ma cerca di non mancare di rispetto quando tutti sono finalmente seduti e un lieve 'Itadakimasu' pronunciato dal suo migliore amico, seduto di fronte a lui, in parte lo rassicura, e lo fa riflettere a lungo; forse si tratta solo di una svista – è questo che pensa riguardandolo di nuovo – e cerca di auto-convincersi, colmando la propria testa con pensieri che non fanno altro che ripetere ciò che il proprio cuore spera.
"Essere al terzo anno è dura", "Sarà sicuramente la scuola", sino ad arrivare alle giustificazioni più sciocche, immaginando Hyuuga alterato per aver perso qualche episodio del suo drama storico preferito o semplicemente perché, come è già capitato in passato, non riesce a completare una sua qualche collezione di action figures.

Eppure, la cena finisce in fretta, gli occhi di Teppei ricadono prima sull'assonato Koganei che, con un'espressione beata sul volto, è appollaiato tra una pila di cuscini e poi ancora su Junpei, questa volta distratto a discutere di una qualche partita dell'NBA con Kagami.
Il rosso lo ascolta, qualche volta annuisce e poi parla anche lui, quando Junpei si decide a stare un po' in silenzio, mentre le mani sono veloci a ritirare piatti, bacchette e bicchieri dalla tavola, abbandonando tutto in un angolo della cucina.
Kiyoshi si trova a pensare che Kagami, sebbene molto spesso impulsivo, sia sin troppo maturo per la sua età: non deve essere facile abitare da soli, questo è qualcosa che Teppei fa fatica a concepire della sua vita, ma lo ammira anche per questo perché, da quando ha imparato a conoscerlo, ha ben compreso che Taiga non è solamente un ottimo cestista, ma anche un ragazzo con la testa sulle spalle e con un animo pronto ad affrontare qualsiasi sfida.

Junpei è un po' diverso, più sfrontato del Rosso, forse perché se lo può permettere, ma Kiyoshi non mette mai in dubbio la genuina aggressività che Hyuuga rivolge un po' a tutti, senza fare distinzione tra le persone che conosce.
Non può dire che sia un amico sempre sincero – certo, quando mente non lo fa in mala fede -, ma alle volte Teppei si ritrova a pensare che Junpei sia troppo pretenzioso nei confronti di sé stesso e che nasconda qualcosa di più profondo, dietro all'usuale ragazzo chiassoso e pronto a mettere in riga tutti quanti.
La loro amicizia non è delle più comuni: parlano un po' di tutto, si incontrano spesso fuori da scuola, ma ci sono alcuni argomenti considerati tabù da entrambi e, sebbene si considerino abbastanza adulti per affrontarli, preferiscono evitare di discutere di cose imbarazzanti come le ragazze o qualsiasi strana ossessione che uno dei due potrebbe avere.

Kiyoshi ci mette del suo, nel provocare più del dovuto l'amico, ma non resiste mai dal fare qualche battuta di troppo, e vedere Junpei negare l'evidenza lo diverte sempre e non si stanca mai, da quando lo conosce, di insistere nel dire qualcosa per il semplice piacere di farlo infuriare con lui.
Alla fine, non è mai vera rabbia quella che Hyuuga gli dedica, ma lo rallegra comunque vederlo così attivo, sempre pronto a rispondere a qualsiasi sua sciocca affermazione.

Quella sera, però, la situazione è differente: Junpei ha un'altra espressione dipinta sul volto, una di quelle che Teppei ha osservato poche volte su quel viso familiare, e il più grande non può fare altro che preoccuparsi perché, diamine, è proprio quel Junpei Hyuuga a parere abbattuto e non appena ne ha l'opportunità, lo trascina lontano da lì, lontano da tutti, chiudendosi alle spalle la porta scorrevole che dà al balcone dell'appartamento del kohai.

Il freddo penetra velocemente nelle ossa di entrambi, Kiyoshi socchiude le labbra e una sottile nuvola di vapore scompare verso l'alto, accompagnata da un breve e impercettibile sospiro di resa.
Non è esattamente bravo con le parole – è questo che Teppei pensa di sé -, ma da sempre odia essere inutile per gli altri, per i suoi amici, e dietro a quei sorrisi da idiota, nasconde la verità: quella di non poter fare nulla per migliorare la situazione in cui vive e più di tutto, sa che Junpei è sin troppo orgoglioso per parlare dei suoi problemi di sua spontanea volontà.

«Idiota, finiremo con ammalarci entrambi, rientriamo.»
Questa è l'unica cosa che Hyuuga riesce a dirgli, ma lo fa evitando il suo sguardo, pensando che sia così facile scrollarselo di dosso e, a dire il vero, in quel momento è disposto a provare qualsiasi velenosa pietanza di Riko, sopportare qualsiasi battuta di Izuki, piuttosto che stare da solo con Teppei.
Lo sa, è consapevole che quest'ultimo riesca a comprendere tutto di lui ed è per questo che, alle volte, lo odia senza volerlo; è testardo, insistente, noioso, eppure non smette di chiamarlo 'amico' e non evita di sentirsi rincuorato nel sapere che lui è sempre lì, accanto, nonostante tutto.
«Prima mi dici cosa sta succedendo, poi possiamo rientrare.»
Il tono di Kiyoshi è insolitamente rigido, distaccato, tanto da innervosire Junpei che, pur di convincerlo ad aggiungersi agli altri, è quasi disposto a mentire, a buttar lì una qualche storia stupida per finire quella discussione senza andare oltre.

«Riguarda ancora quella cosa
Domanda ingenuo Teppei.
Pensa che sia così facile – su questo riflette Hyuuga, maledicendo l'amico perché il suo cervello non rielabora mai; sì, per Kiyoshi Teppei tutto è sempre così semplice, basta sorridere, basta mentire e tutto finisce nel nulla, semplicemente nel nulla.
«Non sto proprio pensando a niente, idiota. Sto solo morendo di freddo.»
Ed eccolo di nuovo: Junpei rimane sulla difensiva, evade dalle domande insistenti di Teppei, anche se una parte di sé vorrebbe davvero rispondere, vorrebbe sul serio spiegare che non riesce a pensare ad altro che a quella cosa, esattamente dal momento in cui si sono incontrati alla sera.
Si vergogna – è questa la verità - si vergogna di sé stesso perché tanto ha scoperto nella sua vita, ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe accaduto a lui, e più ci riflette e più non ci crede, vuole negare che non sia possibile, ma basta un sorriso, uno sguardo di troppo, una parola ingenua, ed eccola lì, la sua mente ancora persa in inutili illusioni.

«Junpei.»
Il richiamo di Teppei lo risveglia; alza lo sguardo verso l'amico e i loro occhi si incontrano.
Kiyoshi sta sorridendo, le labbra increspate in un sorriso addolcito lo portano ad imbarazzarsi ancor di più perché la conosce bene, quella dannata espressione, e anche se non sta parlando, Teppei sembra pronto a inventarsi le sue solite teorie, iniziando con la classica frase "Sei davvero cotto, cotto da far schifo." - ma no, la sua non è una critica – dice solamente la verità: lo capisce se Junpei è arrabbiato, in genere si mette a gridare o corruccia la fronte, ma allo stesso modo capisce quando non lo è, quando è in quella strana e rara fase in cui è tutto fuorché infuriato con qualcuno.
"Che cosa stai aspettando?" - alle volte gli dice così, quasi a trattarlo come un vigliacco, ma Junpei non se la prende perché un fondo di verità c'è e lo deve ammettere, ci sono quelle occasioni in cui lo è davvero, un codardo, ed è una morsa allo stomaco a bloccarlo, impedendogli di proseguire e di tentare vanamente di uscire da quella pessima situazione in cui si è trovato involontariamente.
«Allora, che cosa hai intenzione di fare?»
Teppei lo domanda spontaneamente, trattiene una risata divertita e sa che lo sguardo severo di Hyuuga dovrebbe servire a sgridarlo, ma lui non ci riesce, non riesce ad allontanare quel sorriso idiota dal proprio viso ed è così felice di vedere Junpei come un qualsiasi ragazzo normale, senza quelle stupide restrizioni che si impone per non sembrare vulnerabile, che è davvero disposto a ricevere un sonoro schiaffo sulla guancia, piuttosto che rinunciare a sorridere allegro.
«Cosa dovrei fare? Non stiamo parlando di...» Il capitano socchiude le labbra, sbuffa e si sistema la montatura degli occhiali, ritornando alla figura dell'altro che si è comodamente seduto su una sedia in plastica, ammirando il manto di stelle sopra le loro teste.
«Teppei, non ne voglio parlare.»
«Allora ne parlo io.»
Le risposte di Kiyoshi sono sempre veloci, tanto da non stupire più l'amico, ma ogni volta che lo sente proporre qualcosa, si domanda se sia una buona idea seguire i suoi consigli, sopratutto quando questi ultimi si rivelano senza senso e privi di razionalità.

«A Hyuuga Junpei piace un ragazzo.»
Teppei parla con voce pacata, scandisce al meglio ogni singola parola e cerca di essere il più oggettivo possibile, senza aggiungere un paio di quei suoi sciocchi commenti per sciogliere il ghiaccio o per rendere la situazione meno tesa.
Non vuole imbarazzare l'amico ed è proprio per questo che evita di ascoltare le sue continue lamentele, proseguendo in quello che pare un resoconto di delucidazione.
«E questo ragazzo è casualmente un suo kohai.»
Continua, aggiungendo invisibili tasselli ad un mosaico di per sé molto vasto, fatto di intricati disegni e colori, ove persino lo stesso razionale Junpei si perde spesso.
«E mio compagno di squadra.»
Aggiunge a bassa voce Hyuuga, nella convinzione di non essere stato sentito dall'altro; Kiyoshi, però, è abbastanza attento da non farsi scappare le parole sussurrate dall'amico e accenna un sorriso malinconico, ritornando allo sguardo di Junpei perso verso il profilo degli edifici davanti a loro, dei lampioni che illuminano le strade, delle macchine che le percorrono e del lieve borbottare alle loro spalle – che non disturba nessuno dei due – ma non si dimenticano del posto in cui si trovano ora, del pericolo che corrono se qualcuno potesse sentirli.
«E tuo compagno di squadra, esatto.»
Teppei riprende le sue parole con un po' di amarezza, ma cerca di ritrovare l'equilibrio iniziale non appena sente gli occhi dell'altro su di sé; pensa di avere un compito importante, Junpei si fida e come amico è in debito con lui per tutto ciò che è successo, per il supporto che gli ha sempre dato e ora è il suo turno di dimostrare di essere lì, di servire a qualcosa, in quella situazione senza inizio ne fine.

«Penso che tu debba dirglielo, Junpei. Non dico che sia facile, posso comprenderti, ma tu hai sempre questo pessimo vizio e davvero, alle volte non serve a nulla ritirarsi prima di tentare.»
Kiyoshi si alza, passeggia in modo sconnesso da una parte all'altra del balcone e poi si ferma di scatto, dà le spalle all'altro e alza l'indice verso l'alto come se percorso da un'improvvisa scarica di idee.
Crede di avere trovato la soluzione – si trova lì, davanti ai suoi occhi, e spera che Junpei la veda al suo stesso modo, che possa abbandonare finalmente tutte quelle formalità inutili, e Kiyoshi desidera poter spalancare la porta scorrevole della casa per spingere l'amico in quel dannato salone, osservandolo mentre le sue iridi scure, dietro alle lenti spesse, sono puntate verso la fonte di tutti quei futili problemi.
«Questa sera.»
«Cosa?»
La domanda retorica di Junpei spezza quel breve silenzio, i loro sguardi si incontrano in pochi attimi e le labbra di Teppei si increspano in un sorriso ampio, quasi dai toni inquietanti, mentre il megane non sa esattamente come rispondere a quella reazione e preferisce lasciarlo farneticare, ormai convinto che possa confessare tutto dopo quella semplice conversazione.

«Io non dirò un bel niente, idiota.»
Il capitano alza la voce, corruccia la fronte e scatta in avanti, fulmineo, non appena Kiyoshi tenta di raggiungere la maniglia della porta per poter rientrare; non può permettere che dati così sensibili vengano rivelati davanti a tutti gli altri e, sebbene si fidi di lui, segue il proprio istinto e preferisce fermarlo prima che sia troppo tardi.
Un momento di stallo immobilizza entrambi: Junpei ha poggiato la schiena contro la vetrata ed è Kiyoshi, lanciando uno sguardo verso il gruppo di ragazzi assonnati all'intero della casa, che riesce ad osservare l'espressione imbarazzata dell'amico e, al contempo, vedere Taiga guardare verso la loro parte, piuttosto confuso dal comportamento sospetto dei due senpai.
«Oh,oh, sta guardando.»
Biascica Teppei senza allontanare gli occhi dalla figura di Kagami; il ragazzo dai capelli rossi accenna un sorriso timido, ma non sa esattamente come comportarsi: lo sguardo del senpai sembra invitarlo a raggiungerli, allontanandosi dal resto della squadra, ma qualcosa lo ferma, forse perché sente di essere di troppo, tra i due amici, e pur di non rovinare quel piccolo ritrovo, è disposto a dedicarsi alla pulizia della cucina prima del dovuto, ignorando le occhiate furtive che Kuroko continua a lanciargli, inconsapevolmente interessato alla lieve e impercettibile tensione che si è creata tra i tre ragazzi.

Kiyoshi alza all'improvviso il braccio, fa cenno con la mano per salutare il giocatore fantasma e quel gesto, per quanto minimale, basta per allarmare Junpei che si volta di scatto verso la compagnia, evitando, seppur difficilmente, di incontrare gli occhi persi di Kagami che pare più interessato al resto piuttosto che alla pila di piatti che lo aspettano nel lavabo.
«Ne hai parlato con Kuroko?»
Domanda allarmato Hyuuga, anche se i suoi futili tentativi di mantenere la calma divertono sempre più Teppei e, sebbene se lo fosse ripromesso più di una volta, non si trattiene dal ridere agli atteggiamenti ovvi del compagno.
«Tetsuya parla con Taiga come io parlo con te, quindi...»
Le sue parole alludono a ben altro, Junpei lo sa, ma nonostante questo, evita di decifrare lo sguardo passivo di Kuroko; si ripete che non potrà mai capire a fondo quel ragazzo, ma un qualcosa gli suggerisce di essere all'oscuro della reale situazione e che, conoscendo le pessime idee di Kiyoshi, è probabile che Kagami sia già al corrente di tutto.

«A Hyuuga Junpei piace Kagami Taiga, incredibile.»
Quell'esclamazione improvvisa lo disarma completamente e non sa più che cosa dire; sentire qualcuno dirlo ad alta voce lo imbarazza, certamente, ma non può più evitare la verità e in quanto tale, Junpei decide di non risparmiarsi dal mettere ben in chiaro le sue scelte.
Non è un caso che non si stia dichiarando – è questo che vorrebbe dire all'amico, e così senza neppure accorgersene, si ritrova a rivelare tutto: le sue paure, le sue congetture, le sue convinzioni, incurante dell'espressione confusa che ora è dipinta sul solitamente allegro viso di Teppei Kiyoshi.

«Nessuno di voi deve prendere scelte per me, Kiyoshi. Ho già deciso e davvero, mi pento di avertene parlato perché non fai altro che discutere della faccenda all'improvviso.
Non mi piacciono i ragazzi, non mi piace il dannato Kagami e mai è stato così. Quello che ho lasciato intendere...» aspira lentamente, sistemandosi nervoso la montatura contro il naso. «quello che ti ho detto è stato uno scherzo.»
Si sente più leggero ora – sa di aver di nuovo mentito, ma spera che Teppei ci creda, che si lasci alle spalle tutta quella vicenda, ma i desideri del capitano trovano il primo ostacolo sin da subito quando, finito il suo breve discorso, Kiyoshi risponde a tono, ora quasi infastidito dall'ardire dell'altro.
«Credi che qualcuno ti giudicherà?»
La domanda sembra così banale e richiederebbe una risposta altrettanto semplice, ma Junpei si blocca, i muscoli si irrigidiscono e un groppo alla gola lo obbliga a stare in silenzio per qualche attimo.
Non sa se vuole davvero dire qualcosa a riguardo, se è necessario svelare tutto all'altro, ma è certo che Teppei non sia così stupito e che spesso lo capisca più di quanto lui possa pensare.

«Non è per quello...»
«Allora perché non dirglielo?» Kiyoshi sospira, un po' in segno di resa e un po' sognante, perché con tutto ciò che ha scoperto di Hyuuga, non avrebbe mai immaginato di vederlo comportarsi così.
«Al massimo potrà dirti che non è interessato, ma non cambierà nulla. Ti rispetta come persona e poi rimani comunque un suo senpai...»
Bastano poche parole per convincere il capitano a non ascoltare più quel discorso; sono proprio quelle parole a riportarlo alle sue preoccupazioni: è il suo senpai – questo è una di quelle questione, e sebbene non gli piaccia necessariamente seguire quelle formalità, l'idea di immaginare Kagami come più di un kohai o di un compagno di squadra non lo rassicura e si conosce, non è così abituato ai cambiamenti e gli unici che ha fatto nella sua vita lo hanno portato ad essere uno stupido ragazzo dai capelli tinti, ma mai nulla di più.

«Un giorno.»
«Come?»
Kiyoshi lo guarda in modo interrogativo, ma il suo sguardo si perde non appena vede Kagami avvicinarsi alla vetrata che lo divide dai due.
«Forse un giorno glielo dirò.»
 
  
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