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Autore: Robigna88    23/05/2016    1 recensioni
Elijah Mikaelson ed Allison Morgan erano innamorati. Lo erano fino a quando una sera, Elijah, triste e ubriaco, non ha cercato conforto tra le braccia di Hayley. Da quel momento, Allison gli ha detto addio ed è sparita. Non riuscendo a trovarla Elijah decide di fare qualcosa di drastico; chiede a sua sorella Freya di metterlo a dormire trafiggendolo con quel pugnale che per secoli ha detestato e di svegliarlo solo una volta trovata Allison. Freya lo fa e due anni dopo, finalmente trova la bella cacciatrice e lo sveglia. Allison ha cambiato vita o almeno credeva di averlo fatto. Infatti, quando Elijah si presenta alla sua porta deciso a riconquistarla, il passato che pensava di aver superato torna ingombrante e prepotente e la costringe a rivalutare ogni cosa.
-Leggero OOC per Elijah e solo in alcuni momenti, ecco perchè non lo metto tra gli avvertimenti.-
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Freya Mikaelson, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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NDA: Adoro i commenti e apprezzo le critiche, se costruttive, quindi NON abbiate paura di lasciarmi un pensiero. Altre storie su The Originals potete trovarle nella mia pagina :D
Buona lettura, Roby.


backtothepast


1.

 

 

 

 

 

Freya prese ciò che le serviva dentro la vecchia cassapanca che non apriva più da almeno due anni e sospirò poggiando tutto sul tavolo di legno al quale, pochi minuti prima, stava seduta a scrivere una lettera a sua sorella.

Nella lettera, che non aveva ancora finito tra l’altro, c’erano varie notizie di tutta la famiglia. C’era la gioia nel constatare che Hayley e Klaus avevano smesso di farsi la guerra per il bene di Hope, il sollievo nel sapere che Jackson aveva perdonato Hayley, la consapevolezza che forse Kol stavolta faceva davvero sul serio e voleva mettere la testa a posto. C’era anche l’amarezza di non vederla da così tanto tempo e la tristezza per Elijah che da due anni se ne stava chiuso nella sua bara, con in petto quel pugnale che lo manteneva in uno stato di sonno profondo.

Aveva scelto lui stesso di dormire per un po’ e l’aveva scelto dopo che Allison Morgan se ne era andata via. Avevano provato a cercarla in lungo e in largo ma non c’era stato verso di rintracciarla. Ogni incantesimo di localizzazione era finito nel nulla, ogni messaggio, ogni tentativo di telefonarle si era scontrato con la sua voce roca registrata in segreteria.

Sembrava sparita ed Elijah non riusciva proprio a darsi pace. Soprattutto perché sapeva di essere il motivo di quella sparizione. Sapeva anche che stava bene, se fosse stata in pericolo – o peggio – era certo che in qualche modo l’avrebbe percepito e in fondo sapeva che era capace di badare a se stessa.

No, per fortuna non le era successo nulla, eccetto un cuore spezzato stava benissimo.

Quel cuore però lo aveva spezzato lui e il pentimento lo tormentava da allora. Aveva provato a scusarsi e a spiegarle che era stato solo un errore; lui ed Hayley erano storia passata e se erano finiti l’uno nelle braccia dell’altra quella maledetta notte di due anni prima, era solo a causa di un attimo di debolezza. Era perché quella sera lui era ubriaco e triste ed Hayley era lì pronta a confortarlo.

Ma Allison Morgan, la bellissima e risoluta cacciatrice del soprannaturale, non aveva voluto sentire ragioni e se ne era andata senza lasciare traccia. Nessuna eccetto una vecchia foto che proprio Elijah le aveva scattato anni prima; una foto che la ritraeva in tutta la sua bellezza con un bel sorriso e una fossetta profonda sulla guancia destra in primo piano.

Così dopo vari tentativi di trovarla che si erano rivelati un buco nell’acqua, il più nobile dei Mikaelson aveva chiesto a Freya di metterlo a dormire e di svegliarlo solo quando sarebbe riuscita a trovarla. Solo allora essere sveglio avrebbe avuto di nuovo un senso e una volta sveglio avrebbe trovato un modo per farsi perdonare. Perché con la stessa certezza con cui sapeva di essere stato un idiota a tradirla, sapeva di amarla immensamente e di volerla per il resto dei suoi giorni.

Sapeva anche che sarebbe stato difficilissimo, quasi impossibile, riconquistare la sua fiducia e il suo amore… ma per fortuna aveva un’eternità a disposizione per provarci.

Freya aveva continuato a cercarla per un anno e mezzo dopo aver fatto ciò che Elijah le aveva chiesto, poi però aveva rinunciato. Almeno fino a quel giorno.

Mentre scriveva una lettera a sua sorella infatti, fuori dalla finestra comparve qualcosa che le fece spalancare gli occhi per lo stupore. Così aveva preso ciò che serviva per ripetere l’incantesimo di localizzazione fino ad allora fallito e con sua grande sorpresa stavolta aveva funzionato. Segnava Los Angeles, California. La casa di Allison.

Con un misto di emozione e nervosismo la giovane strega aprì la bara dentro la quale suo fratello era stato sistemato e tolse il pugnale dal suo petto con un gesto deciso e veloce. Con quella stessa lama si punse un dito e fece cadere due goccioline di sangue sulle labbra di Elijah.

Mentre il suo corpo essiccato riprendeva colore e le sue mani iniziavano a muoversi come in preda a piccoli spasmi, la maggiore dei Mikaelson si chiese come avrebbe fatto a spiegare al suo caro fratello come esattamente aveva trovato Allison. Sì, era stato l’incantesimo ma era stato anche qualcos’altro. Sull’edificio di fronte alla stanza in cui stava fino a pochi minuti prima infatti, campeggiava ora una foto gigantesca della bella cacciatrice in abiti succinti e sotto la scritta mai troppo impegnata per essere sexy. Freya non aveva idea di cosa significasse ma non si era fermata a pensarci.

Qualunque possibile risposta alle mille domande che le erano sorte, non le sembrava da Allison… ma in fondo erano passati due anni e molto poteva essere cambiato. Avrebbe lasciato ad Elijah il divertente compito di scoprire che diavolo stesse succedendo.

“Ben svegliato fratellino” gli disse con un sorriso quando lui aprì gli occhi respirando a fondo.

A lui servì un attimo per riprendere lucidità, poi si voltò a guardarla. “Freya” mormorò alzandosi piano a sedere e baciandole una guancia. “L’hai trovata?” chiese infine.

“Ho due notizie” replicò lei spostandosi per permettergli di mettersi in piedi. “Una bella e una meno bella, credo.”

Elijah deglutì a vuoto puntando lo sguardo su di lei. “Sta bene?”

“Sta bene” annuì sua sorella. “L’ho trovata Elijah, ed è bellissima, come sempre. Questa è la bella notizia.”

“L’hai vista?”

Freya lo invitò a seguirla fino alla stanza in cui si trovava prima e aprì le tende svelando la gigantesca immagine di Allison che colpì Elijah come un pugno in faccia.

“Tutti l’hanno vista” gli disse. “E questa è la notizia meno bella.”

L’Originale rimase a fissare il palazzo di fronte per un lungo istante, in silenzio.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Ci vediamo domani” Allison salutò con la mano e tirò fuori dalla borsa le chiavi dell’auto. Sconsolata si guardò intorno; fuori dal parcheggio, sulle vie principali, a quell’ora c’era un traffico spaventoso e pronosticò che non sarebbe riuscita ad arrivare a casa prima delle nove.

Sperò che il cibo cinese avanzato che si trovava nel frigo fosse ancora commestibile perché non aveva davvero voglia di mettersi a cucinare e neppure di fermarsi a prendere qualcosa lungo la via. Sospirando mise l’auricolare all’orecchio e accese la radio. Ferma ad un semaforo si accorse che la città sembrava abbastanza tranquilla quella sera ed era strano ma piacevole. Da fuori l’abitacolo arrivavano le risate di un gruppo di ragazzini che si scattavano delle foto, alcuni turisti giapponesi armati di macchina fotografica fissavano intensamente le immagini passare sui cartelloni pubblicitari animati. La sua stessa immagine le passò davanti agli occhi due volte prima che scattasse il verde.

Abbozzò un sorriso accelerando poco e scosse il capo schiarendosi la voce. Forse era stata una follia decidere di prendere parte a tutta quella storia della collezione di moda che la sua amica Eve aveva messo in piedi, ma i ricavati di quelle vendite sarebbero andati in beneficienza e questo valeva tutto lo stupore che provava ogni volta che si vedeva su una rivista o su quei dannati cartelloni.

Sperava che la carriera di Eve decollasse così avrebbe potuto permettersi delle vere modelle, perché lei non avrebbe fatto da testimonial per la prossima collezione neppure se l’avesse pregata in ginocchio. Era già imbarazzante a sufficienza, ogni volta che andava ad una riunione, ogni volta che andava in palestra, ogni volta che usciva di casa. E lei odiava stare al centro dell’attenzione.

Se si fermava a immaginare tutti gli uomini che guardavano quelle immagini le venivano i brividi a pensare alle possibili reazioni. Questo pensiero la fece tornare indietro nel tempo e non riuscì a frenare la sua mente dal chiedersi se anche quello specifico uomo si era accorto di quelle foto. Non credeva fosse successo ma anche se le avesse viste era troppo impegnato ad amoreggiare con la donna della sua vita per interessarsene.

Questo pensiero di nuovo ne fece scattare un altro; doveva chiamare Freya e magari anche Klaus. Loro in fondo le mancavano, soprattutto la dolce e potente strega a cui col tempo aveva imparato a voler bene.

Senza accorgersene si ritrovò di fronte casa e svoltò sul vialetto rimanendo di sasso quando si accorse che qualcuno la aspettava in piedi vicino al cancello.

“Cielo…” mormorò respirando a fondo. “Questa non me la aspettavo.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Elijah rimase a fissarla con uno sguardo carico di dolcezza e anche di desiderio. Sentiva il cuore battergli all’impazzata dentro il petto, un senso di smarrimento che non aveva mai provato prima in tutta la sua esistenza.

Era esattamente come la prima volta che l’aveva vista; gli si era seccata la bocca e ogni bella donna che credeva di aver incontrato nel corso dei secoli era diventata mediocre ai suoi occhi. Quel dannato odore poi… sapeva di fiori e di vaniglia. Era difficile mantenere il controllo.

Il suo corpo gli suggeriva di afferrarla e stringerla fino a farle sentire quanto la amava, quanto la voleva. La sua mente sapeva che se lo avesse fatto si sarebbe beccato un bel pugno in faccia o sarebbe finito col collo spezzato. Forse entrambe le cose.

“Elijah” disse lei fermandosi a pochi metri. “Che cosa ci fai qui?”

La voce… quel tono rauco e sensuale fu una sorta di colpo di grazia e trattenersi gli costò fatica e dolore.

“Dio” mormorò. “Sei bella da fare male.”

L’espressione di Allison rimase neutra ma Elijah sentì il cuore accelerarle di un battito. “Non hai risposto alla mia domanda. Cosa ci fai qui?”

“Sono venuto per parlare con te.”

“Parlare di cosa?”

“Di noi.”

La donna rise, scuotendo il capo fece ondulare i capelli di un bel biondo scuro. “Noi? Non esiste nessun noi Elijah, non più. Sei in ritardo di due anni per noi.”

Lui mise le mani nelle tasche. “Ti ho cercata dappertutto, Freya ha cercato di localizzarti per mesi e mesi. Non ci siamo mai riusciti.”

“Non è un mio problema” Allison gli passò accanto cercando le chiavi del cancello dentro la borsa.

“Mi sono fatto pugnalare quando ho visto che trovarti era impossibile” parlò lui nella speranza che quella informazione l’avrebbe fermata e infatti lei si fermò. “Ho chiesto a Freya di mettermi a dormire e di svegliarmi solo quando ti avrebbe trovata. Ieri ti ha trovata” raccontò. “E non è stato grazie ad un incantesimo di localizzazione, almeno non solo grazie a quello. Ho visto dei cartelloni pubblicitari giganteschi con il tuo viso sopra. Con il tuo viso e molto di più. Ne hanno montato uno a New Orleans proprio ieri, proprio sul palazzo di fronte la stanza di Freya.”

La donna chiuse gli occhi e serrò le mascelle, ma riprese il controllo prima di voltarsi a guardarlo. “È una lunga storia che non vale la pena di essere raccontata. Ascolta” gli disse facendo un grosso respiro. “Ho avuto una lunga giornata. Dimmi cosa vuoi così possiamo farla finita.”

L’Originale avanzò di qualche passo e si fermò ad un soffio da lei. “Voglio parlare con te, voglio dirti tante cose.”

“Cosa Elijah? Cosa mai potresti dirmi dopo tutto questo tempo? Che ti dispiace, che mi ami?” disse lei. “Non ti crederei quindi risparmia la voce e fai un favore ad entrambi; tornatene a casa e lasciami in pace.”

“Non posso farlo” il vampiro scosse il capo.

“Bene!” sbottò lei. “Fai quello che ti pare, ma fallo fuori dalla mia proprietà.”

Elijah la guardò entrare e sbattere il cancello talmente forte che il rumore riecheggiò nel silenzio della sera. Con un grosso respiro indietreggiò di qualche passo e afferrò il cellulare. Freya rispose dopo il terzo squillo.

“L’hai vista?” chiese senza dire neppure ciao.

“Sì” replicò lui. “Ma temo che sarà più dura del previsto. Freya, ti piacerebbe raggiungermi a Los Angeles per un po’? Credo che avrò bisogno del tuo aiuto.”

“Prenderò il primo volo domani.”

“Grazie.”

“Non c’è di che.”

Riattaccarono e solo allora il vampiro si accorse di qualcosa che sembrava proprio un segno del destino; sul prato della casa di fronte a quella di Allison c’era piantato un cartello con su scritto vendesi e il numero di telefono dell’agente immobiliare. Decise di telefonare.

 

 

   
 
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