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Autore: barby93    23/05/2016    0 recensioni
Vi siete mai domandati se la storia dei fratelli Dragneel raccontata dal mangaka Mashima non fosse vera? Se Zeref fosse realmente buono, ma è capitano nel posto sbagliato e al momento sbagliato? E se Natsu fosse diventato END per mano di un altro e non di suo fratello? Per rispondere a queste domande si deve risalire a 400 anni prima, in un villaggio a nord-est del regno di Fiore dove la storia ebbe inizio.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Natsu, Zeref
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La guerra era cominciata, alcune battaglie si erano concluse, Fukami era morto, Hinako e Shizuna avevano deciso di non proseguire nelle ricerche di Natsu, Igneel e Revy erano ancora alle prese con i loro avversari, Takashi, anche se ferito, non si era arreso ma aveva decido di andare avanti come gli altri rimasti. Zeref era riuscito ad entrare nel castello, ma era stato bloccato da Yuria che, dopo l’ordine ricevuto da Acnologia, si era allontanato ed era andato a cercare i membri di Wind Rose per ucciderli.

“Fammi passare!” gli ordinò Zeref scaraventandogli contro un potente attacco che, però, parò con estrema facilità.

“Tutto qua quello che sai fare? Mi aspettavo più cose dal fratello del dragon slayer!” disse Yuria sogghignando.

“Che avete fatto a Natsu? Dove si trova?” gli domandò arrabbiato.

“Tuo fratello è in ottime mani. Si trova in una cella nei sotterranei e adesso sta godendo dell’ottima compagnia del nostro re”.

“Il vostro re? Ma se il regno di Kiku non ha un sovrano. Chi diavolo è?”.

A quelle parole Yuria scoppiò a ridere: “Ma si dai, solo perché sei suo fratello te lo dico. Tanto morirai sia se lo sai, sia se non lo sai. Il nostro re è niente poco di meno che il grande, il potente dragon slayer Acnologia!” disse con estrema fierezza.

Zeref non voleva credere a quelle parole. Capì che non solo Natsu, ma anche tutti gli altri erano in grave pericolo e sperò che riuscissero a tenere duro in modo da poter scappare non appena avrebbero recuperato Natsu perché batter Acnologia era impossibile essendo un uomo/drago immortale.

 

Takashi stava per entrare nel castello quando venne attaccato da Heike, un altro mago molto forte. Non ancora ripreso del tutto dal suo precedente scontro contro Pitou, ebbe seria difficoltà nel reggere un’altra battaglia. Il suo avversario era un mago del ghiaccio con cui creava molte cose, in particolar modo delle taglienti spade con cui bloccava le catene di Takashi e lo ferivano ancora di più di quanto già non lo fosse. Ma proprio mentre Heike stava sferrando una delle sue mosse finali per concludere lo scontro, Revy, che aveva sconfitto Pride nel mezzo volante nemico, intervenne aiutandolo.

“Revy!” esclamò contento Takashi nel vedere che stava bene: “Come hai fatto ad arrivare fin qui?”.

“Oh, è stato semplice. Una volta sconfitto Pride ho preso in prestito il loro mezzo e ho volato fino al castello. Poi ti ho visto in lontananza che stavi zoppicando e così ho deciso di seguirti nel caso avresti avuto bisogno di una mano, e devo dire che ho fatto la scelta giusta!” si complimentò Revy facendo a Takashi il segno di vittoria.

“Solo tu potevi fare una cosa del genere” le disse ridendo.

“Sono contento che vi stiate divertendo, ma la vostra gioia non durerà ancora a lungo. Non riuscirete mai a battermi!” affermò Heike interrompendo quel momento di calma.

“Tu sei un altro mago al servizio di quello stupido re? Non credere che sia semplice battere noi di Wind Rose, fatti sotto!” urlò Revy sfoderando le sue pistole magiche e sparando a raffica verso l’avversario che, però, creando uno scudo di giaccio, riuscì a parare i colpi.

“È un tipo tosto. Takashi dobbiamo unire le nostre magie per sconfiggerlo, è l’unico modo” disse la ragazza rivolgendosi al compagno.

La battaglia riprese. Takashi e Revy collaborarono insieme e, anche se le loro magie erano differenti, riuscirono a tenere testa ad Heike che fu costretto ad utilizzare la sua massima potenza per non perdere. Purtroppo durante lo scontro i due ragazzi subirono gravi danni dovuto anche al fatto che avevano già combattuto contro maghi assai potenti. Ma grazie al loro gioco di squadra e alla voglia di non arrendersi, riuscirono a battere Heike rimanendo privi di forza e di magia e, quindi, furono costretti a fermarsi per riprendersi da questi estenuanti combattimenti. Però, almeno, erano contenti di essere stati d’aiuto ai loro compagni perché erano stati in grado di sconfiggere ben tre nemici.
Mentre si concludeva questo scontro, il master Kirin e Ritsu erano riusciti ad entrare nel castello finendo in una stanza completamente buia.

“Dove siamo?” domandò impaurito Ritsu.

“Non lo so, ma di certo qui Natsu non c’è e poi mi sembra così strano che solo questa stanza sia al buio..” ma non riuscì a completare la frase che si sentì sbattere la porta da dove erano entrati ed una voce rauca dire: “come sei perspicace nonnetto”.

Poi un forte boato echeggiò nella stanza e tantissime fiamme nere comparvero illuminandola di una luce spettrale e, di fronte a loro, apparve un uomo anziano, dalla lunga barba grigia, con un ghigno stampato sul volto e uno sguardo truce.

“Chi sei?” domandò Kirin percependo una forte aura omicida provenire da quel uomo.

“Sono Warui, il più potente mago al servizio del re e vi ucciderò qui ed ora!” disse scagliando contro di loro quelle stesse fiamme nere con cui aveva creato un’atmosfera spettrale trasformandole in uno stormo di enormi corvi che andarono a colpirli in pieno. Subito dopo, la stanza si illuminò di una luce rosso fuoco ed i corvi si tramutarono in ragni giganti che sputavano veleno e che con la loro ragnatela immobilizzarono sia Kirin che Ritsu.

“Che razza di magia sta usando?” domandò quest ultimo terrorizzato mentre si dimenava.

“Non lo so, ma non mi piace. Non è un mago normale e quindi credo proprio che dovrò fare sul serio” affermò Kirin concentrando la sua forza nelle braccia e strappando la ragnatela. Poi corse da Ritsu e lo liberò il più velocemente possibile perché Warui stava lanciando un altro attacco che fortunatamente non andò a segno.

“Corri Ritsu! Va via di qua. A Warui ci penso io” gridò Kirin incitando il ragazzo a fuggire. “Ma master io voglio aiutarla!”,

“No, ce la posso fare da solo. Se vuoi aiutare allora va via da qua e cerca Natsu. Corri!” urlò mentre cercava di impedire al nemico di attaccare il ragazzo in modo da farlo allontanare.

Ritsu scappò, ma il suo pensiero era rivolto al master che era stato costretto a lasciare indietro e sperò che se la cavasse. Ma non potè riposarsi un attimo che sentì un grido di dolore provenire da un punto non lontano da dove si trovava. Corse per vedere cosa stesse accadendo e si trovò d’avanti Minako combattere contro una ragazza. Il grido veniva dalla sua amica che era rimasta gravemente ferita alla gamba destra mentre l’avversaria se la rideva guardandola con disprezzo. Poi quest ultima fece uscire dalle sue mani degli strani fili che andarono ad avvolgere Minako sollevandola da terra e iniziarono a stritolarla sempre più forte e ferendola sempre di più.

“Basta. Ti prego basta!” implorava la ragazza non riuscendo più a muoversi mentre dal suo corpo colava molto sangue.

A quella vista Ritsu non riuscì a resistere e si scagliò contro Izumi, che era l’avversaria di Minako, assestandole in pieno volto un potente pugno ricco di elettricità facendola volare all’indietro.

Minako cadde a terra e i fili che la stringevano si allentarono permettendole di liberarsi anche se faceva fatica a muoversi a causa del dolore alla gamba e del troppo sangue perso.

“Mai fare del male ad una mia amica!” disse Ritsu con voce calma ma tagliente allo stesso tempo.

“Ritsu sei tu!” gridò quasi piangendo Minako alla vista dell amico che era accorso in suo aiuto.

“Ti credi forte ragazzo?” urlò Izumi che si era ripresa dal forte pugno.

“Izumi sei stata sfortunata. Forse io non sono stata in grado di batterti, ma adesso di fronte a te c’è Ritsu” rispose la ragazza con voce euforica.

“E quindi? Ah, ah, ah, non farmi ridere stupida ragazzina! Solo perché è riuscito a colpirmi non vuol dire che ci riesca una seconda volta. Stai a vedere come lo distruggo!” dichiarò mentre dal suo corpo uscivano tantissimi fili che erano come lame e che spedì contro il ragazzo che, però, riuscì a scansarli con facilità.

“Come diavolo hai fatto?” urlò infuriata.

“Izumi, vuoi sapere cosa noi membri di Wind Rose abbiamo imparato nel corso degli anni? Ritsu è un ragazzo d’oro , sempre calmo e gentile ma mai, ripeto mai, farlo arrabbiare o sarà la fine!” affermò Minako eccitata!

Lo scontro tra i due si accese in una furente lotta e nel giro di pochi secondi Izumi capì molto bene cosa intendesse la ragazza perché per la prima volta si trovò faccia a faccia contro un avversario che era veramente temibile. Ritsu era infuriato più che mai e scatenò contro la sua avversaria tutta la sua ira che lo portò ad essere in vantaggio nello scontro.

 

Nell’ala ovest del castello Hikary e Yota avevano trovato un lungo corridoio che sembrava condurre nei sotterranei e che avevano deciso di percorrere. Il corridoio sembrava non finire mai e più si inoltravano, più la tensione cresceva e l’aria diventava sempre più pesante. Dopo un po' giunsero in una stanza molto grande che alla sola vista metteva i brividi. Appeso al soffitto vi era uno strano lampadario molto grottesco al cui interno vi era una lacrima di fuoco che serviva ad illuminare, sul pavimento erano sparsi numerosi escrementi e carcasse di topo che emanavano un odore disgustoso e di fronte ai due ragazzi vi era una porta di ferro chiusa con un lucchetto.

“Di qui non si passa” affermò malinconica Hikary che pensava di aver trovato la strada che conducesse a Natsu.

Poi una voce interruppe il silenzio: “E così finalmente qualcuno ce l’ha fatta ad arrivare fin qui, mi stavo annoiando un po' ad attendere”.

Yota ed Hikary si girarono di scatto dalla parte in cui avevano udito la voce e in un angolo della stanza che non avevano notato perché in quel punto arrivava così poca luce da essere quasi al buio, vi era un tavolino ed una sedia di legno che parevano essere stati rosicchiati dai topi e seduto vi era un uomo con in mano un libro e che li guardava annoiato.

“Chi sei?” domandarono in coro i ragazzi.

“Mi chiamo Raven e sono il custode di questa porta che conduce alle prigioni. In una di quelle celle c’è il vostro amico e se lo volete raggiungere dovrete trovare la chiave che io custodisco per aprire il lucchetto. Ma non ci riuscirete mai. Quindi andatevene, fate ancora in tempo!”

Hikary sorrise: “Adesso che sappiamo dove si trova Natsu di certo non scapperemo”.

“Come preferite ma, siccome avete interrotto la mia lettura, fatemi divertire un po' ” disse Raven con aria annoiata.

Appoggiò il libro sul tavolino e senza che i due i ragazzi avessero il tempo per difendersi, si lanciò contro di loro alla massima velocità colpendoli molto forte e scaraventandogli indietro facendogli sbattere violentemente contro i muro.

“Ma dai avete già finito? Non siete durati niente, ed io che vi avevo chiesto di farmi divertire” disse sconsolato mentre ricominciava a leggere il suo libro.

Approfittando di questo momento, Yota, che si era ripreso dal forte impatto, andò incontro ad Hikary aiutandola ad alzarsi e le disse: “ questo qui è davvero veloce, sicuramente ci darà parecchio filo da torcere ma non per questo dobbiamo arrenderci. Siamo giunti fin qui e dietro quella porta si trova Natsu per cui alziamoci e combattiamo. Insieme ce la faremo!”.

Hikary non se lo fece ripetere due volte e si alzò pronta a lottare perché voleva arrivare da Natsu il prima possibile, aveva voglia di rivederlo, di abbracciarlo e di dargli la risposta a quella fatidica domanda che le aveva rivolto qualche giorno addietro. Purtroppo Yota sapeva bene che non sarebbe stato facile sconfiggerlo perchè la sua magia, che era una semplice telecinesi, non era adatta in quella stanza dove, apparte un tavolino e una sedia, non c’erano altri oggetti. Ma la voglia di proteggere Hikary era più grande e così, con la sua magia, fece sollevare il tavolino su cui era poggiato Raven e lo lanciò contro di lui facendolo arrabbiare molto.

“Come hai osato disturbare la mia lettura! La pagherai cara!” Gridò infuriato Raven facendo tremare tutta la stanza con la sua aura .

Poi dal libro evocò una creatura dall’aspetto terrificante che non aveva nulla di umano, era un mostro.

“Uccidili!” le ordinò furibondo con lo sguardo assatanato nei confronti dei due ragazzi che alla vista di quell orrendo essere emisero un gemito di terrore.

Questa creatura si lanciò contro Yota assestandogli un possente gancio nello stomaco, poi continuò con una raffica di pugni e di calci che gli spezzarono ben due costole e gli fecero sputare sangue. Era potente, troppo potente, aveva una forza disumana e stava nettamente schiacciando Yota come se fosse una mosca fastidiosa che gli ronzava intorno.

“Yota!” urlò impaurita Hikary. Voleva intervenire, salvarlo, ma sapeva che la sua magia non sarebbe servita a niente contro quel mostro che nel frattempo aveva afferrato Yota e lo aveva lanciato proprio vicino a lei. Approfittandone cercò di curarlo il più velocemente possibile, ma non riuscì a fare molto perché quella creatura lo aveva aggredito di nuovo e stavolta aveva colpito anche lei coinvolgendola così nello scontro. La battaglia sembrava avere già un vincitore, loro non riuscivano a tenergli testa ma non si volevano assolutamente arrendere. Hikary decise di dare nuova energia a Yota con la sua magia e provò a potenziarlo al massimo . Grazie a ciò il ragazzo si riprese un po' e, usando tutta la forza che gli rimaneva, riuscì a distruggere il mostro che scomparve d’avanti ai loro occhi e al suo posto si materializzò una chiave argentata.

“Ma che bravi. Avete sconfitto la mia creatura e ora come ricompensa avete ottenuto la chiave del lucchetto! Ma dovete ancora battere me e in quelle condizioni dubito che ce la farete” disse sogghignando Raven guardandogli con disprezzo. Ma, purtroppo, aveva ragione. Sia Yota che Hikary avevano perso molta energia e il loro potere magico era diminuito, inoltre Yota aveva ben due costole rotte, era ferito gravemente e faceva fatica a respirare.

“Non ci arrenderemo mai!” affermò la ragazza cercando di alzarsi in piedi. Andò da Yota e riversando in lui tutta l’energia a lei rimasta per curarlo gli disse: “Abbiamo ottenuto la chiave, non possiamo mollare tutto ora. Natsu ci sta aspettando”.

“Che cosa commuovente, ma non raggiungerete mai il vostro compagno. Morirete qui tutti e due!” urlò Raven mentre dalle sue mani si generava una sfera luminosa che diventava sempre più grande ed era pronta a colpirli.

Vedendo ciò, Yota si alzò in piedi, prese la mano di Hikary e la tirò a se abbracciandola dolcemente. Poi la baciò sulle labbra lasciandola stupita da tale gesto e le disse: “quanto mi sarebbe piaciuto che ti fossi innamorata di me, ma so perfettamente che nel tuo cuore ci sarà sempre e solo Natsu. Quindi prendi la chiave e vai, non pensare a me, ma corri da lui e liberalo. Vivete una vita felice e serena insieme, fallo anche per me. Hikary, ti amo tantissimo”.

Lasciò la mano della ragazza che cercò di bloccarlo avendo capito le sue intenzioni ma invano. Yota si lanciò sulla sfera luminosa facendola esplodere su di lui e Raven in modo da non coinvolgere Hikary nello scoppio che provocò un forte boato facendo tremare tutto il sotterraneo.

“Yota!” gridò piangendo Hikary assistendo a tutto ciò.

Dei due ragazzi non era rimasto altro che il loro corpo carbonizzato, completamente nero, incenerito.

“Perchè? Perché lo hai fatto Yota?” urlava disperata la ragazza che andò verso il corpo ormai irriconoscibile dell amico.

Lei che aveva imparato la magia curativa allo scopo di proteggere le persone a cui voleva bene, non era riuscita a salvare Yota. E anche se il nemico era stato sconfitto e aveva ottenuto la chiave che le consentiva di accedere alle prigioni e raggiungere Natsu, si sentiva affranta, inutile e scoraggiata nel proseguire perché non si reputava all’altezza di tale compito. Ma proprio quando stava gettando la spugna le tornarono in mente le ultime parole che le aveva rivolto dolcemente Yota prima di morire: “Ti amo tantissimo!”.

Un ragazzo aveva appena dato la sua vita per proteggerla e per farle realizzare il desiderio di riabbracciare Natsu. L’amava così tanto da sacrificarsi e se lei ora non avesse proseguito, tutto quello che aveva fatto, la sua morte sarebbe stata vana. Non poteva fermarsi, doveva prendere quella chiave e varcare la porta che la separava da Natsu e lo doveva fare subito o altrimenti sarebbe potuto essere troppo tardi. Con le lacrime agli occhi e un nodo alla gola, afferrò la chiave, aprì il lucchetto e spalancò la porta. Si voltò un’ultima volta verso il corpo dell’amico prima di andare avanti e guardandolo amareggiata gli disse semplicemente: “Grazie!”.

Scese lungo un corridoio che dava accesso alle celle, finché non sentì delle grida di dolore provenire dal fondo del corridoio. Si mise a correre seguendo le urla fino a quando si trovò di fronte alla cella da cui provenivano. Intravide Natsu. Finalmente era riuscita a trovarlo. Con il cuore che batteva forte dall’emozione, decise di entrare nella cella senza sapere che, proprio la, in un punto non visibile, vi era Acnologia, pronto ad uccidere chiunque gli mettesse i bastoni tra i piedi. Ignara di ciò entrò, anche se era sola, pensando che fosse la cosa più giusta da fare. Voleva salvarlo e fuggire il prima possibile in modo da impedire altre morti. Purtroppo molti dei suoi compagni non erano più in grado di combattere, mentre altri erano ancora coinvolti negli scontri. Solo Zeref era riuscito a battere con fatica Yuria e si stava dirigendo il più velocemente possibile nei sotterranei da Natsu. Ma avrebbe fatto in tempo ad arrivare per salvare il fratello e impedire una battaglia persa? E se non avesse fatto in tempo? Ormai la battaglia era arrivata al suo termine e nessuno avrebbe mai pensato che di li a poco tutto il sacrificio compiuto fino a quel momento sarebbe stato vano. Mancava poco alla nascita di E.N.D.
   
 
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