Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: parveth    24/05/2016    1 recensioni
il 27 giugno 1980 il Dc9 dell'Itavia parte da Bologna diretto a Palermo ma viene ritrovato in fondo al mare: una sciagura che fece 81 vittime su cui ancora non si e' giunti alla piena verita'...
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Era il 27 giugno 1980 quando il DC9 dell'Itavia decollo' dall'aereoporto “Guglielmo Marconi” di Bologna diretto a Palermo, alle 21.08 ci fu l'ultima chiamata poi scomparve dai radar...stava dicendo la guida, Nicole vide molti dei suoi compagni sbuffare: nessuno era stato entusiasta di quella destinazione per la gita scolastica ma d'altronde i soldi a disposizione erano quelli che erano, lei aveva un vago interesse in piu' ma era stanca: la levataccia e le ore di pullman iniziavano a farsi sentire.
Ben presto la sua attenzione inizio' a scemare ed abbasso' gli occhi sul depliant informativo che avevano preso all'ingresso: aereo scomparso...ricerca...dall'81 indago' solo la magistratura...sulla vicenda calo' il silenzio fino al 1986… Quelle parole attirarono la sua attenzione: com'era possibile che un aereo con ottantuno persone a bordo scomparisse e nessuno se ne fosse preoccupato per ben sei anni?? Guardo' gli specchi neri sui muri e il relitto con tristezza: gia' doveva essere stato terribile morire in quel modo figuriamoci essere dimenticati per tutto quel tempo. Man mano che leggeva le parole dell'opuscolo provava sempre piu' rabbia, non tanto verso quelli che avevano oggettivamente sparato il fantomatico missile che probabilmente erano solo dei ragazzotti senza arte ne parte ma verso chi aveva insabbiato il tutto. Alzo' gli occhi dall'opuscolo “strano, non mi sembrava che fossimo cosi tanti” penso' guardando le altre persone: in fondo era venerdi mattina e le sembrava strano che cosi' tanta gente fosse in un museo a quell'ora anche perche' erano tutti relativamente giovani non pensionati o altro inoltre osservandoli meglio noto' che erano vestiti in modo alquanto strano, non che lei fosse una che ci teneva ad essere alla moda ma neanche conciarsi in quel modo… “Mi scusi signorina” disse una voce maschile dietro di lei “perche' sono qui? Io dovrei essere a Palermo: devo dire a Bianca che non l'amo piu', siamo stati insieme molti anni sa, ma ora per me e' finita...” Nicole lo squadro' chiedendosi se fosse matto o se lo facesse apposta, non capiva perche' uno sconosciuto le si rivolgesse in tono cosi' confidenziale di punto in bianco in un museo.

Cosi' senza rispondere gli passo' accanto e procedette lungo la passatoia. “Domani mettero' l'abito bianco per il battesimo” disse una giovane donna parandosi davanti a lei che inizialmente la guardo' senza capire “e' il battesimo della mia nipotina ed ho comprato un bellissimo abito bianco per l'occasione”. Poco dopo si avvicino' un altro uomo “avro' chiuso la porta di casa?” “voglio trovare una bella ragazza e portarla in spiaggia appena arrivo” disse un altro. “Appena arrivo mi butto in mare” replico' una donna. La ragazza continuava a guardarli senza capire: le loro frasi parevano sconnesse e senza senso, chi erano quelle persone? Perche' si rivolgevano a lei e non ad altri? Poteva capire un malato di mente ma quelli erano moltissimi e poi era palese che fossero in un museo… “Signore, che si e' fatto in faccia e sulle mani?” chiese notando solo in quel momento che gli scorrevano addosso rivoli di sangue come se fosse ferito gravemente. “Oh” disse lui come se si accorgesse solo in quel momento del sangue “devo arrivare a Palermo per vedere mio figlio: ha solo quattro anni ed io sono sempre in giro per lavoro...” “Ma che sta succedendo qui?” penso' Nicole terrorizzata guardandosi attorno, i compagni poco distanti, com'era possibile che con tutte quelle persone oltre a loro nessuno si fosse accorto di niente? A meno che… “No non puo' essere!” penso', ma non poteva esserci altra spiegazione. “Signori, mi spiace dirvelo ma ecco...voi non ci siete piu'” disse imbarazzata. “Che vuoi dire?” chiese la donna che doveva andare al battesimo. “Ecco...voi siete morti” rispose indicando il relitto. Tutti lo guardarono in silenzio. “Ma com'e' successo?” chiese un uomo. “Non si sa ancora con certezza: d'un tratto l'aereo e' scomparso dai radar, sono state fatte indagini ma ci sono stati insabbiamenti e depistaggi, poche condanne poiche' si va probabilmente a toccare i vertici dello Stato” disse Nicole. “Scusa ma in che anno siamo?” interloqui' un ragazzo che non doveva essere molto piu' grande di lei. “Nel 2016” Un mormorio si diffuse tra gli ectoplasmi: “2016...2016...” Nicole li guardava tutti ormai con le lacrime agli occhi: sperava che almeno fossero morti senza soffrire date le condizioni dell'aereo, aveva letto da qualche parte che spesso gli spiriti rimangono legati o ad un posto che hanno amato o a quello in cui morirono. “Ma perche' siamo ancora qui? Non dovremmo essere nell'aldila' o qualcosa del genere se siamo morti?” chiese una donna. “Devo far vedere alla nonna quanto sono cresciuto” mormoro' un bambino in modo quasi impercettibile. “Forse siete obbligati a vagare qui finche' non verra' fatta pienamente giustizia” concluse Nicole. “Ehi! Quello e' mio figlio!” disse l'uomo d'affari indicando un punto lontano. La ragazza stupita si rese conto che stava indicando la sua guida. “Si, e' lui, e' il mio bambino...beh e' cresciuto si capisce” rispose l'uomo che in effetti rassomigliava parecchio a quello che stava facendo da guida alla sua classe. “Mi dispiace moltissimo...non e' giusto...” disse lei con le lacrime agli occhi.

“Quanti anni hai ragazzina?” le chiese una donna. “19” “Non devi dispiacerti, non sei stata tu a farci cadere e neanche ad insabbiare il tutto evidentemente” cerco' di consolarla l'altra. “La verita' prima o poi verra' a galla: forse tra dieci, venti od ottanta anni ma accadra' e nel frattempo noi resteremo qui ad aspettarla, non solo, ad aspettare tutti quelli che come te verranno a trovarci e racconteranno la nostra storia” disse il fidanzato di Bianca. “Si, lo faro'” mormoro' Nicole prima di salutarli e raggiungere i compagni.

Nota dell'autrice: si, sono viva, lotto insieme a voi e ho trascorso il weekend a Bologna da un'amica dove ho visitato appunto il Museo di Ustica, i mormorii sono frasi riportate da altoparlanti dietro specchi neri (la frase su Bianca, quella dell'abito e del mare si sentono nel museo, il resto l'ho inventato) vi assicuro che e' straziante ma ne vale la pena, andateci tutti!
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: parveth