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Autore: onetrueklaine    24/05/2016    1 recensioni
“Ed il primo posto va ai… Warblers della Dalton Academy”.
Quando sentì questa sentenza , seppe che era tutto finito.
A dire il vero era una bugia.
Seppe che era finita quando era stato annunciato che gli Hipsters erano arrivati al secondo posto; perché non c’era assolutamente nessuna possibilità che le New Directions potessero aver battuto i Warblers...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Finn Hudson, Jeff Sterling, Kurt Hummel, Nick Duval | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blaine Devon Anderson'
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Sabato:

Kurt passò tutto l’intero Sabato da solo nella sua camera.

La lasciava solo per andare a prendersi qualcosa ed ogni volte se ne pentiva, perché andare in cucina significava dover parlare con suo padre.

La loro relazione era strana anche nelle giornate migliori.

Quando era più giovane e realizzò che non gli piacevano le ragazze così come avrebbero dovuto, cominciò a preoccuparsi.

Tanto.

In quel periodo era stato depresso.

La gente a scuola non lo apprezzava, aveva davvero pochissimi amici.. e questo non lo aveva mai preoccupato.

Aveva sempre suo padre, qualcuno che lui sapeva che lo avrebbe sempre amato nonostante tutto. E poi , all’improvviso, lui non era più li.

O così aveva immaginato Kurt.

All’improvviso era spaventato perché cosa sarebbe successo se lo avesse raccontato a suo padre?

E se l’essere gay era qualcosa di troppo strano da sopportare per suo padre?

E se lo avesse cacciato?

O se gli avesse detto di non essere mai più gay?

E se lo avesse preso a parolacce?

Così Kurt aveva solo deciso di ignorare la cosa.

Ma poi, aveva cambiato scuola ed aveva notato come crescevano i ragazzi e di quanto diventassero … attraenti.

Quando poi ebbe la sua prima vera cotta per un ragazzo di cui non conosceva il nome ma che prendeva l’autobus con lui per andare a scuola, seppe che non c’era più modo di poter ignorare la cosa perché era ormai l’unico suo pensiero fisso.

Così aveva cercato di nascondere la sue sessualità.

Aveva provato a giocare a football e fu anche accettato, ma realizzò presto che non era ben voluto in squadra, nonostante il suo talento.

Il suo piano successivo fu quello di nascondersi da tutti.. se nessuno notava Kurt chi poteva capire che era gay?

Aveva smesso di parlare con le persone a scuola, con solo pochissime eccezioni, e smise di parlare con suo padre.

Non era entrato in nessun club a scuola ed aveva smesso di vestirsi come amava.

Quando suo padre cercava di parlargli, lui sorrideva soltanto assicurandolo di stare bene e questo era abbastanza per ora.

Non era giusto , non per Kurt e per nessuno, a dire il vero;  stette davvero male in quel periodo.

Per esempio quando Kurt vide la parola suicidio su un opuscolo non riuscì a distogliere lo sguardo.

Sentì come se all’improvviso ci fosse una migliore soluzione al nascondersi e ..fu allora che capì di essersi spinto troppo oltre.

Apparentemente lo aveva pensato anche una sua insegnante, perché quella sera ebbe una spiacevole chiacchierata col padre sul vivere la propria vita e di amare ed anche se aveva avuto voglia di piangere ed abbracciare il padre, non lo aveva fatto.

Tutto quello che voleva era dirgli finalmente come si sentiva , quanto fosse spaventato e che lo amava…

Ma non poteva.

Era come se una mano gli stringesse la gola e ogni volta che provava a dire qualcosa sembrava che quella mano glielo impedisse.

Così fece quello che aveva funzionato bene in passato.

Annuì e sorrise e gli disse che andava tutto bene.

E gli promise di entrare in qualche club a scuola.

E poi è arrivato il glee club, che aveva fornito protezione ed amici.

Ed era diventato popolare.

E non aveva dovuto più nascondersi a scuola.

Aveva indossato gli abiti che voleva e diceva quello che voleva.

Aveva imparato ad ignorare le persone e a non importarsene delle loro opinioni.

Così aveva pensato, perché continuare a nascondermi da mio padre?

“Se alla gente qui a scuola non piaccio, non mi importa. Ed è bellissimo poter essere chi sono senza pensare a quello che gli altri pensano. Perché sono spaventato di essere me stesso davanti a mio padre?”

Due giorni dopo disse al padre che voleva parlargli, si sedettero sul divano e fu difficile per lui non iniziare a piangere all’istante.

Lo sguardo di Burt era così aperto e così pieno di amore ed accettazione.. Così prese un profondo respiro e gli disse:

“ Sono gay papà. Lo so da un pò e per favore, ti prego non odiarmi adesso…”

Tutto fu tranquillo per qualche secondo ed ancora poteva ricordarsi di come furono terribili quei secondi quando non sapeva cosa l’uomo gli avrebbe detto.

Kurt pensò che ne sarebbe stato scioccato.

O che avrebbe avuto bisogno di qualche secondo perché di sicuro sei scioccato quando all’improvviso tuo figlio ti dice che è gay, giusto?

Burt non lo fu.

Cercò di abbracciare suo figlio e mormorò:

“Lo so Kurt. E di certo non..”

Ma qualsiasi cosa stesse cercando di dire, Kurt fu più veloce.

“Cosa significa che lo sai?” sibillò.

Burt sorrise “ Kurt siamo una famiglia. Ho comprato io il tuo primo paio di scarpe col tacco. Certo che io..”

“Cosa?”

Tutti questi anni era stato spaventato per niente?

Si era preoccupato, si era nascosto e… tutto questo per nulla?

Suo padre avrebbe dovuto capirlo quanto si fosse sentito infelice!

“E non hai detto nulla?”

“Cosa?” Stava quasi ridendo, “Vuoi che sia io a fare coming out per te? Kurt è qualcosa che devi decidere tu. Avevi bisogno di prendere da solo la tua decisione. Ed ora lo hai fatto ed è meraviglioso…”

“No!” disse Kurt ad alta voce , arrabbiato, “ No , no è qualcosa di cui avevo bisogno. Avevo bisogno di mio padre.

Avevo bisogno che tu lo venissi a sapere lo scorso anno! Pensavo mi odiassi!”

Si alzò in piedi e fece qualche passo lontano dal divano da dove il padre cercava di calmarlo e di abbracciarlo.

“Hai idea di quanto sia stato brutto questo periodo per me? Dubitare costantemente di me stesso? E pensare se fossi stato abbastanza per te?”

“ Kurt..” suo padre riprovò , ma Kurt era già scappato in camera sua e rimase li per il resto della serata, non importava quanto duramente suo padre avesse cercato di farsi aprire la porta.

Aveva distrutto la sua fiducia.

Era la ragione per cui Kurt aveva sofferto così tanto durante gli ultimi anni.

Non meritava il suo perdono.

La mattina successiva fu la prima volta che Kurt non preparò il pranzo al padre.

Anche se era passato quasi un anno da quella sera, Kurt non aveva mai perdonato suo padre.

Anche se si augurava di poter essere di nuovo vicini per la maggior parte del tempo, non sapevo come aggiustare le cose.

Gli mancava suo padre, gli mancava davvero, davvero tanto.

Ma non sapeva come tornare indietro a come erano abituati .

Cosa si supponeva che facesse?

Solo tornare a casa un giorno e dire, “ Hey papà. Sai quanto ti ho odiato per questi mesi? Beh, non lo faccio più. Andiamo a cenare”.

Il problema era che Kurt sapeva che fosse tutta colpa sua.

Suo padre non aveva fatto nulla di sbagliato.

Kurt lo sapeva.

E sapeva di aver reagito esageratamente.

Ma si era sentito… ferito e non poteva trattare con una persona che aveva tradito la sua fiducia.

Aveva avuto già abbastanza da fare per trattenersi dal rispondere ogni volta che Quinn e/o Santana erano vicine a lui.

Ma questo non era stato facile col padre, così aveva continuato a mormorargli contro.

Ma almeno avevano ripreso a parlare.

Lo aveva chiamato un progresso.

Dopo otto ore passate a guardare video di alcune persone che avevano filmato Devon, si sentì depresso.

Questo non poteva essere il modo in cui passare i suoi giorni da oggi in poi!

Aveva provato a telefonare ad alcune persone che avevano sempre voluto organizzare qualcosa con lui quando era ancora popolare, ma nessuno di loro fu davvero.. amichevole.

Molti di loro lo incolpavano della perdita del club di maggior successo della scuola e altri ( cancella) avevano riattaccato.

Aveva provato a chiamare Rachel e poi Tina, e poi persino Santana e Puck, ma fu tutto uguale.

Alle 7pm , dopo che suo padre era passato in camera sua per chiedergli se stesse bene e se forse voleva vedere un dottore, decise di scrivere un messaggio a Devon.

“Ciao Devon. Spero tu abbia passato una bella giornata, perché io sicuramente non l’ho avuta.

Sento che tutti i miei amici mi hanno abbandonato ed io ora non so cosa fare..

Potrei aver commesso un errore, ma può essere questo il solo motivo per tagliarmi fuori?

Perché io non lo penso.

Ed ora no so cosa fare.

Così passo tutta la giornata su internet .

Ma ogni volta che vedo un tuo video mi sento come se fosse tutto di nuovo okay, quindi, va bene.

Perché so che un giorno saremo insieme

J

“Forse dovrei cancellarla la fine.. non voglio sembrare raccapricciante”.

“Comunque. Ho sentito che stai organizzando.. una Con* con Wezzy&Dave?! E’ vero? Perché sarebbe davvero meraviglioso!  Ho davvero bisogno che questo sia vero… Ti prego dimmi che lo è?.. Ti preeeeeeeeego!.. E”

Aveva firmato con una E da quando aveva lasciato il glee club, così nessuno poteva capire che era lui a mandare i messaggi,  e nessuno poteva sgridarlo su questo.

Kurt cliccò sul “chiedi a Devon!”  una nuova funzione del sito che lui usava molto più spesso di quanto avrebbe voluto ammettere con se stesso.

Non aveva ricevuto nessuna risposta per ora, ma questo non lo aveva fermato dal provarci.

Girovago su alcuni blogs per un po’ e poi decise di andare a letto.

Non c’era nulla per cui restare svegli comunque.

Ma dormire , come scoprì presto, non fu una buona decisione..

“Cosa c’é , Hummel? Huh?” una voce sussurrò nel suo orecchio.

Kurt non poteva vedere la persona, ma sapeva che era Karovsky.

Cercò di liberarsi dalle mani che lo stringevano, scacciarle via, ma non poteva muovere le sue mani.

Muovere la testa era impossibile, così scalciò sperando di mandar via la persona che lo stringeva, ma non servì a nulla.

All’improvviso sentì molte più mani vagare sul suo corpo che si avvicinavano terribilmente a quella parte del suo corpo che non voleva che nessuno toccasse .

“Sei proprio una puttana! Guardati, stai godendo di questo”.

“Ma non è vero! Ti prego , fallo smettere!”

Cercò di scappare , di correre via e urlare per chiedere aiuto, ma non poteva .

Non c’era il pavimento sotto di lui.

L’unica cosa che sentiva erano la mani.

Non poteva muoversi, non poteva vedere nulla, c’era solo buio attorno a lui e le mani.

“Lo vuoi , frocio? Lo ami, vero?”

La voce si era avvicinata, continuando a mormorare, respirando nel suo orecchio.

“Sei così bello a scuola solo per provocarmi, vero? Ti vesti per me? Lo so che vuoi la mia attenzione”

Scosse la testa , ed anche se non poteva sentirle sapeva che c’erano lacrime che scorrevano sulle sue guance.

“ Ma non  preoccuparti , fatina, ti ho preso adesso. Ti darò quello che vuoi!”  disse la voce in tono compiaciuto.

Kurt non poteva più respirare.

Non poteva scappare, non poteva più respirare normalmente, non c’era nessuna fuga dal suo aggressore…

Kurt si svegliò piangendo, ed accese immediatamente la luce.

Non appena di rese conto di cosa fosse successo, cosa aveva appena sognato, il suo pianto peggiorò.

Provo a fermarsi, ma non poteva.

Perché lo aveva sognato? Non aveva già abbastanza ricordi di Karovsky nella sua testa?

Kurt chiuse gli occhi, sperando che il giorno dopo andasse meglio.

“Domani andrà meglio.

Andrà tutto per il meglio.”


 
Sabato:

Quando Blaine entrò al Lima Bean, dove il suo primo appuntamento col ragazzo di francese doveva avvenire, realizzò subito una cosa: non aveva idea con chi si dovesse incontrare.

Johnny non gli aveva dato nessun nome così da poter chiedere, o una foto da poter mostrare.

Sapeva solo che si sarebbero incontrati al Lima Bean alle 15:30 sabato.

Rimase fermo nel bel mezzo della caffetteria per un minuto, cercando di guardare in faccia tutti i ragazzi, sperando di capire se qualcuno di loro parla francese.

“Bella idea, Blaine. Perché lo puoi vedere. Brillante”.

Quando ormai decise di andarsi a sedere ad un tavolo vuoto, sentì una mano sulla spalla.

“hey, scusa. Credo di poterti aiutare. Sembri un pò perso”, disse una voce.

Blaine si voltò e vide un volto sconosciuto, anche se doveva ammettere un volto davvero molto bello.

Il ragazzo era vestito molto bene, Blaine era sicuro che sia la sua giacca che le sue scarpe fossero sull’ultima edizione di Vogue, quindi probabilmente il ragazzo era ricco.

E visto il sorrisetto sul suo viso probabilmente sapeva quanto fosse attraente.

Era così attraente , in effetti, che Blaine dimenticò che si supponeva che dicesse qualcosa.

Il ragazzo tolse la mano dalla spalla di Blaine e se la mise nella tasca dei pantaloni, il suo sorriso ancora più grande.

“Sei Blaine, giusto?”

“Aspetta come mai conosce il mio nome? Chi é?

Sembra… familiare. Ma forse lo sto solo associando ad ogni ragazzo attraente che ho incontrato.

Voglio dire, potrebbe essere facilmente un modello.

Anche se il suo aspetto è più marcato di quello di Kurt.

D’altra parte sono sicuro che Kurt…”

Blaine era così preso dai suoi pensieri che non si accorse che il sorriso del ragazzo era cambiato.

“Uhm.. scusa, ti avevo scambiato per un altro”.

“Aspetta, cosa?”

Il ragazzo sexy stava congedandosi.

“Prenderei il tuo numero, comunque. Come ti chiami?”

“Oh, no, no… scusa.. Sono Blaine” Allungò una mano mettendo su il suo miglior sorrise.

Cosa gli stava succedendo?

“Ciao. Immagino che sei qui per aiutarmi col francese, giusto?”

Il ragazzo sexy alzò le sopracciglia e prese la sua mano.

“Sebastian. E’ un piacere incontrarti, Blaine. E ti aiuterò col francese ogni volta e in ogni modo tu voglia”:

Qualcosa nel modo in cui lo disse fece arrossire Blaine e far battere il suo cuore più velocemente..

Del tipo.. molto velocemente.

“Andiamo, Blaine. Sediamoci prima che tu possa svenire” prese la borsa di Blaine dalla sua spalla e poggiò una mano sulla sua schiena e… Cosa cazzo sta succedendo?

La gente non faceva così con Blaine.

Perché era alquanto sicuro che Sebastian stesse flirtando con lui e… questo non accadeva a lui.

La gente non era interessata a Blaine.

Erano interessati a Devon.

Quando arrivarono al tavolo verso cui Sebastian lo aveva condotto, mise la borsa sulla terza sedia e ne avvicinò un’altra per far sedere Blaine.

Lo fece , anche se non si sentiva alquanto bene.

Rimase tranquillo mentre Sebastian andò a prendere dei caffè e mormorò solo un grazie quando gli portò un qualche tipo di caffè che non aveva mai assaggiato.

Era rimasto tranquillo mentre Sebastian si sedeva, tranquillo mentre Sebastian lo guardava come se volesse mangiarselo o coccolarlo fino alla morte.

Poi Blaine decise che era stato tranquillo per troppo ormai.

Si schiarì la gola.

“Allora.. um.. “.

Cosa devo dire? Come devo parlare con un ragazzo così attraente che sta FLIRTANDO con me?

Si schiarì di nuovo la gola.

“Come facevi a sapere che ero io? Voglio dire che ero.. me?”

Sebastian stava ridacchiando come un matto, e si lasciò sfuggire una piccola risata che Blaine pensò fosse davvero piacevole.

“Ho chiesto a Johnny di mandarmi una foto di te prima di accettare di aiutarti a studiare. Dovevo sapere con avrei avuto a che fare, no?”

Normalmente Blaine avrebbe disapprovato questo.

Giudicare le persone dal loro aspetto? Per niente bello.

Ma Sebastian aveva fatto praticamente capire che Blaine era bello e .. Blaine non poteva disapprovarlo.

“Si, um. Io non l’ho fatto, quindi.. scusa se non ti ho riconosciuto”

“No, va tutto bene. Allora, Blaine stai avendo problemi col francese?”

“Si. Cioè normalmente vado bene in francese, ma ho cambiato scuola da poco e gli standards sono molto più alti alla Dalton di quanto lo fossero al McKinley”.

“Okay, allora occupiamoci di questo”


NOTE

Allora eccoci col 4 capitolo..

Non proprio un bel fine settimana per Kurt..

Chi si aspettava la comparsa di Sebastian???... io di certo no.. anzi quando ho letto la prima volta la storia.. beh .. era super convintissima... che l'insegnante di francese... fosse Kurt... peccato..

Va beh.. come al solito sono negata nelle note.. quindi lascio perdere...

Alla prossima settimana...
   
 
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