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Autore: Allymc89    24/05/2016    4 recensioni
La morte è nel destino degli shinobi, lo sanno tutti. Ma uno di loro non ci sta; ha già visto troppe persone morire e troppe persone piangere i propri cari. E non vuole più vedere lacrime, soprattutto le sue. Durante la quarta guerra ninja, un sacrificio fatto per amore rischia di passare inosservato. Questa è la mia versione di come mi piacerebbe che fossero andate le cose.
E' la mia prima fic; dopo essere stata un'accanita lettrice, ho deciso di scrivere sulla mia coppia canon preferita, spero di avervi incuriosito e che mi facciate sapere cosa ne pensate!
(Ho cambiato il rating in giallo per via di una scena nell'ultimo capitolo)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Temari, Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Ciao a tutti! Come avrete notato, la storia non segue l’ordine cronologico degli eventi e in più, ci sono diversi flash-back. Per fare chiarezza vi scrivo i capitoli in ordine temporale:
Capitolo 3 (il giorno dopo la fine della guerra, al mattino)
Capitolo 5 (il giorno dopo la fine della guerra, al tramonto)
Capitolo 6 (qualche giorno dopo la fine della guerra, per la precisione, il giorno dopo in cui Shikamaru incontra Kankuro e l’altro jonin a Konoha)
Capitolo 1, 2 e 4 (circa tre mesi dopo la fine della guerra, i capitoli si svolgono tutti il giorno in cui Kurenai partorisce).
Forse per alcuni di voi questo riassunto è stato superfluo ma ho preferito inserirlo comunque.
Ovviamente per me lo svolgimento è chiaro, avendo già tutta la trama in mente, ma ho pensato che per un lettore poteva risultare difficile tenere il filo temporale degli avvenimenti, cosa che io ritengo molto importante per la comprensione della storia.
 
 
 
 
Konoha, il giorno dopo la visita di Kankuro (vedi flashback del capitolo 2)
 
 
 
Shikaku Nara era appena rincasato. Aveva lasciato i suoi sandali all’ingresso ed era entrato in cucina dove aveva trovato il figlio intento a leggere un biglietto: “è della mamma.. dice che farà tardi ma che ci ha comunque lasciato la cena” specificò Shikamaru.
“Capisco..” rispose laconico il capo del clan Nara.
Non c’era stato bisogno di chiedere dove fosse andata sua moglie: da quando erano tornati dalla guerra, pochi giorni prima, Yoshino passava la maggior parte del tempo dalla madre di Ino. La vedova di Inoichi.
Anche Shikaku era andato spesso a trovarla; era terribile il senso di colpa che provava nei suoi confronti per essere sopravvissuto. Era sicuramente felice e grato di essere ancora con la sua famiglia, ma non riusciva a trovare una spiegazione del perché solo lui era stato graziato da quella orribile fine.
Quando si era sparsa la voce che lui era stato l’unico del quartier generale ad essersi “miracolosamente” salvato, la donna non sembrava aver pensato nemmeno per un secondo che il Nara avesse abbandonato suo marito ed era stata sinceramente felice che almeno lui si fosse salvato. Non aveva fatto domande sul come.
 
“Shikamaru” esordì suo padre, “La prossima settimana arriverà l’ambasciatore di Suna e l’Hokage vuole che sia tu a scortarlo” “Sai che novità..” bofonchiò Shikamaru mentre riempiva la sua ciotola.
Shikaku aveva usato un tono esitante e ora stava pesando attentamente le prossime parole.
Se solo Shikamaru gli avesse prestato un po’ più di attenzione, forse si sarebbe reso conto prima che il padre era disagio per ciò che doveva dirgli: “La novità è che hanno nominato un altro come ambasciatore di Suna..”.
Shikaku era consapevole di starci girando intorno, ma stava solo cercando di dare la notizia nel modo meno doloroso possibile, pur sapendo che non c’era un modo per farlo.
“A si? Cos’è si sono accorti finalmente che con quel caratteraccio che si ritrova in realtà Temari è la persona meno adatta ad un ruolo diplomatico?” Shikamaru aveva esibito un ghigno, chissà cosa avrebbe fatto quella furia se lo avesse sentito parlare di lei in questi termini!
E si compiacque tra sé e sé; questo cambiamento avrebbe comportato meno prese in giro e meno strigliate da parte di quella dispotica e indisponente Seccatura.
Si, sarebbe stato sicuramente un bene.
Tuttavia un pensiero era sorto spontaneamente nel suo geniale cervello: questo significa anche che non la vedrai praticamente più..
Temari veniva al villaggio della Foglia quasi esclusivamente per consegnare i messaggi del fratello o per presenziare a cerimonie pubbliche.
E perché mai questa prospettiva non mi piace.. non mi piace affatto?
Il cervello di Shikamaru, che negli ultimi giorni si era rivelato inutile per trovare una spiegazione a ciò che era successo al padre, sembrava aver riacquistato improvvisamente vigore e ora gli inviava senza sosta tutta una serie di immagini che il ragazzo credeva di aver dimenticato.
E riguardavano tutte Lei: erano situazioni, parole, gesti o anche semplici sguardi che inaspettatamente, si rese conto che gli sarebbero mancati. Erano cose piuttosto banali e a cui non aveva mai prestato troppa attenzione in effetti. Come il fatto che, a modo suo, lei lo spronasse continuamente a migliorare. Gli aveva fatto notare che se solo avesse smesso di essere così pigro (che novità!) avrebbe potuto facilmente diventare jonin. Detto da lei, e senza ricorrere alla forza bruta, poteva quasi sembrare un complimento.
Lui si era sentito in imbarazzo e non capiva il perché. Shikamaru era pigro da tutta la vita, sapeva di esserlo, ed era sempre stato abituato a sentirsi richiamare per la sua indolenza sin da bambino. Ma chissà perché, di tutti i rimproveri sentiti dalla madre, dagli insegnanti e persino dai compagni, quelli fatti da lei, avevano cominciato ad avere un certo peso.
E poi si ricordò che una delle ultime volte che le aveva fatto da scorta al villaggio lei un complimento vero glielo aveva fatto! dicendogli che aveva svolto bene il suo compito come guida dell’ambasciatrice.. Non c’era stata traccia di sarcasmo, e aveva addirittura sorriso! Non un sorriso di scherno o un ghigno prepotente, un sorriso vero.
Si ricordava ancora il primo sorriso che gli aveva rivolto: era stato subito dopo aver ucciso Tayuya. Un attimo.. perché me lo ricordo ancora? Sono passati anni!
Shikamaru scosse la testa: forse semplicemente non si sarebbe mai scordato il giorno in cui si era fatto salvare il culo da una donna..
 
Intanto Shikaku si era avvicinato al figlio con circospezione, non aveva mai smesso di studiare attentamente il suo viso durante il loro scambio di battute.
Lui e Yoshino non avevano potuto non notare che Temari della sabbia era praticamente l’unica ragazze di cui loro figlio avesse mai parlato a casa (a parte Ino, ma lei non contava, erano cresciuti insieme ed erano come fratello e sorella). E anche se praticamente si trattava solo di lamentele su come lei lo maltrattasse, era sempre qualcosa rispetto all’assoluta indifferenza con cui non considerava le altre ragazze. Shikamaru era noto per la sua misoginia e per come considerasse le donne delle inutili oche.
Yoshino aveva già preso in simpatia la sorella maggiore del kazekage; qualsiasi donna di carattere che riuscisse a smuovere il suo pigro e svogliato figlio era ben accetta. Secondo la moglie, Shikamaru avrebbe avuto bisogno di una donna energica e decisa, capace di metterlo in riga come lei faceva col marito.
Shikaku non era sicuro che tra i due ci fosse qualcosa di più di un normale rapporto di lavoro, sapeva solo che quando lei si trovava al villaggio loro due trascorrevano praticamente tutta la giornata insieme.  Anche se fossero stati semplici amici, non era comunque mai facile dare certe notizie.
“Shikamaru.. “questa volta il ragazzo si accorse della nota di serietà nella voce del padre e si fermò a guardarlo. “Temari è stata gravemente ferita durante la guerra. Date le sue condizioni non sanno quando e se si riprenderà, per cui si sono visti costretti ad affidare il suo ruolo di ambasciatrice di Suna ad un altro”.
Shikamaru si sentì mancare la terra sotto i piedi. “Co-cosa significa quando e se si riprenderà..?”
“Significa che è in coma figliolo.. mi dispiace”
Shikamaru non si era mosso di un millimetro. Si sentiva stordito come se lo avessero preso a pugni e nella sua testa risuonavano come un eco le parole “coma” e “Temari” ma la cosa era talmente assurda che la sua mente si rifiutava di collegarli.
L’immagine di lei, distesa su un letto d’ospedale, immobile ed inerme strideva troppo con quella della kunoichi  forte e fiera che aveva conosciuto. Non era possibile..
Coma..
Non l’avrebbe mai più rivista. Questo pensiero colpì Shikamaru con la stessa violenza di un kunai in pieno petto. Perché fa così male??
Temari..
Era una guerra, avrebbe dovuto saperlo che poteva succedere.
Coma..
Shikamaru  si rese conto di non aver mai preso in considerazione quell’eventualità. Anzi, per essere sinceri, non aveva mai voluto prenderla in considerazione. E ora capiva il perché, per proteggersi. Perché faceva davvero troppo male cazzo.
Temari..
Si girò, dando la schiena al padre.
Shikaku capì che era meglio lasciarlo solo: “Farò un bagno prima di cena. Se vuoi dopo possiamo farci una partita a shog-“
“Io esco” lo interruppe Shikamaru sparendo nell’ingresso “non mi aspettate”.
Shikaku abbassò la testa dispiaciuto, sussurrando a se stesso: “La sola cosa che sono capace di fare come padre è di giocare a shogi con te”.
 
Shikamaru si era riversato in strada quasi di corsa, respirando pesantemente. Si era sentito sopraffatto. La cucina di casa sua era così silenziosa che le voci nella sua testa lo stavano facendo impazzire. “Temari è..” ma ancora non riusciva ad avvicinare quei due concetti, nemmeno a parole. Ancora non riusciva a capacitarsene.
“Un momento!” sussultò “giusto ieri ho visto Kankuro e non mi ha detto niente!” .
Shikamaru ripensò che il fratello di Temari gli era sembrato particolarmente nervoso e ora capiva il motivo. Ma perché non gli aveva detto di sua sorella? Sapeva che avevano lavorato insieme e..
Temari..
Appunto loro avevano sempre e solo lavorato assieme. Si trattava solo di lavoro. Non si erano mai scambiati confidenze o altro e Temari manteneva sempre un certo contegno con lui per il fatto che si sentiva investita della responsabilità di rappresentare il suo villaggio.
Eppure il loro scambiarsi insulti e frecciatine.. Shikamaru aveva cominciato ad apprezzare il fatto che fosse un trattamento che lei riservava solamente a lui. Era il loro modo di relazionarsi. O forse non era mai stato niente? Se Kankuro non aveva nemmeno ritenuto che valesse la pena informarlo su una cosa del genere..
Coma..
Shikamaru si passò le mani tra i capelli, sfacendo in parte il suo codino ispido.
Ancora quelle voci nella sua testa. Doveva trovare il modo di farle tacere o, era sicuro, sarebbe presto impazzito.
Senza nemmeno pensarci, si era fiondato dentro il locale più vicino e aveva ordinato la prima cosa alcoolica che gli era venuta in mente. Poi subito una seconda e una terza.
Era praticamente a stomaco vuoto, sperava non ci avrebbe impiegato molto ad ubriacarsi.
Temari..
Niente. Riusciva ancora a vederla.. Erano all’esame per diventare chunin e lei aveva aperto il suo ventaglio sorridendogli sprezzante.
Shikamaru ordinò un quarto e poi un quinto bicchiere.
Coma..
Com’era successo poi? Chi l’aveva ferita? Per il Nara era difficile immaginarsi qualcuno capace di tenerle testa, figuriamoci poi di ucciderla.. Ma non è mica morta, può sempre svegliarsi.. oh per l’amor del cielo Shikamaru! Tu te la sei cavata per il rotto della cuffia e vogliamo parlare di tuo padre? Quanti altri miracoli credi ti possano capitare, eh?? Ma con chi diamine sto parlando???
Shikamaru aveva continuato ad ingurgitare quel liquido ambrato che gli infiammava la gola e gli bruciava lo stomaco finché aveva cominciato a non ricordare più quale parola cominciava per “c”.
L’alcool stava facendo effetto, finalmente. La tanto agognata sensazione di stordimento e pace lo stava avvolgendo. Shikamaru non vedeva l’ora di esserne completamente inghiottito, di annullare per un po’ la sua coscienza, di far sparire quel groppo al gola e quel dolore sordo nel petto.
Però il suo nome rimaneva, e anche il suo viso. Entrambi erano marchiati a fuoco nella sua testa e quel sedativo in bottiglia sembrava non avere effetto su di loro.
Perché, perché sto così male per te maledizione? Eri.. sei la donna più orgogliosa, testarda e manesca che abbia mai conosciuto. Una vera spina nel fianco, sempre pronta a sgridarmi e a farmi sgobbare. La seccatura peggiore di tutte!
E allora perché? Eravamo solo colleghi, tutt’al più amici e allora perché ogni respiro fa più male del precedente se penso che non ti vedrò mai più?
Shikamaru aveva perso il conto dei bicchieri che si era scolato, e ora, immerso nei suoi deliri, vedeva solo i suoi occhi, fissi e magnetici e ne era come ipnotizzato.
Improvvisamente, un pensiero terrificante si fece spazio e il Nara ebbe la sua risposta.
Furioso si alzo di scatto, o almeno quanto più velocemente i suoi riflessi annebbiati gli consentissero, e uscì in cerca d’aria.
Procedeva lentamente, barcollando. Doveva aver bevuto parecchio, tutto intorno a lui sembrava vorticare e dovette reggersi ai muri delle case per non cadere. Strizzò gli occhi cercando di ottenere un minimo di stabilità ma stava sbandando e d’un tratto si sentì sorreggere. “Shika! Ehi.. stai bene?”
Shikamaru riconobbe la sua voce “I-Ino? Che ci fai in giro a quest’ora?” cercò di mettersi dritto ma rischiò solo di ribaltarsi. Ino, sorpresa, si trovò a tirarlo su di peso “Ma sei ubriaco??”
“Sto benissimo.. lasciami in pace..” biascicò il ragazzo.
Ino sbuffò “Si, si vede! guarda qui, non ti reggi in piedi!” gli prese un braccio e se lo mise intorno alle spalle “Su, andiamo!”
“Dove?” Shikamaru si lasciò trascinare senza opporre resistenza. A questo punto non gli interessava assolutamente più nulla.
“Non penserai di tornare a casa in queste condizioni vero? Non voglio pensare a cosa farebbe tua madre se ti vedesse in questo stato! Andiamo al negozio di fiori, è qui vicino.. Mi vuoi dire perché ti sei ridotto così?”
Shikamaru metteva un piede di fronte all’altro tenendo gli occhi fissi nel vuoto. Non stava ascoltando le parole di Ino; nella sua mente confusa dai fumi dell’alcool, continuava a ripetersi che Temari non era niente per lui e che presto gli sarebbe passata. Si, doveva solo convincersi di questo e presto sarebbe finito tutto.
 
Mentre guardava il proprio riflesso nel bicchiere mezzo vuoto, una terribile consapevolezza era emersa, chiara ed evidente, e anche se solo per un istante Shikamaru non era riuscito ad ignorarla. Ed era stato sul punto di gridare. Un angoscia opprimente si era impossessata di lui man mano che il ragazzo era riuscito ad ammettere a se stesso il perché di quel dolore lacerante nel petto alle parole di sue padre.
 
“Avanti, ora siediti qui..” Shikamaru era stato appoggiato con delicatezza sul bancone della fioreria degli Yamanaka dalla giovane proprietaria “e mentre aspettiamo che ti passi la sbronza, mi racconterai perché ti sei messo a bere come una spugna, ok?”
Il Nara guardava le labbra di Ino muoversi.
Lei non è niente per me, non significa niente per me.. continuava a ripetersi come un mantra.
Lei è come tutte le altre, io non ho bisogno di lei..
“Shikamaru mi stai ascoltando? Ehi? Shika..? Ma che ti prend-“
Improvvisamente il ragazzo si era avventato su di lei, aveva premuto le sue labbra con forza su quelle di Ino facendola indietreggiare.
Io non sono innamorato di Lei, non posso essermi innamorato di Lei..
Gravò sulla sua compagna di team con tutto il suo corpo, schiacciandola contro la parete; una mano ferma dietro la nuca e l’altra ad afferrarle un fianco.
Ino era rimasta attonita di fronte a quel gesto, letteralmente pietrificata, sulle prime.
Poi, quando Shikamaru era sceso a lambirle il collo con le labbra e aveva spostato la mano verso la sua natica, cercando di alzarle la gamba, lei aveva liberato le braccia e aveva cercato di allontanarlo senza riuscirci.
“SHIKAAA!! Ma che diavolo stai facendo?! Sei forse uscito di testa??”
Ma Shikamaru sembrava non sentirla, voleva solo dimostrare a se stesso che Temari non era niente per lui, e nel suo folle ragionamento, il modo più efficace per farlo era stato saltare addosso alla prima donna che aveva avuto davanti.
Lo vedi Tem? Io non sono innamorato di te, altrimenti non potrei fare questo!
Non posso amarti, non posso! Non adesso che tu non ci sei più, altrimenti sono fottuto..
Quando poi lui si era insinuato verso il suo interno coscia, la ragazza, furiosa, lo aveva spinto via senza troppi riguardi e Shikamaru era caduto malamente all’indietro.
Il tempo di rialzarsi sui gomiti e aveva rimesso anche l’anima sul pavimento della fioreria accanto ai sacchi di terriccio.
 
 
 
 
 
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Di nuovo ciao! E con questo capitolo spero di aver risposto ai vostri dubbi sul perché Shikamaru è depresso e perché non riesce a guardare in faccia Ino (oltre che per il fatto dei loro padri, ovviamente).
Immagino che sia stata una sorpresa (non il fatto di Temari, penso che quello si fosse intuito).. fatemi sapere cosa ne pensate, sono molto curiosa! ^^
Un bacione e alla prossima!
   
 
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