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Autore: Niomi    24/05/2016    0 recensioni
Liam pensava che Harry fosse il fidanzato perfetto, finché non è diventato violento. Louis vuole solo salvare il ragazzo che ama.
[Lirry; Lilo; Ziall]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Traduzione | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Who Do You Think You Are?'
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Capitolo 4:
Adventures & Sparks

 

Louis aveva esattamente una settimana con Liam, prima che Harry ritornasse a casa; avrebbe sfruttato quel tempo per convincere il ragazzo a mettere fine alla sua relazione con il riccio. Aveva bisogno che Liam vedesse i danni che Harry gli aveva causato, anche se neanche lui riusciva ancora a vederli.
“Perché stiamo facendo questo, Lou?” chiese Liam mentre Louis lo portava per le strade di Londra. “Ci noteranno e non sono dell’umore per affrontare i fan oggi,” si lamentò.
“Non ci noteranno, nessuno l’ha ancora fatto! Andrà bene,” lo rassicurò il più grande.
“Allora potresti dirmi cosa stiamo facendo?” gli domandò Liam di nuovo.
“Stiamo per fare una delle nostre avventure,” rispose Louis allegramente.
“Le nostre avventure? Non ricordo di averne fatte prima,” lo guardò con aria curiosa.
“Sì, invece,” disse l’altro, tenendo ancora la mano di Liam. Per fortuna, sembrava che al ragazzo più giovane non dispiacesse. Louis aveva sempre avuto l’abitudine di toccare i membri della band, a parte negli ultimi mesi; ma da due giorni, Liam non sembrava così a disagio com’era normalmente quando il più grande lo toccava.
“No, sono quasi certo di non averne fatte,” ribatté Liam, guardandosi intorno.
“Ricordi quella volta durante il tour in cui siamo scappati di nascosto e siamo andati alla ricerca del fast-food con il cibo più unto della città?” gli chiese Louis.
“Oh,” l’altro aggrottò le sopracciglia, ricordando. “Ma non erano solo avventure nostre, Lou, c’era anche Harry,” gli spiegò.
“Già, Harry c’era sempre, ma mi piace fingere che non ci fosse,” Louis fece spallucce, ma si accigliò quando la mano di Liam sparì dalla propria. Si fermò e si girò per vedere che Liam aveva smesso di camminare e ora lo stava fissando. “Che c’è, Li?”
“Louis, non puoi farlo,” disse il più piccolo, incrociando le braccia.
“Fare cosa?” domandò.
“Parlare di Harry come se non fosse il mio fidanzato,” spiegò Liam.
“Eppure non è il tuo fidanzato, Li, è solo un idiota che si è approfittato di te,” si difese Louis.
Liam alzò gli occhi al cielo. “Vado a casa,” disse e si girò, allontanandosi.
“Liam, no, aspetta! Ti prego, mi dispiace, non ne parlo più,” Louis gli corse dietro, saltandogli intorno e bloccandogli la strada. “Non andartene, ti prego?”
Il più giovane lo guardò, cercando di capire se potesse fidarsi di lui. “Voglio che questa settimana lontano da Harry mi aiuti a ritrovare me stesso, okay? Non voglio che mi salti alla gola quando difendo il mio fidanzato,” mise in chiaro.
Louis fece un passo indietro, ferito, ma annuì. “Okay,” disse. “Non tirerò fuori l’argomento di nuovo.”
Liam prese un respiro profondo, guardando il più grande dritto negli occhi. “Grazie,” disse. “Ora, stiamo davvero andando alla ricerca di cibo unto? Perché, onestamente, non sono mai stato un fan di queste cose,” ammise.
“No, non proprio,” rispose Louis e riprese a camminare con Liam nella direzione verso cui si stavano dirigendo prima. “C’è del cibo, ma non cibo da fast-food.”
“Quindi dove?”
“È una sorpresa,” disse il più grande, sorridendo.
Nonostante il desiderio di tornare a casa e andare a dormire, Liam continuò a seguire Louis attraverso le strade di Londra per una delle 'loro avventure', qualsiasi cosa significasse. Era infastidito per quello che il più grande aveva detto riguardo il fatto che fingesse che Harry non fosse stato con loro quando scappavano di nascosto durante il tour, ma era anche un po’ lusingato che tenesse così tanto a quelle serate da etichettarle.
Quando gli edifici iniziarono a sparire e gli alberi a diventare più fitti e compatti, il senso di avventura di Liam cominciò a vacillare. “Louis, non penso che troveremo un ristorante qui fuori,” disse, rabbrividendo.
Louis si voltò a guardarlo e gli sorrise timidamente. “Non stiamo andando in un ristorante,” gli spiegò, prendendogli di nuovo la mano. Liam si rilassò e strinse la mano calda dell’altro, continuando a seguirlo attraverso il bosco.
Il più giovane stava per dire a Louis che il suo senso dell’avventura stava scomparendo e che stava per tornare a casa, quando raggiunsero un lago; si fermò al margine del bosco, lasciando andare la mano di Louis quando il più grande, impaziente, continuò fino alla riva. Liam era sbalordito: non sapeva che ci fosse un lago lì, figurarsi uno così… così bello. C’erano delle anatre che nuotavano e pesci che saltavano fuori. L’erba intorno era molto verde e l’acqua sorprendentemente chiara. Ciò che lo sorprese ancora di più fu vedere Louis seduto su una coperta stesa sull’erba, con un’espressione compiaciuta in volto.
“E questo?” domandò Liam, avvicinandosi. Il più grande stava tirando fuori del cibo da picnic da un cestino appoggiandolo davanti a sé.
“Questa è la nostra avventura,” rispose Louis con un largo sorriso. “Non si tratta di patatine unte in un ristorantino buio, ma ho pensato che fosse carino,” alzò le spalle.
“Wow,” disse Liam sedendosi vicino a lui. “Quando l’hai fatto?” gli chiese, un sorrisetto in volto.
“Ho comprato tutto quando tu stavi riposando,” gli spiegò Louis. “Ora mangia!”
Liam sorrise e guardò il cibo. C’erano due diversi tipi di sandwich, pollo, macedonia, insalata di pasta e succo di mela da bere. “È proprio un cliché,” disse.
Louis si morse il labbro. “Davvero?” chiese, le guance improvvisamente un po’ rosse.
Liam lo guardò e la sua espressione si addolcì: “Non è una cosa brutta, Louis,” gli spiegò, allungandosi verso di lui e picchiettando sulla sua guancia rossa. “Lo adoro, grazie,” sorrise.
Il più grande ricambiò il sorriso. “Prego,” rispose, felice di vedere Liam sorridere così facilmente di nuovo.
I ragazzi mangiarono, parlando di tutto e niente; Liam scoprì che lui e Louis avevano più cose in comune di quanto avesse pensato all’inizio. Entrambi conoscevano le cose essenziali dell’altro, come i loro cibi preferiti, i videogame che amavano di più, ecc. Ma quando Louis raccontò della sua vita prima di X-Factor, il più giovane scoprì un nuovo lato del più grande. In più, aveva anche molto più carisma di quanto avesse mai messo in mostra in TV; era molto premuroso e responsabile quando si trattava delle sue sorelle. Louis era stato anche vittima di bullismo quando aveva ottenuto il ruolo principale nella produzione scolastica di Grease e gli era servito molto coraggio per riuscire a prendere in considerazione l’audizione per X-Factor. “Beh, sono contento che tu l’abbia fatto,” gli aveva detto Liam.
Dopo aver finito di mangiare, i due ragazzi si sdraiarono insieme sulla coperta e guardarono le nuvole. Questa volta però, fu Liam a prendere la mano di Louis. Fu felice che al più grande non sembrasse dare fastidio; si rese conto che, in quel momento, aveva bisogno del suo tocco e del suo conforto, allontanava la sua mente dai suoi problemi con Harry.
Louis provò a fare a Liam domande riguardo la sua vita prima di X-Factor, ma il più piccolo si chiuse in se stesso; ciò significò concentrarsi sulla vita del più grande, nonostante questi volesse scoprire qualcosa di più dell’altro.
“Qual è il ricordo più memorabile che hai del tour?” chiese Liam, le dita intrecciate con le sue.
Louis dovette pensare a come rispondere, nonostante conoscesse già la risposta. Il suo momento più memorabile fu la notte in cui Liam venne colpito in testa con un pesante telefono lanciato da un fan sul palco. Per quanto orribile sembri, la ragione per cui gli piaceva quel momento così tanto era che fu lui a offrirsi di stare alzato con Liam quella notte per essere sicuro che non ci fossero segni di commozione. Probabilmente il più giovane non se ne ricordava neanche, ma Louis sì. Erano rimasti in piedi a giocare ai videogames e avevano parlato del tour, non una conversazione come quella che stavano avendo ora, ma era stata comunque carina. Liam si era un po’ lamentato di Harry che aveva detto di aver bisogno di dormire e di non poter stare sveglio con il fidanzato, ma era grato con Louis per essersi offerto.
“Qualsiasi cosa per te, Li,” aveva ribattuto lui.

“Ehm,” Louis torse le labbra nel presente, cercando di pensare ad un altro momento da poter usare. Aveva già vacillato un sacco tra il lato buono e quello cattivo di Liam, non voleva riportare a galla un ricordo che probabilmente non era bello per il più piccolo.
“Lo so, anch’io ne ho tanti da contare,” disse Liam con un risatina.
“Oh, già,” Louis finse di ridere. “Troppi bei momenti, non riesco a sceglierne uno,” concordò.
La conversazione morì lì, ma il silenzio creatosi mentre guardavano le nuvole spostarsi era piacevole; Liam sentì un brivido percorrergli il corpo quando il sole iniziò a calare e si avvicinò a Louis.
Il più grande gli lasciò la mano e gli mise il braccio attorno al corpo, coccolandolo. “Hai freddo, Li?”
Liam annuì e appoggiò la testa sul suo petto. “È così che dovrebbe essere?” chiese in un sussurro.
Louis capì cosa gli stava domandando e si sentì un po’ in colpa, ma non così tanto rispetto al sollievo che provava nel rendersi conto che il suo piano stava funzionando. “Sì, è così che una relazione dovrebbe essere, Li,” disse semplicemente.
Liam sospirò e alzò la testa per guardare Louis, la tristezza in volto. “Mi baceresti?” sussurrò.
Il più grande annuì lentamente e si portò Liam più vicino prima di premere cautamente le labbra su quelle del più giovane. Erano umide e calde e il bacio sprigionò in Louis un calore dalla testa fino alle dita dei piedi. Non sapeva cosa si era aspettato da un bacio con Liam, ma questo andava ben aldilà di quello avrebbe mai potuto immaginare. Era dolce e gentile e non avrebbe mai voluto interrompere quel contatto con lui.
Ma si ruppe quando Louis sentì qualcosa di bagnato raggiungere le sue labbra; si allontanò dal bacio e se le leccò, percependo un sapore salato. “Li?” la sua voce tremò quando guardò il volto di Liam segnato dalle lacrime.
“Mi dispiace,” Liam singhiozzò e si lasciò cadere di nuovo contro Louis, nascondendo il viso nella sua maglietta.
“Perché piangi?” gli chiese.
Liam scosse semplicemente la testa, non volendo rispondere. “Possiamo andare a casa?” piagnucolò.
“Certo,” Louis annuì e si sedette, le braccia ad avvolgere il corpo tremante del più piccolo. Riuscì a rimettere tutto dentro il cestino e tenne un braccio attorno a Liam mentre fecero il cammino al contrario per tornare a casa. Louis poté solo immaginare la miriade di pensieri che si affollavano nella testa dell’altro e non era sicuro di volerli conoscere. Ovviamente non era arrabbiato con il più grande per il bacio… glielo aveva chiesto lui, in più gli si era stretto addosso come se potesse sparire da un momento all’altro.
L’unica conclusione a cui era arrivato Louis era che Liam si sentiva in colpa e ciò faceva sentire in colpa anche il più grande. Non voleva far stare male il più piccolo ancora di più, non era quello il suo piano: voleva solo che Liam fosse felice di nuovo.


~


Liam sorrise, rilasciando un gemito tranquillo. Stava bene dov’era, al limite tra l’essere sveglio e il non esserlo ancora completamente; sentì gli arti riprendere lentamente sensibilità dopo essere stati fermi per tanto tempo e un formicolio lungo le dita dei piedi.
“Liam.”
La voce era più che altro un sussurro, persino molto più basso mentre continuò a svegliarsi. Percepì delle dita familiari scorrere tra i suoi capelli, ma questo gli faceva venire ancora più voglia di tornare a dormire. Le mani si spostarono dai capelli alle braccia, accarezzando gentilmente i piccoli muscoli e prendendogli poi la mano. Sentì le lunghe dita allacciarsi con le proprie e Liam sorrise di nuovo.
“Liam,” la voce sussurrò di nuovo e poi un paio di calde labbra si appoggiarono contro le sue guance; queste continuarono a muoversi fino alla mandibola: i baci erano gentili e dolci.
Gli occhi di Liam si mossero sotto le palpebre prima che li aprisse per vedere la faccia di chi lo stava coccolando.
Harry lo stava sovrastando, sorridendo. “Ehi,” disse dolcemente.
Liam spalancò gli occhi e sentì il cuore in gola.
“Sorpresa,” continuò l’altro con tono gentile: un tono di voce che ricordò a Liam i loro giorni migliori.
“H-Harry?” Liam sussultò leggermente, sbattendo velocemente le palpebre quando la massa scura di capelli ricci gli sfiorò il mento.
Il più piccolo baciò dolcemente la voglia sul suo collo prima di rialzare la testa. “Sì, piccolo, sono tornato a casa prima,” disse, sciogliendo la presa dalle sue dita e appoggiando le mani sul volto del fidanzato. “Mi sei mancato,” gli spiegò, la sua voce profonda tornata al suo livello normale.
“Davvero?” la voce di Liam non uscì più forte di un sussurro; sperava che Harry non sentisse quanto forte il suo cuore stava battendo. Prima di tutto, non si aspettava il più piccolo a casa prima di un’altra settimana. Secondo, questo Harry non era quello che si era aspettato, soprattutto basandosi sull’ultima telefonata. Pensava che sarebbe tornato a casa e che avrebbe dato di matto con Liam per una delle mille ragioni a cui Harry avrebbe fatto appello.
“Sì, riuscivo a malapena a dormire nel mio letto senza di te al mio fianco,” continuò Harry lentamente, facendo scorrere le dita tra i capelli di Liam. “Vedo che ti sono mancato anch’io,” disse e fece cenno con la testa all’altra mano del fidanzato.
Liam abbassò lo sguardo e si rese conto di star stringendo il cuscino di Harry contro il fianco. “Ma come…?” cominciò piano, ma poi si fermò, sorridendo ad Harry. “Penso di sì,” disse. Non volle chiedere ad alta voce come fosse finito nel proprio letto; avrebbe giurato di essersi addormentato nel letto di Louis con lui la notte scorsa. Ma ora era nel suo, aggrappato al cuscino di Harry con quest’ultimo che ancora giocava con i suoi capelli e che gli sorrideva amorevolmente.
“Cos’hai fatto da quando sono andato via? Devi esserti sentito solo,” chiese il più giovane, le dita che scorrevano sul livido sbiadito sulla mandibola di Liam.
“C’era Louis,” rispose, ma si irrigidì di nuovo come se Harry stesse per colpirlo.
In effetti, il suo viso cambiò espressione, ma non c’era rabbia, c’era solo gelosia. Gelosia controllata per fortuna, Harry fece un respiro profondo. “Giusto, c’era lui,” disse in tono calmo. “Non è in casa, quindi deve essersi stufato della tua compagnia,” continuò con una risata fredda prima di rannicchiarsi di nuovo contro Liam.
Il ragazzo strinse forte la mascella e dovette trattenersi dal commentare quello che il fidanzato aveva appena detto. Si chiese comunque dove fosse andato Louis. “Ehm, forse,” rispose, sforzandosi di sorridere. Spostò le braccia intorno ad Harry e iniziò a sedersi.
“Aspetta, cosa fai?” gli chiese il più piccolo, mettendo il broncio.
“Mi alzo,” affermò, confuso.
“Ma sono appena tornato a casa…” Harry gli lanciò uno sguardo che doveva fargli capire cosa voleva.
“Harry,” Liam sospirò profondamente e il cuore iniziò a pompare velocemente dalla paura. Di solito, quando il più piccolo diceva 'Sono appena tornato a casa', significava che voleva fare sesso con il fidanzato e Liam non era pronto.
“No, non voglio fare sesso ora, Liam, possiamo farlo dopo,” disse Harry sorridendo e dando dei colpetti sulla guancia dell’altro. “Cioè, sono appena sceso da un volo notturno e non ho dormito niente,” spiegò. “Volevo che mi coccolassi finché non recuperavo un po’ di sonno.”
“Oh,” disse Liam, visibilmente rilassato. Non era pronto a vedere Harry ritornare ai suoi vecchi modi con Liam, ma era sorpreso di come il più piccolo sembrava scegliere le parole con estrema cautela. “Rimango sdraiato qui con te finché non ti addormenti?” suggerì.
“Grazie,” Harry lo baciò come si deve per la prima volta da quando era tornato.
Liam lo ricambiò, ma non chiuse gli occhi. Sentì il cuore battere forte, facendogli venire le vertigini nonostante fosse seduto. Il bacio di Harry gli fece sentire le scintille, come un fulmine che correva lungo tutta la schiena, quasi doloroso, ma lasciò un dolce formicolio in tutto il corpo. Era da mesi che Harry non lo baciava così.
“Tutto okay?” domandò il più piccolo.
“Sì,” rispose Liam, sorridendo genuinamente al fidanzato. “Sto bene,” disse, per poi iniziare a coccolare Harry sul letto.
“Bene,” Harry appoggiò la testa sul suo petto. “Cantami qualcosa,” gli chiese e Liam lo fece e cantò Same Mistakes coccolando il fidanzato per farlo addormentare. Quando il respiro di Harry si regolarizzò, sentì gli occhi chiudersi.



̶



Louis spense la radio quando entrò nel vialone che portava a casa. La voce, che per tutto il tempo aveva cantato canzoni dei Beatles, gli morì in gola quando riconobbe l’auto di Harry parcheggiata fuori dal garage. “No,” disse senza fiato, mettendosi dietro quest’ultima e spegnendo il motore. Il latte e le uova appena comprati rimasero dimenticati sul sedile del passeggero e Louis si lanciò verso casa. “Andiamo!” ringhiò digitando il codice di sicurezza che gli avrebbe permesso di aprire la porta.
“Liam!” urlò, con la sola paura di trovare il suo migliore amico e amore segreto morto o quasi con quel sadico di Harry in piedi sopra di lui, ricoperto di sangue. Era stato via solo per mezz’ora per prendere quelle stupide uova e il latte per la colazione e in quel poco tempo Harry era ritornato a casa. Louis non sarebbe riuscito a perdonarsi se fosse successo qualcosa a Liam.
“Liam!” urlò di nuovo, una volta entrato in casa. Si guardò attorno mentre correva verso le scale e stava per gridare di nuovo il nome dell’amico quando lo scorse in cima ad esse.
“Zitto, lo sveglierai!” sibilò Liam, scendendo le scale velocemente cercando di non fare rumore, trovandosi davanti a Louis a metà strada.
“Zitto?! Io?! Cazzo no! Ho intenzione di svegliarlo e di dirgli di uscire immediatamente da qui!” esclamò il più grande.
“Lou, zitto, per favore,” lo pregò, cercando in tutti i modi di nascondere le lacrime.
Louis si zittì quando si rese conto di quanto Liam sembrasse spaventato. “Ti ha fatto del male?” domandò, con un tono di voce dolce.
Liam scosse la testa e lanciò un’occhiata dietro di sé, prima di prendere la mano del più grande e portarlo giù dalle scale.
“Li, ti prego, dimmi se ti ha fatto qualcosa,” chiese Louis. Il solo motivo per cui non era al piano di sopra a prendere a pugni la faccia di Harry era che Liam sembrava avere davvero bisogno di lui.
“Non ha fatto niente,” rispose il più giovane, lasciando andare la mano di Louis una volta arrivati in cucina. Si voltò per guardarlo, cercando sempre di trattenere le lacrime. “Mi sono svegliato ed era lì a coccolarmi e a dirmi quanto gli fossi mancato,” spiegò. “Sembrava che i mesi passati non ci fossero mai stati,” continuò alzando leggermente le spalle.
“Ma è successo, Li,” disse Louis, il tono di voce più severo di quanto volesse, ma continuò comunque. “Ti ha fatto del male e continuerà a farlo se glielo permetterai.”
“Non glielo permetterò,” ribatté Liam. “In più, penso che visitare la sua famiglia lo abbia davvero cambiato,” disse, credendo a tutto quello che diceva. “Ha detto che riusciva a malapena a dormire senza di me al suo fianco,” un piccolo sorriso spuntò sulle sue labbra, facendo aggrottare profondamente le sopracciglia al più grande.
“Ma, e te? Cosa ti hanno fatto questi due giorni?” chiese Louis, sentendo solo che si stava preparando a farsi spezzare il cuore. Fissò Liam, volendo ma temendo di sentire la verità.
Il più giovane lo guardò negli occhi e il sorriso sparì.
Louis deglutì. “Anche tu ti sei reso conto di riuscire a malapena a dormire senza di lui? Che io che ti abbracciavo quando piangevi fino ad addormentarti non ha significato niente? Che il nostro bacio non ha significato niente?” Il ragazzo si sforzò di spostare lo sguardo lontano dal più piccolo e gli scappò un singhiozzo.
Quando Louis alzò di nuovo lo sguardo, vide le lacrime rotolare giù sul volto di Liam. Prese un profondo respiro, capendo che il più piccolo non aveva intenzione di dire niente, o non poteva, non ne era sicuro. “Una volta mi hai detto che quando Harry ti baciava sentivi le scintille,” disse, la voce tremava mentre parlava. “Cos’hai sentito quando hai baciato me?”
Liam spostò lo sguardo, fissando il pavimento mentre si sfregava gli occhi e il naso. “Non ho sentito le scintille,” rispose, la voce rotta. “Non ho sentito niente,” disse e corse via dalla cucina.
Louis rimase da solo, il cuore squarciato in due.






.Angolo "Traduttrice".
Salve gente!! Finalmente sono riuscita a pubblicare anche il quarto capitolo!! Mi faccio i complimenti da sola!!
Cooomunqueee, in questo capitolo ci sono momenti che fanno sciogliere il cuore e altri in cui... boh, ci si vorrebbe arrabbiare con Liam? Tipo, alla fine? NO, vi prego, non fatelo! Non arrabbiatevi con lui, povero cucciolo!
E a proposito del finale, vi sarà tutto più chiaro nel prossimo capitolo che vi anticipo, sarà molto carico rispetto a quelli precedenti (oltre ad essere anche il più lungo!!): quindi, preparatevi!!
Detto ciò, vi ricordo che questa è una traduzione e che potrete trovare l'originale su AO3, dove, tra l'altro, potrete contattare l'autrice, Dassy1407 e nel caso, potete farlo anche su tumblr (il nome è lo stesso!)
Quindi, ora vi saluto e ringrazio, come al solito, tutti quelli che leggono e che seguono la storia!!
Lots of love,
Niomi

   
 
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