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Autore: Placebogirl_Black Stones    24/05/2016    4 recensioni
Stava quasi per raggiungerlo quando un rumore proveniente dalla cucina attirò la sua attenzione, facendola sussultare. Un suono metallico, simile a quello delle pentole o degli utensili da cucina quando si urtano fra loro o cadono a terra. Si avvicinò lentamente all’entrata della cucina, curiosa di sapere cosa fosse stato. Non avevano gatti o altri animali domestici che saltassero da una parte all’altra facendo cadere gli oggetti, ed era decisamente un orario insolito perché un ladro fosse entrato nell’appartamento. A rigor di logica, l’unico che poteva aver causato quel rumore era Shuichi. La domanda, dunque, era: cosa stava facendo in cucina con delle pentole alle nove del mattino del loro giorno libero?
** Fanfiction partecipante alla Detective Conan Week indetta dai fans su Tumblr **
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jodie Starling, Shuichi Akai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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UNESPECTED BREAKFAST
 
Mugolò un paio di volte prima di aprire lentamente gli occhi, muovendosi sotto le lenzuola e tastando il cuscino sul lato opposto del letto con il braccio teso. Alzò di poco la testa dal cuscino, gli occhi ancora gonfi per il sonno, scoprendo il perché non riusciva a sentire il corpo del compagno ma solo il materasso vuoto e il lenzuolo spostato: Shuichi non era lì con lei. La cosa non la stupì più di tanto, ormai si era abituata al fatto che non dormisse molto, anche quando gli capitava di fare le ore piccole. Più che farsi lunghe dormite, Shuichi faceva dei pisolini. Dopo una notte passata a fare l’amore come quella, lei sentiva il bisogno di dormire almeno dieci ore, mentre lui si svegliava di primo mattino come se fosse andato a letto alle nove.
Coprendosi il seno e il corpo nudo con il lenzuolo, sollevò il busto per guardare fuori dalla portafinestra che dava sul balcone, cercando di scorgere la sua sagoma dietro le tende rosa cipria: sapeva che il compagno amava godersi il fresco del mattino fumando una sigaretta. Eppure, non lo vide nemmeno lì. Forse aveva già fumato la sigaretta ed era andato a farsi una doccia. In quel caso le sarebbe spiaciuto non poco, dal momento che sapeva quanto le piacesse fare il bagno o la doccia insieme.
Fece scorrere gli occhi sul pavimento della camera da letto, cercando qualcosa da mettersi fra i loro vestiti ancora sparsi dalla notte precedente. Individuò accanto a sé la sua biancheria intima, e dopo averla indossata si alzò dal letto per recuperare dal lato opposto la maglietta bianca a maniche corte che Shuichi usava quando andava a dormire. A lei stava decisamente larga, perciò poteva ritenersi sufficientemente coperta. Si passò una mano tra i capelli, cercando di sistemarli un minimo per non presentarsi davanti al suo fidanzato con un aspetto arruffato oltre agli occhi assonnati, per poi dirigersi verso il bagno.
Stava quasi per raggiungerlo quando un rumore proveniente dalla cucina attirò la sua attenzione, facendola sussultare. Un suono metallico, simile a quello delle pentole o degli utensili da cucina quando si urtano fra loro o cadono a terra. Si avvicinò lentamente all’entrata della cucina, curiosa di sapere cosa fosse stato. Non avevano gatti o altri animali domestici che saltassero  da una parte all’altra facendo cadere gli oggetti, ed era decisamente un orario insolito perché un ladro fosse entrato nell’appartamento. A rigor di logica, l’unico che poteva aver causato quel rumore era Shuichi. La domanda, dunque, era: cosa stava facendo in cucina con delle pentole alle nove del mattino del loro giorno libero?
Quando raggiunse lo stipite dell’entrata, quello che vide la sorprese non poco. Il suo fidanzato, con indosso solo i pantaloni e a torso nudo, si stava destreggiando tra pentole, fornelli e utensili da cucina, intento a preparare una colazione degna di tale nome. Sul tavolo poco distante c’era un vassoio con un bicchiere di succo d’arancia e un piatto vuoto che attendeva di essere riempito. Non poté fare a meno di lasciarsi andare ad un sorriso radioso: sapeva bene che Shuichi non mangiava mai nulla per colazione, si limitava a bere uno dei suoi tanti caffè neri caldi della giornata; perciò quello che stava cucinando era sicuramente destinato a lei.
Si appoggiò con la schiena al muro, continuando ad ammirare quell’uomo che amava con tutta se stessa. Era bello, bellissimo con quei capelli ribelli ma finalmente liberi da quel berretto di lana che portava sempre, senza contare che il suo fisico atletico messo in mostra dall’assenza di una maglia aveva un certo effetto su di lei. Ciò che la lasciava davvero estasiata in quel momento, però, era il fatto che il suo compagno si era alzato per prepararle la colazione, nonostante potesse approfittarne per stare ancora a letto a riposarsi. Shuichi non era uno che dispensava gesti affettuosi o dimostrazioni d’amore, perciò quando lo faceva per lei era come se le stesse dando tutto quello che poteva, tutto se stesso.
Restò a guardarlo fino a quando, girandosi per mettere finalmente nel piatto quello che aveva preparato, non si accorse di lei. Si fermò con la padella in una mano e una paletta per dolci nell’altra, fissandola sorpreso.
 
- Sei già sveglia?- le chiese, conoscendo quanto amasse restare a letto fino a tardi quando poteva.
- Non ti ho trovato accanto a me e così ho pensato che fossi andato a fare la doccia, ma mentre stavo raggiungendo il bagno ho sentito dei rumori in cucina e sono venuta a vedere- sorrise, restando ferma a guardarlo come solo una donna innamorata sa fare.
- Volevo portarti la colazione in camera, ma purtroppo mi è scivolata la padella e a quanto pare ho attirato troppo l’attenzione rovinando la sorpresa…Pazienza, vorrà dire che la prossima volta starò più attento-
 
Amava questo suo lato così pacato, che gli permetteva di sorridere dei suoi piccoli errori. Lei al posto suo sarebbe rimasta delusa se la sua sorpresa si fosse rovinata, mentre lui stava sorridendo di quella padella caduta. Sembrava addirittura divertito da quella situazione, e per lei vederlo felice era la cosa più importante.
 
- Non hai rovinato nulla- lo rassicurò, avvicinandosi a lui - Non credevo ai miei occhi quando sono arrivata qui!-
- Meglio così allora-
 
Con l’aiuto della paletta spostò finalmente dalla padella al piatto ciò che aveva preparato per lei: un soffice e all’apparenza delizioso pancake.
 
- Shu…ma lo hai fatto davvero tu?!- chiese incredula, anche se la risposta era piuttosto ovvia.
- Vedi qualcun altro qui?- ironizzò, andando a posare padella e paletta e prendendo una ciotola che aveva lasciato in disparte sul ripiano della cucina.
- E quello cos’è?- allungò il collo nel tentativo di sbirciare, curiosa.
 
Shuichi non rispose, si limitò a prendere con un cucchiaio il contenuto della ciotola, una salsa rossa simile a una glassa, e a distribuirla omogeneamente sulla superficie del pancake.
 
- Salsa ai frutti di bosco- disse infine, quando ebbe completato il lavoro.
 
Si concesse qualche secondo per ammirare quello che il compagno aveva fatto per lei con tanta cura, segno di quanto fosse importante per lui quel gesto. Gli era difficile dirle a parole “ti amo”, così usava gesti come quello per farglielo capire.
Sentì gli occhi pizzicare e inumidirsi: aveva voglia di piangere dalla gioia ma si trattenne, non volendo rovinare l’atmosfera beccandosi un rimprovero da lui. Così, per esternare quell’esplosione di emozioni che sentiva dentro, si slanciò verso di lui e lo abbracciò forte, baciandolo sulle labbra con foga. Lo aveva decisamente colto alla sprovvista, visto che gli ci vollero alcuni secondi per ricambiare sia l’abbraccio che il bacio.
Quando sentì il bisogno di aria staccò le labbra da quelle di lui, ma tenne le braccia intorno al suo collo, non potendo fare a meno di un contatto fisico. Lo fissò intensamente, cercando di usare i suoi occhi azzurri per fargli capire quanto lo amasse e desiderasse.
 
- Grazie- pronunciò quasi sussurrando.
- Aspetta di assaggiarlo prima di ringraziarmi, non garantisco che sia buono quanto bello da vedere- sorrise.
- Io sono sicura che sarà buonissimo- soffiò sulle sue labbra, baciandolo nuovamente.
- Mi sembri più intenzionata a fare altro che a mangiare il pancake- ironizzò, ma al tempo stesso assecondandola e facendo scorrere lentamente una mano lungo la sua coscia, sollevandole la maglietta e mettendo in mostra le sue mutandine - Non ti è bastata la scorsa notte?-
- Mmmh…- finse di pensarci su - In effetti hai ragione- annuì, spostando la sua mano e allontanandosi da lui - Mi sono un po’ stancata di te, penso che mangerò il pancake!-
 
Prese posto al tavolo, sedendosi davanti al vassoio e lanciandogli un’occhiata maliziosa, sorridendogli furbetta. Gli piaceva vendicarsi delle sue prese in giro, ogni tanto.
Dal canto suo, Shuichi sembrò apprezzare, ricambiando il sorriso.
 
- Mi fai compagnia?- lo invitò a sedersi di fronte a lei.
 
Senza aggiungere altro, il compagno si versò una tazza di caffè nero ancora caldo che aveva preparato in precedenza, prendendo posto anche lui al tavolo.
Si apprestò a tagliare il primo boccone di quel meraviglioso pancake, per poi assaggiarlo gustandolo attentamente. Forse l’espressione sul suo volto stava già dicendo tutto, ma si sentì in dovere di far sapere al fidanzato cosa pensasse delle sue doti culinarie.
 
- È delizioso Shu!- esclamò entusiasta - Ti sei davvero superato!-
- Se mi stanco di fare l’agente dell’FBI potrei mettermi a fare il cuoco, che dici?- ci scherzò su.
- Il mio cuoco personale!- gli fece l’occhiolino - Così potrai farmi i pancake ogni volta che voglio!-
 
Lo vide assumere quell’espressione che faceva sempre quando stava riflettendo su qualcosa. Sperò che non stesse sul serio pensando a lasciare l’FBI per mettersi a cucinare, ma se lo conosceva bene poteva affermare con certezza che non avrebbe mai rinunciato al suo ruolo di agente. Amava troppo il suo lavoro. Probabilmente voleva solo scherzare come aveva fatto lei prima, fingendo di pensare seriamente a qualcosa di cui conosceva già la risposta. In fondo anche a lui piaceva prenderla in giro, forse anche più di quanto non piacesse a lei.
 
- Non credo sia possibile- scosse la testa, non riuscendo però a trattenere un sorrisetto ironico - Mi sono un po’ stancato di te, quindi penso che cucinerò per qualcun altro-
 
Ridacchiò divertita, tornando poi a gustare la sua colazione. Sarebbe stata una giornata perfetta, decisamente.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
Lo so, lo so, lo so che devo ancora scrivere il quinto capitolo di Tomorrow, ma mi ero scordata che c’era la Detective Conan Week su Tumblr e così ho dovuto preparare il materiale per quella. Dal momento che nessuno dei prompt della settimana poteva rispecchiare i contenuti del capitolo 5, ho dovuto scrivere una nuova one shot mettendolo da parte. Spero che vi sia piaciuta e vi prometto che appena finita la week mi metto sotto col capitolo 5!
Grazie come sempre a chiunque leggerà! <3
Bacioni
Place
   
 
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