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Autore: danyazzurra    24/05/2016    10 recensioni
Lily non sa più chi è...Lily non sa più niente della sua vita precedente... Lily crede di essere una semplice Babbana con una vita normalissima... ma scoprirà che non è così semplice, anzi, niente è semplice nella sua vita e con la sua riscoperta arriverà anche una vecchia minaccia a bussare alla sua porta e a quella di chi le vuole bene!! è una Lily / Scorpius che mi è balzata in testa...spero che leggerete e recensirete !!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Scorpius entrò nella stanza continuando a tenere gli occhi fissi su Lily.
Aveva paura di come avrebbe potuto trovare il padre.
Lily gli sorrise incoraggiante e lui finalmente staccò gli occhi da lei e si voltò verso Draco: il colorito, sempre pallido di suo padre, aveva assunto la stessa tonalità del cuscino sul quale posava la testa; le braccia fuoriuscivano dal lenzuolo ed erano poggiate sul materasso con le mani racchiuse in due pugni; gli occhi erano socchiusi e continuavano a sfarfallare come se stesse per aprirli.
Scorpius si sentì cedere.
Tutto quello che aveva fatto per mostrarsi coraggioso e per tenersi su per suo figlio e per sua madre stava crollando.
Il castello che si era costruito si stava sfaldando.
Scosse la testa e fece qualche passo indietro fino a trovare il muro con le spalle, poi vi si appoggiò contro e si prese il viso tra le mani.
Non vi erano dubbi, suo padre stava morendo e le ultime parole che aveva udito da lui erano state parole di odio, mentre adesso non riusciva a fare a meno di pensare a quanto suo padre lo avesse amato.
 
“E’ impossibile” sentenziò Scorpius sedendosi sul divano vicino a suo padre.
“Non riuscirò mai a farmi apprezzare da Bailey… quel bambino mi odia”.
Draco scosse la testa con un sorriso “i tuoi sono solo dubbi da padre. Bailey non ti odia”.
Scorpius sospirò “sì che lo fa” disse con voce rassegnata “e non negare…tu sei riuscito a portarlo fuori a bere una Burrobirra e con me non riesce neanche a parlare senza farsi prendere dalla rabbia”.
“Scorp”.
“Per favore, papà… merito la verità”
Draco guardò gli occhi imploranti di suo figlio e gli sorrise confortante.
“Neanche io sono mai stato padre prima di avere te, sai?” gli disse, poi alzò una mano prima che Scorpius potesse protestare.
“E prima che tu dica che è diverso perché tu lo sei diventato dall’oggi al domani sappi che per tutti è così. Anche quando viviamo la gravidanza diventi padre solo al momento in cui vedi quell’esserino che ti fissa e per te lui diventa tutto”.
Scorpius sorrise leggermente imbarazzato. Sapeva che stava parlando di lui.
“Puoi anche essere stato la persona peggiore del mondo, ma ti dici che in qualche modo il Karma deve averti premiato per permetterti di tenere tra la braccia la creaturina più perfetta dell’universo…e che è solo tua”.
La voce piena di nostalgia di suo padre lo riempì di un misto tra rimpianto e felicità.
Avrebbe voluto poter tenere il suo bambino tra le braccia.
“Io ho perso il momento in cui potevo stringerlo…”
 “Non dirlo neanche. Diventare padre non è solo cambiare pannolini o essere lì quando tuo figlio fa i primi passi, essere padre è crescerlo, impedire che tuo figlio faccia i tuoi errori, fargli capire le cose davvero importanti… farlo diventare come te o meglio di te”.
Scorpius guardò gli occhi di suo padre che brillavano di lacrime represse.
 “Vorresti dire che sei orgoglioso di me? Anche dopo come ti ho trattato ieri? Anche dopo tutto quello che vi ho fatto passare dalla scomparsa di Lily? Anche…”
“Sarò sempre orgoglioso di te” lo interruppe Draco e si specchiò in quegli occhi uguali ai suoi “sempre” ribadì.
“E smettila di disperarti perché Bailey ti odia… qualunque figlio passa il periodo di odio del genitore… benvenuto nel mondo dei padri” scherzò riuscendo a farlo sentire più leggero.
 
Qualsiasi figlio passa il periodo di odio, ma suo padre si riferiva all’adolescenza, al momento dell’immaturità come era successo a Bailey e a lui prima ancora, ma sicuramente non avrebbe mai pensato di dovercene fare i conti adesso.
Sentì il cuore stringersi al pensiero di quello che doveva aver provato suo padre.
Quando Bailey gli aveva detto quelle cose era rimasto ferito anche se aveva potuto dar colpa al fatto che suo figlio fosse solo un ragazzino di undici anni e che probabilmente non sapeva neanche quello di cui parlava.
E invece suo padre? A cosa poteva dare la colpa per cercare di non affogare nel dolore?
Alla stupidità di suo figlio? Al fatto che Scorpius si fosse lasciato trasportare dalla rabbia?
Sperò tanto che lui lo sapesse e che lo conoscesse abbastanza da andare oltre a quello che gli aveva detto.
Sempre se si fosse svegliato, sempre se fosse tornato da lui.
Scosse la testa come a volersi scrollare qualcosa di dosso e si rese conto di essere rimasto solo, Lily era uscita dalla stanza.
Come al solito era riuscita a capire cosa fare e quando farla.
Lo aveva accompagnato all’interno, ma, sicuramente, quando lui era scoppiato a piangere come un bambino lei se ne era andata.
Sembrava che lo conoscesse pur non conoscendolo. Lo impressionava ogni giorno di più.
“Papà” disse sedendosi sulla sedia accanto al suo letto.
“Papà, per favore svegliati… torna da me, ho fatto un gran casino e non riuscirò mai a perdonarmi né riuscirà a farlo Bailey se non tornerai… per favore, per favore…”
Non sapeva se poteva sentirlo, ma sperava ardentemente di sì.
Sperava che lo sentisse chiamarlo papà perchè conosceva benissimo la potenza di quella parola nel cuore di un uomo.
 
***
 
Micheal entrò dentro la stanza e strizzò gli occhi acutizzando la vista, era impressionante l’oscurità che regnava lì dentro.
Era tutto studiato nei minimi particolari per essere ancora più terrificante.
Nonostante tutto, camminò ancora con passo sicuro, non avrebbe mai fatto niente che potesse dimostrare quanto, a volte, quell’uomo riuscisse ad incutergli timore.
Il Supremo si nutriva di paura ed era anche per quello che riusciva a soggiogare le persone o legarle al suo volere, ma lui non gli avrebbe mai dato quel potere anche su di lui.
Si fermò davanti a quello che, a tutti gli effetti, sembrava proprio un trono. Era fatto di metallo e aveva delle piccole protuberanze sulla cima che lo rendevano piuttosto riconoscibile.
Si inginocchiò e alzò gli occhi sull’uomo che lo stava studiando senza dire neanche una parola.
Era felice di aver imparato l’Occlumanzia, gli era sempre servita per proteggersi dal Supremo, gli era sempre servita per nascondere quello che faceva con la Potter.
“Alzati, Micheal” ordinò il Supremo con voce fredda e lui si alzò pur restando fermo e immobile, attento a non fraintendere alcun ordine.
L’uomo incrociò le braccia dietro la schiena e scese gli scalini che li separavano, Micheal ebbe come l’impressione che volesse quasi cercare di non mostrarsi minaccioso, quasi come se volesse essere creduto inoffensivo in quel momento, ma Micheal non avrebbe mai fatto l’errore di sottovalutarlo.
Lo conosceva troppo bene.
Era cresciuto a fianco di quell’uomo.
“Ti starai chiedendo perché ti ho chiesto di venire da me e perché da solo”.
Micheal si chiese se fosse davvero una domanda, ma non fece in tempo a rispondere perché l’uomo riprese immediatamente: “Voglio che tu uccida tuo padre” ordinò diretto.
Micheal indietreggiò automaticamente di un passo, come le parole gli penetrarono nel cervello.
Sperò di aver capito male mentre il volto di suo padre gli sovveniva davanti agli occhi come un macabro promemoria.
Il volto del Supremo si aprì in un sorriso e Micheal ne fu disgustato, ma non poté battere ciglio.
“Lo farai, Micheal?” lo provocò confermandogli che aveva davvero capito bene.
“Perché?” chiese in un sussurro.
Sapeva che non era una risposta e sapeva anche che questo poteva costargli una punizione molto dolorosa, ma aveva bisogno di sapere perché il Supremo voleva il suo braccio destro morto.
Fortunatamente l’uomo non sembrò turbato e non pensò neanche a punire Micheal, anzi, si avvicinò a lui di un altro passo.
“E’ arrivato il momento che tuo padre vada in pensione”.
Micheal strinse la mascella, ma restò in silenzio.
“Si è fatto scoprire ed io non posso rischiare che arrivino a me o a mio fratello”.
Micheal cercò di restare con un’espressione facciale immutata, ma era quasi impressionato dal fatto che il Supremo nominasse suo fratello.
Ricordava a malapena quello che successe quando l’altro arrivò al castello.
 
“Sei libero, fratello”.
Il Supremo diede affettuosamente una pacca sulla schiena dell’altro uomo.
Micheal aveva solo dieci anni e il fratello del Supremo gli faceva quasi più paura del Supremo stesso.
Aveva il volto scarno e l’espressione folle, sembrava che il suo viso fosse congelato in una sorta di sorriso perenne.
Ma non era un vero sorriso, non aveva niente di quello che a volte solcava il volto del suo papà o anche del Supremo stesso.
Era un sorriso che sapeva di pazzia interiore, che sapeva di consapevolezza.
“Non sono libero” affermò l’uomo “sarò libero quando le voci nella mia testa si saranno placate” continuò e per un attimo gli occhi del Supremo si offuscarono.
“Non temere, ho già pensato a come risolvere tutto questo, ho già in mente il Guaritore giusto” lo rassicurò.
L’uomo si premette le mani sulle tempie come se volesse estirparle da solo e annuì continuando a guardare gli occhi del fratello.
“Perché sono qua?” chiese e il Supremo sorrise mettendogli le mani sulle spalle.
“Siamo fratelli” gli disse semplicemente, “io ti aiuterò e poi tu mi aiuterai con la mia vendetta” continuò, poi si voltò verso il padre di Micheal “Nott, prepara la pozione di sollievo per mio fratello… intanto noi faremo una chiacchierata”.
Il Supremo fece per allontanarsi, ma suo fratello lo afferrò per un polso.
“Arriva al dunque. Chi vuoi uccidere?” gli domandò e Micheal rimase affascinato di come, nonostante la sua voce fosse affaticata, riuscisse ad essere sicuro e determinato.
Il Supremo sorrise, “Ginny Weasley” affermò.
 
E così fu. Non c’era nessuno migliore del fratello del Supremo a spezzare gli incantesimi di protezione, non per nulla anche il Signore Oscuro in persona si avvaleva di lui e, quando finì ad Azkaban, fu un grave indebolimento nelle file di Voldemort.
Farlo fuggire da Azkaban invece non fu affatto difficile e Micheal ancora si chiedeva come avesse fatto, anche se sospettava che suo padre lo sapesse e che fosse uno dei motivi per i quali il Supremo volesse Theodore Nott morto.
Non vedeva il fratello del Supremo da anni però, e tra le file dei seguaci si mormorava che nessuno fosse riuscito a fare nulla per le sue voci e che l’uomo fosse definitivamente impazzito.
Non era certo una domanda che però poteva fare al Supremo per cui cercò di ragionare e cercare una domanda coerente.
“Pensate che mio padre possa avervi tradito?” domandò e il Supremo sorrise “oh no, mi sono assicurato la sua lealtà tanti anni fa… tuo padre non mi tradirebbe mai”.
“Ma allora…”
“Ma, allora, direi che mi sembra chiaro che il problema non è il suo tradimento. Il problema è che ormai sanno di lui”.
Sanno di lui? Chi sapeva di lui e come?
“Draco Malfoy” rispose alla sua domanda implicita e Micheal si chiese se non gliel’avesse letta nella mente nel momento del suo massimo stupore e si affrettò ad alzare nuovamente una barriera difensiva.
Il Supremo si limitò a ghignare.
“Anni fa tuo padre è stato salvato da Draco Malfoy” lo informò e Micheal inarcò le sopracciglia. Suo padre non gliel’aveva mai raccontato.
“Fu durante la seconda guerra magica, ma questo non è importante… l’importante è che tuo padre è stato sempre troppo sentimentale ed ha provato a portare Draco Malfoy dalla nostra parte”.
Micheal stava cercando di capire dove volesse arrivare, ma non era facile quando le uniche parole che gli tornavano sempre in mente era uccidi tuo padre.
Uccidi tuo padre e poi? Che persona sarebbe diventata?
Sarebbe stato davvero il mostro che Lily Potter lo accusava di essere? Non avrebbe mai più potuto guardare Molly negli occhi, sempre ammesso che fosse riuscito a far ricordare qualcosa a quella maledetta della Potter.
“Draco Malfoy gli disse che non lo avrebbe mai fatto e lui lo minacciò, gli disse che se avesse parlato Scorpius sarebbe morto… peccato che ultimamente Draco abbia capito che nessun Malfoy può morire”.
“Cosa? e Perché?”
Micheal abbassò la testa quando vide gli occhi del Supremo lampeggiare. Sapeva che stava rischiando di essere ucciso sul posto.
Ma se il Supremo non l’aveva già fatto forse c’era un motivo, qualcosa di più forte.
“Pensi che ti dovrebbe interessare, Micheal?” lo provocò e lui si assicurò di tenere gli occhi bassi.
La paura di fargli leggere quello che pensava realmente era troppo forte.
“Alza la testa, Nott. Non ti maledirò”.
Il Supremo giocherellò con la bacchetta, soppesandola e voltandola più volte.
“Il fatto è che io ho preso molte precauzioni per me e per mio fratello, ma adesso che i nostri cavalieri dall’armatura scintillante conoscono il nome di tuo padre, non ci metteranno molto a trovarlo e a catturarlo”.
“Nascondiamolo”.
Il Supremo scosse la testa “lo voglio morto” disse semplicemente e Micheal si morse l’interno della guancia per non provare a maledirlo.
Sapeva come sarebbe finito, sarebbe morto e non sarebbe servito a niente.
“Io non posso farlo” replicò invece “non posso uccidere mio padre… non poss…”
“Neanche se avessi delle informazioni per te?”
Micheal aggrottò le sopracciglia. Di quali informazioni parlava?
Il Supremo lo guardò per qualche altro secondo e poi rise “davvero pensavi che non sapessi della tua piccola storia con quella Mezzosangue Weasley?”
Micheal resistette all’impulso di indietreggiare, farlo avrebbe significato ammetterlo.
“Tu e quella piccola mezzosangue” la rabbia che echeggiò nella voce del Supremo lo costrinse a restare in silenzio.
“Per fortuna ci siamo liberati della tua distrazione molto tempo fa, ormai”.
Micheal strinse i pugni al pari del suo cuore, se avesse dato retta al suo istinto in quel momento avrebbe preso la bacchetta e lo avrebbe cruciato fino a fargli dimenticare di averla anche solo menzionata, ma era più furbo di così.
Voleva sapere cosa sapesse e fin dove le sue conoscenze arrivassero.
Sicuramente non sapeva dell’accordo con Lily Potter o, in quel momento, lui non sarebbe stato davanti al Supremo, ma ai suoi piedi invocando la sua pietà.
Però sapeva della sua storia con Molly. Come lo sapeva? E come poteva chiederglielo senza confermarlo?
“Il motivo per cui lo so è che la persona con la quale sono alleato sa molte cose del Clan Potter- Weasley”.
Micheal quasi sorrise, un traditore in famiglia. Non era una novità per Micheal, l’aveva scoperto molto tempo prima e aveva anche cercato di avvertire Lily Potter.
“Se tu ucciderai tuo padre, ti dirò...”
“Se sapete di Molly, sapete che non mi interessa più niente di quella famiglia ora che lei è morta” lo interruppe irato.
Tirare in mezzo Molly, sapere che lui ne era a conoscenza lo aveva reso furioso.
“Ne sei sicuro?” piegò la testa come se volesse godersi a pieno della sua reazione “anche se fosse una cosa molto importante, qualcosa che potrebbe cambiare totalmente la tua vita?”
Micheal assottigliò gli occhi tentato di mandarlo al diavolo, ma non solo sarebbe stata una mossa da incosciente perché sarebbe stato sicuramente sconfitto, sarebbe anche stata stupida perché voleva davvero sapere cosa fosse.
Per un attimo si chiese se il Supremo sapesse che la sua Molly era viva, ma se sapeva questo lei poteva essere in pericolo, perché fino a quando il Supremo avesse pensato che lei aveva una qualche utilità per lui l’avrebbe tenuta in vita, ma dopo nessuno sarebbe riuscito a impedirgli di ucciderla.
E lui non poteva perderla di nuovo.
Ma come poteva uccidere suo padre?
Aveva bisogno che Lily Potter recuperasse i suoi ricordi al più presto.
***
Scorpius bussò alla porta sentendosi un po’ stupido.
Quando sua madre lo aveva trovato addormentato e con la testa appoggiata sul petto di suo padre, si era sentito come un bambino che stava aspettando che gli rimboccassero le coperte.
Non si era accorto del tempo che passava, ma aveva avuto bisogno di suo padre e di parlare con lui.
Era rimasto per ore a parlare con lui, a cercare di entrare nella sua mente, ma la mente di una persona in coma era come la mente di un bravissimo Occlumante: completamente bianca, come una pagina ancora da scrivere.
Poi sua madre era andata a dargli il cambio e gli aveva detto che erano tornati tutti a casa e che forse sarebbe stato un bene per lui e per Bailey se avesse passato con lui l’ultima notte prima di Hogwarts.
E così aveva fatto, era tornato a casa, la casa enorme dei Lupin ed aveva cercato immediatamente suo figlio.
Lo aveva trovato nella stanza che condivideva con Harry a parlare fitto fitto con il cugino che gli stava raccontando le meraviglie di Hogwarts.
Inizialmente gli era sembrato sereno, quasi come se fosse riuscito a metabolizzare tutto quello che era accaduto negli ultimi giorni, ma poi si era reso conto che non era affatto così.
Lo aveva capito quando le loro iridi si erano incrociate e i veri sentimenti di Bailey gli erano apparsi nitidi come il cielo estivo.
Harry era sceso a cena e invece lui e Bailey erano rimasti in camera, un elfo domestico gli aveva portato due tramezzini che avevano sbocconcellato mentre parlavano.
Avevano parlato a lungo e lui gli aveva raccontato di Draco, gli aveva detto che tipo di padre era stato per lui e come sperava di esserlo a sua volta.
Poi avevano parlato di Hogwarts e delle case, gli aveva spiegato che per lui non era importante se fosse stato un Serpeverde o un Grifondoro, ma che se fosse diventato un Serpeverde gli avrebbe comprato una scopa di ultima generazione, ma Bailey si era limitato a ridere.
Avevano parlato e riso come non gli era ancora mai successo e Scorpius non aveva potuto fare a meno di sentirsi bene.
Seduto sul letto di suo figlio, a parlare con lui come se fosse la cosa più normale del mondo, come se non avesse rischiato di morire solo un paio di giorni prima, ma soprattutto come se non si fossero appena ritrovati.
Poi era arrivato Harry, sbadigliando sonoramente e Scorpius si era alzato per andarsene, promettendo che il giorno dopo lo avrebbe accompagnato alla stazione.
E adesso era lì, a bussare per la seconda volta in attesa che Lily aprisse.
Doveva dirle tante cose. Doveva ringraziarla per essere stata con lui e dirle di Estela, ma soprattutto, dovevano parlare di loro.
Doveva dirle quello che provava, ma senza spaventarla e non sarebbe stato facile.
Lei aprì la porta e Scorpius rimase a bocca aperta.
Non l’aveva più vista in versione notturna, ma tutto era rimasto come undici anni prima.
Aveva un pigiama troppo grande per lei e lui sapeva benissimo che era perché la notte odiava sentirsi scoperta e il pigiama della giusta misura tendeva a salirle sempre.
I capelli erano raccolti in una treccia morbida che serviva solo per non trovarli annodati come un nido di uccelli la mattina dopo.
Il suo viso era completamente struccato, ma per Scorpius era ancora più bello.
“Io… io non credevo fossi tu” gli disse e come sempre i suoi occhi erano lo specchio della sincerità “cioè… ti ho visto in camera di Bailey” chiarì.
“Volevo parlare con te” rispose lui.
Ringraziò Merlino che la sua voce fosse riuscita ad uscire così ferma e sicura perché non era così che si sentiva.
Anzi, non si era mai sentito meno sicuro di sé in tutta la sua vita.
Era così bella con quel sorriso imbarazzato e le gote leggermente accese e sicuramente non sapeva neanche l’effetto che le faceva.
“Possiamo parlare domattina?”
La voce le tremò leggermente e tradì quello che stava pensando.
“No” rispose Scorpius e approfittando del varco libero entrò nella stanza.
Avevano finito di aspettare. La loro storia aspettava da troppo tempo.
Era stata in stand by per undici anni e anche da quando era tornata per un motivo o per un altro erano stati in attesa.
“Dobbiamo parlare di Estela e di oggi”.
Lily sospirò, parlare di Estela era l’ultima cosa che voleva fare in quel momento.
Lui non poteva sapere che lei era rimasta più o meno dieci minuti a spiarlo mentre parlava con Bailey e l’effetto che le aveva fatto la scombussolava ancora.
Era un padre perfetto e questo la stupiva ancora di più dato che era padre solo da poco più di un mese.
E adesso vederselo comparire davanti, i capelli biondi scompigliati e sparati in tutte le direzioni, lo sguardo stanco, ma comunque sensuale… bè, non era esattamente quello che le ci voleva poco prima di andare a dormire.
Fare buon viso a cattivo gioco e nascondere il desiderio che provava per Scorpius stava diventando sempre più difficile.
“Adesso proprio non posso. Devo finire di fare una cosa importante con Alice e…”
“Farò veloce” la interruppe Scorpius e Lily si morse il labbro non sapendo più cosa inventare.
Restare lì con lui era pericoloso. Ogni volta che erano rimasti soli si erano baciati e, l’ultima volta, lei avrebbe voluto anche qualcosa di più e forse anche lui.
Tirò fuori la pietra rosa mostrandogliela “Devo cercare anche…”
Scorpius le mise un dito sulle labbra zittendola, mentre posava l’altra mano sopra la pietra, ma non fece in tempo a dire niente perché la pietra si illuminò e si sentì come trasportare dentro di essa.
 
Questa volta suo padre l’avrebbe ucciso davvero.
Si passò due dita sotto al naso sentendolo gocciolare e vide che erano sporche di sangue.
Si nascose dietro una statua sentendo un rumore di passi.
Era un Caposcuola, ma se un Caposcuola o un Prefetto di un’altra Casa lo avessero beccato di notte e ferito avrebbero fatto sicuramente la spia e lui sarebbe finito nei casini.
Si pentì di non aver portato Albus con sé, ma non aveva voluto rischiare che il suo amico finisse nei guai o si preoccupasse per lui, doveva già farlo troppe volte per la scapestrata di sua sorella.
“Che fai?”
Scorpius sobbalzò.
Doveva dire che la scazzottata doveva avergli addormentato i sensi perché non si era accorto di Lily Potter che gli era spuntata alle spalle.
Si voltò, ma se ne pentì subito quando vide lo sbigottimento nel volto della ragazzina.
“Hai fatto a botte?” chiese stupita “ma tu non fai a botte!” affermò sicura.
Lo sbigottimento che vide nei suoi occhi quasi offese Scorpius che strinse la mascella, ma lei non se ne accorse perché continuò a studiargli tutto il volto.
“Però, ti hanno proprio conciato per le feste” affermò alzando una mano per toccargli uno zigomo.
Solo nel sentirsi sfiorare però una scarica elettrica gli percorse le membra per cui si scostò di scatto.
“Scusa” disse Lily, pensando di avergli provocato dolore.
Tra tutte le persone che potevano vederlo in quello stato, lei era l’ultima che avrebbe voluto.
“Scommetto che erano due” ipotizzò “o forse di più…sei grande e grosso non dev’essere facile sopraffarti” disse.
“Sto bene” replicò lui con voce fredda. Non gli andava di dire perché era cominciata e perchè era finita in quel modo… non gli andava perché riguardava lei.
“Lo vedo” lo schernì e Scorpius scosse la testa. “Non sono comunque affari tuoi” affermò e Lily alzò le mani a difesa.
“Certamente” confermò “hai pienamente ragione a dire che come studentessa non sono affari miei, ma la cosa cambia in quanto a Prefetto…”
“Se vuoi fare la spia falla…” imprecò sentendo il sangue ricominciare a scendergli dal naso “cavolo!”
Fece per portarsi una mano sotto di esso, ma Lily fu più veloce, tirò fuori dalla tasca della gonna un fazzoletto e glielo premette contro il naso.
“Alza la testa” gli ordinò e Scorpius eseguì senza protestare.
La guardò continuare a frugarsi in tasca e si chiese quante cose potessero stare in delle tasche così piccole, ma poi gli venne in mente un incantesimo che anche Albus amava usare e che permetteva alle cose come tasche, borse o giubbotti di ospitare molti oggetti.
“Eccolo” disse e prese una piccola boccetta che Scorpius guardò con diffidenza. “E’ solo essenza di dittamo” gli disse guardandolo con quegli occhi castani pieni di sincerità e Scorpius annuì.
Lily chinò lo sguardo e premette il contagocce attingendo ad un po’ di liquido, poi gli fece spostare la mano con la quale si teneva premuto il fazzoletto.
“Posso fare…”
“Stai fermo” gli ordinò posizionando le dita sopra alle sue labbra e piegando la testa di modo da arrivarci meglio.
Scorpius non solo si fermò come lei aveva chiesto, ma trattenne addirittura il respiro.
Sentire le sue mani sopra le sue labbra mentre gli metteva le tre gocce di Essenza di Dittamo sopra al naso era come avere del fuoco su di esse.
E quando lei le tolse fu quasi doloroso.
“Fatto” disse con un’espressione talmente soddisfatta che Scorpius non poté fare a meno di sorridere.
“Per il resto basta un piccolo incantesimo di guarigione” gli disse e afferrò la bacchetta mormorando le due piccole parole per curarlo.
Scorpius si toccò il viso, ormai non aveva più dolore da nessuna parte.
“Vedi? A volte anche io riesco ad essere utile” gli disse facendogli l’occhiolino e Scorpius sollevò un sopracciglio, “e con questo cosa vorresti dire?” le chiese curioso, ma Lily scosse le spalle.
“Niente di che” commentò “e adesso fila in dormitorio se non vuoi che ti tolga punti” lo provocò e gli diede le spalle.
Lui la guardò per un attimo poi si mosse di scatto e la aggirò per comparirle di nuovo davanti “ti rendi conto che stai minacciando di togliere punti ad un Caposcuola, Potter?”  la sfidò a sua volta e lei sorrise “e tu ti rendi conto che ti ho appena lasciato andare dopo una rissa e senza chiederti neanche il motivo e che potrei anche ripensarci?”
Scorpius chinò la testa fino ad avere il viso vicinissimo al tuo “come al solito il tuo onore Grifondoro ti ha fregato, piccola Potter” le disse, si spinse ancora più vicino a lei “provalo” la sfidò.
Lei sorrise nel modo in cui aveva sempre sentito Albus definire Malandrino e scosse la testa “io invece credo che sia la tua arroganza Serpeverde a fregarti” disse soltanto e con un movimento veloce di bacchetta riuscì a sfilargli il maglione lasciandolo con la sola camicia. “Guarda qua quanto sangue puro in questo maglione, Malfoy” lo prese in giro poi glielo lanciò di nuovo.
Si alzò sulle punte e si avvicinò al suo orecchio “Un grazie sarebbe bastato” scherzò, poi gli fece l’occhiolino e se ne andò.
Scorpius inarcò le sopracciglia. Lily lo aveva appena fregato.
 
Lily sbatté più volte le palpebre fino a quando i suoi occhi non riuscirono a mettere a fuoco di nuovo le iridi grigie di Scorpius.
Non riusciva a leggere cosa stesse passando nella sua mente, ma a quanto pareva per Scorpius non era così.
“Lo hai visto anche tu?” le chiese e Lily annuì ancora turbata.
Dio. Era solo una ragazzina, ma quello che aveva sentito entrando dentro la testa della Lily del passato erano talmente tanti sentimenti ingarbugliati insieme che ancora ne poteva sentire l’effetto.
“Perché ci ha mostrato questo ricordo?” chiese, allontanandosi di un passo. Non si sentiva affatto sicura di se stessa a stare così vicina a Scorpius.
“Vorrei capire…”
La voce le si spense quando le labbra di Scorpius si chiusero sulle sue e le mani, grandi e forti dell’uomo, si chiusero attorno alle sue guance attirandola a sé.
In un primo momento le sembrò che il pavimento si fosse mosso, ma poi capì che era colpa di quello che stava provando in quel momento.
La bocca di Scorpius era così calda e la sensazione che aveva sempre, in ogni loro bacio, era una sensazione di piacere e di consapevolezza.
Come se le loro labbra si conoscessero da sempre e forse era davvero così.
Le mani di Lily corsero ai suoi capelli mentre il bacio si faceva più esigente.
Sembrava che volesse fondersi con lei con un solo bacio, sembrava che le loro bocche dipendessero l’una dall’altra come se non potessero staccarsi mai più.
Era talmente travolgente che le sembrava di non poter restare ancora a lungo in piedi.
Un barlume di lucidità però emerse dalla nebbia del desiderio: non doveva farlo.
“Dobbiamo parlare” mormorò e Scorpius annuì “sono qua per questo” sussurrò sulle sue labbra e Lily pensò che era difficile farlo se continuavano a baciarsi, ma quando Scorpius si staccò dalle sue labbra per baciarle gli zigomi, le palpebre e poi scendere sul collo perse la battaglia con la sua coscienza.
La gambe le tremarono mentre si appigliava di più alle sue spalle per non cadere e il cuore nel petto le batté così forte che era sicura che presto sarebbe rimasta a corto di ossigeno.
Lui tornò sulle sue labbra e premette ancora di più le mani sulle sue guance, sembrava quasi che volesse imprimerle le sue impronte, farla sentire totalmente sua.
“Questo… questo non ci aiuterà” di nuovo una protesta, debole, come debole era la sua voce contornata dai gemiti di piacere che non riusciva a trattenere.
“Lo farà” replicò lui semplicemente e Lily non protestò più.
Le sembrava la cosa più normale e giusta del mondo, le sembrava di essere finalmente una donna completa, ma contemporaneamente c’era qualcosa di tremendamente sbagliato in quello, qualcosa che continuava a tornare a perseguitarla e che le impediva di lasciarsi andare totalmente.
Rischiò di lasciar correre ancora perché i suoi baci erano scosse elettriche nella sua pelle e continuavano a farla gemere e impazzire, ma non poteva più farlo.
Lei non era quel tipo di donna e anche se era difficile rinunciare a lui in quel momento, non sarebbe mai andata a letto con un uomo fidanzato.
“Estela” mormorò Lily staccandosi da lui con difficoltà.
Scorpius scosse la testa e provò ad attirarla nuovamente a sé, ma Lily si allontanò di un passo, cercando e attingendo alla sua solita forza di volontà.
Scorpius mormorò un’imprecazione a fior di labbra, odiava quel maledetto onore Grifondoro che la invadeva dalla testa ai piedi e che l’aveva costretta a fermarsi.
Non poteva essere stata una Serpeverde, subdola e interessata solo a sé stessa? No, doveva essere una Grifondoro con i controfiocchi.
“Estela mi ha mentito” le disse cercando di moderare il respiro e la vide spalancare gli occhi.
Merlino, anche solo quell’espressione gli faceva venir voglia di saltarle addosso, anche se temeva che qualsiasi cosa gli facesse quell’effetto.
Era la stessa cosa che aveva provato entrando nella testa del giovane Scorpius, solo che ora erano due adulti e non doveva mettere a tacere quello che provava come aveva fatto allora.
“Non c’è nessun bambino, non c’è mai stata ed io l’ho lasciata…”
Stavolta fu Scorpius ad essere interrotto dalle labbra di Lily che si lanciò su di lui con un impeto che Scorpius non si aspettava e che lo fece barcollare per un attimo.
Lily si rese conto di quello che aveva fatto solo dopo averlo fatto, ma quando lui aveva detto che la storia di Estela era stata solo una menzogna si era sentita viva e liberata e non era riuscita a contenersi.
Il desiderio aveva preso il sopravvento e da come il suo cuore batteva, non era sicura si trattasse solo di quello.
Sembrava ci fosse altro, qualcosa che stava cercando di farsi spazio dentro di lei, qualcosa che non le sembrava di aver mai provato in vita sua.
Qualcosa di così profondo da essere quasi equiparato a quello che provava per suo figlio, qualcosa che la spaventava a morte.
Fece per allontanarsi, ma Scorpius non glielo permise e l’attirò di più a sé.
“Ce ne pentiremo” sussurrò ancora, ma non ci credeva neanche lei.
“Io no” disse Scorpius sicuro senza smettere di assaporare la sua pelle.
Pentire? Lui non se ne sarebbe pentito e non poteva neanche pensare di mettere pentimento e Lily nella stessa frase, non quando si trattava di fare l’amore con lei.
Non poteva più mettere la loro storia in attesa, non poteva più tornare indietro.
Era andato da lei per parlare, ma adesso che sapeva che Lily lo desiderava quanto lui non poteva aspettare ancora.
Le parole potevano aspettare, persino i problemi potevano attendere.
In quel momento solo loro due non potevano più aspettare.
Staccò le sue labbra da quelle di Lily, ma non le diede il tempo di tirarsi indietro perché scese sul collo e sui punti che sapeva che lei adorava.
Le baciò dietro l’orecchio e le diede un piccolo morso sul lobo.
La sentì gemere e sorrise felice che sentisse ancora le stesse cose con lui.
Sentì le mani di Lily infilarsi sotto la maglietta ed emise un gemito gutturale così forte che quasi non si riconobbe.
Le arricciò la maglia con le mani e le assaporò la pelle con le dita sentendo la schiena liscia e priva di reggiseno.
“Ti voglio, Lily” le disse roco e la guardò in quegli occhi pieni così brucianti di desiderio e di fuoco da sembrare liquefatti proprio come dovevano essere i suoi.
Bastava una sua parola e lui si sarebbe fermato, ma Lily si alzò in punta di piedi e posò di nuovo le labbra sulle sue.
Quello bastò a Scorpius che la sollevò e la portò verso il letto.
In quei cinque secondi di lucidità che gli pervasero la mente si chiese se la mattina dopo lei se ne sarebbe davvero pentita.
Forse avrebbe dovuto darle più tempo per analizzare quello che provava per lui, ma lui sapeva cosa provava per lei e non poteva e non voleva più fare il bravo ragazzo pieno di remore.
Non dopo undici anni. Non con lei tra le braccia.
Inoltre erano due adulti e sarebbero stati capaci di gestire una notte di sesso tra due persone che si desiderano più che dell’aria che respirano.
Le tolse la maglia del pigiama e per un attimo la guardò, era ancora bellissima, era ancora la sua Lily.
Le mani di Lily erano lava incandescente sulla sua pelle e quando scesero a toccarlo dovette fermarla o non sarebbe resistito troppo a lungo.
La guardò negli occhi finendo di spogliarla e poi continuò a baciarla, iniziando dal suo piede, continuando con la sua tibia, il polpaccio, il ginocchio… voleva ricordarsi tutto di lei, riassaporare tutto, cercare di provare di nuovo tutto quello che aveva sempre provato.
Quando la fece sua gli sembrò di tornare a vivere e a respirare. Si accorse che non era mai più stato vivo senza di lei.
Si accorse che solo in quel momento il suo cuore era tornato davvero a battere.

COMMENTO: OK! SCUSATE IL RITARDO PRIMA DI TUTTO…  MA PER FARMI PERDONARE HO PUBBLICATO UN CAPITOLO CHE E’ MOLTO PIU’ LUNGO DEL SOLITO :D  VI AVEVO DETTO CHE CI SAREBBE STATO TANTO LILY / SCORPIUS E HO MANTENUTO LA PROMESSA ; ) SPERO VI SIA PIACIUTO E DI NON ESSERE SFOCIATA NEL RAITING ROSSO, EVENTUALMENTE DITEMELO E PROVVEDERO’…SO CHE FORSE DOVEVO ESSERE MENO ESPLICITA, MA LO SAPETE CHE QUESTI DUE SI SCRIVONO DA SE’ :P ORA CHISSA’ COME POTRANNO GESTIRE LA COSA E MICHEAL INVECE? CHE MI DITE? SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E CHE MI FARETE SAPERE!! RINGRAZIO TANTISSIMO LE FANTASTICHE PERSONE CHE HANNO RECENSITO E MI HANNO INCORAGGIATO OVVERO: ICEPRINCESS / ARYELLE / ROXY HP / ALF89 / CICCI 12 / EFFE 95 / ZONAMI 84 E JOANNE VANESSA GRANGER!! GRAZIE DAVVERO DI CUORE PER OGNI VOSTRA PAROLA!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E CHI MI LEGGE SOLTANTO!! FATEMI SAPERE MI RACCOMANDO!! UN BACIONE A TUTTI!!
   
 
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