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Autore: love candy 77    24/05/2016    5 recensioni
Da quella serata è passato circa un mese e insieme a mio fratello .... ti sto accompagnando all'aeroporto, dove prenderai il volo che ti porterà lontano da me.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COME IN UN FILM
 
AMBURGO
Sono passati quindici giorni dal tuo rientro dal Giappone e ancora non ho voluto parlarti dei miei due segreti, ma prima lo farò, meglio sarà per entrambi.
Ti sto aspettando nell’appartamento, quello che abbiamo affittato insieme per poterci incontrare; infatti oggi sono sei mesi che stiamo insieme e nessuno se n’è accorto, nemmeno quello “sveglio” di mio fratello Karl. Se siamo riusciti a farla in barba a lui, allora siamo stati bravissimi amore mio.
Ricordo ancora molto bene, la prima volta che mi hai chiesto di uscire quando mi avevi puntato al Docks; non mi avevi riconosciuta, infatti avevi continuato a “tampinarmi” per tutta la serata sino a quando avevo ceduto ed eri persino rimasto di stucco quando, nel presentarmi, ti avevo anticipato pronunciando il tuo nome. Ho ancora impresso il tuo viso bianco come un lenzuolo, quegli occhi sbarrati come se stessero per uscire dalle orbite, ma la parte più divertente è stata la tua mandibola che sembrava aver toccato terra.
Hai impiegato circa trenta minuti per riprenderti quando finalmente ti avevo detto che ero Marie, tu avevi continuato a ripetere come una nenia: “Tu sei la piccola Marie, tu sei la piccola Marie.”
Stavi per rinunciare dopo aver scoperto la verità ma io, che ero sempre stata attratta da te fin da piccola, ti ho detto: “proviamo a frequentarci e vediamo dove ci porta questa conoscenza, stando attenti a mio fratello, perché quando ci si mette è un vero mastino.” Seppur controvoglia hai accettato e siamo giunti fino a qua.
Mancano ancora due ore prima del tuo arrivo quindi mi metto ai fornelli, mi piace cucinare per te, soprattutto sapendo che ti è mancato il calore di una famiglia. Non sono bravissima a preparare piatti giapponesi, ma quando Karl ti invitava nel nostro chalet per trascorrere le vacanze avevo notato che certi cibi li preferivi ad altri e questo si ripeteva spesso, soprattutto con la Frankfurter Kranz* e la torta di mele che preparava mia madre.
Ecco ci siamo: tutto è pronto. La tavola imbandita per una perfetta cena a lume di candela, solo per noi due, le pietanze sono tutte pronte e in caldo, manchi solo tu.
Sento la chiave che gira nella serratura mi sposto dalla cucina verso il salotto, ma quello che noto sul tuo volto non promette nulla di buono, forse mio fratello ci ha scoperti.
Entri richiudendo la porta alle tue spalle e mi inviti ad accomodarmi sul divano perché devi comunicarmi una cosa importante. Sento il mio cuore battere all’impazzata dall’agitazione, temo ciò che stai per dirmi, ma di qualunque cosa si tratti, l’affronteremo insieme, penso.
Non sai da che parte iniziare a intavolare il discorso, quindi voglio togliermi subito questo dubbio e ti domando se Karl ha scoperto la nostra relazione. Non rispondi subito anzi continui a passarti la mano sul volto, fai solo un segno negativo con la testa. A un certo punto, dopo avermi tenuto sul filo del rasoio, cominci un discorso parlando di Tsubasa, Taro e del Barcellona. Dici che il presidente del Barcellona ha fatto una proposta a te e Taro: vuole riformare la Golden Combi e avere il famoso S.G.G.K.. Resto ferma a fissare il vuoto davanti a me, devo elaborare ciò che mi hai appena rivelato; istintivamente mi porto una mano alla testa  e una sulle gambe, penso a ciò che avrei dovuto rivelarti, ma a questo punto ometterò qualcosa. Mi fissi aspettando una risposta, con tutta la forza che mi rimane ti dico semplicemente di accettare visto che si tratta di un’opportunità da non sottovalutare e ti comunico che anch’io partirò per l’University south California dove continuerò i miei studi in lingue. Anche se a malincuore ti ho rivelato solo uno dei miei segreti. Ti sposti dalla tua posizione mettendoti in ginocchio davanti a me, togli la mia mano dalla fronte, mi alzi il mento dicendomi che è meraviglioso ciò che ti ho appena comunicato e non devo perdere tale occasione. In quell’istante una lacrima scappa dal mio occhio e fermi il suo percorso con un tuo bacio.
Mi alzi dal divano, mi abbracci forte contro il tuo petto perché ti sei accorto che sto soffrendo per questi cambiamenti che dobbiamo affrontare, mi ripeti che dovrò avere forza e coraggio, seppur lontani staremo sempre insieme e alla fine di queste prove, come le chiami tu, staremo insieme alla luce del sole.
Faccio un cenno affermativo con la testa, mi riporti seduta sul divano abbracciata a te, passiamo cosi tutto il resto della serata. La cena che avevo preparato, ormai non serve più a nulla, questo è solo l’inizio di quello che percepisco come un addio.
 
UN MESE DOPO
Da quella serata è passato circa un mese  e insieme a mio fratello Karl ti sto accompagnando all’aeroporto, dove prenderai il volo che ti porterà lontano da me.
Ormai ci siamo: giunti al gate ci fermiamo tutti e tre, ti volti per salutarci e in quell’istante non so cosa mi prende, senza pensarci getto le braccia al tuo collo e comincio a piangere contro il tuo petto. Istintivamente porti le tue braccia alla mia vita e mi stringi forte, mio fratello ci osserva, non dice nulla, a quanto pare immagina tutto … anzi si è allontanato per lasciarci soli. Nel momento in cui ci stacchiamo lui torna indietro ti batte una mano sulla spalla dicendoti solamente di non farmi soffrire, tu in cambio fai uno dei tuoi sorrisi smaglianti che voglio imprimere nel mio cuore, ci saluti e sparisci. Nell’istante in cui si chiudono le porte, dai miei occhi cominciano a uscire fiumi di lacrime e mi porto entrambe le mani al ventre. Lo sguardo di Karl si posa su di me domandandomi cosa mi sia preso. Non ce la faccio più così almeno a lui posso dire la verità. Comunico che aspetto un figlio, ma tu non ne sei a conoscenza e mai dovrai saperlo: dovrai credere alla mia partenza per la California. So che questo è un addio e se in un futuro ti incontrerò, inventerò una menzogna.
Mi dirigo verso la vetrata per vedere il tuo aereo partire, mio fratello è rimasto talmente scosso che non ha avuto parole, vedo il tuo aereo decollare con la mente ti faccio gli auguri per una nuova vita, ti ringrazio per l’amore che mi hai dato e per lo splendido ricordo che porto dentro di me, non ti dimenticherò mai: TI AMO.
 
 
 
 
 
 
Per questa one-shot sono stata ispirata da una canzone dei Modà che porta lo stesso titolo.
Voglio ringraziare e dedicare questa piccola storia alle mie care “socie”che mi stanno sempre vicino anche se lontano  e mi aiutano nel momento del bisogno. Bacioni a tutte
 
  
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