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Autore: Morgana89Black    24/05/2016    1 recensioni
Severus Piton accetta di tornare a fare la spia per Silente. Va dal Signore Oscuro per riconquistare la sua fiducia. Cosa accadrebbe se dopo questi fatti qualcuno dal passato tornasse nella sua vita?
Dal primo capitolo:
Un lampo di luce ed un taglio poco profondo, ma doloroso si apre sul mio viso, sento il sangue sgorgare lentamente. Al primo se ne aggiungono altri, su ogni parte del mio corpo: gambe, braccia, petto. Non sono così profondi da uccidermi, ma lo sono abbastanza per torturarmi.
Dal quarto capitolo:
Non riuscivo ad evitarmi di tornare regolarmente ad osservare la sua figura armoniosa dalla quale, nonostante tutto, mi sentivo attratto. La contemplai a lungo mentre, sicura di sé, con gesti precisi e misurati portava a compimento una delle pozioni più complicate con cui una ragazza della sua età poteva venire a contatto.
Dal settimo capitolo:
"Sei ubriaco, Severus! Solo per questo ti dirò quel che sto per dirti: in un altro mondo, forse, ti avrei concesso almeno una notte con me", sorrideva placidamente mentre pronunciava quelle parole.
Dall'ottavo capitolo:
Lei non risponde, mi volta le spalle. Sta tremando, è evidente. Ed io non so cosa fare. Se ora l'avvicinassi mi respingerebbe...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Draco/Astoria, Lily/Severus, Lucius/Narcissa, Lucius/Severus, Severus/Narcissa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Cena a Malfoy Manor.

Sono trascorse già due settimane dalla fine della scuola e devo dire che provo quasi nostalgia per quelle mura di pietra (non per gli studenti, sia chiaro, per loro mai), ma per la vita tranquilla che vi scorre all'interno. La guerra non è ancora veramente cominciata, ma già si sente il terrore nell'aria. La riabilitazione di Sirius Black e l'ammissione da parte del ministro del ritorno di Voldemort ha scatenato il panico nel mondo magico. Diagon Alley è spesso deserta, poche persona rischiano di muoversi, se non per soddisfare le proprie primarie necessità, ed hanno sempre l'aria di chi vorrebbe essere ovunque, tranne che lì. Per strada ci si muove a gruppetti e la diffidenza nei confronti del prossimo è palbabile e snervante. Non che io condivida tale stato di tensione, ma non mi piace dovermi spostare tra persone in evidente agitazione febbrile.

Questa giornata era già cominciata male con la prima riunione dell'Ordine della Fenice. Non capirò mai perché Silente ha voluto istituire il quartier generale dell'organizzazione a casa Black. Certo la villa è antica ed intrisa di incantesimi protettivi (molti dei quali, probabilmente, di magia oscura, visto il passato della dinastia), ma si tratta comunque della casa di una delle più antiche e nobili famiglie purosangue. Se a questo poi aggiungiamo che vi abita quel cane pulcioso e che pertanto ad ogni riunione dovrò avere a che fare con lui, le cose non migliorano di certo.

Devo dire che quando mi ci sono recato ho sperato di trovarci anche Cassandra, e sono rimasto piuttosto deluso notata la sua assenza, il che sicuramente non ha contribuito al miglioramento del mio umore. Pensandoci sono stato uno stupido, Silente non avrebbe fatto partecipare una donna la cui "fedeltà" è più che dubbia ad un incontro così importante. Anche se non mi spiego come pensa di fare a tenerla fuori dalla casa dei suoi genitori.

Quel che non mi sarei aspettato è che la giornata potesse peggiorare. Quando, tornato a casa, ho trovato un gufo reale ad attendermi, dovevo capire che la serata, purtroppo, non era ancora finita. D'altronde quell'animale lo conosco piuttosto bene, perciò non mi sono sorpreso quando ho scorto la calligrafia del mittente, anche se mai mi sarei aspettato un invito a cena da parte di Narcissa. Ed ora sono alle prese coi preparativi per la serata. Io che odio la mondanità. Certo è che a Malfoy Manor non ci si può presentare col medesimo abbigliamento che si utilizza per andare a fare compere a Diagon Alley e ciò non aumenta di sicuro la mia voglia di recarmici. Fortunatamente non è la prima volta che vengo invitato da Lucius o da sua moglie e, pertanto, ho dovuto già da anni munirmi di un paio di completi adatti a questo genere di occasione. Con poca voglia ed un certo disgusto mi accingo a sostituire la mia semplice veste in cotone nero, con una in raso del medesimo colore, alla quale abbino una camicia bianco latte.

Ho risposto all'invito più che altro poiché volevo scoprire se sotto vi fosse qualche questione urgente da trattare; magari Lord Malfoy desiderava parlare del Signore Oscuro o di qualche missione che gli era stata assegnata. In tal caso potrei venire a conoscenza di qualche informazione importante per l'Ordine e, pertanto, non era il caso di rifiutare.

Pochi minuti dopo mi sono materializzato davanti al cancello in ferro battuto di Malfoy Manor. Ogni qual volta che mi trovo dinanzi all'enorme maniero rimango affascinato dall'edificio, come se non l'avessi mai visto. Trasuda lusso e opulenza da ogni singolo angolo, persino il giardino è pregiato come un gioiello prezioso. Senza contare quegli stupidi uccellacci che girano fra l'erba ben curata: pavoni albini. Prima o poi credo che chiederò a Lucius perché mai ci siano dei pavoni albini nella sua dimora.

Suono al campanello ed il vecchio elfo domestico che funge da maggiordomo mi apre, credo si chiami Bredly, ma non me ne sono mai veramente curato. Dopo avermi fatto strada fino al salottino verde, nel quale solitamente mi soffermo a chiacchierare con Lucius le poche volte in cui vengo in questo castello, mi offre un bicchiere di vino elfico e mi avvisa che i padroni di casa arriveranno presto. Mi accomodo sulla poltrona vicino al camino, in attesa. Passano solo pochi secondi prima che la porta si apra e quando mi volto verso di essa il mio cuore perde un battito e rimango paralizzato per qualche attimo. Fortunatamente gli anni come spia mi hanno temprato abbastanza da permettermi di riacquistare il pieno controllo senza che nessuno scorga il mio turbamento.

Mi alzo con la mia solita calma avvicinandomi al padrone di casa ed ai suoi accompagnatori.

"Lucius, mio amico, è un piacere essere nella tua dimora. Narcissa, il tuo invito è stato davvero molto gradito", a questo punto non mi è possibile evitare di salutare anche la terza adulta entrata nella stanza, "signora Selwyn, è un onore poterla incontrare di nuovo".

"Lo è anche per me, professor Piton. Posso presentarLe mio figlio Antares? Antares lui è il professor Piton e sarà tuo professore di pozioni ad Hogwarts", così dicendo mi indica il figlio ed io devo fare forza su tutto il mio autocontrollo, per evitare di sbarrare gli occhi quando mi viene detto che il ragazzo frequenterà la mia scuola.

"Sono certo che la nostra scuola sarà onorata di ospitare un allievo di così nobili origini", mi ritrovo a pronunciare queste parole chiedendomi se potrò sopravvivere alla vista quotidiana di quel ragazzino, tanto più che assomiglia così tanto alla madre: gli stessi capelli, lo stesso portamento altezzoso. L'unica cosa che li distingue è il colore degli occhi; deve averli presi dal padre, perché sono di un verde profondo che non ho mai visto in nessuno dei componenti della famiglia Black. Nel momento in cui faccio questa considerazione due occhi verdi, appartenenti ad un altro ragazzino, mi si formano nella mente e l'ironia della situazione mi colpisce: quegli occhi sono l'unica cosa che Harry Potter ha ereditato da sua madre. Scaccio questi pensieri come se fossero mosche fastidiose e mi concentro sulla conversazione, proprio mentre Lucius mi parla: "Sono felice che la pensi così, caro amico. È proprio per questo che ti abbiamo invitato a cena. Vorrei che tu potessi conoscere Antares e prenderlo sotto la tua ala protettrice ad Hogwarts!".

"Sarà per me un onore occuparmi del giovane signor Selwyn", il mio tono mellifluo, nasconde la leggera ironia che non posso evitare nella mia voce, forse solo Cassandra deve averla sentita, perché per pochi secondi un'espressione indecifrabile si dipinge sul suo volto.

"La cena dovrebbe essere pronta fra pochi minuti, mi accompagni, Severus?", così dicendo Narcissa mi prende sotto braccio ed insieme ci avviamo verso la sala da pranzo. Per l'ennesima volta mi ritrovo a percorrere i corridoi pieni di opulenza di questa casa e non posso far a meno di ammirare la ricchezza e l'eleganza della famiglia Malfoy. Di Lucius e Narcissa si possono dire molte cose, anche negative, ma non si può negare che siano ospiti eccezionali e raffinati.

Sediamo a tavola e pochi secondi dopo gli elfi domestici iniziano a servire le prime pietanze. Il cibo che ci viene servito è squisito ed io, per quanto non ami particolarmente mangiare, non posso far a meno di esserne deliziato. La conversazione, al contrario, è piuttosto scadente e squallida. Noto che la padrona di casa sembra assolutamente intenzionata a tener lontane le chiacchiere dalla politica e dalla situazione delicata in cui versa attualmente il mondo magico. Ad un ascoltatore poco attento potrebbe sembrare che la sua intenzione sia di evitare che i due ragazzini vengano coinvolti in simili argomenti, ma io so bene che non è così. Non è mai stato un problema, per i coniugi Malfoy, parlare di determinate questioni davanti al giovane Draco. Devo dedurre, pertanto, che il problema di Narcissa siano le idee di Cassandra e questo mi porterebbe a presumere che, forse, la giovane non è propriamente affine alle idee di Voldemort. Devo ricordarmi di riferire i miei sospetti a Silente.

"A proposito di incontri interessanti, Cassandra, ho saputo che qualche giorno fa hai avuto modo di fare quattro chiacchiere col giovane Scamander", la frase di Lucius mi ha decisamente colto alla sprovvista e devo fare affidamento su tutto il mio autocontrollo per evitare che il pugno (metaforico) che ho appena ricevuto nello stomaco sia percepito da tutti i partecipanti alla cena.

"Sì, cugino. Ci siamo incontrati a Diagon Alley per un thè", il suo tono è, evidentemente, turbato e titubante ed il suo sguardo mi evita. Un moto di rabbia e di delusione mi colpisce in pieno. Cosa ci faceva con quell'uomo?

"Non devi essere imbarazzata, Cassy, sei giovane. È normale che tu voglia rifarti una vita. Charles sarebbe sicuramente un partito accettabile, di buona ed antica famiglia. E poi, se non ricordo male è anche un bell'uomo ed ha l'età giusta per essere un buon padre per tuo figlio. Ti ricordi di lui Severus? Era a scuola con noi, credo nel tuo stesso anno", alle parole di Narcissa non posso che rispondere con una smorfia di puro disgusto.

"Lo ricordo benissimo. Un inetto ed incapace, senza ambizioni e con poco cervello".

"Per te sono tutti inetti ed incapaci, Severus".

"Niente affatto, Lucius. Sono solo sincero. Per esempio di te ho sempre pensato che sei intelligente, così come di tua moglie. Ed anche di Draco ho un ottima considerazione".

Per fortuna la cena è quasi al termine e devo sopportare questa casa, che di colpo è diventata troppo stretta ed asfissiante, solo per poco più di mezz'ora ancora. Non appena mi è possibile mi congedo e nel baciare la mano alla giovane Black evito di guardarla negli occhi. Non ho proprio la forza di farlo, al momento sono troppo furioso per quanto scoperto poco prima.

Appena esco dal cancello del Manor mi smaterializzo direttamente nella mia camera da letto. Non ho neanche la forza di cambiarmi. Mi sdraio sul letto amareggiato e pieno di rabbia. Vorrei che Cassandra fosse qui, solo per potermi liberamente sfogare con lei. Ho voglia di urlare e di aggredire qualcuno.

Dev'essere molto tardi ed io ancora non sono riuscito a prendere sonno, quando un ticchettio alla finestra mi distrae. Un gufo a quest'ora? Spero non sia qualcosa di urgente. Mi alzo e non appena l'animale mi porge la zampa riconosco la carta utilizzata. Non leggo neanche il messaggio, mi limito ad incenerirlo con la bacchetta. Non posso sopportare anche di sorbirmi le sue sciocche scuse. Dovevo aspettarmelo, infondo, che avrebbe cercato di intrattenersi con uomini più adeguati al suo status sociale e sono solo stato uno stupido ad illudermi che ci fosse una possibilità per noi. Lei è fatta così, infondo. Usa gli uomini per i suoi scopi, come le è stato insegnato sin da bambina. Ed io non sono stato altro che una pedina, un divertimento momentaneo, un gioco.

   
 
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