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Autore: cranberriesky    24/05/2016    2 recensioni
« Cos'hai in mano? »
« Questa? Era nel tuo cassetto. »
« Malfoy... Mettila giù... Attentamente, non ruotare la clessidra... » mentre diceva queste parole, Hermione si avvicinò a lui, sfiorandogli la mano che precariamente teneva il prezioso oggetto.
« Non toccarmi, mezzosang... »
Una luce abbagliante, poi una sensazione simile a quella della smaterializzazione.
I due caddero a terra, svenuti, la Giratempo distrutta a un metro di distanza.
Cap. II
Per una serie di sfortunati eventi, Draco Malfoy ed Hermione Granger si ritrovano catapultati nel passato e, per non finire nei guai con la comunità magica, sono costretti a trascorrere un anno di vita come semplici babbani.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Da VI libro alternativo
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Lost in time
CAPITOLO XV



I due riapparvero appena fuori dal cottage. Una volta dentro, Draco condusse Hermione sul divano, avvolgendola in un’ulteriore coperta e sedendosi accanto a lei. Per lui, non c’era bisogno di parlare.
« Dobbiamo andarcene. » disse lei interrompendo il teso silenzio. La sua voce era spezzata, sconvolta, lo sguardo vacuo e terrorizzato.
Draco non disse nulla.
« Dobbiamo andarcene subito. Verranno a prenderci, Draco. Ho schiantato un babbano, finirò ad Azkaban per questo. »
« Ehi, ehi. Nessuno finirà ad Azkaban, ok? Ce ne andremo domani. Il cottage è distante dal villaggio, gli Auros saranno andati a controllare, ma non ci troveranno nei paraggi. Inoltre la traccia identifica la magia minorile, ma non chi l’ha prodotta. Quindi non risaliranno a te. »
Hermione scoppiò a piangere silenziosamente, poi affondò il suo viso sul petto di Draco, che preso alla sprovvista si limitò ad accarezzarle i capelli.
« Stai tranquilla. »
 
 
***

 
Il mattino seguente, Hermione si risvegliò nel suo letto. Accanto a lei, Draco dormiva con la fronte corrugata.
« Potevi anche lasciarmi sola, stanotte. » disse lei.
Draco aprì un occhio, poi lo richiuse accecato dalla luce del sole che filtrava dalla finestra.
« Come stai? » mormorò.
Hermione non rispose, si limitò a guardarlo, seria.
« Grazie. »
« Per cosa? »
« Per avermi salvata. Se non ci fossi stato tu… Ma che ci facevi lì? »
Draco si tirò su, cercando di ricomporsi.
« Io… Penso che dovremmo andarcene da qui. »
« Rispondi alla mia domanda. »
Draco fece per scendere dal letto, ma Hermione gli afferrò una mano. « Ti prego. »
« Non riuscivo a sopportare che tu dormissi con lui. Non dopo quello che c’è stato fra noi ieri pomeriggio. »
« Perché, che c’è stato? »
« Che intendi? »
« Quel bacio… Pensavo non volessi parlarne. Pensavo che fosse solo uno sbaglio, per te. »
« E per te? »
« Io… Draco… Non lo so. Non so più niente. »
« Mi hai chiamato per nome. Lo hai fatto anche ieri. »
« Già. Potresti fare lo stesso. »
« Ok… Hermione. »
« Che strano, non credo di averti mai sentito pronunciarlo. »
Draco storse le labbra in una smorfia.
« Comunque… » continuò Hermione « che fosse o meno uno sbaglio, non ho potuto ignorarlo. »
« A Tobias hai detto che non significava niente. »
« Stavo cercando di convincere me stessa. »
« Oh. »
« E tu? »
« Io cosa? »
« Puoi ignorarlo? »
« Io non so perché l’ho fatto. Forse volevo semplicemente dirti grazie, a modo mio. »
« A modo tuo. »
« Sì. »
« Capisco. »
« Allora… » riprese Draco dopo una breve pausa « dove vorresti andare, adesso? »
« Non ne ho idea. Ho anche quasi finito i risparmi. Forse dovremmo trovarci un lavoro. »
« E se usassimo i miei galeoni? Se ci trasferissimo in un’altra comunità magica… Per esempio in Scozia, o nel Galles? »
« Non lo so. Forse dovremmo continuare su due strade diverse. » ammise Hermione.
« E dove andrai? Come farai a vivere? »
« Fra poco sarà Pasqua. L’anno scorso sono rimasta dai Weasley, potrei stare con i miei senza incappare in me stessa. E poi, chissà. »
« E io? Dovrei girovagare per la Gran Bretagna da solo, come un nomade? »
« Puoi fare quello che più ritieni giusto. Dopotutto, è colpa tua se ci troviamo in questa situazione. »
Draco la guardò in modo ostile, poi finalmente si alzò e uscì dalla stanza, lasciando sola Hermione in preda al rimorso.
 
Hermione si sdraiò di nuovo, le lacrime le inondavano gli occhi scuri. Tutti quei mesi senza i suoi genitori, Harry, e persino Ron… Non poteva sopportarlo. Sebbene con Draco le cose fossero andate meglio del previsto, non poteva continuare quella convivenza forzata senza prendersi una pausa. Quando finalmente scese in salotto, Draco se n’era andato lasciando dietro di sé un pezzetto di carta strappato dal sacchetto del pane.

Io ci ho provato.
Mi spiace sia finita così.
Draco
 
Hermione portò il biglietto al petto e trattenne il pianto, che come la pioggia in primavera andava e tornava senza un’apparente ragione. Poi, dopo aver messo l’occorrente nella sua borsa, si diresse verso la più vicina fermata dell’autobus.
 
 
***
   

« Hermione! Tesoro, che ci fai qui? » Jane Granger non era mai stata tanto sorpresa nel vedere sua figlia.
« Mamma! » Hermione le si lanciò addosso, abbracciandola con tutta la forza che aveva in corpo.
« Vieni dentro, dai. »
Hermione, come in imbarazzo, entrò lentamente in casa.
« Va tutto bene? » le chiese la madre.
« Sì, assolutamente. Volevo solo farvi una sorpresa. »
« Pensavo passassi le vacanze dai Weasley, cara. »
« Faceva parte della sorpresa. La Professoressa McGranitt è riuscita a farmi avere un permesso di due settimane per tornare a casa prima. Non volevo che, vista la mia assenza, ve ne partiste all’improvviso. »
« In realtà, non avevamo nulla in programma. Vero, caro? »
Il padre di Hermione stava entrando dalla porta sul retro. Nel vedere la figlia, le corse incontro entusiasta.
« Oh, Hermione! Non ti aspettavamo, che sorpresa! »
« Già… » Hermione si sforzò di sorridere. In realtà, tutto quello che voleva era correre al piano di sopra e affondare in un bagno di acqua calda tutte le lacrime che le erano rimaste.
« Vi dispiace se vado a darmi una lavata? La Metropolvere, sapete… Ce l’ho tutta addosso! »
« Ma certo. Intanto ti preparo il tuo piatto preferito per cena: pollo alle mandorle. »
« Grazie, mamma. Ti voglio bene. »
« Anche io. » Jane le diede un bacio sulla fronte, poi si recò verso la cucina mentre Hermione correva al piano di sopra.
 
 
***
 
 
Le settimane seguenti passarono in un turbinio di emozioni, per Hermione. Passare del tempo con i suoi genitori le aveva fatto dimenticare la sventura avuta con Tobias, ma ogni tanto si ritrovava a pensare a Draco. Si chiedeva dove fosse, cosa stesse facendo… Se anche lui pensasse a lei. Aveva voglia di scrivergli una lettera, ma non sapeva dove prendere un gufo, né se poi l’animale avrebbe trovato il destinatario. Se lo immaginava in qualche camera d’albergo in Scozia, a passare la notte con qualche ragazza locale. Scrollando la testa, Hermione cacciò il pensiero di Draco insieme a qualche biondina.
 
Marzo e aprile passarono a gran velocità, costringendo Hermione a trovare ogni volta una scusa per fermarsi ulteriormente a casa; Hanno esteso le vacanze di una settimana. Sciopero dei quadri, hanno occupato il castello. L’Espresso ha subito un guasto, ci vorranno giorni!
Dal canto loro, i Granger si facevano poche domande. Non avevano mai capito i meccanismi di Hogwarts e, inoltre, si fidavano ciecamente della figlia.
Era fantastico, pensò Hermione una mattina di maggio, come la felicità potesse tornare a far parte di una persona. Dopo essersi versata il solito porridge in una grande tazza ed essersi spostata in giardino per prendere un po’ di sole, decise che quel giorno sarebbe uscita.
Dopo una doccia veloce, Hermione s’infilò una vecchia gonna a cerchio gialla e una t-shirt bianca di cotone, poi uscì di corsa portando con sé la generosa paghetta che i suoi le avevano lasciato prima di uscire per andare al lavoro. L’estate era arrivata con largo anticipo, aveva notato Hermione, mentre il sole le scaldava le spalle. In centro si fermò in un paio di negozi, poi si sedette a un tavolino per mangiare un gelato. Lì, sola con il cono in mano, per un attimo chiuse gli occhi e s’immaginò da Fortebraccio, insieme ad Harry e Ron, come ai vecchi tempi. Quando le nuvole si fecero scure preannunciando un acquazzone, Hermione corse alla fermata dell’autobus.
Ritornata a casa, poggiò i nuovi acquisti sul letto: questa volta aveva davvero esagerato. Non era mai stata una ragazza superficiale, attenta alle apparenze, eppure aveva sentito il bisogno di rinnovarsi. Sulla finestra della sua stanza la pioggia batteva all’impazzata; Hermione raccolse i capelli in modo casuale, poi si spogliò per indossare una corta vestaglia di seta color pervinca. Il tessuto le sfiorava delicatamente la pelle, facendola sentire un’altra. Persa nel rumore ipnotizzante del temporale, si ridestò di colpo quando sentì battere alla porta.
« Mamma! Arrivo! » gridò.
Hermione corse giù dalle scale, impreparata a ciò che trovò in piedi davanti all’ingresso.
« Hermione. Ciao. »
Draco se ne stava impalato alla porta, fradicio dalla testa ai piedi.
« Posso entrare? »
Hermione annuì, la bocca leggermente aperta per lo stupore.
« Cosa ci fai qui? » disse lei, chiudendo la porta dietro di lei.
« Io… Non sapevo più dove andare. »
« E quindi sei corso qui. »
« Volevo vederti. »
« Non sei il benvenuto qui, Draco. I miei sanno tutto di te, inoltre avevo appena ripreso a sentirmi felice. »
« Quindi io ti rovino la vita? È questo che vuoi dire? »
« Io… »
« No, no, ho capito. Sono stato uno stupido. Non so cosa pensavo di trovare, venendo qui. » Draco guardò in basso. « Addio, Hermione, non ti disturberò più. »
Draco riaprì bruscamente la porta, poi uscì di nuovo nella pioggia senza una meta precisa.
Hermione non poteva credere a quello che era appena successo: lo guardò allontanarsi e provò pena per lui. Chiuse la porta, appoggiandosi ad essa e affondando il volto tra le mani. Le lacrime iniziarono a rigarle il viso. Perché era tornato a tormentarla?
Poi, con un impeto improvviso, aprì la porta uscendo per strada a piedi nudi. La pioggia non aveva cessato di scendere impervia, infradiciando Hermione in pochi secondi.
« Draco! »
Hermione cominciò a correre per la strada principale del quartiere, urlando il suo nome.
« Draco! Draco! »
Confusa e infreddolita, si fermò guardandosi intorno.
« Draco! Ti prego, scusami! »
« Ehi. »
Draco le mise una mano sulla spalla, sorprendendola da dietro. Hermione si voltò di scatto, buttandosi fra le sue braccia.
« Mi sei mancata. »
Un calore improvviso avvolse entrambi i corpi, quando alzandosi sulle punte dei piedi Hermione poggiò le sue labbra su quelle di Draco. La mente sgombra, come persi nel tempo, i due ragazzi continuarono a baciarsi sempre più coinvolti in un impeto di passione. 
  
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