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Autore: MartyPax    25/05/2016    0 recensioni
Reinterpretazione de "Il mago di Oz" ai giorni nostri, dove la protagonista è una professoressa e i suoi compagni di avventura sono degli studenti.
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un altro anno scolastico era iniziato, Veronica entrò in classe, i ragazzi parlavano, ridevano, scherzavano e la ignoravano, lei si andò a sedere al suo posto senza dire una parola, svuotò la borsa con i libri, prese il suo quaderno con gli appunti, e poi si alzò e iniziò a scrivere alla lavagna: massimi e minimi di una funzione.

-Prof non avrà intenzione di spiegare alla prima ora del primo giorno di scuola?-

-Rosetti non avrà intenzione prendere una nota alla prima ora del primo giorno di scuola?-

-No Prof, spieghi pure non vedevo l’ora-

La classe rise.

-Prof siamo in quinta, per noi questo sarà il nostro ultimo primo giorno di scuola, ce lo faccia godere-

-Cassano non esserne così certo-

-Di cosa?-

-Che questo sia il tuo ultimo primo giorno-

La classe rise.

Molto probabilmente non faranno ripetere a quel ragazzo un altro anno, e lo grazieranno anche con un risultato pessimo, ma questo non avrebbe impedito a Veronica Spadini di torturarlo per i prossimi nove mesi. Lei stessa quando era studentessa aveva dovuto subire l’acidità dei suoi professori, ed ora che sono passati più di dieci anni era arrivato il suo turno. In realtà quando era giovane sperava di rivoluzionare il sistema scolastico, ed essere l’esempio da seguire e stimare per i suoi studenti, sognava di essere quell’insegnante in grado di far amare la matematica anche all’alunno più recidivo, ma così ovviamente non fu. La matematica fa schifo, e ormai se ne era convinta anche lei. Rispiegare per anni sempre gli stessi argomenti e vedere le espressioni confuse di quei ragazzi che non capivano assolutamente nulla, le stava facendo odiare il suo lavoro.

 

Eppure in quella ordinaria e noiosa giornata, vi era una piccola attesa piacevole. Pur essendo una professoressa di matematica, Veronica amava la lettura, e quel giorno sarebbe uscito l’ultimo capitolo di Journey, una piccola storia che stava leggendo su un sito di scrittori anonimi, l’autore era ovviamente anonimo, il suo nickname era “Gufo di Ol” ed aveva appena 17 anni, poteva benissimo essere uno dei suoi studenti, cosa alquanto improbabile considerando quanto fossero limitati di intelletto quei ragazzi.

 

Poco dopo terminata l’ultima ora della mattinata il cellulare le squillò.

-Ciao Amore-

-Ciao-

-Sono in pausa, pranziamo insieme?-

-Non posso devo fermarmi per dei colloqui-

-Ah ok non importa, a stasera allora-

-A stasera-

Veronica non aveva nessun colloquio, era solamente terribilmente curiosa di sapere come finiva Journey, il penultimo capitolo era terminato con la presunta morte di un co-protagonista, ma aveva già immaginato diversi modi su come avrebbe potuto salvarsi. Inoltre il protagonista dopo un interminabile viaggio non era ancora riuscito a riottenere il suo regno, doveva sapere come ce l’avrebbe fatta.

Così salì in macchina e si diresse a casa, arrivata accese subito il portatile e iniziò a leggere l’ultimo capitolo di Journey, pubblicato un paio di ore prima.

 

Fu così che Christopher guardò dietro di se un’ultima volta per ammirare l’imponente catena montuosa di Hyrule, per poi proseguire il cammino lontano da tutto e tutti, non voltandosi mai più. Fine

 

Journey finì e Veronica rimase sconvolta. Il finale l’aveva devastata, mai si sarebbe immaginata qualcosa del genere. L’intelligente Bob era morto e Christopher dopo essere finalmente riuscito a tornare a casa per governare il suo regno, decise di rinunciare e abbandonare oltre al paese tutti coloro che gli avevano voluto bene e che avevano bisogno di lui, per un motivo che non era stato spiegato.

Dopo quel giorno Veronica rilesse più volte tutta la storia per cercare una spiegazione, scrisse anche numerosi messaggi all’autore per avere delle risposte sull’ambiguo finale, ma senza successo. Era diventata un’ossessione, iniziava a chiedersi chi fosse il Gufo di Ol, e per quale motivo un ragazzo di 17 anni avesse scelto un finale del genere.

Dopo circa una settimana le capitò di fermarsi a parlare per una questione di lavoro con il professore di informatica, una domanda le uscì quasi spontanea, senza nemmeno pensarci.

 

-Lei sarebbe in grado di rintracciare una persona anonima su internet?-

-Come mai questa domanda improvvisa?-

-Curiosità-

-Dipende, forse si, non per vantarmi ma sono particolarmente abile in queste cose-

-Davvero? Mi aiuterebbe a trovare una persona?-

 

Veronica nemmeno ci sperava più di tanto.

“Se non mi riesce ad aiutare ci rinuncio e smetto di pensarci.”

Un vano tentativo per cercare di dimenticarsi della questione. Tuttavia quel professore si rivelò più in gamba di quanto immaginasse. Qualche giorno dopo la chiamò.

 

-Cara Veronica, mi dispiace dirle che non sono riuscito a trovare la persona che pubblica quei racconti, tuttavia rintracciando l’indirizzo IP da cui sono state pubblicate le storie, le posso dire che quel ragazzo ha utilizzato la connessione internet del liceo scientifico Enrico Fermi che si trova nel piccolo paesino di Olivia, una cittadina sperduta in mezzo alle montagne qui in Lombardia-

-Grazie mille Carlo, è un’informazione molto interessante, ti devo un favore.-

 

Liceo scientifico Enrico Fermi di Olivia. Gufo di Ol. Ol e Olivia.

Veronica quella sera fece una piccola ricerca su Google.

A quanto pareva Olivia era un paese molto piccolo, ed era una delle poche cittadine di quella zona ad avere un liceo, gli studenti che lo frequentavano erano molto pochi, una classe per anno.

Un’idea malsana passò per la testa di Veronica in quel momento “Se andassi ad insegnare in quel liceo, e più precisamente nella classe quarta, è praticamente sicuro che uno dei miei studenti possa essere l’autore di Journey”

Si. Un’idea malsana, tuttavia il giorno dopo contattò quella scuola e si rese disponibile per un impiego, anche come supplente.

Esattamente quattro mesi dopo, poco prima che iniziasse il secondo quadrimestre, l’Enrico Fermi di Olivia la chiamò per dirle che c’era un posto vagante come professoressa di matematica per le classi del triennio.

Era fatta. Veronica stava per lasciare un sicuro posto fisso in un comodo liceo di Milano, per andare a lavorare come supplente in un liceo sperduto in mezzo alle montagne. Ora doveva solo dirlo al suo compagno.
   
 
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