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Autore: starmoon    25/05/2016    1 recensioni
Prende tra le mani alcuni dei suoi vestitini rosa che sua madre amava tanto. Ci sono i suoi giocattoli e poi un cavallo in legno, un piccolo dondolo in miniatura, lo prende tra le mani, come se la chiamasse, lo osserva con i suoi occhi azzurri scintillanti e pieni di vita, lo sguardo però poi ricade su qualcosa di rettangolare e bianco, una busta con il suo nome inciso sopra, lascia scivolare il cavallo sopra i vestiti ben piegati e prende timorosa la lettera.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hope Mikaelson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, questa è la mia primissima One shot, siate buoni!! 
Spero vi piaccia, buona lettura. 
Bacii.


 



So cold
https://www.youtube.com/watch?v=ga94wVeFBac&spfreload=10
 

 

 

La soffitta odora di polvere e necessita sicuramente di far circolare un po' di aria, ma Hope non bada a nulla di ciò, passa sopra e di lato alle varie cianfrusaglie che sua madre ha sparso per la camera. Percepisce il freddo vuoto della stanza, si sente un po' allo stesso modo, nelle cattive giornate. Le capita spesso di sentirsi improvvisamente triste e sola, fredda dentro. Si convince che sia per il tempo, per le litigate con gli amici, ma quel senso di vuoto non la lascia nemmeno con il sole, nemmeno con un abbraccio. Quel freddo vuoto che lei sente aumenta con i giorni che passano e le domande aumentano, si chiede cosa ci sia di diverso in lei, perché si sente in qualche modo diversa dal resto dei suoi amici, dei suoi compagni, da tutte le altre persone. Sua madre le ha sempre detto di essere speciale, ma non le ha mai detto in che modo, di suo padre invece ne parla poco e le volte che lo fa si zittisce, rimanendo muta per ore, come se il parlarne le riporti in mente cose orrende che non vuole ricordare. Suo padre, di cui sa solo il nome, Klaus, non ne porta nemmeno il cognome e questo crescendo le ha fatto intuire che qualcosa nel passato di sua madre l'ha costretta a fuggire. Nella vecchia soffitta cerca gli scatoloni della casa precedente, quella con i suoi disegni a matita, è una cosa che ama fare nel tempo libero, ritrarre quello che le passa per la mente. Trova lo scatolone proprio sotto ad uno pieno di cose per bambini, sicuramente le sue cose da piccola. Presa da una strana malinconia dimentica i disegni e sposta lo scatolone verso di lei aprendo le parti in cartone. Un sorriso innocente increspa il suo volto. Guarda la porta, Hayley è assente, ogni pomeriggio sparisce e non le dice mai dove va, ma torna sempre con un'espressine triste e addolorata che le stringe il cuore vederla in quelle condizioni.

Prende tra le mani alcuni dei suoi vestitini rosa che sua madre amava tanto. Ci sono i suoi giocattoli e poi un cavallo in legno, un piccolo dondolo in miniatura, lo prende tra le mani, come se la chiamasse, lo osserva con i suoi occhi azzurri scintillanti e pieni di vita, lo sguardo però poi ricade su qualcosa di rettangolare e bianco, una busta con il suo nome inciso sopra, lascia scivolare il cavallo sopra i vestiti ben piegati e prende timorosa la lettera. 

 

 

"Mia carissima Hope,
non so come ti troverò questa notizia. Come una bambina piena di meraviglie, una teenager piena di opinioni, o come una donna con il mondo ai suoi piedi. Ti scrivo per dirti che ti voglio bene e per spiegarti che nelle ore più buie della nostra famiglia, io sono stato chiamato per salvare i miei fratelli, e l'ho fatto.
Ti prego, non piangermi, qualsiasi dolore abbia sopportato, l'ho fatto per coloro che amo. Il mio solo rimpianto è che sarò lontano da te.
Sii buona con tua madre. Traggo conforto sapendo che lei ti proteggerà. E so che non avrà pace finché la nostra famiglia non sarà unita.
Fino ad allora, il mio sacrifico ti permetterà di crescere. Per diventare la meravigliosa figlia che ora posso solo immaginare.Ti prego, ricorda che sei l'eredità che questa famiglia ha sempre desiderato. La promessa che combattiamo per proteggere.
Tu sei, e sempre sarai, la nostra speranza."

Klaus

 

 

Hope si rende conto che le sue mani bianche hanno iniziato a tremare, sul volto qualcosa di bagnato scivola fino a finire sulle labbra rosee. Gli occhi sono spalancati, terrorizzati. Poi un pianto, pieno di dolore. Ci mette un po' a rendersi conto che quelle lacrime sono le sue, che la voce che sente non è altro che la sua. Stringe la lettera sul cuore, come se facendolo lo sentisse più vicino. La lettera dice di non piangere per lui, ma Hope non riesce a smettere, in un tratto il silenzio incombe sulla stanza, Hope resta immobile, alza lentamente il volto, ma sul suo sguardo non c'è più solo dolore, non c'è solo paura, nei suoi occhi inizia a nascere la rabbia. Nel suo sguardo sembra di rivedere suo padre. Lo sguardo arrabbiato di Klaus, quella stessa rabbia che per anni lo ha perseguitato, non lasciando spazio al buono che possiede dentro. Hope si alza semplicemente dal pavimento, ogni suo movimento sembra uno sforzo disumano, ma poi lascia la stanza, portandosi con se la lettera. 


 

 

  
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