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Autore: Kajsa    12/04/2009    2 recensioni
" Caro David, non so dirti quante volte ho provato a scriverti nell’ultimo anno… questa forse è la dodicesima… tutte lettere che poi ho buttato… mi vergognavo al solo pensiero di spedirtele… ma questa volta è diverso… "
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Untitled Questo è stato il mio primo tentativo di scrivere una one-shot… I Simple Plan sono uno dei miei gruppi preferiti e fin da subito mi hanno catturata… e vorrei trasmettere agli altri quello che mi fanno provare le loro canzoni… questa storia la voglio intitolare come il primo loro brano che abbia mai ascoltato.
Ogni riferimento a luoghi o persone è del tutto casuale perché questa storia è frutto della mia immaginazione e i Simple plan non mi appartengono…
Aspetto i vostri commenti!! ^^
Kajsa



Untitled




“ Caro David,
non so dirti quante volte ho provato a scriverti nell’ultimo anno…
questa forse è la dodicesima…
 tutte lettere che poi ho buttato… mi vergognavo al solo pensiero di spedirtele… ma questa volta è diverso…
Forse ho trovato dentro di me un coraggio che da tempo non pensavo più di avere… ne ho passate tante… forse non lo puoi nemmeno immaginare…
Ti sembrerò una di quelle pazze in cerca di attenzione… sappi che non lo sono… se mi vuoi credere…
Ho scaricato da Internet ogni video che ti riguarda…perché la tua voce ha uno strano effetto su di me… mi rilassa… mi fa dimenticare tutto…
                                                    Helena”



-Pierre leggi questa lettera…-
Helena aveva toccato il cuore di David con le sue parole.

-Secondo me è una delle solite pazze che ci scrivono…-
Fu la secca risposta del cantante dei Simple Plan. Ma David non ne era convinto. In quelle parole sentiva la sincerità di una ragazza con molti problemi. La calligrafia era ordinata. Lo spazio lasciato tra le righe sul foglio bianco erano ampie.
Il bassista lesse più volte quelle poche righe cariche di sentimento. Raramente gli arrivavano lettere intestate a lui. Di solito erano tutte rivolte a Pierre o al gruppo in generale… ma questa volta era diverso…

Dopo le prove, David andò in un bar a bere una birra, la lettera di Helena nella tasca… oramai si sentiva parte della sua storia.

 E se invece fosse stata tutta una balla?

No… non poteva essere… quelle parole… i sentimenti che racchiudevano…

Senza rendersene conto, tornato a casa aveva già preso in mano carta e penna per risponderle…


“Cara Helena,
Mi ha colpito molto la tua lettera… e mi fa piacere risponderti.
Credo alle tue parole… e posso solo immaginare quanto è stata difficile la tua vita… quanti anni hai? Ti va di raccontarmi qualcosa di te?”

La curiosità di scoprire chi fosse questa ragazza era fortissima… non sapeva nemmeno lui perché… era giusto chiederle di incontrarsi? Era giusto fidarsi?

”Se ti fa piacere, un giorno puoi passare dopo le prove del mio gruppo e ti faccio avere un CD autografato…”

Così forse poteva andare… anche gli altri non avrebbero sospettato nulla…
“Ma cosa dovrebbero sospettare?” si ritrovò poi a pensare…


”spero di ricevere una tua risposta.
                                                         David Desrosiers”


 

Il mattino dopo la lettera era spedita.
Ora non restava che aspettare…
I giorni passavano…
Niente…

-Mi sembri pensieroso ultimamente David…-
Chiese Pierre preoccupato.
-Stai tranquillo. Non è niente… ho solo un po’ di pensieri per la testa…- rispose vagamente il bassista…
-Spero che questa tua ansia non si ripercuota nella tua musica… ti va di parlare?-
David non era sicuro di volersi confidare. Si sentiva uno sciocco.

Ma alla fine cedette.

Disse di aver spedito la lettera da alcuni giorni e che aspettava una risposta da Helena.
Era incuriosito.
Voleva sapere.

Voleva conoscerla.

Il giorno, Pierre arrivò alle prove per ultimo. Portava in mano la posta ricevuta per il gruppo. David era sovrapensiero.
-Questa credo che ti interessi…- disse avvicinandosi a David, porgendogli una busta verdolina. David riconobbe la calligrafia di chi aveva scritto l’indirizzo… Helena…
 
Non esitò ad aprire la busta.

“ Caro David,
Grazie per la tua risposta. Sono felice che tu mi abbia creduta.
Hai detto di voler sapere qualcosa di me… ti accontenterò…
Vivo in una famiglia adottiva… i miei genitori erano alcolizzati e il tribunale mi ha dato in adozione.
Non mi piacciono queste persone.
Mi mancano i miei genitori.
Questi sono troppo perfettini… pretendono da me cose che non posso dargli…
Prima di tutto l’affetto…
Ho trovato degli amici… ma non posso uscire con loro. I miei tutori non vogliono perché una sera sono tornata con l’alito che ne sapeva di birra…
Ho iniziato a pensare che qualcosa in me non andasse… ho smesso di mangiare… per punizione… verso me e verso loro… poi però mi hanno portato da un dottore… ora è passato…
 o forse no…
Vuoi sapere la mia età? 15 anni.


“15 anni?” pensò David… “è così giovane…”

“Passerò  nel postoin cui ho spedito la lettera giovedì 26. Verso le tre del pomeriggio. Spero di trovarti li.”

“Giovedì… è domani…

Ci sarò”


“E’ da quando cantavi nei Reset che acolto le tue canzoni… mi fareasti un grande  regalo.
Ti aspetterò…
                                                         Helena”


Era inutile rispondere a quella lettere. Oramai l’unica cosa era spettare il giorno seguente.


Erano le tre del pomeriggio. David era seduto nell’atrio della sala di registrazione.  Gli occhiali scuri e un capellino calato sul volto per non essere riconoscuto. Il CD autografto in mano.

Entrarono alcune persone. Nessuna di loro poteva essere Helena.
Poi una ragazza fece capolino nella stanza.
I capelli neri e lisci, attraversati da numerose ciocche rosa, le arrivavano all’altezza delle spalle.
Gli occhi erano truccati pesantemente di nero e verde, lo stesso colore delle sue iridi. Il viso pallido.
Il corpo magrissimo era reso ancora più sottile a causa dei vestiti neri che indossava.
David si alzò.
Le andò in contro.
-Helena?- le domandò.
-Si…sono io…- rispose lei intimidita.
David si levò gli occhiali e le sorrise.
-Vieni. Ti offro una cocacola… anche perché è il massimo che può offrire la nostra macchinetta.-

Helena era evidentemente nervosa. Rigirava tra le mani il CD che David le aveva regalato.
-I tuoi tutori sai che sei qua?- le chiese David.
Helena sorrise.
-No. Loro pensano che sia a fare danza… ogni tanto però ci vado.-
David annuì. Ora era lui a non saper cosa dire. Avevano parlato della sua carriera. Di quello che aveva fatto da giovane. Dei suoi gusti.
Ora era il turno di Helena…
-Cosa ti piace fare?- le domandò.
La ragqazza scrollò le spalle.
 –Tutto e niente. Ogni tanto suono la chitarra e mi metto a cantare con i miei amici. Abbiamo… avevamo un gruppo… ora non più…-
David immaginava che era a causa dei problemi che aveva con i suoi nuovi genitori.
-Sai… i miei genitori sono separati… ho sofferto per questo anche io quando ero più piccolo…-  cercò di consolarla David.
-Ma almeno tu i genitori potevi vederli…-
Capì di aver fatto male a dire quella cosa…
-Ora è meglio che vado. L’ora di danza è finita da un pezzo… dovrei essere quasi a casa… se non torno poi chi li sente quelli la…- disse Helena –Grazie di essere stato con me..-
Senza neanche pensarci, David le offrì un passaggio a casa. Helena incredula accettò.
-Fai così con tutte le fan?-
David fu preso alla spovvista… arrossì…
-No… di solito non le incontriamo nemmeno… sei stata un’eccezione…-
L’auto arrivò davanti a casa di Helena.
-Ti manderò una lettera. Grazie di tutto…-
Helena scese dalla macchina e dal portone di casa mandò un bacio a David.
Un bacio che valeva più di mille parole… che David non conosceva ancora…

Nei giorni che seguirono quell’incontro, l’umore del bassista migliorò, e potè concentrarsi con gli altri del gruppo nella composizione dei brani del nuovo CD che avevano intenzione di lanciare.

Poi arrivò la lettera di Helena. La sua calligrafia era sempre la stessa… solamente un po’ più disordinata.

Caro David,
il CD che mi hai regalato l’ho sentito per tutta la notte. La tua voce è magnifica…
conosco a memoria tutte le vostre canzoni. Mi sarebbe piaciuto suonare una volta con te. Ma oramai non è più possibile…
Devo partire… ho già fatto le valigie… però se vuoi puoi venire a casa mia tra qualche giorno, quando avrai ricevuto la letteraDevo darti una cosa importante… un regalo… Passa pure a qualunque ora… tanto non esco dalla mia camera…
Con immenso affetto
                                                    Helena"


David partì subito. Casa di Helena era aperta. C’erano molti ragazzi li davanti.
“Saranno venuti a salutarla…”
Raggiunse gli altri. I loro visi erano tristi.
David entrò in casa. Una foto di Helena si trovava su un tavolino circondato di fiori e candele.
Il suo viso era diverso in quella foto. La sua carnagione era rosea. I suoi capelli castano scuro e il trucco leggero.

-Eri un suo amico?- chiese una donna con gli occhi rigati salle lacrime. La madre adottiva.
-Si… potrei vedere la sua camera?...-
La signora lo accompagnò al piano superiore.
La stanza di Helena aveva le pareti rosa. Sul comodino c’era ancora il CD che le avea regalato. Accanto a quello ce n’era un altro. David lo prese in mano. Ne cadde un foglio da sotto.

“ Caro David,

“Ecco perché aveva detto che non sarebbe uscita da camera sua…”

“ Come ti avev o detto sono dovuta partire. Ho raggiunto i miei genitori… anche loro sono partiti per un viaggio l’altra sera…
L’ho sentito dire dalla tutrice…
Ma sono contenta di andare via perché ti ho incontrato… mi hai ascoltata…”


Gli occhi di David si riempirono di lacrime…

“Avrei davvero voluto suonare con te… ma l’unica cosa che posso fare ora è lasciarti questo CD… parla di me… ascoltalo… so che lo farai…”

Le ultime parole erano macchiate. L’inchiostro era colato via.

“Addio e scusami… non sono stata forte…”

Helena piangeva mentre scriveva quelle parole.
David si infilò il CD in tasca e tornò a casa sua… quella sera ascoltò Le canzoni che le aveva lasciato Helena. Erano dei pezzi del suo gruppo… cantati da lei… la sua voce era molto bella… parlava di tristezza… di malattie… di separazioni… ma l’ultima parlava di speranza…
David rilesse le lettere che le aveva scritto la ragazza… e alla fine le loro lacrime si unirono su quell’ultimo addio…





Grazie per aver letto la mia storia e spero vi sia piaciuta! Vi invito a leggere pure le altre che ho postato tra cui un’altra dedicata ai Simple Plan!
Aspetto vostre recensioni sia in positivo che in negativo!
Un caloroso saluto
Kajsa
  
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