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Autore: Tisifone1301    26/05/2016    6 recensioni
Questa storia è dedicata a Napee e Miyu87, che senza il loro incoraggiamento, non avrei mai scritto nulla.
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Tratto dalla storia:
Lei si voltò stupita da quel gesto inaspettato, e si ritrovò il viso di lui a pochi centimetri dal suo.
Poteva percepire il suo respiro scaldarle la pelle e i suoi occhi leggere le mille domande che le vorticavano in testa. E poi quel contatto. Era già di per se meraviglioso quando il suo sguardo si posava su di lei, ma sentire la sua mano stringere la propria, era pura estasi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era trascorso già un mese da quando lui era tornato a riprenderla.
Aveva mantenuto la sua promessa. Non che lei avesse mai dubitato di ciò, sapeva benissimo che quando prometteva qualcosa, manteneva sempre la parola data.
Era metà ottobre e ormai l’autunno aveva fatto il suo ingresso e Rin sedeva davanti al fuoco che il vecchio e buon Jacken aveva acceso apposta per lei. Stava lì, in silenzio, a contemplare lo spettacolo unico ed affascinante, che questa stagione donava al paesaggio della radura in cui si erano accampati.
Ecco che la natura faceva sfoggio della sua nuova veste.
I flebili raggi solari si infrangevano sulla superficie increspata del piccolo stagno poco distante e sulle chiome dorate e rossastre degli alberi, creando un’atmosfera magica. Rin non poté che rimanere ammaliata da tutto ciò, in fondo lei amava l’autunno perché i suoi colori caldi le ricordavano i suoi occhi.
I suoi magnifici e magnetici occhi.
Forse erano la cosa che più le era mancata. Tutti dicevano che incutevano terrore e soggezione, che erano gelidi e privi di qualsiasi emozione, ma parlavano così solo perché non erano in grado di leggere quello che comunicavano. Lei invece sapeva benissimo che gli occhi del suo signor Sesshomaru, parlavano più di mille parole. Anche se il più delle volte la mettevano in imbarazzo, amava quando quelle gemme si posavano su di lei per assicurarsi che stesse bene dopo uno scontro o quando la scrutavano per riuscire a capire cosa le passava per la testa e, anche quando la guardavano con scherno. Cosa ancor più notevole, erano in grado di scaldarle il cuore, ma sopratutto erano in grado di scuoterle anima e corpo.
Il sole era ormai tramontato e Jacken si era addormentato accanto ad Ha-Un, quando un fruscio di foglie seguito da dei passi leggeri, la riscossero dai suoi pensieri.
- Ben tornato. – bisbigliò, mentre un tenue sorriso le si formò sulle labbra nello scrutare l'elegante figura del demone comparire dalle ombre.
- Sei ancora sveglia. - constatò lui, squadrandola contrariato. Possibile che quell'umana non avesse mai sonno? Aveva una tale energia che, a volte, tutto gli sembrava, tranne che una fragile femmina.
- Non ho sonno, è una così bella serata. Trovato qualcosa di interessante?– chiese lei col suo sorriso più bello che donava solo a lui.
- No. Solo inutili demoni che non meritavano la mia attenzione. -  rispose Sesshomaru col suo solito tono piatto.
Si sedette a pochi passi dall’albero a cui era appoggiata la ragazza, alzando poi lo sguardo al cielo e contemplando la luna che si affacciava timidamente da dietro una nuvola.
Rin lo guardava con la coda dell’occhio, meditando su quanto fosse bello sotto la luce delle fiamme che incendiavano ancor di più i suoi occhi.
Rimasero in silenzio per un po’ di tempo, interrotto solo dallo scoppiettio del fuoco, ma questo non la infastidiva affatto, perché sapeva fin troppo bene che lo yōkai era un tipo di poche parole. Quel silenzio però era diverso e lo dimostrava la piccola ruga che si era formata sotto la mezzaluna sulla fronte e subito capì che qualcosa tormentava l’animo del demone. Non fece in tempo a chiedergli cosa lo turbava, che con sua immensa sorpresa fu lui a parlare per primo ed era un'iniziativa che non prendeva molto spesso, anzi, era un evento che si poteva addirittura contare sulla punta delle dita.
- Perché hai deciso di ritornare a viaggiare con me? – le chiese atono continuando a guardare il cielo.
- Eh?! – Rin lo fissò confusa. Era questo il pensiero che lo agitava? Che si fosse pentito di averla ripresa al proprio fianco? Pensò tristemente.
- Non eri felice al villaggio? - continuò lui.
- Si e no - rispose la ragazza, iniziando a torturare la stoffa del suo kimono per la tensione.
Sesshomaru si voltò a guardarla, inarcando un sopracciglio come a volerle dire “questa non è una risposta”, ed ecco che di nuovo quei occhi la stavano studiando. Rin recepì il messaggio che gli stavano mandando e la sua risposta non tardò ad arrivare.
- Non fraintendetemi. Come vi ho già detto sono stata bene in questi anni al villaggio, tutti mi hanno trattato come fossi la loro sorellina più piccola dandomi amore e affetto, non facendomi mai mancare nulla e mi hanno insegnato tantissime cose. In più Inuyasha e Kagome si sono presi cura di me quando la vecchia Kaede è morta e per questo gli sarò sempre riconoscente. Ma nonostante tutto questo una parte di me non è mai rimasta lì, sin dal primo giorno che mi avete lasciata ... - a questo punto Rin, non riuscendo più a sostenere lo sguardo del demone, girò la testa iniziando a contemplare le fiamme del fuoco di fronte a lei.
– Quella parte vi ha seguito e non vi ha mai lasciato un solo istante… Il mio cuore è sempre stato con voi. – chinò ancora di più la testa per cercare di nascondere il rossore che le imporporava le guance, sperando che lui non le avesse notate. Ma così non fu.
Come di consueto Sesshomaru non lasciò trapelare alcuna reazione, ma nell’udire quelle parole sgranò leggermente gli occhi avvertendo una strana sensazione al livello del petto: felicità.
Il suo fine udito sentiva il cuore di Rin battere così forte, che sarebbe potuto saltar fuori dal petto da un momento all’altro e in più percepiva l’aria impregnata di vergogna, ma questo non fece che accrescere il suo compiacimento.
- I primi tempi ho sofferto molto, mi mancavate tantissimo. Ho cercato di comprendere il perché di quella scelta da parte vostra. Ho pensato che vi avevo rallentato nella crescita del vostro potere, che ero stata un peso per tutto quel tempo e che vi foste stancato di avere tra i piedi una bambina chiacchierona che si metteva sempre nei guai e tante altre cause. Alla fine arrivai alla conclusione che erano tutte ragioni possibili, ma quando Kagome mi fece comprendere il reale motivo della vostra decisione, mi impegnai con tutte la mie forze per diventare più forte e coraggiosa. Ho imparato a riconoscere le erbe curative e a saperle usare, ho imparato a cacciare, difendermi e ad essere auto sufficiente. Perché io la mia scelta l’avevo già fatta…. Io volevo stare con voi. – concluse con un fil di voce, cominciando a mordicchiarsi nervosamente il labbro inferiore.
Sesshomaru seguitava a guardarla senza battere ciglio, studiando minuziosamente ogni suo gesto.
Davvero aveva creduto tutto questo?
Sul fatto che fosse una gran chiacchierona era vero, ma che fosse stata d’intralcio ai suoi scopi o altro, quello no, non lo aveva mai pensato. Al contrario, cosa al quanto insolita per un solitario come lui, l’aver avuto accanto quella bambina lo aveva fatto sentire stranamente bene ed in pace con se stesso e quando si era separato da lei, aveva avvertito un vuoto incolmabile. Ma lo aveva fatto per il suo bene. Lui il grande demone cane, si era preoccupato di una mocciosa umana.
- Quante sciocchezze. Non sei mai stata un problema e se avessi voluto sbarazzarmi di te, ti avrei lasciata al primo villaggio incontrato. – sentenziò il demone.
Rin deglutì un paio di volte a vuoto, sorpresa da quella risposata.
- E voi? Perché siete tornato e avete accettato di riprendermi al vostro fianco? – chiese timidamente rialzando la testa, per poi pentirsi subito della domanda appena fatta.
Sesshomaru la guardò ancor più intensamente e lei si sentì morire.
- Che domande. Dovresti sapere che mantengo sempre la mia parola. – rispose lo yōkai, come se fosse la cosa più ovvia.
- Si, si lo so. E’ stato proprio questo che mi ha fatto sperare in un vostro ritorno, ma ero solo una bambina all’epoca. Avreste potuto anche ritrattare la vostra parola. -
- E’ perché mai avrei dovuto fare una cosa così meschina. – ringhiò rabbioso. Certo, a lui non importava minimamente di essere meschino con gli umani, ma con lei era sempre stato tutto diverso. Lei era diversa.
Rin rabbrividì per il tono e abbassò lo sguardo.
- Perdonatemi, non era mia intenzione offendervi. E’ solo che a nessun adulto importa di una promessa fatta ad un bambino. – rispose affranta.
- A me importava. – ribatté subito lui.
Rin risollevò lentamente lo sguardo verso il demone, fissandolo dritto negli occhi.
Poi con coraggio chiese ancora una volta.
- Però non avete risposto alla mia domanda... Perché siete tornato? –
- Già, perché sono tornato. – disse tra sé e sé lo yōkai.
Passarono alcuni minuti e non ricevendo alcuna risposta, Rin decise di lasciar perdere, sapeva che non avrebbe ricavato nulla, così decise di andare a dormire. Diede la buona notte a Sesshomaru, ma prima di riuscire a muovere un passo, lui con un movimento fluido ed elegante, le afferrò la mano, stando attento a non ferirla con i suoi artigli velenosi.
- Aspetta. –
Lei si voltò stupita da quel gesto inaspettato, e si ritrovò il viso di lui a pochi centimetri dal suo.
Poteva percepire il suo respiro scaldarle la pelle e i suoi occhi leggere le mille domande che le vorticavano in testa. E poi quel contatto. Era già di per se meraviglioso quando il suo sguardo si posava su di lei, ma sentire la sua mano stringere la propria, era pura estasi.
Il viso di Rin divenne di tutte le sfumature di rosso possibili e queste aumentarono quando Sesshomaru si avvicinò ancor di più e le sussurrò con voce calda.
- Vuoi sapere perché sono tornato? – pronunciò sfiorandole una guancia.
Incapace di spiccicare parola, la ragazza fece "si" col capo.
- Mi mancavi Rin. – proferì scandendo bene le parole
Nell’udire quelle tre semplici parole, Rin sgranò gli occhi per lo stupore. Mai si sarebbe aspettata una risposta simile, non nella realtà almeno, solo nei suoi sogni glielo diceva sempre. E poi il suo nome, pronunciato da lui assumeva un suono così… eccitante. Si vergognò terribilmente per quel pensiero e si diede della stupida.
- Co-Cosa ave-avete detto? – farfugliò.
Sesshomaru fece un ghigno divertito, beandosi dell’espressione stupefatta dipinta sul volto di lei e decise di rincarare la dose.
- Mi sei sempre mancata, ma dopo la mia ultima visita al villaggio un anno fa, ti sei insediata nei miei pensieri e non li hai lasciati un solo giorno. Mi mancavano i tuoi sorrisi, la tua voce, il tuo profumo, ma soprattutto mi mancava il battito del tuo cuore come in questo momento. E poi dovevo assicurarmi se le voci che mi erano giunte erano vere. – disse l’ultima frase con un certo fastidio.
- Quali voci? – chiese con un fil di voce Rin.
- Che quell'insulso di un principe del clan Tadashi avesse davvero intenzione di chiedere la mano della ragazza che un tempo era stata affidata alle cure della sacerdotessa di Mushi. Quando arrivai un mese fa, la moglie di Inuyasha mi confermò che era tutto vero e a quel punto decisi che era giunto il momento di portarti via da quel villaggio. –
Il cuore di Rin perse un battito, era ancora più sconvolta di prima.
Davvero lui era ritornato per impedirle di sposare quel principe?
A quel pensiero non poté che essere immensamente felice. Lui era tornato per lei.
Ricordava benissimo il giorno in cui Kagome le aveva dato la notizia. L’amica aveva letto nei suoi occhi l’ennesima delusione e l’immensa tristezza dipinta sul suo volto, ma l'aveva subito rincuorata dicendole che se non voleva sposarlo era libera di rifiutare, perché era al corrente che il cuore di Rin batteva per qualcun altro.
Erano ancora lì, l’uno di fronte all'altra a guardarsi intensamente negli occhi. Sole contro terra. Poi Rin spiazzò per un istante Sesshomaru.
- E se avessi deciso di rimanere? –
Il demone alzò un sopracciglio, incredulo da quella domanda.
- Se sei pentita della tua scelta, puoi tornartene al villaggio. – proferì con tono grave e facendo un passo indietro, allontanandosi da lei.
La ragazza sorrise per il repentino cambiamento di lui.
Lo conosceva troppo bene e sapeva di averlo infastidito con quella domanda.
- Affatto, venire con voi era quello che volevo. Ma se avessi deciso di rimanere, voi cosa avreste fatto? – domandò con tono deciso annullando la distanza tra loro.
Ma questa volta fu lo yōkai a spiazzarla.
- Ti avrei portato via con la forza e nessuno mi avrebbe fermato. Te lo garantisco. – le sussurrò con voce suadente avvicinando ancora di più il viso.
Rin sorrise dentro di se, non poteva desiderare risposta migliore.
Ormai li separavano solo pochi millimetri. Lui era inebriato dal profumo di vaniglia che emanava la pelle di lei e per tutto il tempo non aveva fatto altro che spostare lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra rosee e lei era sempre più stregata da quegli occhi d’ambra, leggermente stordita da tutte le emozioni che provava in quel momento.
Sussultò quando sentì la mano, che fino a pochi istanti prima teneva la sua, spostarsi sotto il suo mento, mentre l’altra posarsi dietro la schiena come a volerle impedire qualsiasi via di fuga.
Poi fu un attimo. Le calde labbra di lui si posarono su quelle morbide di lei.
Un bacio delicato, dolce.
Mossa da una buona dose di coraggio, Rin si alzò sulle punte ed intensificò il contatto, mentre Sesshomaru aumentò la presa sulla sua schiena.
Poteva sentire i suoi canini affilati premere contro le sue labbra e messo da parte l’imbarazzo iniziale le schiuse, permettendo al demone di approfondire il bacio, che divenne più passionale. Le loro lingue iniziarono una danza impetuosa, assaporando l’uno il sapore dell’altro.
Rin portò le mani dietro la sua nuca, tirandolo ancor di più verso di sé e così facendo qualche ciocca argentea andò a solleticarle le guance roventi.
Sesshomaru, invece, continuava a torturarle le labbra senza darle un attimo di tregua. Era da troppo tempo, ormai, che desiderava baciarle e ora che erano sue, non aveva alcuna voglia di lasciarle andare.
A malincuore dovettero separarsi per riprendere fiato e, a quel punto, lui si soffermò a guardarla e a constatare quanto fosse bella in quel momento. Si beò del suono soave del suo cuore che batteva all'impazzata, del fiato corto che le alzava e abbassava il petto ad un ritmo frenetico, degli occhi lucidi velati da un pizzico di imbarazzo e delle guance e delle labbra arrossate.
- Sei mia Rin. – le mormorò all'orecchio stringendola ancor di più a sé.
- Lo sono sempre stata…. Se solo voi sapeste quante volte ho detto no ad altri occhi, aspettando i vostri.  – mormorò con voce tremula, mentre portava inconsciamente una mano al viso di lui, sfiorandogli delicatamente, con le dita, le labbra che aveva appena baciato.
Si incamminarono mano nella mano verso un grande albero e si sedettero ai suoi piedi. Un leggero vento si era alzato sulla radura e Sesshomaru avvolse la sua coda intorno alle spalle di Rin per tenerla al caldo e rimasero così, abbracciati, a non dirsi nulla, ma a sentire tutto.



ANGOLO AUTRICE
Vorrei ringraziere in primis Manuela, per le sue correzioni ed i suoi preziosi consigli e seconda, ma non ultima, Veronica che mi ha aiutata a mettere quella benedetta immagine dopo tutto il casino per crearla. VI LOVVO RAGAZZE XD
Se volete lasciate una vostra opinione della stroria, non può che farmi piacere.
Vi ringrazio in anticipo

 
  
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