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Autore: SatoSerelover    26/05/2016    1 recensioni
Shinichi non credeva che si sarebbe mai affezionato tanto a lei... sapeva che non ce la faceva più ad andare avanti senza di la ragazza, che gli avevano portato via. Lei non c'era più. Era consapevole, però, che non poteva amare solo il suo ricordo, aveva bisogno di amare lei.... Ran...
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Vermouth | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note d'autrice:
questa storia è diversa da quello che scrivo di solito. è più drammatica... ma spero vi piaccia comunque! (anche perché è stato un grande sforzo scriverla.... ho pianto tutto il tempo)





L'ULTIMA FOGLIA


Le nuvole si erano raggruppate nel cielo e avevano coperto il sole che fino a poche ore prima, si trovava raggiante nel cielo celeste. Si, da poco… ma per il ragazzo.. il sole non splendeva più da ormai giorni. Il mondo era grigio e tutto ciò per cui aveva lottato, ora non aveva più assolutamente senso.

Dei tuoni rombarono, ma anche quello era davvero una cosa senza importanza, che contava poco a nulla. Camminava sotto la pioggia, incurante dell’acqua che lo bagnava da capo a piedi. I suoi vestiti erano completamente fradici, ad ogni passo, si sentiva l’acqua entrare nelle scarpe. Da ore ormai era sotto la pioggia, camminando senza meta, nel vuoto, nell’assenza più totale.

Il mondo intorno a sé non era più lo stesso. I colori erano come scomparsi, dietro di sé vedeva solo una scia di sangue, che trasportava ovunque andava. Il senso di colpa, poteva chiamarlo, il risentimento e l’agonia nel aver lasciato che accadesse.

Non c’era più ragione di fare il detective, ormai aveva smesso di investigare. Non andava a scuola, non si faceva vedere da nessuno, riusciva a malapena a mangiare. Che stato… il grande detective Shinichi Kudo, che si lascia andare così, si lascia sprofondare nella tristezza. Non sembrava reale… e magari fosse così. Se solo non fosse reale.. se solo fosse un sogno, o meglio, un incubo….

Non c’era nulla che lo faceva sorridere o gioire, nulla che lo rallegrava.. niente l’avrebbe più fatto… solo rivederla, gli avrebbe ridato la forza, ormai da tanto tempo perduta. Solo lei e il suo amore, gli avrebbero ridato il coraggio di andare avanti, che da solo, non riusciva a trovare.


Lei… la sua adorata Ran…


Ma lei non c’era più… nulla l’avrebbe riportata indietro. Quel giorno l’avevano strappata via da lui, gli avevano tolto la ragione per cui aveva lottato duramente. Ancora poteva vedeva la scena, che si ripeteva nella sua mente, miliardi di volte, dimostrandosi sempre più dolorosa e tremenda.

….

Lui, il boss, con l’arma puntata su Shinichi, pronto ad ucciderlo. Era finita, si, così credeva. Un solo colpo, diretto al ragazzo. Il botto proveniente dalla canna della pistola e poi l’attesa di una morte infelice. Avrebbe fallito. Non avrebbe sconfitto l’organizzazione e non avrebbe più rivisto Ran.

Ma come al solito, il destino gli aveva fatto un brutto tiro e, questa volta, lo aveva stroncato in pieno. Il proiettile non arrivò mai, mai sentì il proprio corpo essere colpito e poi cadere a terra. Fu un altro, il corpo ad accasciarsi sul terreno freddo e bagnato. Un altro a tingersi di rosso sangue e sempre lo stesso a prepararsi alla fine. Ran si era messo davanti a lui, pur di proteggerlo e di salvarlo.

La vide cadere e mai rialzarsi. Un colpo al cuore.. a lei… e a lui, che ora era nel panico e nella disperazione. Corse verso la ragazza, la strinse tra le sue braccia e la scosse un po’, cercando di tenerla in vita. I miracoli però, non sempre accadono e questa volta, non ce ne sarebbe stato uno. La ragazza, con gli occhi appena aperti, guardava ancora, per quel poco che le rimaneva, il suo amato, che stava facendo di tutto per non perderla.

Ormai, non c’era molto da fare. La ragazza era priva di forze, il sangue perso dalla ferita che a lì a poco l’avrebbe stroncata, era troppo. La pelle cominciava a schiarirsi e il volto di Ran a farsi stanco. Gli occhi, non brillavano più, come un tempo, quei suoi occhi stupendi, che lasciavano d’incanto ogni volta il detective.

“Resisti…. I soccorsi arriveranno… devi farcela… non puoi arrenderti…” la incoraggiò lui, prendendola per mano e stringendola sempre più a sé.

Ran strinse la presa alla mano di Shinichi… ormai respirando a fatica “Scusa… non credevo…. Sarebbe finita così…*cough*…”

“Non dire assurdità! Ce la farai!” La rimproverò Shinichi..

Ran cominciò a tossire, tossiva sangue… che si aggiungeva a quello della ferita. Shinichi non si curava di nient’altro che di lei. Le sue braccia, tutte sporche del sangue dell’amata, tingevano anche il resto dei suoi vestiti. Era un’incubo…..

” R-Ran… t-ti p-prego… No……. Non… puoi… io sono qui… ci sono io con te….. E questa volta…. Non vado da nessuna parte… n-non ti lascio..” Singhiozzò lui.. troppo sconvolto.

“….S-Shinichi *cough*…..n-non ce la faccio..*cough*” Ran rispose piangendo, aveva paura… si. Perché la verità era talmente banale e scontata, che faceva paura. Erano gli ultimi attimi della sua vita e ciò faceva molto male. Pensava a come avrebbero reagito i suoi genitori, Sonoko, Kazuha…. Tutti…. Ma non poteva pensare a quello. Le rimaneva poco tempo, quel tempo era solo per lui…

Shinichi rimase turbatissimo da quello che aveva appena mormorato Ran. No, non ci credeva ancora. Lei non poteva davvero morire… scosse ancora la testa “Non dire così! So che ce la puoi fare!”

“….N-non ce la farò…..” cominciò a respirare peggio di prima.

“SMETTILA! NO! Tu non puoi… non puoi lasciarmi…. Hai aspettato tanto il mio ritorno… non puoi ……. Sono tornato per te…. Cosa farò senza di te…..”

La ragazza fece un piccolo sorriso dolce… che bello, sentirselo dire….. portò la mano di Shinichi, che teneva ancora afferrata, sul proprio volto, come per sentire ancora un’ultima volta, per bene, il suo tatto. Shinichi l’accarezzò dolcemente, senza mollarle la mano. Gli occhi del ragazzo cominciarono a diventare lucidi, la sua vista divenne vitrea e le lacrime si formarono nei suoi occhi..

“*cough* *cough* A-Ascoltami….” Le lacrime continuavano a scorrere sul suo viso, mentre parlava faticosamente “..I-io… So che s-sai già… d-dei miei s-sentimenti*cough*… m-ma non h-ho avuto l’occ-casione …di r-risp-ponderti…. A L-Londra….. e so… c-che non ne avrò un’altra….” Si fermò per riprendere fiato “N-non avrò più o-occasione di dimostrarti… il m-mio a-amore per t-te… ” Quello che prima era un sorriso dolce, sul volto di Ran, ora era diventato triste. Stava davvero piangendo… Non l’avrebbe più rivisto..

Shinichi cominciò a scuotere la testa “no…” come per negare che stesse accadendo. Non poteva essere…

“E-E………… v-vorrei fosse l’unica……… l’unica cosa da f-farti ……. S-sapere.. o-or a*cough* *cough* *cough*… …………..le ultime mie p-parole……...v-vorrei f-fossero ….. solo per te… p-p-per…… r-ricordartelo“ il suo respiro ormai era quasi assente….

Strinse ancora di più la mano del ragazzo, il suo ultimo gesto, il suo ultimo sforzo…


“…………T-ti ………. A-Amo…………” mormorò con un filo di voce, mentre la sua voce e la vita gli scivolavano via. Come se un’ultima piccola energia, fosse ora uscita da lei, prosciugandola. I suoi bellissimi occhi, si chiusero per l’ultima volta…

La mano di Ran, perse definitivamente la presa e cadde al suolo. Il respiro si fermò, il battito non c’era più… se ne era andata… e con lei tutto… lei era il tutto di Shinichi.

Il corpo della ragazza giaceva tra le sue braccia, ormai privo di ogni singola vitalità.
Il ragazzo si pietrificò, il sangue si gelò nelle sue vene. Scosse la testa ripetutamente “No… No…. NO… NO!!!! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!” Scosse la ragazza, con una certa dolcezza, che poi divenne una rabbia, un dolore irrefrenabile….. “RAN!!! NON PUOI MORIRE!!!! TI PREGO!!!!! NON PUOI!!!!!!! NON PER ME…. I-IO TI A-AMO.. NON PUOI LASCIARMI!!!! APRI GLI OCCHI!!!!”

E le lacrime solcarono il suo viso…. Il peggiore dei suoi incubi si era avverato.. per colpa sua… che non l’aveva protetta… … per la sua stupida ingordigia di casi, di investigazioni… la sua dannata curiosità…….. l’aveva persa……. Per colpa della sua ignoranza e scemenza…… lei aveva dato la vita per lui… non l’avrebbe più rivista… Non avrebbe realizzato il suo sogno…. Di sposarla… si vivere assieme, di mettere su famiglia…. L’unica donna della sua vita, era tra le sue braccia e ora l’aveva persa per sempre…
Non riusciva più a trattenersi. Tra i singhiozzi, i gemiti e le urla, la abbracciò, stringendo ormai il corpo morto di Ran, tra le braccia. Lei però non avrebbe contraccambiato l’abbraccio…..


“…………………………RAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN……….!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” gridò, esplodendo e lasciando sfociare dal suo corpo tutti sentimenti che provava. Rabbia… dolore… tristezza… risentimento… sensi di colpa… disperazione… angoscia………… e cuore infranto…..


………..


Abbassò il capo, ricordando ancora ciò che accadde…. Lo sognava ogni notte, ogni volta che andava in giro…. Vedeva ovunque la sua Ran, ma non poteva abbracciarla o toccarla.

Tutti i suoi progetti….. dichiararsi di nuovo nel modo giusto, mettersi assieme e andare in giro mano nella mano, come una coppia felice. Chiederle di sposarlo…. Vederla camminare verso l’altare in un bellissimo vestito bianco. Vivere felici e contenti, avere un figlio o anche più di uno…. Stare assieme per sempre.

Tutti i suoi progetti per il futuro, con la sua Ran, si stavano sgretolando, come le dighe che fino a quel momento, avevano trattenuto le lacrime di Shinichi per giorni interi. Ma ormai non ce la faceva più, il cuore gli scoppiava.

La rivoleva, rivoleva la sua amata Ran. Voleva rivedere quella piagnucolona testarda, voleva riabbracciarla. Voleva starle accanto nei momenti difficili..

voleva sentire di nuovo la sua melodiosa voce… voleva rivedere i suoi splendidi occhi azzurro-lilla, che mai più si risarebbero aperti e avrebbero brillato come la luce del sole…

rivoleva vederla lì in piedi davanti a lui, sgridandolo o incoraggiandolo.

Voleva accarezzarle i suoi bellissimi capelli marroni, che ondeggiavano al vento.

Voleva salutarla come ogni giorno, uscire con lei, andare sulle scene del crimine come facevano una volta…

Rivoleva toccarla, metterle le mani sulla sua candida pelle e darle quel bacio… Baciarla… non l’aveva mai baciata… avrebbe tanto voluto farlo…. Ma per colpa sua, non le avrebbe mai dato quel bacio…. Quello che da tanto sognava…….

La rivoleva, la rivoleva di nuovo con sé, pur di tornare ad essere Conan… ma era impossibile.. perché si era sacrificata…..

L’aveva fatta soffrire, mentre lo aspettava con impazienza. Tanto tempo ad aspettare il suo ritorno, sempre fedele e sempre innamorata di lui… dopo tante difficoltà….. e ora invece era lui a doverla aspettare… ma l’avrebbe fatto per l’eternità… forse il destino lo voleva punire… ma era troppo caro il prezzo.

Preferiva perderla, vederla cedere nell’attesa… piuttosto che questo…. Lei che muore tra le sue braccia, per colpa sua, per salvarlo, mentre mormora un ultimo “ti amo” prima di andarsene. Avrebbe preferito perderla, ma saperla al sicuro. Perdere il suo amore, che sapere di essere sempre amato, fino alla fine… e proprio per questo amore, rinunciare a lei.

Rivedeva ancora il pianto disperato di Sonoko, Kazuha, Eri, Kogoro, Ayumi, Genta, Mitsuiko… e tutti gli altri. Persino Ai, era scoppiata a piangere. E lui stesso aveva ceduto ed era caduto in quel pianto disperato.

Tutti i bei ricordi di entrambi, insieme fin dall’asilo… tutti quei dolcissimi momenti, che gli tornavano alla mente, gli facevano scorrere di nuovo le lacrime in viso. Ran aveva ancora una vita davanti… era una ragazza meravigliosa. Sempre generosa e a preoccuparsi per gli altri. Anche nella sua morte, non aveva esitato a sacrificarsi per lui. Potevano vivere assieme… se solo lui si fosse dichiarato prima… se non avesse seguito quegli uomini, alimentando la sua miserabile curiosità….

Non riusciva a togliersela dalla testa…. Perché lei era tutto per lui. E mai l’avrebbe dimenticata o smesso di amarla. Avrebbe vissuto con il tormento e i sensi di colpa per tutta la vita. Non importava quanto aiuto riceveva, lui aveva bisogno della sua Ran.
Il sorriso della ragazza, gli era rimasto nel cuore ed era stato quello a farlo innamorare. Non poteva che vederla sempre di fronte a sé. Vedere lui e Ran, in flashback di tempi passati, bei momenti in cui sorridevano ed erano felici. Troppo poco tempo.

Quel proiettile non aveva colpito solo Ran. Perché si, quel giorno non solo avevano ucciso Ran, avevano anche ucciso lui stesso.. e che senso ha rimanere in vita, se questa vita è già volata via?

Spesso ci aveva pensato e sebbene fosse il primo ad esserne contrario, in quel momento sentiva che non sarebbe andato avanti senza di lei. Era lui il primo, anche durante i casi, ad incoraggiare ad andare avanti, perché la vita è preziosa e c’è sempre una ragione di vita. Anche i tuoi cari soffrono di queste scelte…. Sempre così si rivolgeva a chi tentava il suicidio. Era profondamente contrario in questo gesto. Purtroppo però non si era mai potuto rendere conto, di quanto facesse davvero male, almeno fino a quando non aveva capito cosa voleva dire perdere chi ami. La sola e unica donna che aveva mai amato, fin dal primo istante. La ragazza più importante della sua vita. Non ce l’avrebbe fatta a continuare così…

Anche Heiji si era accorto dei suoi pensieri. Spesso lo aveva rimproverato, di non pensare a certe cose, di guardava avanti e che lei era sempre con Shinichi. Ma certo che era con lui, ma aveva bisogno veramente di Ran. Aveva bisogno di toccarla, sentirla e baciarla. La poteva amare, ma non poteva amare solo il suo ricordo.


Non se ne accorse… che era quasi arrivato alla tappa finale della sua “passeggiata”. Era in riva al fiume e vedeva un bellissimo albero. Era un ciliegio, le cui foglie ormai si era staccate tutte. Quell’albero era molto importante per lui e Ran. Ci giocavano sempre da bambini… e ora anche lui stava per perdere la sua ultima foglia. Di nuovo i ricordi… lui e Ran bambini… che bello… aveva davvero bisogno di lei….

Smorzò un sorriso, il primo dopo tanto tempo, perché pensava che se l’avesse fatto, l’avrebbe rivista presto..

Ogni giorno dal tragico fatto, si era recato all’albero. Quando era morta Ran, aveva cominciato a farne cadere una al giorno, come se ci fosse un legame tra Shinichi, Ran e l’albero. E quindi ogni, giorno, segnava come la perdita di ogni forza e felicità. L’ascesa di un'altra lacrima, un altro pianto. Fino a restarne secchi. Ecco perché era il giorno giusto. A breve anche l’ultima foglia sarebbe caduta. L’albero poteva benissimo rifiorire l’anno dopo. Ma nulla sarebbe rifiorito in Shinichi.

Si avvicinò ad uno dei rami, e slegò un fazzoletto, attaccato da chissà quanto anni.. forse 9 o 8 anni. Era ancora abbastanza in buono stato e sembrava l’avessero legato ieri. Si ricordava bene, di quando l’aveva fatto con Ran. Durante i laboratori scolastici erano finiti insieme nella classe di cucito. Scelsero un fazzoletto e collaborarono, nel ricamarlo.
Il fazzoletto, azzurro, ava ricamato, con un filo rosso “Shinichi e Ran, per sempre insieme”. E vedendo quel filo rosso, lo sapeva. Lui e Ran erano legati, da quel filo rosso del destino, fino all’eternità e mai si sarebbe spezzato.

Delle lacrime caddero sulla stoffa del fazzoletto, di nuovo stava collassando. Strinse il fazzoletto a sé, contro il suo petto e poi si inginocchiò al terreno, sbattendo il pugno sulla terra, fino ad aprire la mano e graffiare il terriccio.

“NON E’ GIUSTO! PERCHE’!!!!!!! RAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!!!!!!” il suo urlo risuonava nell’aria, forse anche Ran, lo aveva sentito… o forse era ancora lì con lui.
La vedeva, di fronte a lui, che lo osservava in tristezza e compassione. Era bellissima, come sempre ed era in piedi, con i capelli al vento e gli occhi bellissimi, ma piangenti. Stava piangendo con lui. Lei con le lacrime che le rigavano il volto. Non sapeva come fosse possibile, ma per lui, lei era lì. Lei si avvicinò e si inginocchiò davanti a lui, mentre la guardava ancora grondando di lacrime. Gli avvolse la mani intorno alla testa e lo accarezzava, piangendo anche lei, la distanza tra i due innamorati. Shinichi con la testa, sprofondata nel petto della ragazza. E così continuò a piangere, insieme alla sua amata.
Non avrebbe mai pianto così tanto. Lui poteva piangere solo per lei. Tutto il sapore delle lacrime bagnate, che ogni giorno scorrevano sul suo volto. Mentre andava a letto, quando si svegliava… perché sapeva che sarebbe stato un altro giorno senza di lei. La sua assenza lo stroncava. Non credeva che si sarebbe legato in tal modo a Ran.

Sentiva come se lei fosse lì a piangere con lui. Lei di sicuro avrebbe voluto continuare a vivere e a stare con Shinichi. E forse si sarebbe comportata allo stesso modo, se i ruoli si fossero scambiati.

Era la sua immaginazione? Non lo sapeva, non aveva mai avuto le allucinazioni prima d’ora, dalla sua morte…. ma doveva tornare da lei… e anche se nel metodo meno giusto, più brutto possibile che poteva esserci, a costo di lasciare i suoi cari, a costo di infrangere i suoi ideali… lo avrebbe fatto… perché lui non era nulla senza Ran… e la sua vita sarebbe stata anche peggiore.

Si alzò e cominciò a camminare, dritto verso il ponte. Sapeva cosa doveva fare. Sentiva come la presenza di Ran dietro a sé, che, nonostante le lacrime, scuoteva la testa e tentava invano di fermarlo. Ma lui aveva preso la sua decisione e presto sarebbe tornato da lei.

Ran ne sarebbe stata contraria di sicuro, vorrebbe che continuasse a vivere. Magari anche a rifarsi una vita ed essere felice, perché lei era sempre accanto a lui. Si, così ti dicono sempre, ma loro non possono provare quello che provi tu. Per quanto profonde e vere quelle parole, non poteva più lottare contro quella tempesta di emozioni negative. Quando una persona ti muore tra le braccia, per colpa tua, dopo tutto quello che avete passato assieme. L’avrebbe perdonato e l’avrebbe capito in qualche modo.

...

Era un ponte molto alto, l’acqua era torbida e la corrente potente. Sotto di lui c’erano molte rocce. La pioggia era ormai smessa….. e il sole stava tramontando. Questo era l’ultimo giorno che avrebbe passato senza di lei… l’ultimo nelle sue sofferenze.

Ma era difficile, perché comunque non avrebbe più rivisto i suoi genitori, Heiji, Il dottor Agasa e tutti gli altri, che avrebbero anche sofferto... se ci fosse stato lì Heiji o chiunque altro, lo avrebbero trattenuto, poteva immaginare anche Ran, di fianco a lui, che lo voleva fermare. Sebbene anche lui in quel momento fosse titubante.. non sapeva bene se farlo o meno…

Il sole davanti a lui… come se dovesse corrergli incontro, perché dentro a quel sole c’era lei. Il suo unico sole infatti era Ran… bella come il sole, che lo scaldava e lo illuminava. Doveva farlo… anche se aveva paura o non ne era convinto. Fece qualche passo indietro…

“Scusatemi….” Disse pensando ai suoi cari.


“Ran, anche io ti amo….” Disse infine chiudendo gli occhi.


Ma invece di correre e poi saltare, non fu in grado di fare nulla. Perché sentì uno sparo e poi tutto divenne buio. Il suo corpo cadde a terra, senza vita.

Qualcuno lo aveva ucciso, lo aveva preceduto. Ma chi?

Una figura misteriosa si avvicinò dall’ombra… pian piano, si rivelò sempre di più, fino a diventare visibile. Una donna…. alta, sexy, in tutina nera, con i capelli biondi e mossi… con la pistola ancora fumante…

Non aveva un’espressione felice, anzi, piena di risentimento e di esitazione. Non voleva farlo, ma l’aveva fatto… e c’era un buon motivo. Cercò di tranquillizzarsi e di mandare giù un grosso boccone amaro…..

Era importante per lei, come la ragazza che era scomparsa prima di lui… tragicamente. Aveva vendicato la loro scomparsa, infatti lei aveva chiamato Shuichi, facendo una soffiata, sul luogo in cui il era il boss…. Avrebbe dovuto fare di più, ma ora l’unica cosa possibile l’aveva compiuta. Aveva impedito a Shinichi di commettere una sciocchezza, ma di raggiungere comunque la sua amata. Per quanto doloroso, sapeva che il ragazzo non avrebbe retto quel peso terribile nel cuore e che la sua vita sarebbe stata rovinata, non poteva convincerlo del contrario.

“…………Mi spiace………” Mormorò la donna dai capelli biondi, che venivano trasportati dal vento…

Questa si avvicinò al corpo ormai privo di vita del ragazzo. Un colpo dritto al cuore, una morte indolore.

 Prese la giacca e la posò sul ragazzo, lentamente, come per segnare la scomparsa del grande detective. Il mondo ne avrebbe sofferto.. in particolare la sua cara amica Yukiko, suo marito Yusaku.. e tutti gli altri amici di Shinichi.

Tutti coloro che conoscevano Shinichi, avrebbe trattenuto il respiro con angoscia.. ma se questo significava mettere fine alle sofferenze, di un ragazzo che ne avrebbe avute per il resto della vita, allora sentiva che era meglio così. Forse non era un metodo ortodosso o giusto, ma Shinichi non sarebbe mai andato avanti. Forse avrebbe esitato fino all’ultimo, ma l’avrebbe fatto. Un gesto del genere, doveva essere preservato, per questo aveva sparato.


“Cool Guy…. Sono mortificata, ma un grande detective come te, non merita di morire trasportato dalla disperazione.. meritavi una morte più significativa.

Preferisco saperti morto, riconoscere la tua fine per mano mia… piuttosto che vederti morire, appassito dal dolore, l’angoscia e le lacrime….

Ti hanno portato via, anzi, strappato Angel, che a tutti gli effetti è ora un angelo.. potrai stare con lei per sempre da adesso fino all’eternità.” La donna in tuta nera si avvicinò alla sua moto e vi montò sopra.

Si girò indietro, le sembrava di vedere Shinichi, abbracciato a Ran. Sembrava reale, anzi, era sicura che lo era.. ora erano assieme e nulla li avrebbe mai separati. Erano di nuovo uniti, da qualche parte lassù. Un posto in cui lei non ci sarebbe mai andata probabilmente.

“….Scusami …. Silver Bullet”

E partì sulla sua moto. Con il sole che tramontava dietro di lei e con la scena dell’ultima foglia, che si staccava dal suo ramo.
Non cadde a terra, ma si posò sul fazzolettino. Quel fazzoletto con ricamata la frase… in rosso… si, quel filo rosso, che fin da quando Ran e Shinichi si erano conosciuti, li aveva legati per l’eternità e sempre così sarebbe stato.




FINE

   
 
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