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Autore: thanksfornothing    26/05/2016    2 recensioni
Non è mai semplice vivere quando ci si sente solo una persona a metà. Ma quando la metà di Brittany troverà quella di Santana, riusciranno a legarsi o l'essere state delle semplici metà per troppo tempo renderà impossibile la loro unione?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Puck/Quinn
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando arrivammo a casa, Puck andò a sistemare un po’ di cose nella camera che era dedicata a lui ogni volta che tornava a Lima. Raramente restava a dormire dalla madre, preferiva così, e a me non dispiaceva la sua compagnia.
Io andai in cucina a preparare qualcosa da mettere sotto i denti. Avevo una fame da lupi! Quasi non ricordavo l’ultimo pasto decente che avessi fatto.
Puck entrò quando ormai avevo divorato tutto il mio piatto di pancakes.
Mi strinse da dietro e mi depositò un bacio sulla nuca.
Lo adoravo per quei suoi gesti d’affetto. Erano così semplici e naturali, ma esclusivi. Permetteva a pochi di vedere il suo lato dolce. Ovviamente, in cima alla classifica c’era la figlia. La amava da impazzire.
Si sistemò accanto a me, si versò un po’ di caffè e prese la porzione di pancakes. Osservò il mio piatto ormai vuoto ed io già sapevo cosa volesse dirmi.
“Santana…” iniziò con lo stesso tono con cui si rimproverano i bambini. Odiavo quando mi trattava così
“Puck, ti prego, non mi va di parlarne ora. Ti prego. È tutto ok, ho…ho solo bisogno di non pensarci adesso” in realtà avevo bisogno di non pensare e basta, volevo solo godermi una bella giornata col mio migliore amico.
“Va bene” mi sorrise lasciando cadere l’argomento ed io lo ringraziai mentalmente. Proprio non ce la facevo.
Mi lanciò uno sguardo allusivo e con un sorrisino sadico, si scandì la voce e disse “Allora… cosa ti va di fare adesso?”.
Scoppiai a ridere e lui con me.
Adoravo Puck per questo, sapeva sempre come farmi ridere. Era del tutto imprevedibile!
“Nulla…” dissi tra una risata e l’altra “..non con te,almeno” continuai più allusiva di lui.
“Ah, è così che funziona?!” rispose con finto tono offeso” Alla prima bella biondina che passa la notte con te, già il mio Pucksauro viene rimpiazzato!” si alzò da tavola e fece per allontanarsi, poi si voltò e battè  più volte la mano sul suo petto. “Mi hai ferito proprio qui ispanica, proprio qui” concluso puntando il proprio cuore.
A quella sceneggiata scoppiai in una risata cronica, fino alle lacrime. Puck sciolse la sua espressione indignata e si fece trasportare dalle risate. Poi si riprese e puntò il suo sguardo nel mio.
Nero nel nero.
“San, ti piace sul serio, non è vero?” mi domandò, cercando di scavarmi dentro.
“Noah, non lo so” sbuffai “ cioè, l’ho conosciuta solo ieri. E poi “conoscere” è un parolone. Quando l’ho vista ieri, al parco, tutta sola, rannicchiata su una panchina… quando ho incontrato il suo sguardo languido… quell’oceano di emozioni che aveva negli occhi… non lo so Puck. Normalmente me ne sarei fregata, magari avrei anche infierito, ma non so, quando l’ho vista così, mi è scattato qualcosa dentro. Non era pietà, o compassione. Ho avvertito l’impulso di abbracciarla, di alleviare il suo dolore… E Dio, Puck, ma lo hai visto il suo sorriso? No dico, come si fa a non volere che sorrida sempre?! E l’hai vista stamattina? Con i capelli tutti scompigliati, le lentiggini sul naso accentuate dalla luce del sole, gli occhi ancora assonnati..Era sexy da morire! Eh… uff “sbuffai ancora” nessuna mai prima mi aveva fatto questo effetto.” Sorrisi sornione all’immagine di stamattina, alle sue labbra sulla mia guancia.
Sorrisi pensando che avrei voluto svegliarmi così, mano nella mano, col suo profumo addosso, ogni mattina.
Puck era rimasto ad ascoltarmi tutto il tempo senza dire una parola, e ad ogni mia esitazione, il sorrisino divertito che si era formato sul suo volto, diventava sempre più grande.
“Andiamo Lopez, levati quel sorrisino dalla faccia. Sei inquietante innamorata!”
Presi il cuscino dalla sedia accanto alla mia e lo colpii sulla spalla.
“Non dire sciocchezze. Santana Lopez non si innamora mai” ed era vero, non avrei mai incasinato la vita di qualcuno a cui potevo tenere con i miei problemi. “stavo solo pensando che mi sarebbe molto piaciuto ridurla nello stato in cui si ritrovava stamattina” sorrisi sorniona, facendogli l’occhiolino
“Oh, a chi lo dici!” rispose lui con aria stralunata
“Ahia!” esclamò quando il secondo cuscino della giornata lo colpì dritto in volto. “che ho fatto adesso?”
“La prossima volta impari a tenere i tuoi perversi pensieri a bada” lo rimproverai
“Disse colei che quasi sbavava alla vista del suo magico sedere che ondeggiava mentre si allontanava dalla stanza” mi rimbeccò lui
“Io posso. L’ho vista prima io. E poi le donne hanno sempre la precedenza.” Gli sorrisi con un sorriso maligno.
“Tranquilla, tanto non sono interessato”
“Sarà meglio per te, tanto comunque non avresti avuto alcuna occasione. Cioè, guardami. Sono uno schianto di donna! Tutti crollano ai miei piedi!”
“Si si, ti guardo. E in questo momento tutti crollerebbero, ma dalla puzza!” mi rispose divertito “Vatti a dare una rinfrescata Lopez. Puzzi di ospedale”
Aprii bocca per controbattere, ma effettivamente aveva ragione. Sapevo di ambienti sterilizzati e medicine.
“vado Puckerman, ma questa storia non finisce qui”gli puntai minacciosamente l’indice contro “perciò, via quel sorrisino vittorioso” sbottai per poi dirigermi nella mia camera, prendere un cambio pulito ed andare a farmi un lungo e rilassante bagno. Ne avevo proprio bisogno. Ero del tutto fuori fase.
 
Quando uscii dal bagno quasi un’ora dopo, Puck non c’era in casa. Aveva lasciato un post-it sul frigo.
Devo dare la notizia a mia madre, ma prima ho bisogno di riordinarmi le idee. Ci vediamo a pranzo.
Ps. Mi cucini quella roba messicana che mi piace tanto?
Ti voglio bene”
“Che cretino!” esclamai leggendo la sua richiesta. Non ci vediamo da mesi, piomba qui, mi invade casa e poi mi corrompe con un “ti voglio bene” per preparargli il suo piatto preferito!
È sempre il solito!
Mi ritrovai a pensare a tutte le stronzate che avevamo fatto insieme, a tutte le sciocchezze che aveva combinato,da ubriaco e non.
Riportai l’attenzione sulla prima riga del bigliettino.
La madre. Chissà come la prenderà!
Quel bastardo del marito continuava a tormentarla anche quando non c’era. Povera donna. Ne aveva passate davvero troppe a causa sua.
 
Controllai l’ora. Erano le 11:30. Non sapevo che fare.
Puck non sarebbe tornato prima di pranzo e per cucinare non avrei impiegato molto tempo.
Dovevo trovarmi qualcosa da fare, altrimenti avrei dato via libera ai miei pensieri. E non mi andava.
Non mi andava di ripensare alla notte passata, anche perché, come al solito, non ricordavo molto.
Non mi andava di pensare allo sguardo deluso di Puck. Lui faceva di tutto per nasconderlo, ma io lo conoscevo come le mie tasche. Lo avevo deluso. Di nuovo. Nonostante mi fossi ripromessa di non farlo più.
E poi pensai a Brittany… al suo volto spaventato… ai suoi meravigliosi occhi blu, velati dalla preoccupazione.
Andai in camera e presi il cellulare.
Scorsi tra i numeri della rubrica e finalmente trovai il suo.
Si era firmata “BrittBritt” come l’avevo soprannominata io al parco. Che carina!
Dopo un paio di secondi passati a riflettere, decisi di chiamarla.
Attesi ansiosa di sentire la sua voce, e ad ogni squillo il mio cuore perdeva un battito
“il numero da lei selezionato non è al momento raggiungibile, la preghiamo di riprovare più tardi”
Strinsi il telefono tra le mani e mi lasciai sprofondare nel letto. Come avrei voluto poter parlare con lei anche solo per pochi secondi. Mi mancava già.
Mi venne un’idea.
Accesi whatsapp e cercai il suo contatto. Lo aprii e per poco non mi veniva un colpo.
C’era la foto di lei distesa su un telo mare,sulla spiaggia, rivolta a pancia in giù con una gamba sollevata, che prendeva il sole con un bikini a dir poco striminzito, con un paio di occhiali da sole ed un cappello da spiaggia, che sorrideva seducente verso l’obiettivo.
Cavolo quant’era sexy!
Rimasi lì impalata a fissarla come una maniaca per secoli, credo.
All’improvviso il mio cellulare iniziò a squillare “keep holding on…”
Risposi senza neppure vedere. Sapevo chi fosse. Avevo impostato quella suoneria solo per lui. Era la nostra canzone. Quella che ci cantavamo a vicenda nei momenti più difficile. Forse la più bella scoperta che ci fece fare Schuester al Glee.
“Puck, cos’hai scordato?” risposi incalzante, nella speranza di chiudere presto la telefonata e tornare a gustarmi quello spettacolo naturale che era Brittany.
“ehi, vedo che il lungo bagno rilassante ha fatto proprio l’effetto desiderato..” rispose sarcastico
“Appunto! Quindi che vuoi? Già ti manco?”
“Ha ha ha. Spiritosa Lopez. In realtà... avrei… avrei un favore da chiederti….” Okay, Puck che tentennava non era un buon segno “… è piuttosto urgente, San. Ti prego..”
Puck che tentennava e mi pregava era un pessimo segno.
“Puck, cos’è successo?” chiesi seriamente preoccupata.
“Il professor Shuester mi ha chiamato. Di nuovo per Jale…” sospirò” mi ha chiesto di recarmi immediatamente al McKinley se mi era possibile” si fermò un attimo. Il fiato di entrambi, sospeso.  Sapevo bene cosa stava per chiedermi, speravo solo avesse avuto il buon senso di non farlo. E invece non fu così “Non mi va di andarci da solo, puoi venire con me?”
Attese in silenzio la mia risposta che tardava ad arrivare “San…” l’ennesimo sospiro stanco “so che tu… ma ho bis-“
“Okay. Dammi 5 minuti e sarò lì. Ci vediamo dopo” risposi prima che potesse continuare ad implorarmi. Risposi come un’automa. Come se Puck avesse appena firmato la mia condanna a morte, ed in un certo senso, per me era così.
“Grazie San”
Staccai e mi accasciai sul letto con le mani tra i capelli.
Stavo per tornare al liceo.
Dopo 5 lunghissimi anni.
Stavo per tornare nel posto in cui avevo giurato di non rimettere piede, almeno finchè non avessi preso il controllo totale della mia vita. Finchè non avessi dimostrato di essere la migliore.
Stavo per farlo dopo una nottata in ospedale. Già… proprio la migliore!!
Sorrisi tristemente e mi preparai per uscire.
Ovvio che dovevo prepararmi.
Ero reduce da uno svenimento, certo. Ma sono pur sempre Santana Lopez. La stronza più figa di tutta la storia del McKinley.
La mia reputazione, almeno lì, andava mantenuta alta!
Mi vestii seducente, chiamai un taxi ed uscii di casa.
Non ero pronta a quell’improvviso ritorno, ma non mi sarei fatta cogliere impreparata.
McKinley, preparati a tremare. Santana Lopez sta per tornare!
 
Puck era all’entrata che mi attendeva teso.
Lo raggiunsi in un istante e lo guardai. “Pronta?”
Gli sorrisi e mi sollevai gli occhiali da sole. “Mostriamo a questi pivelli come si tiene una scuola ai propri piedi” ci stampammo i migliori sorrisi da belli e dannati in faccia ed entrammo.
Per un attimo fu esattamente come 5 anni prima.
La folla di alunni che si apriva al nostro passaggio. Gli studenti ci guardavano con terrore ed ammirazione allo stesso tempo. Sembrava tutto uguale. Come se il tempo, almeno lì, si fosse fermato.
Eravamo ancora delle leggende agli occhi di quegli adolescenti che non avevano ancora fatto lo sviluppo, che basavano la loro intera autostima su di una stupida piramide sociale scolastica.
Ero la cheerleader più stronza, brava e ambita del liceo, ed al mio fianco avevo lo scapolo d’oro , colui che al secondo anno, si era già ripassato l’intera scuola due volte.  Due esempi da idolatrare e seguire, insomma.
Ah bei tempi il liceo! Ero la regina incontrastata!
Adesso ero solo io, sempre la stessa, ma sembrava non bastare più.
Mi riscossi dai miei pensieri sentendo la presenza di uno sguardo intenso sul mio volto, e come una falena attratta dal fuoco, mi ritrovai a ricambiare lo sguardo.
Mi persi nuovamente in un mare profondo di emozioni. Ebbi paura di affondare per il modo in cui quegli occhi mi bramavano e mi desideravano. Sorrisi inconsapevolmente e le andai incontro attratta come una calamita da quegli occhi incatenati ai miei, seguita da un Puck alquanto divertito.
Fu proprio lui a rompere il silenzio quando mi bloccai a meno di un metro da Brittany.
Mi presi tutto il tempo per inquadrarla. Indossava la divisa delle Cheerios.
Dio,quelle divise erano una benedizione! Adoravo indossarle e vedere la reazione dei ragazzi quando sculettavo o correvo per i corridoi e si alzavano tutte le frange della gonna.
Ma indossata da Brittany era uno scandalo! Doveva essere proibito far indossare quei gonnellini così fottutamente corti a delle studentesse. Per non parlare delle stringhe che si sollevavano ad ogni suo passo e le mettevano ancora più in mostra le gambe slanciate e toniche.
Se non fosse stato per Puck, avrei tranquillamente continuato a fissarle! Ero praticamente ipnotizzata dalla sua bellezza!
“Ciao Brittany! E chi si aspettava di rivederti così presto e soprattutto con indosso questa, eh Santana?!” disse dandomi una lieve gomitata che mi fece tornare sulla terra.
“Eh?! Oh si certo!” sorrisi tornando a fissare l’oceano che aveva rinchiuso in un paio d’occhi da gatta predatrice. “Ciao Britt” soffiai.
“Ciao San” rispose lei timidamente. Dal suo sguardo e dal rossore comparso sulle sue guance, compresi che anche lei non aveva perso tempo a squadrarmi. E come non avrebbe potuto!
Indossavo un vestitino aderente verde acqua  che mi copriva a stento fin sotto il sedere e che metteva ben in risalto le gemelle. Le gambe slanciate e rivestite da un paio di stivali col tacco neri lunghi di camoscio. I capelli sciolti che mi ricadevano lunghi sulle spalle ed un trucco che faceva risaltare sia i miei occhi profondamente neri e le mie labbra carnose. Ero uno schianto! Come sempre dal canto! Avevo proprio fatto bene a vestirmi così quella mattina! Brittany apprezzava palesemente
“E così la grande Santana Lopez ha deciso di fare un salto tra noi comuni mortali, eh?!” una voce impertinente che non conoscevo interruppe drasticamente la contemplazione di me stessa.
Abbassai di poco lo sguardo e vidi una biondina dagli occhi verdi accanto a Brittany, anch’essa con la divisa dei Cheerios. Cos’era nella sua voce? Forse sarcasmo?! Ma come osava quella nullità rivolgersi in quel modo a Santana Lopez?!
Stavo per entrare in modalità Lima Heights  quando improvvisamente Puck si schiarì la voce.
“E lei signorina, sarebbe?” disse con fare sornione. Io non l’avevo affatto notata, ma evidentemente a lui non era sfuggita.
“Quinn Fabray, capo cheerleader e migliore amica di Brittany” rispose la biondina portandosi le braccia sui fianchi e alzando il collo. Credo che il suo ego sia aumentato almeno di 10 taglie pronunciando quella frase. Io e Brittany avremmo dovuto fare un bel discorsetto sulla gente che frequentava. Quella biondina non mi piaceva per nulla!
“Noah Puckerma, lieto di conoscerla” disse Puck facendo una lieve riverenza seguito da un baciamano.
Rivolsi gli occhi al cielo. Non potevo assistere ad una scena simile. Era sempre il solito cascamorto!
Anche se devo ammettere che anche a lei la divisa donava. Certamente non come alla mia Britt…
Che cosa?! Aspetta un attimo. La mia Britta?! Lopez datti una calmata e ricomponiti! Brittany ti sta osservando!
“allora… capocheerleader eh?!” guardai Quinn con superiorità “come te la cavi con la Sylvester?” le chiesi con sfida, incrociando le braccia sotto al seno e avanzando lentamente nella sua direzione.
Vidi con la coda dell’occhio che Brittany aveva seguito ipnoticamente i miei gesti ero stava deglutendo. Sorrisi ampiamente soddisfatta.
“Non male tette contraffatte! Certo non è come te, ma ci sa fare!” sbucò dal nulla come suo solito la coach “Ah non ne fanno più del tuo calibro avvelenato” sorrise maligna.
Sue Sylvester. Gelai .
“Sue…” mi sfuggì dalle labbra quasi come un gemito sofferente.
D’un tratto tutte le mie difese crollarono. Sentii venir meno nelle gambe. Puck capii tutto e mi poggiò una mano sui fianchi per sorreggermi senza dare troppo nell’occhio.
Vidi lo sguardo dapprima preoccupato di Brittany spostarsi velocemente dal mio volto alla presa di Puck e mutare in rabbia. Il suo sguardo bruciava.
In altre circostanze sarei andata fiera della sensazione suscitata in Brittany, ma in quel momento la mia testa era altrove. Cercavo disperatamente un modo per uscire da quella situazione scomoda. Ma non mi veniva nulla in mente. Il mio cervello stava andando in fumo.
“Ehi, finalmente! Eccoti Puck!” ringraziando il cielo, il professor Shuester non aveva perso la sua abitudine di apparire nelle situazioni più difficili.
Come al solito, comparve col suo sorriso a 32 denti da bambino felice che mi trasmise un po’ di sicurezza.  Notai che non aveva perso neppure l’abitudine di indossare i suo gilet orrendi e di riempirsi la testa di gel. In passato sembrava che lui e Blaine facessero a gara!
Mi guardò sbalordito. “Oh… Santana!” sorrise felice. Il suo volto s’illuminò come un padre che riaccoglie una figlia in casa dopo tanto tempo.  “come stai? Sono veramente felice di rivederti!” disse abbracciandomi forte. Rimasi un attimo interdetta, ma poi mi strinsi a lui con tutte le forze. Mi era mancato davvero.
Mi lasciò andare e diede una pacca sulla spalla a Puck. “Allora campione, come va? “
“ehi, ehi, mi dispiace interrompere la vostra riunione di famiglia, ma mi state facendo venire davvero il volta stomaco” la solita Sue” Fabray. Nel mio ufficio. Subito” e detto questo sparì, ma prima mi lanciò uno sguardo furtivo che mi fece trasalire.
Quinn scattò immediatamente sull’attenti.
Si avvicinò a Brittany e lasciò un bacio sul guancia che mi fece ribollire. Le disse che si sarebbero viste nel pomeriggio, dopo la scuola e le avrebbe raccontato tutto. Salutò il professore con un sorriso, poi guardò me con aria di sfida ed infine si soffermò su Puck, guardandolo con aria seducente e si allontanò sculettando.
Fortunatamente sparì velocemente dalla mia vista. Non avrei sopportato oltre né la sua presenza, ne quella di Sue.
Il professor Shuester prese di nuovo la parola e si rivolse a Puck “sei pronto?”
Puck annuì non troppo convinto, ma era pronto. Nel profondo di sé lo sapeva.
Sorrise e mi lasciò un bacio sulla guancia emulando l’uscita di scena di Quinn, provocando la mia stessa reazione in Brittany. “ci vediamo tra un po’, fai la brava , mi raccomando!” mi fece l’occhiolino e si avviò. Era teso. Lo si vedeva da come stringeva i pugni. Le nocche erano quasi sbiancate.
Il professor Schuester, inaspettatamente mi abbracciò di nuovo e mi sussurrò “Mi sei mancata così tanto. Non sparire di nuovo, ti prego”. Si allontanò e seguì Puck.
Impallidii sentendo quelle parole, quell’affetto. Non me lo aspettavo. Non ricordavo quanto amore Shuestrer era in grado di diffondere anche solo guardandoti.
Rimanemmo solo io e Brittany nel corridoio a fissarci.
O meglio, io la fissavo divertita, mentre lei giocava con la punta delle sue scarpe. Evidentemente doveva trovarle davvero interessanti, perché non alzava lo sguardo da esse.
*riiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiing*
Suonò la campanella e lei si riscosse.
Era così adorabile il suo imbarazzo! Sembrava davvero una bambina in quel momento! Mi veniva da abbracciarla e riempirle il volto di baci.
Decisi di rompere il ghiaccio.
“Hai lezione adesso?”
“Ehm?... n-no. Ho l’ora libera” rispose schiarendosi la voce
“Ti va di fare un giro con me? È da un po’ che non metto piede qui!”
Il suo volto si illuminò “Certamente! Dai vieni!”
Incastrò il suo mignolo nel mi e mi trascinò letteralmente per i corridoi.
Non ebbi neppure il tempo di realizzare che vi aveva toccata, che mi ritrovai a correre con lei nel corridoio.
Non chiesi nulla. Semplicemente mi lasciai guidare da lei e mi ritrovai a sorridere felice.
Forse non era stata una cattiva idea tornare al McKinley quella mattina.
 
Mi ritrovai pochi minuti dopo nel cortile della scuola, vicino al campo di football.
Ci fermammo vicino ad una panchina su di una collina alle spalle dell’istituto.
“Eccoci” disse sorridente.
 Mi guardò come un cane guarda l’osso che ha appena dissotterrato. Mi guardò come se mi avesse mostrato qualcosa di speciale.
Le sorrisi di rimando, ma continuavo a non capire.
Mi fece cenno di sedermi accanto. Feci come mi aveva detto e aspettai che mi desse spiegazioni.
“Britt, come mai mi hai portata qui?” chiesi sinceramente interessata alla risposta
La vidi guardarsi le dita imbarazzata “beh… hai detto che volevi vedere la scuola… con me… così ho pensato di farti vedere il mio posto preferito in tutta la scuola”
La sua risposta mi spiazzò. Era tremendamente dolce in quel momento
“Ho- Ho fatto male? Forse non ti va di stare qui con me? Forse… forse vuoi vedere altro?” Brittany stava iniziando a parlare a raffica
Le poggiai una mano sul viso e le sorrisi “hey, calmati. Questo posto va benissimo. Credimi, non vorrei stare altrove, se non qui… con te”
Finalmente mi guardò negli occhi e mi sorrise. Un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Un sorriso che brillava anche nei suoi occhi e le illuminava tutto il volto.
Era bellissima. E così naturale.
Non indossava un filo di trucco, eppure era spettacolare!
Ed aveva passato anche la notte in bianco a causa mia, eppure era bellissima.
“come stai?” mi domandò improvvisamente
“bene. Grazie a te” le sorrisi grata. “tu come stai? Non sembri affatto provata dalla nottata! Io invece stamattina ho dovuto fare opera di restauro. Sembrava avessi trascinato un tir a mani nude, invece ho dormito per tutto il tempo!!” lei scoppiò a ridere
“è perché sono bella e giovane io, non ho bisogno di alcun mezzuccio. So resistere ad una nottata di baldoria come la nostra” mi fece l’occhiolino e risi anch’io.
“Ehi, ehi, aspetta un attimo… mi stai dando della vecchia racchia?!” la guardai minacciosa
“No, no assolutamente” rispose quasi spaventata “ piuttosto dico che non sei assolutamente in forma come me! Ahahhahha” si alzò ed iniziò a correre.
Quella ragazzina era imprevedibile. Un attimo prima era ferma e muta, l’attimo dopo sprizzava energia e vitalità da tutti i pori.
Mi alzai e scattai al suo inseguimento. Ma lei era così veloce, aveva delle gambe chilometriche, ed io indossavo persino i tacchi!!
Decisi di giocare di astuzia.
Dopo pochi minuti mi fermai e mi inginocchiai. “Ahi! La caviglia!!Britt, ti prego aiutami!”
“ahahahha dai Santana, questa è davvero vecchia, puoi fare di meglio! Alzati fannullona!”
“no Britt, non scherzo, mi sono fatta male sul serio” dissi emulando una voce dolorante, massaggiandomi la caviglia che avrei dovuto farmi male.
Lei si fermò e si girò nella mia direzione e mi guardò cercando di capire se fosse solo uno scherzo o mi ero fatta male sul serio.
Continuai con la mia sceneggiata e lei cadde nella mia trappola. Si stava pian piano avvicinando.
“ehi San, ma ti sei fatta male sul serio? Hai messo male il piede a terra?” mi aveva quasi raggiunto ed aveva un’espressione preoccupata in volto
Era quasi ad un passo da me “Ehi, tutto ok?” chiese dolcemente.
Io alzai il volto e la guardai con sorrisino perfido “ehi, non stai tanto m-“ mi alzai di scatto e mi lanciai su di lei e la intrappolai tra le mie braccia
“Presa!” esultai mentre tentava di svincolarsi.
Risi così tanto da perdere l’equilibrio.
Io e Brittany cademmo rovinosamente a terra, ma nessuna accusò alcun dolore. Eravamo troppo prese dalle risate tanto da farci venire le lacrime. Ridemmo così tanto da non renderci neppure conto della posizione in cui eravamo impattate. Brittany con le spalle al suolo ed io distesa su di lei.
Mi cadde lo sguardo sulle labbra di Brittany. Erano così sottili ma sembrano dolci e accomodanti.
Smisi di ridere e mi concentrai sulle sue iridi, così profondi e misteriose, mi sembrò quasi di potervi leggere le regole dell’universo all’interno, tanto erano affascinanti.
Anche Brittany smise di ridere e mi fissò.
Mi guardò come se mi avesse vista per la prima volta, come se avesse avuto una rivelazione. Il suo sguardo si alternava tra le mie labbra e i miei occhi mentre si torturava il labbro inferiore. Era così bella e naturalmente sexy… avevo una tremenda voglia di baciarla!
L’accarezzai dolcemente e mi avvicina con calma al suo volto…il suo respiro si vece via via più rarefatto… la vidi chiudere gli occhi quando ero a pochi centimetri dalle sue labbra
 *Keep holding on 'cause you know we'll make it through, we'll make it through*
Mi allontanai da Brittany e mi alzai di scatto.
Vidi lo sguardo smarrito di Brittany che non capiva cosa fosse successo. Un attimo prima stavamo per baciarci e l’attimo dopo ero volata via. Si alzò anche lei.
Mi fissava come se nel mio volto potesse trovare la soluzione. Sembrava così triste, volevo rassicurarla, ricreare l’atmosfera di prima ma..
*Just stay strong ‘cause you know I'm here for you, I'm here for you*
Puck mi stava chiamando, non potevo non rispondergli. Era sicuramente importante e non potevo lasciarlo da solo in quella circostanza. Cavolo Puck, che tempismo però! 
Feci segno a Brittany di attendere un minuto e le sorrisi per tranquillizzarla.
“Santana! Finalmente! Dove sei?”
“Sono sul campo di football”
“Perfetto. Ti attendo all’ingresso. Ho bisogno di andare il prima possibile via di qui”
Staccò la chiamata prima che potessi aggiungere altro. Non mi aspettavo che fosse un uomo felice dopo l’incontro, ma di sicuro, non mi aspettavo questa reazione.
Dovevo correre da lui.
“Ehi, è tutto ok?” Brittany mi si avvicinò preoccupata
“Più o meno… Britt, scusami, non è per te, ma devo davvero andare via. Mi dispiace sul serio” la guardai dispiaciuta. Vidi il suo sguardo diventare ancora più triste. Mi sentii di morire. Non volevo renderla infelice, non avrei mai voluto vederla in quello stato a causa mia, così provai a sistemare le cose.
“..Ma ti chiamo…” vidi il suo sguardo farsi di nuovo speranzoso. “Beh, si così ci possiamo vedere…” Bella mossa Lopez, continua così!
Il volto di Brittany pian piano stava riacquistando la sua gioia “si ci possiamo vedere, così in giornata passo a riprendermi Lucy, non vorrei darti fastidio”
“oh no, non ti preoccupare, non è di nessun fastidio… almeno non a me! Sai, la sta tenendo la Fabray” sul suo viso si formò un espressione strana, come se stesse immaginando tutti i guai che Lucy avrebbe potuto creare a quella Quinn.
Era impossibile, Lucy era buona e docile… anche se in cuor mio speravo che avesse combinato qualcosa di grave! Non sopportavo miss arrogante Fabray.
“San?”
“Si?”
“ho il telefono rotto… potresti direttamente passare in serata a casa mia?”
Era una sottospecie di appuntamento quello?!
Beh, nell’indecisione, non avrei rischiato!
“va bene Britt! Scrivimi solo l’indirizzo!” le passai il telefono e lei digitò il suo indirizzo nella rubrica, dov’era segnato il suo numero.
“allora passo verso le 20, va bene?”
“perfetto San! A stasera!” mi salutò con un splendido sorriso
“A stasera BrittBritt!” mi avvicinai e le diedi un bacio sulla guancia.
Lei rimase immobile. Per un istante smise anche di respirare e si fece rossa come un pomodoro.
Le sorrisi ed andai via.
Puck mi attendeva, ma ora non avevo più l’ansia per ciò che avrebbe potuto raccontarmi il mio migliore amico. Qualsiasi cosa sarebbe accaduta, io avrei rivisto la mia Brittany!


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Friaria's corner

ehi ehi, eccomi con un nuovo capitolo!
lo so, è molto lungo. Avrei dovuto tagliarlo, ma poi avrei dovuto tenervi in sospeso un'altra settimana senza Brittana! Quindi spero non vi sia dispiaciuto! XD
beh, ci sono molti elementi in questo capitolo. molti avvenimenti che hanno scombussolato la vita di Santana e spero di avervi incuriositi almeno un po' sul suo passato. Perchè Santana non voleva tornare al McKinley? perchè l'incontro con Sue l'ha scombussolata? Lo scoprirete solo nelle prossime puntate! ahahahah
Vi attendo al prossimo aggiornamento con il primo vero incontro Brittana.
Mi scuso per eventuali errori di battitura, ma come avrete visto, il capitolo è un po' lungo e sono qui a scriverlo da circa 5 ora. Non sono psicologicamente pronta a rileggerlo,sono un po' svogliata, scusate XD
attendo le vostre recensioni
Bacioni! :*
F.
 
   
 
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