Caro
diario,
non riesco a capire cosa mi stia
succedendo. Da ieri che sono caduta in
un buco la mia vita è cambiata completamente, e non solo ho
rischiato di morire
diciassette volte, ma sembra proprio che abbia trovato una nuova casa.
Non mi
importa in realtà, tanto mi ero rotta le scatole
già da un paio d’anni di
andare a scuola, e mia mamma può vivere anche senza che io
apparecchi la tavola
ogni sera. Ora vivo in un posto bellissimo. Con delle persone
bellissime. No,
insomma, la persona bellissima è una sola, ma lasciamo
perdere. Insomma vivo in
capanno degli attrezzi, quello della casa di Sans. Cioè,
praticamente siamo
coinquilini!!!!! Ci sono un paio di spifferi alle finestre e la cuccia
che uso
come letto è un po’ scomoda, ma non importa, mi va
bene così.
…mi ha detto che oggi
pomeriggio possiamo avere il nostro secondo appuntamentoooooooo!!!!!
No okay sto bene, no
non è vero sto male. Cioè. Uffa sono
scemaaaaaaaaa!!!!!
Comunque mi sembra di
stare dentro a una di quelle storie romantiche bellissime, dove si
parte a
botte e insulti e si finisce a… no vabbeh mi fermo che
è meglio, e poi sai che
vergogna se qualcuno per sbaglio legge!
Hihihihi!
Ora ciao che devo
spazzare la paglia da per terra. Tvb.
Papyrus abbassò il
foglio che stava leggendo e restò qualche
secondo a guardare il vuoto con espressione corrucciata.
Sousy non
c’era e non aveva tirato su nemmeno un grammo
della sporcizia che c’era per terra, sul pavimento del garage
dei due
scheletri.
“Non sono
convinto che sia una buona idea, Sans. Sembra
davvero innamorata di te.”
“Oh, andiamo.
Nemmeno leggere il suo diario segreto è una
cosa carina. Eppure lo stai facendo.”
“Sì
ma, aveva lasciato il foglio all’insù appoggiato
sul suo
cuscino, sembrava quasi un bigliettino!”
“Anche questo
è vero.”
I fratelli erano
entrati là dentro perché l’umana era
sparita, e temevano che potesse cacciarsi in qualche guaio, ma
evidentemente non
si trovava nella residenza che le avevano affibbiato. Probabilmente
dopo
avrebbero continuato a cercarla – voglia permettendo. Papyrus
era ancora di
pessimo umore per quello che gli era capitato il giorno precedente, e
gli dava
ancora più fastidio il fatto che suo fratello Sans avesse
deciso di dar retta
alle avances di quella ragazzina così tanto a fondo nella
classifica dei suoi standard.
“Sans,
davvero. Ho paura che le cose possano prendere una
piega che non mi piace.”
“Non dire
sciocchezze fratellino, quella lì si merita una
lezione.”
Sans dette una pacca
sul fianco a Papyrus – alla spalla non
ci arrivava – e gli fece l’occhiolino, con uno
scintillio di complicità nel
sorriso.
“…guarda
come ti ha trattato, non posso certo perdonarglielo.
E non oso pensare a come potrebbe essersi comportata con la signora che
si
prende cura delle rovine…è una piccola peste, ci
penso io a rimetterla in
riga.”
“Sì
ma fratello… – protestò Papyrus, ancora
meno convinto –
…anche se fosse, tu te la dovrai sorbire per tutto il tempo.
Dai, non ne vale
la pena, dai retta al grande Papyrus. Non voglio che faccia star male
anche te
come lo sono stato io.”
“Non
preoccuparti Paps. – Sans gli prese dalle mani il
foglio scritto da Sousy, per rimetterlo dove lo avevano trovato, nella
cuccia
per cani che usava come letto – A me non importa del tempo
che spreco, tanto...
E poi sarà divertente. Eheheh.”
Gli
erano caduti gli occhi sul numero esorbitante di punti
esclamativi che la ragazzina aveva elencato di fianco al suo nome e
alla parola
coinquilini, e non aveva
potuto
trattenere un sospiro divertito.
“Papyrus,
– chiese – ma secondo
te perché gli esseri umani sono così attratti da
noi?”
Suo
fratello ci pensò un po’ su,
confuso.
“Non
so Sans, forse perché siamo
come loro… ma più nudi.”
“Diamine
Paps, sei un accidenti
di genio.”
* * *
La neve cadeva lungo il
sentiero dolcemente, e ogni fiocco
sembrava una farfallina danzante nell’aria fresca e profumata
di resina.
Sousy arrivò presso la stazione di guardia saltellando
leggermente coi piedi, tenendosi le mani nelle mani, e si
piazzò di fronte al
bancone.
“Ehilà!” la salutò Sans,
agitando una mano, seduto comodo
sulla sua panca di legno. Lei arrossì come un pomodoro, e si
corrucciò un
pochino.
“E-eccomi qui.”
Aveva qualcosa di molto strano in testa, che spuntava fuori
tra le ciocche castano scure dei suoi capelli.
“…ma dov’eri finita? Ho passato tutta la
mattina a
cercarti.”
Lei arrossì ancora di più. Davvero le aveva
appena detto di
aver passato tutta la mattina impegnato a preoccuparsi della sua
posizione e
probabilmente salvezza? Oddio, era così
romantico.
“Ero andata a farmi un giro, non è che sei il mio
babysitter
e mi devi seguire dappertutto, eh!”
“Sì sì…tranquilla. Quindi
per pura curiosità, dove ti eri
cacciata?”
“Ho conosciuto Alphys. Siamo diventate amiche.”
Sousy si indicò le sporgenze che le spuntavano dalla testa:
due triangolini di tessuto peloso rosa fluo, con un ciuffo
più chiaro
sbarazzino sulla punta.
“Abbiamo avuto un’idea geniale per evitare che
mascalzoni
come te mi attaccassero a vista: mi ha prestato le sue orecchie da
gatto e ora
vado in giro dicendo di essere un mostro anche io, una donna-gatto.
Funziona!
Il comandante delle Guardie Reali ci è cascato come un
fesso, pensa che mi ha
persino chiesto un autografo! Pensava che fossi una principessa magica
o
qualcosa di simile.”
“Oh. – Sans scoppiò a ridere –
Certo che te la cavi bene qui
nel sottosuolo, eh?”
Sousy fece spallucce.
“È stato facile, ho solo raccontato ad Alphys
tutta la trama
di Piccoli Problemi di Cuore e di Rossana. Sembrava contenta, ma ho
fatto un
po’ di fatica a farmi prestare le orecchie: ho dovuto
minacciarla di
spoilerarle il finale di Madoka Magica, dato che evidentemente le
mancano gli
ultimi tre episodi, perché non voleva separarsene.”
Sans le lanciò un’occhiata strana, e lei
pensò che
probabilmente non avesse idea di quello di cui stesse parlando.
“Senti… – continuò
l’umana, glissando sull’evidente
ignoranza da parte di Sans sull’argomento anime
– …dove pensi di portarmi? Cioè, se ho
capito bene, questo è…”
“Oooh in realtà pensavo che potremmo
tranquillamente starcene
qui. Abbiamo tutto quello che ci serve e camminare è
faticoso. Vieni!”
Sans con un gesto del braccio la invitò a raggiungerlo
dentro il casotto della stazione di guardia, e lei timidamente
passò sul retro
e si sedette sulla panca di fianco a lui, cercando di non rovesciare
nessuna
delle bottiglie di salsa che stavano immagazzinate bene in fila dentro
mensoline costruite su misura.
“…ma tu non eri capace di
teletrasportarti?” Chiese Sousy
storcendo un po’ il naso.
“Sai, anche teletrasportarsi è faticoso, e poi sto
lavorando, piccola.” Sans le fece l’occhiolino, e
lei per un paio di secondi si
sentì svenire. Ma si riprese in un attimo.
“…s-se t-ti disturbo p-potevi anche e-evitare di
invitarmi…”
“Massì, ci tenevi così tanto.”
Ci furono una ventina di secondi di silenzio imbarazzante.
Almeno, imbarazzante per Sousy, dato che Sans pareva perfettamente a
suo agio
con un’adolescente in piena tempesta ormonale con indosso
delle orecchie da
gatto rosa pelose seduta al suo fianco.
“…seeenti… –
iniziò Sousy, per rompere il ghiaccio in quella
landa congelata – …tu sei mai uscito con altre
ragazze?”
“Oh sì. – rispose lo scheletro
– Anche se non erano esseri
umani.”
Sousy diventò viola, e Sans continuò, fissandola
con quel
sorrisetto provocatorio che le faceva scuotere le ossa come se fossero
state
percorse da corrente elettrica.
“…probabilmente non hai capito molto bene nemmeno
quanti
anni ho, eh? Anzi, dato che siamo in argomento,
c’è una cosa che mi tormenta e
che volevo chiederti.”
Sousy mosse la testa su e giù, aspettando la domanda
fatidica.
“…posso sapere cosa ci trovi in me?
Dico… potrei capire se
fossi uno di quei ragazzi bellissimi da fiction di cui le protagoniste
si
innamorano sempre, ma…insomma. Sono uno scheletro, tesoro. E
sono pure basso. E
boh… fossi atletico come mio fratello, magari… ma
non è che io sia poi così
tanto in forma. E vado in giro praticamente in pigiama. E, per di
più, ho anche
provato ad ucciderti. Quindi…?”
Non è vero sei
bellissim… erano le parole che si stavano
formando nella mente di Sousy, ma
il pensiero si bloccò a metà. In effetti Sans non
aveva tutti i torti. Oltre ad
essere un tappo stratosferico, era anche sciatto e malandato: le sue
occhiaie erano
quelle di chi non chiudeva occhio da settimane, e il fatto che bevesse
salse da
barbecue direttamente dalla bottiglia era decisamente disgustoso. Ma il
cuore
di Sousy decise di fregarsene, l’amore doveva vincere su
quelle piccolezze.
“…se ti stai riferendo al fatto che tu sei un
mostro e io
un’umana – iniziò Sousy, parlando come
una macchinetta da tanta era la
convinzione che la animava – …non me ne frega
niente. Le storie d’amore più
belle sono quelle impossibili, e poi certe ragazze sono state capaci di
mettersi insieme a cose molto più pericolose di te. Hai mai
visto Twilight? Ecco.”
Sousy era molto soddisfatta della risposta che aveva dato,
in effetti era esattamente quello che pensava anche lei. Sicuramente
doveva
aver convinto anche lui della forza dei suoi sentimenti.
Oh, sì, lui sembrava convinto.
Davvero convinto.
Lo scheletro improvvisamente si era proteso in avanti e le
aveva allacciato i fianchi con un braccio, avvicinandola a
sé con un gesto
deciso e portando il suo viso a un paio di centimetri da quello di
Sousy,
guardandola intensamente negli occhi. La ragazza percepì il
suo fiato gelido
sulle labbra.
“Bene direi – sussurrò Sans, con la sua
voce profonda –
questo è decisamente il momento in cui io dovrei baciarti.
Che ne dici?”
Sousy si sentì morire dentro. Chiuse gli occhi, con il cuore
che le scoppiava nelle orecchie. Lui si protese verso di lei,
annullando quel
soffio di distanza che c’era tra le loro due bocche.
Durò una decina di secondi.
…
“Beh?”
Chiese Sans, lasciandola andare:
“Non è forse stato il momento più
romantico della tua vita?”
“Emh…”
Sousy dovette prendersi un paio di secondi per riordinare le
idee, da tanto era sconvolta.
“…no. È stato stranissimo. Non hai le
labbra, e nemmeno la
lingua. Sei gelido. Mi hai praticamente morso coi denti. E il mio naso
si è
infilato nel buco dove dovrebbe esserci il tuo.”
“…e non è stato bellissimo?”
chiese Sans esaltandosi più che
mai.
Sousy era troppo confusa per riuscire a distinguere per bene
la situazione. Quindi decise di arrabbiarsi.
“Sei… sei… sei un cretino!
Come ti permetti di baciarmi così a tradimento, eh? Non sono mica una bambola io, cosa ti
fa pensare che io fossi d’accordo?
Eh? Non cercarmi mai più,
pervertito!”
Sousy gli tirò quello che doveva essere uno schiaffo su una
guancia, ma finì per farsi male ad una mano
perché la sua faccia in effetti era
fatta di ossa, così si alzò in piedi e
scappò via.
Sans la osservò allontanarsi correndo furibonda, e quando
sparì dalla vista scoppiò a ridere a crepapelle.
Erano anni che non si divertiva così.
* * *
KissyCutie89 - Ehy Sans.
PunMaster - Ehya Alph.
KissyCutie89 -
Potresti farmi un favore? Ho finito il cibo per gli inquilini di sotto,
più
tardi se puoi me ne porteresti un altro paio di sacchi?
PunMaster - Sicuro
Alph.
KissyCutie89 - Grazie.
Non sono proprio il massimo quando hanno fame.
PunMaster -
Eh lo so, fanno un gran pappano.
Eh.
KissyCutie89 -
Ah, senti, emh.
KissyCutie89 - *digitando*
KissyCutie89 - Ho
saputo che stai uscendo con l’umana. Cioè non per
farmi gli affari tuoi
KissyCutie89 - *digitando*
PunMaster - Ah
già. Te lo avrà detto lei immagino.
KissyCutie89 - Ti
conosco da una vita Sans. Erano secoli che non uscivi con una ragazza.
Ma…sei
sicuro che questa qui ne valga la pena? Intendo… meriti di
meglio. Non mi è
sembrata la migliore delle persone, ed è pure minorenne.
PunMaster - Lo so.
Sousy ha trattato Papyrus a pesci in faccia prima di uscire con me.
L’ha fatto
piangere. Mi ha detto che è stata antipatica anche con te.
KissyCutie89 -
Aspetta, non ti seguo. Allora perché ci
esci?
PunMaster - Alph,
Alph. Ricorda. Che tipo di mostro sono, io?
KissyCutie89 -
…uno schelepigro? O.o
PunMaster - No. Un
troll, bellezza.
KissyCutie89 - Oh.
KissyCutie89 - Oh…
KissyCutie89
-
Oooooh…
KissyCutie89 - Vendica
tutti noi eroe. Riduci in poltiglia quel residuo di cane marcescente.
PunMaster - Ora
comunque abbiamo litigato. Credo.
KissyCutie89 - Oh,
e perché?
PunMaster - …ma
sai, in realtà si è arrabbiata per
cliché. Sai quando in una storia romantica
generica l’innamorato provoca, l’innamorata se la
prende con lui ma poi torna
perché in realtà perché i cafoni le
piacciono…solita roba da fan fiction
adolescenziale.
KissyCutie89 - Oh,
capisco benissimo. Praticamente state attraversando una fase.
PunMaster - Uh,
già.
KissyCutie89 -
Sono espertissima in queste cose. Adesso, il prossimo passo
è di riavvicinarti
a lei con un bell’equivoco imbarazzante, e la cosa che si usa
di più di solito
è…
* * *
Sousy si infilò
di soppiatto nel bagno, e chiuse la porta a
chiave.
Il suo capanno degli attrezzi non aveva un bagno, purtroppo,
e quindi era stata costretta ad andare a fare i suoi bisogni
fisiologici di
umana dove andavano a farli anche i cani, fra gli alberi dietro la casa
dei due
scheletri. Una bella doccia, però, nessuno
gliel’avrebbe tolta.
Aveva trattenuto la pipì fino a quel momento, speranzosa di
trovare un wc come si deve in quella bella casetta di legno con quel
bel
tinello tutto a piastrelle, ma con suo grande disappunto si accorse
che, in
realtà, non c’era nessuna traccia di un water
nemmeno lì. C’erano solo una
vasca con doccino (stretta), un lavandino con specchio e spazzolini da
denti,
una vecchia lavatrice che qualcuno si era dimenticato di attivare e
biancheria
sporca sparsa un po’ ovunque. Sousy storse il naso: ma in che
diavolo di posto
era finita? Poi pensò che in effetti gli scheletri non hanno
un apparato
digerente, quindi poteva starci che non avessero un water. Subito le
tornò in
mente Sans, e la sua sfacciataggine terribilmente sexy.
Cacciò l’immagine dalla
testa con rabbia, anche se si rese conto che in effetti non era un
compito
facile. Ma no, no. Era arrabbiata con lui e gli avrebbe tenuto il muso
da quel
momento fino alla fine dell’eternità,
perché era questo che si meritava, oh!
Si protese verso la vasca e girò la manovella
dell’acqua,
per iniziare a farla uscire calda. Si sarebbe lavata via i pensieri con
una
bella doccia bollente.
Si sfilò dai capelli le orecchie da gatto pelose rosa, sovra
pensiero, e poi iniziò a sfilarsi i vestiti.
…nella prossima
puntata…
*rullo di tamburi*
SOUSY NUDA
SOTTO LA DOCCIA!!!
...stay tuned.
*Angolo Autrice*
*Nulla,
ci tenevo a sottilineare che minacciare qualcuno di spoilerargli il
finale di Madoka Magica è davvero da infami.
*E mi spiace, ma ci sono tre righe blu e non riesco a
toglierle. Lasciamole così che il blu fluo è il
colore dell'anno.
*Ah, un ringraziamento speciale a
Emmevic, che mi ha suggerito la battuta su Twilight. Grafffie! :*
*Alla prossima!
*Kiki