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Autore: Midori No Esupuri    27/05/2016    1 recensioni
[WARNING: MYSTRADE // ESTABLISHED RELATIONSHIP]
Il vizio di Greg di inondare il corpo di Mycroft di succhiotti e uno molto visibile, con cui questi deve andare al lavoro, sperando che la Regina non lo noti.
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Dal testo:
Anthea sospirò appena.
-Sir, ha un… Un livido sul collo.
-Livido?
Il politico si sentì raggelare, evidentemente la sua assistente aveva sì visto qualcosa sul suo collo, ma non era assolutamente un livido… Era, bensì, opera di Gregory. E doveva essere fin troppo ovvio, visto come aveva temporeggiato prima di dare un nome a quel segno sulla sua pelle chiara.
-Gregory…- mormorò, pianissimo.
-Sir?
-Niente, mia cara.- le sorrise, mascherando perfettamente la propria indisposizione.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anthea, Lestrade, Mycroft Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Segretezza

“Porta i miei saluti alla Regina, quando la vedi. GL”

“E dille che rivorrei indietro il mio amante il più presto possibile. GL”

Mycroft sospirò internamente, abbozzando un sorriso sul volto. Gregory e la sua sfacciataggine non si smentivano mai, nemmeno dopo aver fatto l’amore per due ore intere, tra un impegno e l’altro. Era un uomo estremamente sensuale e passionale, esattamente come il politico si era immaginato la prima volta che lo aveva visto, ma quella caratteristica non mancava mai di stupirlo, perché appunto si rivolgeva proprio a lui. Poteva considerarsi intelligente oltre la media, potente più di qualsiasi altro uomo sulla faccia del pianeta, ma di certo non si vedeva attraente come Gregory sembrava esaltare ogni volta che erano insieme, a cena o a letto che fossero. Era semplicemente incomprensibile come lo yarder potesse trovare affascinante la sua persona, nonostante Mycroft avesse smesso di porsi centinaia di domande a riguardo ormai da mesi.

“Procura un caso a mio fratello, saremo liberi entrambi per il resto della serata. MH”

Immaginava che l’uomo si trovasse ancora sdraiato tra le lenzuola dell’elegante letto a Pall Mall, indugiando prima di vestirsi e tornare in centrale, come sempre pareva fare ogni volta che si incontravano. Non che a Mycroft dispiacesse, ovviamente, ma il lavoro era lavoro e non tollerava che venisse accantonato per questioni personali. Era quello il motivo che lo aveva spinto, senza troppi ripensamenti in verità, a rivestirsi e a raggiungere la macchina nera parcheggiata nel giardino della propria villa per recarsi al Palazzo Reale, dove la Regina lo aspettava per un tea e delle piacevoli – all’incirca – conversazioni politiche riguardo il Commonwealth e decisioni per importanti scambi commerciali.
-Andrea.- la chiamò, senza voltarsi verso l’assistente, seduta al suo fianco. -Devi dirmi qualcosa?
La donna lo stava fissando ormai da diversi minuti, non che la cosa lo irritasse, ma se doveva essere messo al corrente di qualcosa, che non si perdesse altro tempo. Il viaggio verso il palazzo stava per terminare, dopotutto, e non avrebbero potuto parlare di questioni private una volta entrati.
-Ecco, Sir, stavo pensando che non sarebbe il caso di presentarsi così al cospetto della Regina…
Mycroft accigliò lo sguardo, abbassandolo poi sul proprio completo color sabbia, accompagnato dalla cravatta più scura. Non aveva niente che non andasse, nessuna piega strana, nessuna macchia. Perché non era adatto? Stava per domandarlo, quando la donna scosse il capo.
-No, non mi sto riferendo all’abbigliamento, Sir, ma… Ecco, non saprei come dirglielo.
La osservò temporeggiare, perplesso.
-Mia cara, qualunque cosa tu debba dirmi, rimandare non migliorerà le cose.- tentò di spronarla, quieto. Anthea sospirò appena.
-Sir, ha un… Un livido sul collo.
-Livido?
Il politico si sentì raggelare, evidentemente la sua assistente aveva sì visto qualcosa sul suo collo, ma non era assolutamente un livido… Era, bensì, opera di Gregory. E doveva essere fin troppo ovvio, visto come aveva temporeggiato prima di dare un nome a quel segno sulla sua pelle chiara.
-Gregory…- mormorò, pianissimo.
-Sir?
-Niente, mia cara.- le sorrise, mascherando perfettamente la propria indisposizione. Ma che cosa saltava in mente a quel gran pezzo d’uomo dello yarder? Un succhiotto in mezzo al collo, alla portata dello sguardo di chiunque! Poco prima di un incontro di lavoro, soprattutto…
Dio, ma che doveva fare con lui?
Tentò di sollevare il colletto della camicia, assicurandone la stabilità con un altro nodo alla cravatta, ma Anthea negò col capo, facendogli intendere che quel segno era ancora visibile sulla pelle. Uno degli svantaggi di essere pallidi come uno straccio, pensò il politico.
Non rimaneva che affidarsi alla sorte, per quanto poco scaramantico fosse Mycroft.
Scesero quindi dall’auto, percorrendo il vialetto che conduceva al sontuoso ingresso del Palazzo Reale, e si inoltrarono tra i corridoi fino a raggiungere la sala allestita per quella frivola riunione. Tra lussuosi quadri e l’arredamento scuro e tirato perfettamente a lucido, l’odore del tea conferiva un’atmosfera quasi leggera, grazie alle note fruttate dell’infuso stesso, perfettamente riconoscibili. Mycroft prese posto, rivolgendo un cenno rispettoso verso gli altri invitati, seduti davanti a sé. Anthea lo imitò all’istante, accavallando elegantemente le gambe e guardandosi intorno con discrezione.
Dovevano agire in maniera naturale, Mycroft era lieto che anche la donna lo avesse compreso. Era davvero intelligente, nonostante lo fosse meno di lui, come tutti gli altri.
Nel giro di mezz’ora, ogni invitato aveva la propria tazza di tea e la Regina aveva coinvolto tutti i presenti in una tranquilla – caso strano, notò Mycroft – discussione riguardo degli scambi con il Sud America. Il politico era certo che tutta quella calma, quella compostezza, derivassero dal fatto che nessuno dei presenti volesse farsi vedere prepotente e poco incline al dialogo davanti ad una persona tanto influente come la Regina d’Inghilterra.
-Propongo di accettare, nel caso in cui le condizioni siano favorevoli per entrambi i Paesi.
-Dubito che saranno in grado di proporre qualcosa che non porti vantaggio solamente alla loro economia…
-Allora ci faremo intendere chiaramente.
Mycroft si lasciò andare sul divano ricamato, era stato tra i primi a finire il tea nella tazza e Anthea, al suo fianco, comunicava con i servizi segreti tramite cellulare come ogni giorno, per mantenersi informata circa l’andamento di diverse missioni in giro per il mondo.
-Signor Holmes?- lo richiamò la Regina, con aria perplessa dietro la tazza di tea.
-Temo di non aver ancora ascoltato la sua opinione in merito.
-Mi scusi, temo di essere un po’ assente questo pomeriggio. Ritengo possa essere vantaggioso nel caso in cui, come ha fatto presente l’ambasciatore scozzese, purché la situazione porti giovamento anche al nostro sistema economico. Sarà necessario tenere sotto controllo la situazione, tuttavia, per non incappare in traffici… Particolari.- commentò, con leggerezza. Non aveva certo bisogno di specificare che stesse parlando di droghe, di armi, di persone.
-Certe questioni sarebbero fortemente contrarie al buonsenso della nostra Nazione.- aggiunse, aggiustandosi la cravatta. L’anziana donna lo osservò a lungo, per un minuto intero, e Mycroft si sentì stranamente in soggezione. Era forse evidente il segno sul suo collo, come lo era stato agli occhi di Anthea? Di certo non doveva preoccuparsi per la sua osservazione, aveva ricevuto segni d’assenso dalla maggior parte dei presenti, e non aveva detto alcunché di errato.
Perché la Regina lo stava guardando in una maniera tanto intensa, quasi guardinga? Non riusciva a spiegarselo, ma per fortuna l’argomento del giorno venne archiviato e si passò a discorrere di ben altre situazioni politiche all’estero. Mycroft lasciò andare un sospiro di sollievo.

“Tuo fratello mi sta facendo impazzire, a quanto pare John sta lavorando. GL”

“Come me, Gregory. MH”

“Preferivo rimanere a letto, accidenti. Con te, naturalmente… GL”

Il politico scosse il capo, leggermente. Se fossero rimasti a letto, chissà con quanti altri segni si sarebbe ritrovato? Doveva assolutamente parlarne con Gregory e cercare, nei limiti del possibile, di arginare la sua passionalità
 in maniera differente e meno pericolosa per il suo lavoro. O di limitarne i danni. Tuttavia non era una questione da discorrersi tramite messaggi telefonici.
Attese pazientemente la fine della riunione, due ore più tardi, e si alzò nel vedere vari maggiordomi portare cappotti, sciarpe ed altri effetti degli invitati presso il Palazzo Reale. Lentamente, dopo i rispettosi e doverosi saluti e ringraziamenti per l’ospitalità della Regina, i presenti iniziarono a lasciare la sala e Mycroft aiutò Anthea ad indossare il proprio cappotto grigio. Era intento a rivestirsi a propria volta, quando la padrona di casa attirò cortesemente la sua attenzione, con un leggero e discreto colpo di tosse.
-Prego?- chiese Mycroft, avvicinandosi.
-La ringrazio per la presenza, signor Holmes. Mi rendo conto che spesso finisce con l’avere più impegni di quanti potrebbe gestire.
-Ho scelto questo lavoro perché sono certo di poterlo svolgere, ne ho accettato i ritmi. Inoltre, dovrei ringraziarla io per rinnovare sempre un invito nei confronti miei quanto della mia assistente, Vostra Maestà.
-Mi auguro non intacchi troppo la sua vita… Personale, immagino di poterla definire tale.
Un leggerissimo brivido si espanse lungo il corpo di Mycroft, come un virus letale. Era inequivocabile lo sguardo della Regina, non più fisso sul suo volto, ma lungo il suo collo niveo.
-E’ un timore assolutamente infondato, assolutamente…
-Mi occuperò di avvisarla per tempo nelle prossime occasioni, signor Holmes. La ringrazio ancora.
La donna sorrise leggera e Mycroft le rivolse un inchino, segno di saluto e di rispetto al tempo stesso, puntando lo sguardo grigio sul pavimento.
-Sir, temo…
-Sì, Andrea. Assicurati che io abbia la serata libera, devo discutere di un’importante questione con Gregory. Mandalo a chiamare a Scotland Yard.
-Subito, Sir.

Mycroft salì in auto, le labbra serrate. Doveva davvero discutere con Gregory riguardo il concetto di segretezza… Per l’ennesima volta.
  
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