Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Midori No Esupuri    27/05/2016    1 recensioni
[WARNING: MYSTRADE // ESTABLISHED RELATIONSHIP]
Gregory Lestrade scopre in un file privato che Mycroft, con cui ha da poco iniziato una relazione, è stato sposato dieci anni prima con un'altra donna, che è morta per mano di Irene Adler (quando ancora non era Dominatrix) e la perdita lo ha reso l'Uomo che di Ghiaccio che tutti conoscono.
#prompt suggerito sul gruppo facebook WhoLindtLock Drabble.
Dal testo:
C'erano stati tanti discorsi che il politico aveva riferito, seppur con fatica, di aver intrapreso solo con lui. Era infondata qualsiasi sua paura, e anche qualsiasi sua intenzione di leggere quei fogli...
Ma fu difficile resistere, e li spiegò sulla tovaglia del tavolo con timore e curiosità al tempo stesso.
Sorvolò circa la data di nascita, il luogo, l'abitazione e qualche informazione sui genitori, finché non fece caso allo stato civile.
-Vedovo...?
Si sentì ghiacciare il sangue nelle vene, man mano che la testa girava e il respiro si smorzava.
Mycroft era stato sposato? Quando? Sherlock lo sapeva? Come mai non ne era mai venuto a conoscenza, nemmeno di sfuggita?
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
File: Top Secret. RE: Mycroft Holmes

Si dice che non si finisce mai di conoscere una persona, nemmeno dopo anni di frequentazione più o meno costante, ma lo yarder Gregory Lestrade non era mai stato troppo interessato al parere delle persone attorno a sé. Anzi, era per lo più quel tipo d’uomo che va dritto al sodo, incurante del resto, in ogni circostanza: con le donne, con il lavoro, con gli amici. Un uomo dal carattere forte e al tempo stesso gentile, con un sorriso brillante e la camicia spiegazzata, notata da più persone di quante lo stesso yarder desiderasse. Ed era stato davvero difficile non cadere nel baratro del più profondo ed infantile imbarazzo quando era stato Mycroft Holmes, uomo di grande importanza politica e fratello maggiore del collaboratore di Scotland Yard Sherlock Holmes, a rivolgere un’occhiata infastidita a quelle leggere increspature del tessuto.
“Una cravatta renderebbe le pieghe meno evidenti.”, questo aveva detto, e Greg gli aveva riso in faccia fin troppo spontaneamente.
“Mi dispiace, ma io le cravatte le detesto. Mi soffocano.” aveva risposto, un attimo prima di notare che il suo interlocutore ne indossava una palesemente costosa, annodata con un perfetto triangolo alla base del collo. Andare dritti al sodo non era esattamente la decisione migliore quando si trattava di Mycroft Holmes, tuttavia quell’iniziale screzio era stato presto dimenticato e i due uomini avevano iniziato a frequentarsi, a conoscersi, e dal semplice rispetto reciproco erano passati ad una strana amicizia. Caffè, sigarette, qualche ciambella tra gli stacchi del lavoro, più tardi degli inviti a cena, e nel giro di pochi mesi e di qualche bevuta di troppo avevano finito per condividere anche le lenzuola scure dell’appartamento dello yarder.
Nemmeno in quel frangente Greg si era preoccupato del parere altrui, Mycroft lo trattava bene e non aveva alcun motivo di sentirsi diverso dai suoi colleghi solo perché, dopo il divorzio dalla moglie, aveva intrapreso una relazione con un uomo. Non gli piacevano i pregiudizi, ed era certo che il mestiere di entrambi sarebbe stato così compromesso dalla scoperta di una notizia simile, che nessuno dei due lo avrebbe mai rivelato. Sherlock sembrava averlo compreso, così come John, ma nessuna voce era mai uscita dal loro appartamento, rendendo lo yarder estremamente fiero di quella radicata amicizia.
Supponeva ormai, dopo un anno circa di relazione, che Mycroft non avesse più segreti per lui. Era per quel motivo che stava preparando del tea alla vaniglia, riscaldando nel microonde delle ciambelle alla panna, e attendendo l’entrata in cucina del proprio fidanzato. Sorrise internamente nel ripetersi che Mycroft Holmes, uno degli uomini più potenti della Nazione, aveva liberamente scelto proprio lui, uno yarder come tanti altri…
Ma non avrebbe più sorriso di lì a poco, nonostante ne fosse completamente ignaro.
Mycroft lo raggiunse in cucina, vestito di tutto punto e armato di una valigetta scura, sicuramente piena di documenti top secret e chissà che altro, con l’espressione ancora leggermente intontita e un completo antracite. Diavolo, Greg era certo di poter affermare che quell’uomo fosse in grado di farlo innamorare da capo di sé ogni giorno, con un semplice gesto, o uno sguardo… Ma era meglio non farlo mai presente, se non voleva ridurre il proprio compagno in un ammasso di nervoso imbarazzo e di colpetti di tosse degni di un adolescente al primo appuntamento.
-Non sono riuscito a trovare il file di Baskerville.- mugugnò l’uomo, mescolando stizzito il proprio tea. -Devo averlo lasciato in ufficio.
-Mi era sembrato di averlo visto nel tuo studio, invece. Sempre ammesso che fosse davvero lo studio… Questa casa è gigantesca.- mormorò Greg, sedendosi davanti a lui e bevendo il proprio caffè nero.
-Di certo non è il tuo appartamento, Gregory. O quello di mio fratello.
Lo yarder scosse il capo, deciso a non rispondere a quella leggera offesa. Mycroft era esattamente come Sherlock, difficile fargli rendere conto di un tono troppo aspro, o di una frase fuori luogo.
-Vado a prendertelo io, ho capito.
Si alzò dal tavolo, percorrendo i corridoi lucidi della villa fino a raggiungere lo studio. La casa di Mycroft gli aveva fatto provare non poca soggezione, i primi tempi in cui si ritrovavano tra quelle stanze dopo una cena o in qualsiasi altra occasione, ma pian piano ci aveva fatto l’abitudine e ora era quasi piacevole passarvi del tempo. Aprì la porta in legno massello, avvicinandosi alla scrivania e cercando rapidamente il rapporto su Baskerville, che lui stesso aveva aiutato a battere a macchina in centrale per chiudere quel particolare caso. Stava per tornare indietro, quando distrattamente fece cadere alcuni fascicoli dal tavolo e si affrettò a raccoglierli. Si trattava di alcune cartelle giallognole, timbrate top-secret o archiviate, ma una sembrava essere dimenticata…
E portava il nome di Mycroft Siger Holmes.
Greg indugiò per qualche secondo. Un file contenente informazioni su Mycroft, custodito dallo stesso in uno studio così lontano dal resto della casa. Perché gli sembrava sospetto? Rapidamente, e senza pensare troppo come suo solito, ne estrasse qualche foglio e se lo infilò nella tasca interna della giacca, tornando quasi correndo in cucina dal compagno.
-Eccolo qui.- annunciò, porgendogli il fascicolo di Baskerville.
-Ci hai messo molto.- osservò Mycroft, riponendo la cartella nella valigetta nera.
-Sono passato dal bagno.
Ci fu un istante di silenzio, poi il politico si alzò.
-Vado al lavoro, dunque. A questa sera.
-Buona giornata, Myc.
Sentì la porta chiudersi e si sentì disgustosamente cattivo nei confronti del compagno. Perché aveva preso quei fogli? Cosa credeva di trovarvi scritto? Mycroft era sincero con lui, no? C'erano stati tanti discorsi che il politico
aveva riferito, seppur con fatica, di aver intrapreso solo con lui. Era infondata qualsiasi sua paura, e anche qualsiasi sua intenzione di leggere quei fogli...
Ma fu difficile resistere, e li spiegò sulla tovaglia del tavolo con timore e curiosità al tempo stesso.
Sorvolò circa la data di nascita, il luogo, l'abitazione e qualche informazione sui genitori, finché non fece caso allo stato civile.

S t a t o c i v i l e : sposato 
vedovo

-Vedovo...?
Si sentì ghiacciare il sangue nelle vene, man mano che la testa girava e il respiro si smorzava.
Mycroft era stato sposato? Quando? Sherlock lo sapeva? Come mai non ne era mai venuto a conoscenza, nemmeno di sfuggita?
Lesse furiosamente i fogli rimasti, sentendo gli occhi cioccolato pungere dalla delusione, dalla paura più indefinibile e attanagliante che avesse mai provato.
-Margareth Dench? Chi... Cosa... Ma... Non è possibile!
Si alzò in piedi, quasi rovesciando la sedia. Fissò allibito la riga in cui si faceva presente un matrimonio datato dieci anni prima, e una data di morte risalente a quattro anni dopo.
-Sei anni fa?
Greg si lasciò andare contro il muro della cucina, rabbrividendo alla sensazione del fresco sulle spalle.
Come poteva... Non averlo mai messo al corrente?
Si trattava di una donna, maledizione!
Oh, ma lo avrebbe sentito, quel dannato Holmes. Lui e i suoi stupidi segreti, la mania del controllo, il voler sapere tutto di chiunque e non rivelare mai nulla sul proprio conto. Ne aveva già abbastanza. 
Si fiondò fuori dalla cucina, tornando a rapidi passi verso lo studio, ne spalancò la porta e si issò sulla scrivania, sparpagliando libri e fogli ovunque sul pavimento.
-Dove cazzo sei. Dove!- sbottò, cercando smaniosamente un fascicolo informativo su quella donna. Voleva vederne il volto, conoscerne più informazioni possibili, e allora...
Si fermò improvvisamente.
E allora... Cosa?
Quella donna era morta. Morta. Sei anni prima. Per quanto potesse fargli male l'idea di non saperne nulla, non poteva combattere contro di lei. Non più, ormai.
Scese dal tavolo, osservando i documenti sparsi in giro, e si portò le mani al volto. Si sentiva il più idiota degli idioti, e centinaia di chilometri lontano dall'uomo che aveva creduto di conoscere in ogni sua sfaccettatura.
Non sapeva proprio nulla di Mycroft, invece... Che illuso era stato.
-Irene Adler.
Trasalì, alzando gli occhi bollenti verso la porta dello studio, ancora aperta. Mycroft era davanti a lui, con un'espressione che Greg non gli aveva mai visto sul volto. Distorta.
-Myc...- mormorò solamente.
-È stata uccisa da Irene Adler, sei anni fa. A giugno, precisamente. 
-Credevo fossi uscito...
-Avevo notato che qualcosa non andava in te, e ho solo fatto finta di andarmene. 
-Quindi, quindi hai...
-Sentito tutto. Sì.
Rimasero in silenzio per diversi minuti.
-L'ha catturata?
-Torturata sarebbe un termine più corretto.- suggerì Mycroft, avvicinandosi lentamente.
-Informazioni, immagino...
-Naturalmente. Le vite umane non hanno molto prezzo, nel gioco del potere.
Greg non rispose subito. Gli fu subito chiaro perché Mycroft fosse così riservato, così restio ad invitarlo in posti affollati, perché lavorasse così a stretto contatto con i servizi segreti e perché investisse tante risorse e tanto tempo nel seguire suo fratello minore... E lui stesso.
-Mi è stata portata via insieme ad una personalità che a stento ricordo.- proseguì l'uomo, mentre Greg ancora rifletteva.
-Non sono intenzionato a ripetere un evento simile, Gregory.
-Sì...
Era davvero il più idiota degli idioti, si disse lo yarder.
-Né un simile discorso, naturalmente.
-Dammi una penna.
-Gregory?
-Dammi una penna, Mycroft. Adesso.
Il politico si accigliò di fronte ad un tono tanto severo, ma estrasse dalla giacca una stilografica e la porse al compagno, indecifrabile nei suoi occhi bassi.
Greg afferrò la penna, poi il foglio, e per qualche istante si sentì solo il rumore dell'inchiostro.
-Archivia questo dannato foglio. Io vado in centrale.
-Gregory, cosa...- iniziò, ma lo yarder gli passò affianco e sparì nel corridoio, senza aggiungere altro. Quando la porta si richiuse, Mycroft portò le iridi grigie sul foglio che Gregory aveva lasciato sulla scrivania.

S t a t o c i v i l e : fidanzato con Gregory Lestrade

Fu istintivo sorridere, come tanti... Troppi anni prima.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Midori No Esupuri