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Autore: vanessie    27/05/2016    4 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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Capitolo 7

“Seattle University”

 

 

POV Nicole

La mattina della mia partenza per Seattle era arrivata. Ero su di giri, mi alzai dal letto e andai in bagno a darmi una sistemata. Infilai una salopette di jeans con sotto un top nero, cappello nero, sandali bianchi con tacchi medi e posizionai sulla testa gli occhiali da sole, che sarebbero tornati molto utili per coprire le mie reali emozioni successive ai saluti a Amy, mamma e papà. Scesi per la colazione e trovai tutta la famiglia seduta a tavola ad aspettarmi. “Buongiorno a tutti” dissi. Mamma mi versò il latte e il caffè nella tazza e insieme trascorremmo quell’ultimo momento familiare. Mi sarebbero mancati, anch’io sarei mancata a loro. Mamma era triste, glielo vedevo chiaro in faccia, anche se cercava di fingere serenità per non farmi entrare in ansia. Amy tentava di scherzare, ma sapevo che era solo una farsa per non doversi dire arrivederci. Papà mi guardava spesso, mi sorrideva e quando mi lasciarono sola con lui, mi tenne stretta tra le sue braccia forti e sicure. Versai qualche lacrima, era la prima volta che mi allontanavo dalla mia casa, dalla mia famiglia, dalla mia città per un periodo tanto lungo. “Mi raccomando Nicole: studia, fai attenzione, ma divertiti e fai nuove amicizie” disse papà “Ci proverò” “Ricordati che noi siamo qui se hai bisogno” “Ok papà” dissi. Mamma ci raggiunse “Telefonaci spesso, prenditi cura di te e…ricordati chi sei” quell’ultima parte della frase me la disse piangendo. Li abbracciai entrambi e cercai di trasmettergli tutto l’affetto che provavo per loro, tutta la gratitudine per il fatto che mi avessero permesso di frequentare il college e realizzare i miei sogni. Andai a salutare anche Amy, che piangeva. “Ci sentiamo spesso e voglio sapere come evolveranno le cose con Peter o con chiunque altro che deciderai di amare” bisbigliai “Ti racconterò tutto Nik, te lo giuro. Prima Kevin, adesso tu…ve ne andate tutti e io…” “Non aggiungere altro, ti voglio bene” “Anch’io Nicole” rispose. Mi asciugai le lacrime, calai gli occhiali da sole e insieme a papà andai a prendere le valigie. Mi accompagnò alla stazione e di nuovo fui costretta a piangere per salutarlo davvero. Jonathan era seduto su una panchina nei pressi del binario sul quale sarebbe arrivato il nostro treno. Mi avvicinai e mi misi seduta accanto a lui. “Ciao” “Ciao…tutto bene?” chiese notando il mio umore “Solo un po’ di tristezza per aver salutato la mia famiglia” spiegai. “Andrà bene” “Ho sentito Kevin stamattina prima di venire qui. Dice che…sta bene, che ti saluta e mi ha augurato buona fortuna per questa avventura” aggiunsi “Vedrai sono sicuro che tra…al massimo…2/3 settimane sarai su di giri all’idea di essere all’università” disse sorridendo. Il nostro treno era appena arrivato. Jonathan mi diede una mano a caricare le mie valigie e, una volta sistemate, ci sedemmo ai nostri posti, appositamente prenotati. Il viaggio fu per me ricco di malinconia. Ascoltai la musica con le cuffiette e ripensai a tantissimi bei ricordi che avrei portato con me a Seattle: riguardavano i miei genitori, Amy, Kevin, i Cullen, nonno Charlie, i cugini, zia Sarah, zio Jessie, gli amici…a Forks avevo lasciato tutte le persone che mi sapevano dare affetto e comprensione. Tutti coloro che in un modo o nell’altro mi avevano accompagnata in quel percorso di crescita. Li lasciavo lì a chilometri di distanza per intraprendere una nuova vita, per la prima volta senza mamma e papà, per la prima volta avrei dovuto imparare a gestire autonomamente i miei bisogni. L’unico tramite che mi rimaneva con il mio passato era Jonathan. Sarebbe stato l’unico al college che mi conosceva davvero, l’unico che era a conoscenza della mia vera storia, della mia vera natura. Mi voltai a guardarlo senza che lui se ne accorgesse. Aveva in mano un libro, stava ripassando per l’esame che avrebbe dovuto sostenere tra due giorni. In fondo a lui piaceva il college, si era fatto degli amici, raccontava spesso episodi divertenti avvenuti all’ateneo. Sperai che anche per me si rivelasse un’avventura ricca e intensa. Diedi una sbirciatina alla pagina del libro che stava rileggendo. Era piena di formule chimiche e definizioni che per me equivalevano all’arabo…beato lui che ci capiva qualcosa. Alzai lo sguardo dal libro e incrociai i suoi occhi. “Se vuoi te lo presto” disse riferendosi al suo libro “No grazie, ero solo curiosa” dissi. Lui sorrise “Pensa che per quest’esame devo ripassare ancora altri due libri!” esclamò “Tre libri per un solo esame?” domandai con tono allibito “Beh anche quattro o cinque alcune volte” precisò “Oh mamma…non posso farcela” “Ma se sei una secchiona! Dai non lasciarti spaventare, è solo abitudine. Anch’io all’inizio non ero abituato, ma poi è diventato normalissimo” “Per fortuna non mi annoierò a leggere noiosissime formule chimiche e teorie fisiche come fai tu” dissi facendogli la linguaccia. “Oh certo…tu starai nel tuo pallosissimo settore letterario e umanistico, in cui ci si diverte parecchio” rispose trattenendo una risata e poi aggiunse “Ecco Nicole, una cosa che non ti ho detto è che all’università ci sono un po’ di prese in giro tra gli studenti del ramo letterario e quelli del ramo scientifico. Semplicemente perché quelli del ramo letterario se la tirano da matti e credono che noi siamo soltanto scienziati senza cuore e fantasia. Credono che siamo freddi calcolatori, invece si può essere anche romantici e sensibili” “In parte hanno ragione. La scienza non ha molto a che vedere con la fantasia e il romanticismo” dissi “Ma per favore! Non farmi ridere! Gli scienziati sanno essere passionali e romantici se lo vogliono. Scommetto che i ragazzi del tuo settore non li guarderai neppure, sono molto più interessanti quelli della mia sezione” affermò “Ah sì? E quindi dovrei aspettarmi di innamorarmi di un ragazzo che studia discipline scientifiche e magari…sentirmi dedicare una poesia d’amore?” “Può essere” “Avanti…dimostrami che sai colpire al cuore una ragazza con delle parole d’amore” lo stuzzicai. Mi era sempre piaciuto provocarlo e metterlo in difficoltà. John si toccò la tempia, come per ricercare una frase da dirmi.

 

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Dopo qualche secondo puntò i suoi occhi nei miei dicendo “Tu ed io siamo una cosa sola. Non posso farti del male senza ferirmi” “Uhm…non male. È tua?” “No, l’ho letta su internet” disse scoppiando a ridere “Wow voglio dire…è bellissima, ma…insomma tu le ragazze le conquisti così?” “Sì…certo ho altre armi da giocarmi ma…nessuna si è mai lamentata fino ad oggi” “Beh forse perché esci con ragazze che non amano queste cose super romantiche, che invece piacciono a me” “Ma cosa dici? Se voglio so essere sdolcinato, ma…solitamente le ragazze si accontentano di ripetitivi gesti e parole scontate” “Accipicchia Johnny, esci proprio con delle ragazze interessanti…diciamo che fino ad oggi te la sei sempre cavata perché non ti sei mai dovuto confrontare con una vera donna” continuai a dire per punzecchiarlo. Lui rise “Beh signorina Black, se solo volessi potrei conquistare anche te” “Non credo…non ci riusciresti” “Non sfidarmi” concluse. Ridemmo insieme e sperai che seriamente lui un giorno potesse diventare più di un amico per me.

Arrivammo a destinazione, recuperammo le valigie e scendemmo dal treno. Prendemmo l’autobus navetta per la cittadina universitaria e Jonathan incontrò alcuni studenti che conosceva. Si salutarono raccontandosi come fosse andata la pausa estiva. Ecco l’ateneo in lontananza. Attraversammo il giardino, era immenso e popolato di ragazzi.

 

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Ci avviammo verso l’ingresso principale. Jonathan mi fece compagnia mentre gli studenti dell’ultimo anno, che dovevano fare da tutor a noi matricole del primo anno, ci spiegavano che presto avremo avuto un tutor personale di riferimento. Scattai qualche foto con il mio smartphone, ancora non potevo credere al fatto che una ragazza di provincia come me fosse in una città metropolitana famosa a livello mondiale.

 

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La mia tutor si avvicinò sorridendo. Era una ragazza castana con gli occhi azzurri come il mare. “Ciao sono Zoey, la tua tutor. Piacere di conoscerti” “Piacere mio, sono Nicole” “Allora?! Sei iscritta a?” “Giornalismo” “Fantastico! Vedrai…ora è tutto un po’ confuso, ma dammi almeno 2 ore del tuo tempo e ti sarà tutto chiaro!” “Lo spero…mi sento spaesata a dire il vero” confessai “Tranquilla è normale. Ciao, tu sei?” chiese rivolgendosi al mio amico “Jonathan” “Questa piccola matricola impaurita è la tua ragazza?” gli chiese “Oh no, lei è una mia amica” “Ah davvero. Che bella notizia Jonathan. Dovresti lasciarmi da sola con Nicole adesso, possiamo vederci dopo se vuoi, studi qui?” disse facendo la svampita. “Sì, chimica e fisica applicata ma…sono parecchio impegnato con gli esami, scusami. Ciao Nikki, ci sentiamo più tardi ok?” “Ok John, grazie per avermi accompagnata” “Di nulla, poi mi racconti com’è andata!” esclamò, facendomi una carezza sulla testa e allontanandosi, gli sorrisi e lo salutai facendo ciao con la mano.

Zoey mi portò per prima cosa alla stanza/mini appartamento nel quale avrei soggiornato nei prossimi 5 anni. La mia compagna di stanza sarebbe arrivata soltanto tra tre giorni. Il mini appartamento era carino, formato da una zona giorno composta da salottino con angolo cottura, due camere e un bagno. Visto che ero la prima ad entrarvi, mi scelsi la camera più carina, quella più luminosa. Lasciai le valigie e subito uscii con Zoey. Mi fece fare un giro della facoltà, mostrandomi la segreteria, alcune aule, l’auditorium nel quale si tenevano assemblee, spettacoli studenteschi e feste organizzate. Transitammo dalla biblioteca che mi lasciò senza parole per la sua immensità. Era enorme e piena di libri di ogni genere, buon segno, avrei sfruttato quel paradiso non solo per lo studio, ma anche per leggere diversi libri, visto che ero fissata con la lettura. Zoey mi indicò la mensa, tre bar, due fast food e due piccoli pub, nei quali avrei potuto recarmi per mangiare e bere. Mi fece vedere anche i campi sportivi e il giardino, nel quale si svolgevano eventi di vario genere. Il college era veramente spettacolare, un mondo alquanto diverso da quello al quale ero abituata. Ovunque mi girassi vedevo ragazzi e ragazze che si salutavano, altri con i libri sottobraccio, altri che parlavano, altri ancora che erano seduti in disparte a studiare. “Ecco Nicole, questa è la piantina dell’ateneo, ne avrai bisogno per almeno una decina di giorni, poi la potrai anche buttare via!” esclamò sorridendo “E poi questo è l’elenco dei tuoi esami del primo anno. Sono indicate le discipline, le lezioni che avrai nel primo e nel secondo semestre, i nomi dei professori, le aule nelle quali dovrai andare per assistere alle lezioni” spiegò, porgendomi un piccolo fascicolo rilegato con copertina trasparente. “Grazie, davvero utile!” “Figurati! Benvenuta al college e se hai bisogno di me, sul fascicolo trovi il mio numero di telefono, la mail e il numero della mia stanza” “Perfetto, ti ringrazio. Senti…una domanda: dove devo andare per tornare nella mia stanza?” “Tutto dritto, passi il giardino e poi il primo edificio è il tuo. Quello è il settore umanistico e letterario. Se invece vuoi andare a trovare il tuo amico, Jonathan, allora dovrai entrare nel secondo edificio, quello delle discipline scientifiche e matematiche” “Ok, mi ci vorrà del tempo per tenere a mente tutto” “Lo so, non è semplice. Ma ricordati che sono la tua tutor…posso aiutarti e poi…hai già un amico qui e credimi…non è poco” “Sì questo è vero” “Un amico parecchio carino…non c’era dubbio che fosse del ramo scientifico!” “Perché?” “Ohhh te ne accorgerai presto. I più fighi sono tutti da quella parte” “Capisco! Grazie ancora, ci vediamo!” dissi salutandola. Seguii il percorso indicatomi da Zoey e riuscii a tornare al mio mini appartamento.

 

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Entrai e restai per almeno dieci minuti sdraiata sul divano. Ero stanca…pensare che dovevo disfare le valigie mi mandava al manicomio. Telefonai a mamma e papà e li rassicurai dicendogli che ero arrivata e che la prima impressione era stata molto positiva. Mi decisi ad alzarmi e iniziai a rifare il letto con le lenzuola e le coperte portate da casa. Passai poi a sistemare nell’armadio e nei cassetti le maglie, i pantaloni, i vestiti, la biancheria intima. Disposi le scarpe nella scarpiera e misi in bagno tutto l’occorrente per l’igiene personale. Il mio stomaco brontolava un sacco…guardai l’orologio da polso…le 20.30…avevo una fame! Ovviamente la cucina era priva di qualsiasi genere alimentare. Che idiota…avevo pensato a rimettere in ordine i vestiti, mentre invece avrei dovuto prima assicurarmi di aver fatto la spesa… “Davvero intelligente Nicole” dissi a me stessa. E ora? No…sarei dovuta uscire per andare a mangiare qualcosa di veloce al bar…e proprio non ne avevo voglia. 

Nell’istante in cui finii il ragionamento, qualcuno bussò alla porta. Chi poteva essere? Non conoscevo nessuno e di conseguenza non aspettavo nessuno…

 

NOTE:

Ciao ragazze! Nicole lascia Forks diretta a Seattle per iniziare il college! Il distacco dalla propria famiglia fa sempre un po' male, ma per fortuna Nicole avrà Jonathan come amico al suo fianco. La prima impressione sull'università di Seattle è molto positiva, se da un lato Nicole è dispiaciuta perchè ha salutato momentaneamente il suo mondo, dall'altro lato è elettrizzata perchè comincerà una nuova fase della sua vita, che la renderà adulta, autonoma, responsabile. Certo, è ancora stordita e confusa, il college è immenso e sconosciuto, ancora non sa chi sarà la sua compagna di stanza...spero di essere riuscita a trasmettere in questo capitolo tutte le emozioni contrastanti che le affollano la mente! E adesso...chi starà bussando alla sua porta? Vi aspetto GIOVEDì, un bacio!

Vanessie

   
 
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