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Autore: xingchan    27/05/2016    7 recensioni
"Non riuscirò mai ad ubriacarmi come vorrei con due bicchieri piccoli. E comunque no, questa non è la scelta migliore."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sera d’addio

 

 

 

Il chiasso assordante degli invitati riempiva il dojo Tendo nonostante fossero le dieci passate.

Anzi, no. Saotome - Tendo.

Ryoga si guardava intorno distrattamente, combattendo con tutte le sue forze per non posare gli occhi ancora su di loro. Aveva fissato quella coppia per ore quel giorno, notando come i due scherzassero con parole impossibili da udire, arrabbiandosi solo un paio di volte forse per le solite cavolate superabili con un solo cenno di sguardi complici.

Più li guardava, più si sentiva tremendamente solo ed escluso. Non c’era allegria che tenesse di fronte al destino solitario che lo attendeva. Ma si rendeva perfettamente conto di non essere l’unico. C’era un sacco di gente che faticava a rassegnarsi, quel giorno. Molti di loro quella sera si erano rifugiati nell’alcool, alcuni nelle lacrime, non curandosi delle conseguenze disastrose del giorno successivo.

Per tutto il pomeriggio li aveva osservati con disgusto, ritenendoli incapaci di affrontare quella situazione, ma poi si era ritrovato lui stesso con un paio di sorsi di sakè nello stomaco, sperando che facessero effetto. Senza successo, ovviamente.

Non riuscirò mai ad ubriacarmi come vorrei con due bicchieri piccoli. E comunque no, questa non è la scelta migliore.

Cercò il tavolo delle vivande, quello il più lontano possibile dagli sposi, e mandò giù altrettanti bicchieri d’acqua nel tentativo di cancellare il sapore del vino di riso dalla bocca.

Poi si allentò la cravatta, tirando con essa il colletto diventato stranamente troppo stretto, e si avviò verso la finestra del dojo per prendere un po’ d’aria. A dirla tutta avrebbe voluto andarsene da lì il più in fretta possibile, ma non poteva mollare Akane in un frangente simile.

Ancora un altro po’, e sarò lontano da qui.

Si appoggiò alla finestra, dalla quale si intravedevano le prime stelle della sera.

Qualcuna accidentalmente cadde proprio davanti ai suoi occhi.

Si fermava spesso ad osservare le stelle immaginando gli occhi di lei che lo guardavano nonostante la distanza, sperando che un giorno si fosse accorto di lui, di quel viaggiatore che aveva sperato fino alla fine in una lieta conclusione con il suo dolce amore.

Invece, quella che si stava consumando là dentro era la delusione più forte della sua vita.

Le stelle cadenti esaudiscono i desideri, certo. E se a volte li spegnessero?

Che miserabile realtà.

La musica e le grida non facevano altro che infastidirlo - troppo discordanti con il suo stato d’animo - e stanco di quel trambusto festoso Ryoga si allontanò dalla finestra e oltrepassò la porta del dojo senza voltarsi indietro.

Farlo sarebbe stato devastante, e non poteva farsi del male più di così.

Doveva andare avanti, anche se ciò che aveva sempre temuto, infine era successo.

Akane aveva sposato Ranma, e stavolta il matrimonio era riuscito.

Magnificamente.

Erano rari i matrimoni a cui Ryoga aveva partecipato, ma poteva giurare suo malgrado che quello in particolare era tremendamente... bello. Giusto. Con la prospettiva di una continuità che avrebbe trasceso il tempo. Con amore.

Un matrimonio di cui lui era solo un completo estraneo.

Mi viene da piangere.

E le lacrime vennero davvero, inondandogli le guance come una cascata in piena.

Sfogò la sua frustrazione facendo il meno rumore possibile, sedendosi sull’uscio del dojo e affondando la testa  nelle braccia poggiate con pesantezza sulle ginocchia.

Il frastuono ovattato che proveniva dall’interno sembrava prendersi gioco del flebile suono dei suoi lamenti.

Nessuno si sarebbe accorto di lui quella sera, nessuno lo avrebbe tratto in salvo da quel mare in tempesta fatto di ricordi e speranze deluse.

Solo Akane avrebbe potuto, ma ora era come se si fosse completamente dimenticata di Ryoga Hibiki. E come poteva ricordarsi di lui, adesso che era convolata a nozze con Ranma?

Forse anche lui avrebbe dovuto prendere in mano la sua vita, e ricominciarla partendo da un altro punto di riferimento. Ma era impossibile se ogni cosa che faceva, diceva e guardava raccontava di Akane.

Maledetto Ranma!

“Ryoga, che ci fai qui tutto solo?”

La testa di Ryoga balzò fuori come se una molla fosse scattata all'improvviso.

Ranma era seduto a poca distanza da lui, la giacca dell’abito sbottonata, il papillon scomposto e un lembo di camicia fuori dai pantaloni.

Solo lui poteva concludere il proprio matrimonio in quella maniera.

Cretino che non sei altro.

La tua è solo la fortuna degli stupidi.

“Tu che fai, piuttosto?! Dovresti vergognarti!”

“Eh?”

“Hai lasciato Akane sola il giorno delle sue nozze!” urlò in preda alla collera.

Lasciami da solo. Non ho bisogno di te, in questo momento.

“Calmati, Ryoga! Voglio solo sapere come stai.”

Ryoga lo guardò assottigliando gli occhi, lasciando che il suo dolore trasparisse dalla sua faccia sconvolta.

“Come vuoi che stia?” mormorò nervosamente.

Intercettando il suo sguardo angosciato, Ranma si rattristò. Ryoga sapeva di aver innescato in lui una serie di sensazioni poco piacevoli. D’altronde, sarebbe stato nelle sue medesime condizioni se fosse stato al suo posto.

Sono proprio un idiota. Prima lo colpisco, e poi me ne pento.

Distolse gli occhi castani dalla faccia dell’amico, prendendo ad osservare un punto indefinito davanti a sé. Inspirò a fondo, gonfiando quanto più possibile il petto, ostentando una sicurezza fasulla.

“Ma non temere”, si affrettò a proseguire per rimediare con malcelata amarezza “prima o poi mi passerà.”

Se passerà.

“Mi dispiace...” disse Ranma.

“Non dire cazzate.”

“Dico sul serio, Ryoga. So come ci si sente.”

Già, era vero. Anche Ranma si era trovato senza Akane o sul punto di perderla tante volte.

Ma ora Akane era sua, e lei lo ricambiava, al di là della promessa dei loro rispettivi genitori.

“Hai saputo qualcosa di Akari? Perché non vai a trovarla? Magari ti farà bene vederla” propose Ranma con un sorriso accennato.

“Non lo so. Non c’è niente di sicuro con lei.”

“Beh, se è per questo neanche con Akane c’era qualcosa di sicuro.”

Ryoga gli lanciò un'occhiata risentita - non perdeva mai occasione di girare il coltello nella piaga, il bastardo - e l'altro fece un sorrisetto di scusa.

“Sono io che non sono sicuro dei miei sentimenti per Akari, mentre per Akane... io...”

Non poté proseguire. Le parole gli morirono in gola al pensiero degli innumerevoli battiti accelerati del suo cuore in presenza della piccola Tendo: che lui fosse in forma umana o di porcellino domestico, Akane era sempre stata un’ancora di salvezza nella sua vita solitaria.

Ora cosa restava di tutto ciò?

“Però non dovresti preoccuparti” continuò il codinato, mettendogli una mano sulla spalla. “Anche se ora è sposata, Akane ci sarà sempre per te. Sei suo amico. Non smetterà un attimo di chiedere di te e di volerti vedere. Né smetterà di aspettare i tuoi regali, né di accoglierti quando ritornerai al dojo. Ti vorrà sempre bene. Non dovresti farla troppo tragica.”

Già. Bravo, Ranma.

“Non dovresti farla troppo tragica.”

Che filosofia di merda.

“Ma non mi ama, Ranma, né mi amerà mai. Sarà sempre innamorata di un idiota che ha dimostrato un sacco di volte di non meritarla!”

Scoppiò a piangere, sentendosi distrutto - ed anche un verme, a dirla tutta. Ranma la meritava eccome! - davanti a quello che era sempre stato il suo acerrimo rivale. Rivale nelle arti marziali così come in amore, in grado di batterlo in entrambe le cose.

Bene. Perfetto.

Adesso stava anche piangendo come un bambino ammettendo così la sua sconfitta.

Peggio di così...

“Ah, scusa tanto eh! E pensare che volevo aiutarti!” ribatté Ranma con voce offesa.

Il codinato era sul punto di alzarsi ed andarsene, ma Ryoga lo afferrò all’ultimo per i pantaloni, premendoci la faccia contro. Sentiva che in quel momento, per quanto la presenza del ragazzo che gli aveva rovinato la vita non gli fosse molto gradita, aveva bisogno di lui.

Era l’unico che poteva capirlo, l’unico che era innamorato di Akane tanto quanto lui, al di là dei bisticci, l’unico che aveva provato il baratro della perdita.

L’unico amico leale e sincero, che aveva interrotto la festa del proprio matrimonio per andare a consolarlo.

E pensare che lo aveva anche sgridato per questo.

Sono uno stupido, un emerito stupido!

“Resta, per favore!” singhiozzò con gli occhi gonfi di pianto.

Ranma sospirò e, con grande sorpresa di Ryoga, ritornò al suo posto.

Nemmeno uno stronzo come te lascerebbe un amico.

Strinse le labbra fra i denti a quel pensiero, e si rese conto che Ranma si era impensierito ancora di più per lui. Ciò lo indusse ad acuire la sua crisi di pianto.

“E ora che ti prende? Sono rimasto come mi hai chiesto, ma sembra andare peggio.”

“Sono un cretino!”

“Beh, questo lo sapevo già.”

“E sono stato un cretino!”

“Non avevo dubbi, credimi!”

Ryoga continuò a piangere, incassando le battutacce senza ribattere.

Preso da una cocente rabbia, aveva fatto di tutto per dimostrare la sua disapprovazione nei confronti di quelle nozze.

Ora se ne sentiva in difetto, e il senso di colpa raddoppiava se con la mente tornava alla richiesta di Ranma di essere il suo testimone. Ryoga aveva rifiutato categoricamente, abbandonandosi nelle braccia del suo orgoglio ferito, dimentico di come Akane l’avrebbe presa se solo avesse saputo del suo diniego.

Ma Ranma non aveva insistito, ed aveva scelto il dottor Tofu, forse l’uomo che più si addiceva a quel ruolo, quello che aveva seguito più da vicino l’evolversi del loro fidanzamento in modo completamente disinteressato, al contrario di lui che non mancava mai di ficcare il naso nonostante sapesse di non poterli dividere.

Meglio così.

Tirò su col naso.

“E sono stato anche cattivo con te!”

“Ah, te ne accorgi solo ora?”

“Come sei scettico!”

Ranma represse una risata per la situazione surreale, ma poi gli cinse le spalle, dandogli delle pacche consolatorie. Era così vicino che Ryoga poteva quasi sentire su di lui il profumo di Akane, quello odorato ogni notte trascorsa con lei sotto le sembianze di un maialino, come a rammentargli che ormai quei due si appartenevano e che per lui era arrivato il momento di farsi da parte.

Akane.

È davvero giunto il momento di dirti addio?

Rafforzò la presa sui vestiti di Ranma, sentendo finalmente di essere sul punto di calmarsi. D’un tratto gli ritornarono in mente le immagini di lui ed Akane assieme al tavolo nuziale; e slittò nella sua mente il pensiero che se Akane era felice, andava bene così.

Ed anche Ranma lo era, glielo si poteva leggere negli atteggiamenti. Altrimenti non gli avrebbe mai concesso di piangere sulla sua spalla - bagnando il suo completo.

Sei un bravo ragazzo.

Voleva davvero vedere Ranma spegnersi e morire come aveva visto succedere al monte Hooh nel momento in cui reputava Akane morta?

No. Mai.

“Prometti che non le racconterai mai della mia maledizione.”

“Mai, Ryoga. Sta’ tranquillo. Ma tu devi farmi un favore.”

Ranma lo allontanò da sé per guardarlo negli occhi.

“Ovvero?”

“So che non è il momento per pensare ad una cosa simile, ma... cerca di non infilarti nel suo letto, d'ora in poi.”

“E come posso farlo, se ci sarai tu?”

Ranma si lasciò sfuggire un’esclamazione strozzata, e Ryoga sorrise con sufficienza. Il codinato si allontanò repentinamente dall’amico, come se ne fosse rimasto scottato.

“Non ci avevi pensato, eh?”

Ryoga si sentiva sollevato adesso. Vedere ranma in difficoltà gli faceva sempre un malsano piacere.

“Me ne ero dimenticato, piuttosto” si giustificò l’altro arrossendo. “Con tutto quello che c’era da fare per organizzare questo matrimonio...! E poi, scusa, non sei tu quello che ci deve pensare, brutto porco!”

Si fece silenzio, durante il quale Ranma roteava nervosamente i pollici. Probabilmente stava pensando a tutte le implicazioni del fatto, di come avrebbe dovuto comportarsi una volta solo con Akane.

Quanto avrebbe voluto essere al suo posto, con le sue insicurezze, con la sua forte trepidazione!

“Ad ogni modo, non scherzo!” si riprese. “Non sono disposto a dividere Akane neanche con un innocuo maialino!” concluse con serietà.

“Io non corro dietro alle donne sposate! Cosa credi, idiota?”

L’espressione di Ranma parve tranquillizzarsi, e in pochissimo tempo riacquistò la sua strafottenza.

“Oh, adesso ti vengono gli scrupoli, P-chan? E alle fidanzate, allora? Ti andava bene!”

“Ranma!”

Come se avesse previsto una sua reazione violenta, Ranma arretrò da lui con pochi balzi che li distanziarono di alcuni metri. Ma non servirono a nulla, perché Ryoga prese ad inseguirlo per gran parte del giardino, agguantandone il codino una volta raggiunto.

“Ascoltami bene, pidocchio! Se la fai soffrire, giuro che ti uccido, ti disintegro, ti frantumo, ti...”

“Sì, ho capito! Non sei il primo che mi fa minacce simili, oggi!” rispose Ranma con difficoltà. “Ora lasciami, ne ho abbastanza!”

“Ryoga!”

Il cuore del ragazzo con la bandana perse di un battito.

Era la voce di Akane, quella?

Si voltò, e quello che vide gli scombussolò l’anima.

Vide Akane nel suo abito da sposa, bellissima come un fiore.

La luce della luna le sfiorava il corpo docilmente, donandole un fascino etereo e inedito. Per quanto fosse stupefacente di suo nei suoi vestiti quotidiani, non c’era paragone con quella visione.

“A-Akane...!” balbettò Ryoga.

La testa gli andò in fiamme, e nell’istante di meraviglia lasciò andare la treccia di Ranma, il quale si accasciò dolorante al suolo.

“Ranma era venuto a cercarti, era preoccupato per te” sussurrò con una cadenza dolce nella voce.

Gli sorrideva come mai aveva fatto, e Ryoga faticò molto per dare una definizione a quell’espressione. Si convinse a malincuore che era solo compassione, la sua.

No, Akane. Non guardarmi così.

“Vieni qui, Ryoga” disse la ragazza.

“Come?”

Ryoga non si mosse, troppo stordito per fare qualcosa, così Akane prese l’iniziativa avvolgendolo in un abbraccio sentito, fatto di un’amicizia profonda che nonostante tutto valeva molto più di quanto il ragazzo con la bandana si aspettasse.

Il cuore però batteva forte come e più di prima.

Almeno lui, non poteva così facilmente lasciare il posto alla ragione. Non in quel momento. Non quella sera.

E così, diviso fra l’estasi e la sensazione di avere lo sguardo di Ranma addosso, ricambiò l’abbraccio con enfasi, tenendo bene a mente che sarebbe stato probabilmente l’ultimo. Inspirò il suo odore personale cercando di imprimerlo nella sua mente.

Ti amerò per sempre, Akane.

Avrebbe voluto dirglielo, ma sapeva che il suo animo si sarebbe fatto più pesante se lo avesse fatto. Così, le disse che se fossero rimasti ancora così per molto, lui si sarebbe sentito di troppo.

“Ah, non preoccuparti” rispose lei ridendo. La sua risata cristallina era così rigenerante. “Ranma è mio marito, non il mio padrone!”

Disse la parola marito con emozionata titubanza, e al contempo Ryoga sussultò, ritornando alla realtà.

“E con questo che vorresti dire, Akane?” sentì dire da un accigliato Ranma.

Lei rise, poggiando la sua fronte sul petto del ragazzo.

“Niente! Proprio niente!” gridò, ma poi rivolse la sua attenzione su Ryoga.

“Promettimi che sarai felice, Ryoga.”

Non ti assicuro niente.

Non disse niente. Il giovane Hibiki si limitò ad annuire.

Akane si districò dalla stretta, posandogli una mano sulla guancia e lasciandola scivolare trasformò il semplice contatto in una soave carezza.

Mi sento così vuoto, adesso. Però anche più leggero.

“Vuoi venire dentro?” gli chiese lei. “Puoi sederti vicino a me, se vuoi.”

“Anche?!” protestò Ranma.

No. Dolce Akane, devo lasciarti adesso. O non ci riuscirò più.

“No, Akane. Va bene così.”

“Oh, meno male!”

“Ranma, smettila!”

Ryoga sorrise mestamente, lasciandoli al loro battibecco.

Fece alcuni passi per allontanarsi da loro, e nell’attimo in cui il desiderio di rivedere Akane si fece insopportabile li sorprese mentre si scambiavano un bacio appassionato.

Rosso in viso distolse la vista, percorrendo il vialetto del dojo verso l’esterno.

Addio, Akane.

Tornerò quando riuscirò a guardati senza rimpianti.

 

 

 

 

 

   
 
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