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Autore: Sakkaku    27/05/2016    0 recensioni
Ciao a tutti! Ci tengo solo a precisare che in questa storia non troverete il "classico" caso di disturbo dissociativo dell'identità, assolutamente no, è qualcosa di molto diverso, di certo non posso svelare tutto in queste poche righe, altrimenti che divertimento ci sarebbe a leggere i vari capitoli e scoprire la verità man mano che la storia prosegue? Vi ho incuriosito almeno un pochino? Se le cose stanno così, smetto di scrivere e farvi perdere altro tempo e vi auguro una buona lettura ^_^
Dal testo, capitolo 5: Una volta aperto gli occhi, tutto sembrava accecante. Perfino quelle specie di pallini neri dalla forma indefinita. Shyla si sentiva gelare, come quando anni prima, il Comandante l'aveva obbligata a restare per un giorno intero dentro una caverna di ghiaccio in Siberia, con addosso degli abiti estivi e senza un parka a riscaldarla.
"Questi..." iniziò a dire Shyla.
"Sì" affermò Trudy "Sono dei ricordi. Uno è sicuramente il tuo, ma l'altro...?"
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2


Con un movimento rapido, Shyla si spostò, mettendosi nuovamente sotto la pioggia.
– La ringrazio, ma…
- Oh, non mi dire... ascolti e segui i consigli di Trish?! Ztztzt mi deludi, Skyller - disse l’anziano – Dovresti sapere che non farei mai del male alla mia sterminatrice preferita - un sorriso indefinito piegò le labbra dell'uomo.
- Tu… - iniziò a dire la ragazza irrigidendosi e storcendo la mascella – Se pensi che tornerò ad essere il vostro giocattolo, ti sbagli. Neanche t'immagini quanto sono cambiata. Se vuoi riportarmi indietro, dovrai prima uccidermi. Ed entrambi sappiamo che è qualcosa che non ti puoi permettere. Se questo è un altro tentativo di catturarmi, provaci se ci riesci, ma scommetto che fallirai come l’ultima volta.
"Lascia fare a me, Shyla."
"Come preferisci, Trudy" acconsentì la ragazza.
Modificando lo spazio tempo fece apparire la propria immagine come quella di una bambina di sei anni.
"Cosa diamine significa questo?"
"Ho fatto la mia parte, ora tocca a te. Inizia a urlare. In questo modo avrà problemi con la legge" fece una pausa, poi riprese a spiegare "Secondo i miei calcoli ha con sé delle armi vietate in Inghilterra. Se oltre al capo di accusa di possesso di armi illegali, ci aggiungiamo aggressione a un minore, la sua condanna sarà assicurata."
- Aiutoooooooooooo!! Questo signore cattivo mi vuole rapiree!!! Mammaaaaaa!!!!!!! - Shyla strillava con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Quelle grida attirarono l'attenzione di tutte le persone radunate sotto la fermata dell'autobus.
Immediatamente, immobilizzarono l'anziano, che iniziò a protestare gridando che si trattava di un malinteso, che lui voleva soltanto coprire la bambina dalla pioggia per evitare che si ammalasse. Le sue parole furono inutili. Gli agenti di polizia chiamati sul posto, lo ammanettarono, facendolo in seguito salire sulla volante per portarlo in centrale ed effettuare ulteriori controlli.
In mezzo a tutto quel trambusto, Shyla si dileguò.
Entrò in un vicolo, in questo modo Trudy poté far tornare l'aspetto esteriore a quello originale.
Appoggiando un piede contro il muro, chiuse gli occhi e respirò a fondo.
"Trudy, mi spieghi che genere di tattica era quella?"
"Ho escogitato un piano per liberarci di lui evitando l'uso della violenza. Se l'avessimo aggredito, saremmo state noi quelle nel torto e questo non avrebbe giovato alla nostra situazione. Sinceramente, volevo evitare di conoscere un'altra prigione" il suo tono era pacato, tuttavia in quell'affermazione,vi era una nota di rimprovero.
Shyla sospirò.
"La prossima volta avvisami."
"E' quello che ho fatto, ti ho detto come procedere" ribatté Trudy.
"Intendo che dovresti informarmi prima che tu faccia qualcosa del genere, accidenti!" si lasciò sfuggire un altro sospiro, stavolta esasperato "Sei nella mia testa, siamo la stessa persona eppure a volte pare proprio che siamo due entità differenti!"
"Siamo la stessa persona, ma abbiamo personalità, conoscenze e caratteri diversi. Può sembrare strano, ciò nonostante è utile."
"Nonostante condividiamo la stessa identità, abbiamo come un muro che ci divide. Più che strano, per me è triste."
"Possedere una doppia identità, forse non è così strano come pensiamo. Peccato che finora non abbiamo incontrato ancora nessuno con la nostra stessa sindrome."
Shyla scosse la lunga chioma corvina. Voleva finirla con quella discussione, aveva perso il conto delle volte che avevano ragionato alla ricerca di una soluzione logica. La discussione, finora, non aveva mai avuto una fine soddisfacente, quindi era meglio evitare di sprecare altro tempo in riflessioni.
"Meglio che vado a trovare un riparo o mi prenderò un raffreddore" pensò la ragazza, iniziando a camminare a passo lesto verso il centro della città.

Nel frattempo il Primo Ministro russo stava cercando di mettersi in contatto con l’agenzia segreta “Il Lab”. Li aveva fatti chiamare più volte, senza mai ottenere alcuna risposta.
– Deve pazientare Primo Ministro, sono impegnati nell'operazione Recupero. La riuscita di questa missione è di vitale importanza per loro e sono consapevoli che lei esige di essere aggiornato. Deve solo aspettare e presto otterrà tutte le risposte – disse il segretario cercando di calmare il Primo Ministro Stesnikov. Se quell'uomo si arrabbiava, la sua ira si sarebbe scagliata contro la prima persona che gli sarebbe capitata a tiro. In questo caso su di lui e il segretario sapeva il fatto suo. Ciò nonostante, aveva usato una parola tabù.
– Non mi dire di pazientare! Sono il Primo Ministro!! Se ordino che sia fatto qualcosa, deve essere fatta subito! Se voglio una risposta, devo riceverla un secondo dopo che ho fatto la domanda! Ti sembra giusto?– urlò Stesnikov.
- Certo Primo Ministro, ha pienamente ragione. Riprovo subito a contattarli – rispose il segretario abbassando la testa, prese in mano la cornetta e ricompose il numero del Lab. Stavolta il tentativo non andò a vuoto.
Una voce seccata, leggermente acuta, rispose al telefono – Qui Il Lab, identificarsi prego.
- Sono il segretario del Primo Ministro della Russia. La metto in attesa un minuto e glielo passo subito – rispose l'uomo, si rivolse subito al proprio datore di lavoro – Li ho trovati Signore. Le passo la chiamata sulla linea protetta 3.
Stesnikov annuì, rientrò a passi pesanti nel suo ufficio e alzò la cornetta. Rimase in piedi, nemmeno si sedette sulla sua poltrona nera in pelle.
– Con chi desidera parlare Signore? – chiese nuovamente seccata la segretaria, continuando a masticare rumorosamente la sua chewingum.
– Come osa rivolgersi a me con questo tono di voce? Lei è soltanto una sgualdrina che è seduta su quella sedia perché non capisce un fico secco! Ha il cervello più piccolo di una mosca! Mi passi subito il Comandante Winkowski!! – urlò Stesnikov irritato dai modi svogliati della donna.
– Che modi sgarbati. Glielo passo subito – rispose la segretaria con voce ancora più acuta.
– Qui Comandante Winkowski, desidera? – disse una voce roca e fredda come il ghiaccio.
La schiena di Stesnikov fu percorsa da un brivido.
Il Comandante non aveva pietà di nessuno, era impenetrabile, profondo come le montagne della Siberia. Era un uomo che chiunque sano di mente avrebbe dovuto temere. Una sola parola sbagliata con lui e potevi ritrovarti con le budella squartate nel cuore della notte senza che te ne accorgessi.
– Sono il Primo Ministro. Voglio avere un aggiornamento riguardo la missione Recupero.
- Chiami proprio a fagiolo, Stes. Il mio uomo ha avuto un contatto verbale con la sterminatrice. Purtroppo gli è sfuggita ed è stato arrestato. Si è fatta più furba, non agisce senza pensare come prima. Ora elabora soluzione senza ricorrere alla violenza.
Stringendo più forte la cornetta, il Primo Ministro passò sopra al fatto che il Comandante lo avesse chiamato Stes.
Deglutì cercando di calmarsi, poi parlò – Quindi non è ancora riuscito a recuperarla? Sa quante informazioni è in possesso la sterminatrice? Senza contare di quante cose è in grado di fare... se volesse potrebbe distruggerci. L’abbiamo creata noi e ci appartiene. Vi finanzio profumatamente mettendo in rischio la mia posizione. Voglio che la riportiate subito indietro.
Con uno sbuffo Winkowski disse - Oh non preoccuparti Stes, la sua memoria è bloccata in parte. Certo Trish potrebbe essere d’impiccio ma alla fine è Skyller che comanda. Abbiamo preso delle contromisure per evitare che possa ricordarsi qualcosa di controproducente. Le nostre identità sono al sicuro. Ogni volta devo ricordartelo - concluse con noncuranza.
– Trish è astuta, potrebbe eludere i vostri provvedimenti e scoprire ciò che deve rimanere segreto. Quindi, cercate di recuperarla prima che tutto questo si trasformi in una catastrofe!! – sbraitò il Primo Ministro perdendo il controllo della propria voce. Aveva assistito dietro ad un vetro e visto con i proprio occhi quello di cui la sterminatrice era in grado di fare. Quasi temeva più lei che il Comandante. Anzi, era una partita alla pari.
– Consideratelo già fatto. Tra cinque minuti la squadra è pronta a partire per Londra. Stavolta non ci scapperà. Passo e chiudo – ribatté Winkowski riagganciando. “Certo che Stes è un vero idiota” pensò mentre si incamminava per controllare se fosse tutto pronto per la missione “Se non fosse che è il nostro finanziatore con più influenza, lo avrei già ucciso”.

Mentre in Russia elaboravano un piano di recupero, Shyla era entrata in un bar per trovare un rifugio dalla pioggia. Si era seduta al bancone, con la speranza di restare tranquilla e aveva ordinato un thè bianco. Dopo alcuni minuti, una donna era entrata nel locale sedendosi accanto a lei, ordinandosi una vodka liscia e sorridendole. La ragazza finse di non aver visto, iniziò però osservarla attentamente.
Tutti gli uomini presenti nel locale non le staccavano gli occhi di dosso. Si trattava di una bella donna con gli occhi azzurri e i capelli biondi raccolti in una treccia laterale, indossava un vestito rosso attillato che non arrivava all'altezza del ginocchio, sulla schiena vi era una scollatura, era normale che attirasse l'attenzione degli uomini. Ciò che aveva attirato l’attenzione di Shyla, era il rossetto. Le labbra avevano un colore rosso intenso, simile a quello delle fragole particolarmente mature.
“Sono sicura di aver già visto questo colore. Chi aveva un rossetto simile?” pensò la ragazza.
Fu Trudy a risponderle.
“Hai ragione, l’abbiamo già visto ed io mi ricordo a chi appartiene. Mettile degli occhiali da vista, lenti a contatto nere e un camice bianco”.
Shyla strinse la tazza del thè.
La donna lo notò. A quel punto si piegò leggermente verso di lei sussurrandole – A quanto pare ci hai messo poco a riconoscermi. Cosa mi ha tradito?
- Il rossetto. Lei è l’unica che possiede un rossetto di quel colore intenso, Dottoressa Silk– rispose Shyla appoggiando sul piattino la tazza con la bevanda calda.
La donna sorrise lievemente. Bevve un sorso della sua vodka liscia, poi iniziò a parlare – Ascoltami, so che quel che ti abbiamo fatto ti ha causato molto dolore. Ti abbiamo sottoposto a tanti esperimenti e sofferenze sia fisiche sia mentali. Tu sei riuscita a superare tutto con risultati eccellenti. Dovresti sentirti orgogliosa di quello che sei diventata e di quello che sei in grado di fare. Sei un enorme successo per la scienza.
- Mi avete fatto sterminare dei villaggi solo perché, non so chi, considerava quelle persone come un costo per la società. Ed io li ho uccisi senza pietà, nonostante cercassero di ferirmi, rimanevo illesa, perché con le abilità dei vampiri ero molto più veloce di loro.
- Quello è stato un grande successo. Tu con un singolo pugnale sei riuscita a vincere. Hai assimilato una miriade di informazioni. Sai, certe azioni che sembrano malvagie devono essere compiute per il bene della maggioranza.
Shyla si alzò dalla sedia. Non poteva più sentire quello che la Dottoressa stava dicendo.
– Il conto per favore – disse rivolta alla cameriera.
- Glielo porto subito - rispose annuendo la donna - Finisco di servire un altro cliente e arrivo da lei.
- Shyla, non agire in maniera azzardata. Sei molto preziosa ma se superi un certo limite, loro non esiteranno a ucciderti… - continuò Silk, fissando il suo bicchiere di vodka – Ti dirò solo un'ultima cosa, quindi ti prego, ascoltami. E' qualcosa che non dovrei dirti. Loro potrebbero uccidermi, però ho deciso di correre il rischio. Ti supplico, trova Trudy e salvala. Per favore.
La cameriera stava porgendo lo scontrino ma Silk lo afferrò dicendo – Pago io, se non le dispiace.
“Che cosa sta dicendo? Trovare Trudy? Sei dentro la mia testa, che senso ha cercarti?”
“Non lo so Shyla, magari vuole solo confonderci le idee. Potrebbe essere una tattica per prendere tempo. Meglio se ce ne andiamo subito, sicuramente tra poco arriveranno i rinforzi.”
“Si hai ragione.”
– Dottoressa Silk, non riuscirà a confondermi le idee – iniziò a dire Shyla.
A quel punto la donna si voltò verso di lei per fissarla, svelando gli occhi lucidi e una lacrima solitaria che le solcava il viso.
– Credimi... non ti sto mentendo. Ricordati la prima volta che hai ucciso. Non eri da sola in quella stanza. Ricordati di quell’altra bambina. Sono qui, senza il loro permesso. Mi uccideranno ma almeno salverò mia figlia Trudy. Sempre se tu ricorderai e deciderai di andare a salvarla.
Quelle parole fecero rimanere immobile Shyla.
Prima che potesse dire qualcosa, udì un fischio acuto percorrerle nella testa. Mise la mano destra sulla tempia, come se il gesto potesse fermare quel rumore. Numerose immagini le passarono davanti. Erano tutti ricordi sbiaditi senza significato.

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Il capitolo precedente l'ho un po' sistemato, però non ci sono stati cambiamenti nella trama, quindi potete leggere tranquillamente questo nuovo capitolo. Buona lettura =)
  
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