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Autore: Moondreamer94    27/05/2016    1 recensioni
Questa è la storia di una ragazza di diciotto anni, che conduce una vita ordinaria tipica di ogni adolescente della sua età, fino a quando un tragico avvenimento ed un insolito incontro cambieranno la sua vita per sempre...
Ciao a tutti, questa è la mia prima storia! Spero che sia di gradimento, e non esitate a recensire!
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda giornata di novembre, la pioggia scorreva copiosa nelle strade, formando rigagnoli che catturavano qualsiasi cicca di sigaretta o foglia caduta che incontravano nel loro corso. Le macchine transitavano veloci, e la gente passeggiava incappucciata sui marciapiedi con una consueta seppur inspiegabile fretta. Queste immagini scorrevano monotone sotto lo sguardo verde e pensoso di Arielle, che dalla finestra della sua classe osservava quel piccolo spaccato di mondo, tanto la stava annoiando la lezione di matematica. La città era triste, proprio come lei. Dopotutto, era in quei momenti che lei si sentiva parte di quel quartiere periferico di Londra, sempre monotono e patetico a detta sua.
Un suono di campanella distolse i suoi pensieri. L’intera scolaresca balzò in piedi dai banchi quasi simultaneamente, quasi fosse un riflesso condizionato, e si fiondò verso il piccolo bar della scuola, che aveva già esposto in bella vista panini, brioche e qualsiasi altro manicaretto sfizioso. I ragazzi si riversavano lì da ogni angolo, spintonando a destra e a sinistra per poter beccare il panino che volevano senza che gli altri glielo fregassero. Solo Arielle non aveva fame. A dire il vero, non che non avesse fame ma sentiva come una specie di ribrezzo per quei panini, anche se si convinse a mangiarne uno. Anzi, era da un po’ di tempo che provava quello strano senso di rifiuto unito a un sordo brontolio dello stomaco, e precisamente da quando si ritrovò distesa su un letto di ospedale, con una cannula infilata in un braccio, e due paia di occhi, quelli dei suoi genitori, che la fissavano preoccupati…
2 mesi prima
Stavano uscendo dalla scuola, come sempre, chiacchierando amabilmente e ridendo per allentare la tensione dell’interrogazione dell’ora precedente.
‘Sai, non ho più alcuna intenzione di mettere questa borsa schifosa. È tutta plasticata e puzza’ stava dicendo Tabitha, capelli rossi ondulati, occhi castani ridenti, guance spruzzate di lentiggini e da sempre migliore amica di Arielle. ‘Ma dai Ta’, a me piace’ stava dicendo Arielle mentre si avviavano verso i parcheggi. ‘Allora ciao Ari, ci vediamo dopo!’ disse Tabitha raggiante. Quella sera c’era la festa di un loro compagno di classe, e Tabitha appena patentata aveva proposto ad Arielle di passarla a prendere e riportarla a casa. Si presentò sotto casa quella sera, e subito dopo salirono in macchina. ‘Cacchio Tab, sono così felice che ora guidi anche tu!’ ‘Ahah davvero, e adesso musicaaa!’ urlò Tab accendendo lo stereo da cui partì subito una canzone dance, di quelle che piacevano tanto a lei. Le due amiche erano sorridenti, raggianti, felici di vivere, di essere due adolescenti, di sentirsi libere mentre procedevano veloci sulla tangenziale. ‘Cazzo, se già facciamo casino in questo abitacolo figurati alla festa!’ strillò ancora Tabitha. ‘Ma scherzi, non vedo l’ora di essere lààà!’ disse Arielle di rimando.
Ma non ci fu nessuna festa per loro. Due secondi dopo aver scambiato queste battute successe tutto in un baleno. Due aloni giallo elettrico, appartenenti ai fari di una macchina, troppo vicini a loro. Poi, il colpo, troppo forte, seguito da un boato. Arielle non fece neanche in tempo a urlare che subito si sentì sbalzata in avanti verso chissà dove. Un attimo dopo era distesa, sentiva una forte pressione sul collo. Vide due occhi azzurri, grandi e gelidi come il ghiaccio, ma era troppo sconvolta per chiedersi se avesse le allucinazioni. Poi, più nulla. Quando riaprì gli occhi era passata una settimana. Scoprì di aver subito diversi interventi per rimettere a posto le ossa rotte. Tabitha invece, gli occhi non li riaprì più. Era in coma e non c’era l’ombra di una speranza di risveglio. Un orribile incidente, avevano perso il controllo dell’auto ed erano finite contromano. Voleva parlare, voleva piangere, voleva gridare, ma tutto ciò che riuscì a fare fu socchiudere la bocca e chiedere flebilmente ‘Dov’è Tabitha?’ La risposta arrivò pochi istanti dopo, dalle labbra di sua madre: ‘Tesoro, la tua amica si trova nel reparto accanto a questo, in rianimazione. E’ in coma’ Arielle si sentì sopraffare dalla disperazione, si sentì assalire dai dubbi più profondi, chiedendosi perché, perché proprio a due ragazze come loro, perché il destino avesse scelto proprio loro due, che cosa avevano fatto per meritarlo?
E soprattutto, a chi appartenevano quegli occhi azzurro ghiaccio?

Ciao a tutti, ecco il primo capitolo della mia storia! Purtroppo non sarò spesso presente per aggiornarla a causa degli esami universitari che non finiscono mai, ma cercherò di postare nuovi capitoli il prima possibile!!
   
 
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