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Autore: mymanga    27/05/2016    3 recensioni
Crescere comporta responsabilità.
Tra ricordi passati e speranze future, Pan ormai giovane donna, capisce che è giunto il momento di prendere decisioni veramente importanti, fondamentali per il proseguimento della sua vita.
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Dal 1° capitolo:
Se la fortuna decide di sorriderti, capisci che l'immenso amore che provi per il tuo compagno... così forte e resistente perché costruito sulle solide fondamenta di rispetto fiducia e collaborazione, ecco quell'amore non è UN punto d'arrivo, ma IL punto di partenza per nuovi progetti, nuove priorità...
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan, Trunks | Coppie: Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Albero della Vita
6 CAPITOLO




Pian piano i sensi cominciarono a risvegliarsi.
Sentì un respiro tiepido sulla frangetta spettinata e il calore e la tonicità di un corpo muscoloso avvolgente, la cui pelle emanava un profumo famigliare, buono, invitante e… virile. 
Aprì gli occhi di scatto, le guance stavano già cominciando ad accaldarsi.
Inconfondibile, lo avrebbe riconosciuto in ogni dove.
Si ritrovò sul divano accoccolata a Trunks. Ultimamente addormentarsi e svegliarsi tra le sue braccia si verificava fin troppo spesso: non le dispiaceva affatto, anzi potendo scegliere non avrebbe desiderato di meglio, ma si chiese fino a quando la sua finta spavalderia avrebbe retto la sua vicinanza.
Aveva un carattere davvero testardo ed infuocato, ma sapeva bene che il suo cuore apparteneva a quel ragazzo, forte e determinato, ma allo stesso tempo dolce e gentile.
Ma la qualità che più amava di lui era la sensazione di PROTEZIONE che riusciva a trasmetterle: un’emozione intima e personale, figlia di un sentimento così profondo chiamato FIDUCIA.
Non poteva essere altrimenti.

Doveva essere sincera con se stessa: amici terrestri ai quali si era affezionata non ne mancavano, persone davvero eccezionali senz’ombra di dubbio, ma nulla di più. Nessuno di loro sarebbe mai stato in grado di infonderle la stessa sicurezza, anzi, realisticamente parlando, era molto più probabile che sarebbe stata lei a dover vestire i panni del partner più forte. Ed era proprio questo il punto.
Per quanto avesse ereditato dalla sua natura capacità straordinarie ed un carattere fin troppo autosufficiente, rimaneva pur sempre una ragazza e accanto a sé si augurava di avere un uomo che fosse a tutti gli effetti in grado di proteggerla, dalle minacce esterne e chissà, magari persino da se stessa.
Non per ultimo poi, decisamente no, quella fin troppo evidente e ingestibile attrazione fisica che provava per lui. La sua totale inesperienza in questo campo la imbarazzava molto, con sommo divertimento mal nascosto del saiyan in questione, ma doveva ammettere che era davvero lusingata e molto felice delle attenzioni che riceveva.
Un enorme dubbio però la tormentava: voleva che si avvicinasse per la persona che era, non perché Trunks si sentisse in qualche modo responsabile di lei, viste le innumerevoli volte che aveva dovuto soccorrerla, procurandogli a volte immani spaventi.

“Sei pericolosa quando pensi così tanto, lo sai? Ci saranno i vortici nella tua testolina” sussurrò il glicine aprendo gli occhi ed incontrando lo sguardo perplesso della giovane, che a quelle parole aveva alzato il capo verso di lui.
“Eh? Ma non stavi dormendo? Tu che ne sai poi?” rispose assonnata, ma senza spostarsi dal suo comodo giaciglio.
“Lo sai, sono molto più bravo di te a percepire le sfumature delle auree e ad azzerare la mia”
“Sei più bravo perché sei più grande, anzi più vecchio, di me!” rispose scocciata la moretta.
“O forse sei tu ad essere ancora troppo piccola”
La risposta gli era uscita un po’ troppo pungente, Pan distolse lo sguardo e rimase in silenzio più del dovuto: la loro differenza d’età non era certo un dettaglio da poco.
Dolcemente con una mano le spostò la frangetta e le baciò la fronte:
“In realtà dovrei dire che ho imparato a conoscerti molto bene, e non mi dispiace affatto riuscire a capire così tante cose di te... E poi dovrò pur sapermi difendere, no? Mi hai appena dato del vecchio” cercò di riparare il danno.
“Capisci tante cose di me? Hai imparato a leggere nel pensiero? Magari stavo pensando a come farti fuori…” rispose imbronciata tornando a fissarlo dritto negli occhi, ma Trunks sorrise di rimando, felice più che altro che la piccola non se la fosse presa troppo:
“Farmi fuori? Addirittura! Ah, mi spiace piccoletta, ma non ti libererai di me tanto facilmente. Anche perché non ne saresti veramente capace” sul viso un’espressione divertita e leggermente provocatoria.
“Chi te lo dice che non ne sono capace?” non che lei avesse queste reali intenzioni, ma per principio doveva ribattere, stava già perdendo uno a zero per quella stupida frecciatina sull’età.
“IO! E lo sai perché? Perché in fondo, molto in fondo, un po’ mi vuoi bene e le mie coccole non ti dispiacciono. Guarda, sei ancora qui tra le mie braccia…”
Sì, adesso si sarebbe arrabbiata sul serio, ma era così divertente punzecchiarla, in fondo era ancora a credito per la sua battutaccia sui capelli di quella mattina!
In un nanosecondo si allontanò da lui, dritta in piedi.
Era pronta a ribattere, decisamente inviperita, ma posò involontariamente lo sguardo verso la vetrata: notte inoltrata e chissà da quanto!
Spalancò la bocca e trattenne il respiro.
Caspita se era tardi, sarebbe dovuta essere a casa da ore!
“Non ti preoccupare, mia madre ha già avvisato i tuoi, per stanotte e per domani” cercò di tranquillizzarla, alzandosi pure lui per portarsi seduto.

Ne fu sollevata ma… ancora?
Aveva imparato davvero a leggerle la mente?
Insopportabile.
Spinta dalla sua sete di rivincita, fece un salto veloce e, senza neanche rendersene conto, si fiondò a cavalcioni sul ragazzo tappandogli la bocca in maniera decisa e poco aggraziata:
“Adesso taci saiyan! Sei capace di tenere chiusa la tua boccaccia?” gli sussurrò accigliata a pochi centimetri dal viso.
Decisamente troppo pochi per passare inosservati, ora erano le guance di Trunks a sfumarsi di rosso, ma per sua fortuna la penombra della notte riusciva a tenere al sicuro il suo “segreto”.
Gli occhi dei due saiyan era puntati gli uni negli altri carichi di ardore: lei in tono di sfida, lui per… tutt'altro.
Sì, perché il ragazzo non se l’aspettava proprio quel gesto, irruento ma allo stesso tempo così sensuale. Attraverso le sue labbra percepiva chiaramente il calore e soprattutto l'irresistibile sapore della sua piccola mano.
Per non parlare poi della sua pelle.
Emanava una fragranza così invitante.
E i suoi capelli... Leggeri e morbidi, con il loro delicato fruscio a solleticargli inevitabilmente sia le guance che le spalle. 
Ma era soprattutto il suo giovane corpo ad essere davvero dannatamente vicino. Troppo vicino. Dovette letteralmente trattenersi per non cedere alla tentazione di stringerla forte a sé e ritrascinarla giù su quell’invitante divano.

Sospirò, cercando di calmarsi.
Lo sguardo gli cadde sul tavolino vicino dove Bra, prima di andarsene a dormire, ci aveva appoggiato l’ultima sua commissione per l’amica.
Da un certo punto di vista fu la sua salvezza, un valido pretesto per attirare la sua attenzione. Con l’indice invitò Pan a guardare in quella direzione e lei incuriosita allentò la presa per poi decidere di alzarsi. Sul tavolino spiccava una scatola di cartone con un biglietto indirizzato a lei:

"Ti ho preparato il necessario per farti la doccia, quando ti sveglierai,
Il tuo pigiama è in lavatrice, spero che ti vada bene quello che ti ho trovato...
Pace per oggi? Ti voglio bene…
Bra”


Pan non sapeva bene cosa pensare, al suo risveglio si era ripromessa di vendicarsi con la testa della principessina, ma quel piccolo gesto premuroso non se lo aspettava. Decise che una doccia poteva permettersela, ci avrebbe pensato l’indomani, a seconda dell’umore mattiniero. Prese la scatola e guardò interrogativa Trunks.
“Che c’è? Cos’ho fatto adesso?” le chiese sincero il ragazzo.
Pan alzò gli occhi al cielo, sbuffò e scosse la testa in segno di negazione: 
“Che indovino scarso che sei! Secondo te dove vado a fare la doccia?” allungando verso di lui il famoso pacco.  
“D-Doccia? Ah sì… Ecco, puoi, puoi… utilizza pure il bagno di camera mia. Io devo fare una cosa… qui giù!”
Pan lo guardò un po’ dubbiosa:
“E cosa devi fare a quest’ora di notte?”
“Una sorpresa! Ora sparisci, via via!”

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Pan fece la sua bella doccia e ne uscì davvero rilassata.
Dopo averci meditato su a lungo, decise di mettersi quella che, secondo Bra, doveva essere una camicia da notte, poi tornò nella camera di Trunks. Non ai livelli di quella della sorella, ma ci aveva trascorso parecchie notti a guardare film per poi finire addormentata su quell’enorme lettone, ignara del fatto che, a parte il suo legittimo proprietario, avesse gentilmente ospitato solo lei. Aveva dei bellissimi ricordi, il più recente risaliva a sole poche settimane prima quando lei e Bra avevano deciso di svegliare il Brief e Goten saltellando loro addosso. I ragazzi si erano un po’ infastiditi dal turbolento risveglio e si erano vendicati con la più classica delle torture, il solletico.
Sorrise: non era andata esattamente secondo i loro piani, lei e l’amica avrebbero dovuto perfezionare le loro tecniche di attacco.
Poi decise di prendere una boccata d’aria, così uscì nella grande terrazza adiacente la stanza da letto.

A differenza di Trunks, lei rimaneva letteralmente affascinata dalle notti di luna piena.
In realtà conosceva bene il motivo di tanta antipatia da parte del ragazzo e, con un filo di amarezza e autosarcasmo, si ritrovò a ringraziare la dea bendata, che quella volta le aveva almeno risparmiato la consapevolezza di ciò che le stava accadendo, commissionando dei nemici privi di aura e un attacco che le aveva mandando i sensi direttamente in dormitorio... “quanta grazia”!

Diversamente sarebbe stato davvero pesante affrontare tutte quelle notti: i ricordi non si sarebbero mai più cancellati, obbligandola a rivivere quella tremenda esperienza per il resto della sua vita.
Per sua fortuna la mente non aveva immagazzinato alcuna immagine di quell’attacco. Istintivamente si portò una mano al petto: i suoi stessi geni saiyan, poi, erano riusciti a svolgere un incommensurabile lavoro di guarigione. Agli occhi umani non si vedeva alcuna cicatrice e lei stessa, impegnandosi, poteva scorgerci al massimo un lievissimo segno.
Purtroppo, però, era rimasta una zona parecchio sensibile e soprattutto nei giorni di maltempo questo “invisibile tatuaggio” tornava a farsi sentire in modo alquanto fastidioso.
Scosse la testa e decise di cacciare lontano quei dannati pensieri tristi.

Si appoggiò alla ringhiera e una leggera brezza salmastra soffiò sul suo viso scompigliandole i lunghi capelli corvini. Chiuse gli occhi, la respirò a pieni polmoni e ascoltò il rumore lontano del mare, prodotto dall’infrangersi delle onde contro gli scogli. Poi li riaprì.
L’abitazione dei Brief rimaneva ai confini della grande città, in posizione leggermente rialzata, per cui la vista che ora si apriva davanti a lei era davvero stupenda: c’era quella luna così brillante e lucente, una sfera perfettamente tonda. Lassù in alto, il cielo tutt’attorno era di un brillante colore blu chiaro con riflessi quasi d’argento, mentre allontanandosi diventava sempre più scuro e limpido evidenziando quei piccoli ma numerosissimi puntini luminosi delle stelle.
Sulla superficie, invece, la luce lunare illuminava i versanti dei monti circostanti e l’immenso specchio d’acqua salata, quella notte particolarmente pacifico. Riflettendosi nel mare, la luna creava una luccicante scia bianca che dall’orizzonte aperto si dirigeva dritta verso il golfo della grande città, quella sera davvero incantevole con le diverse luci colorate che la caratterizzavano, alcune più scintillanti, altre più sfocate.
La notte di suo era fatta per la calma, il silenzio, ed il riposo, fisico e mentale, se poi c’era un bellissimo paesaggio da contemplare… Beh, allora era automatico che la mente di Pan si lasciasse trasportare lontano, cullata e coccolata da queste immagini così famigliari. Aveva avuto l’immensa opportunità di viaggiare per lo spazio, assistendo a spettacoli di indescrivibile bellezza, ma la Terra con i suoi piccoli e graziosi scorci al confronto, avrebbe sempre occupato un posto speciale nel suo cuore: in tutte le sue sfumature, dai monti Paoz alle pianure, dai mari ai deserti, passando per città o distese selvagge, sarebbe sempre stata la loro CASA.


Il tocco freddo e gelido di un oggetto appoggiato sulla sua schiena la fece sobbalzare di scatto.
“Non dovresti abbassare la guardia così tanto” disse Trunks, gentile ma fermo. Completamente persa nei suoi pensieri, non si era accorta che le era arrivato alle spalle, puntandole contro chissà cosa. Pan alzò gli occhi al cielo, poi si girò verso di lui:
“Sarebbe grave, se non mi sentissi al sicuro qui… qui con te” rispose seria a voce bassa, guardandolo dritto negli occhi, contraccambiata.
Poi abbassò lo sguardo ed un’espressione a dir poco entusiasta si dipinse sul suo delicato viso: due grosse tazze di fragole con tanto, tanto gelato!
Rimase senza parole, felice come una bambina. A pensarci bene era dall’ora di pranzo che non metteva nulla sotto i denti e il suo stomaco ruggì di fame all’istante. Trunks sorrise soddisfatto, conosceva bene la sua piccola mercenaria: per un ingaggio così goloso e con la fame che si ritrovava, chissà cosa sarebbe stata disposta a fare. Rimasero lì, appoggiati alla ringhiera a mangiare ognuno la sua porzione che Pan a dir il vero la finì in un lampo.
Il saiyan non riuscì proprio a trattenere una risata:
“Che grazia! Altro che scimmietta, con l’appetito che ti ritrovi, assomigli più ad un diavoletto della Tasmania!” e le porse quello che restava della sua tazza. Lei rispose con una linguaccia da repertorio e dopo aver fatto spallucce, accettò l’offerta scambiando pure la tazza vuota con la sua che era almeno a metà. Finì in un baleno anche quella e poi l’appoggiò sopra alla prima.
“Ehi! Non sono un cameriere! E mi merito almeno un… Grazie, no? Dove lo trovi un ragazzo gentile come me?” fece il finto offeso. 
“Hai ragione, Grazie! E sì, sei davvero gentile, un ragazzo da… sì, da sposare!” il tono era un misto fra reale gratitudine e impertinente dispetto; prevalse quest’ultimo e con un sorriso malizioso assestò una frecciatina davvero pungente: “Peccato che tu sia già sposato!” e scoppiò veramente a ridere di gusto.
“Non dirlo neanche per scherzo! Quello non era un matrimonio serio! Lo sai bene! Anzi è tutta farina del TUO sacco!” rispose infastidito: meno male che solo lei e Goku l’avevano visto conciato in quella maniera su quel lontano pianeta.
“Ma se eri uno spettacolo! La sposa più bella che abbia mai visto! L’abito, il copricapo con il velo, il trucco e il parrucco… a proposito ti donavano i capelli neri!” rincarò la dose, sapendo che quell’esperienza non era certo fra le sue preferite, infatti Trunks rispose per le rime:
“Ah di certo non si poteva, e non si può tutt’ora, contare su di te: una mocciosa PICCOLA e insolente, direi quasi un MASCHIACCIO!”

Pan accusò il colpo, smise di ridere e guardò storto il lilla, più che sentirsi offesa, si sentiva ferita: l’avrebbe mai vista come ragazza adulta? Sarebbe rimasta sempre piccola per lui? Addirittura un maschiaccio? 
“Buonanotte Trunks, vado a dormire” il tono era diventato serio e freddo, poi s’incamminò a piedi nudi con il serio intento di tornare a dormire sul divano.

Il ragazzo rimase parecchio spiazzato, non pensava di aver detto qualcosa di così grave. Capì di aver esagerato a rimarcare su alcune parole poco gentili, a maggior ragione che ora proprio non le si addicevano affatto. Era una ragazza ormai. Una bellissima ragazza per giunta. E quella dannata “camicia da notte” che le aveva rifilato la sorella, ne era la prova lampante: lì sulla terrazza si era lasciato distrarre molto più del consentito.
Quella candida sottoveste che indossava, di lucido raso bianco, dal taglio pulito senza tanti fronzoli, delicatamente aderente e decisamente troppo corta, definiva tutta la sensualità del suo giovane corpo. Rimase a guardarla, letteralmente rapito: i lunghi capelli profumati e parzialmente raccolti che ondeggiavano nell'aria leggeri ed ipnotici, una schiena e un fondo schiena che avrebbero mandato in frantumi tutte le sue più pure intenzioni, e un paio di lunghe e seducenti gambe scoperte che imperterrite la stavano allontanando da lui passo dopo passo.
Maledizione: altro che piccolo maschiaccio, tutto di lei lo attraeva.

Da non credere, poi, se ne stava andando per davvero, aveva raggiunto la porta della sua camera. D’istinto la seguì. Tempo qualche passo la raggiunse e la prese per il polso, obbligandola a fermarsi e a girarsi verso di lui: la ragazza si ritrovò con le spalle appoggiate alla parete esterna della stanza, a pochissimi centimetri da Trunks che con un movimento deciso ma delicato la tirò poi a sé, abbracciandola forte e posando la sua fronte contro quella della piccola fuggitiva: “Resta con me” le sussurrò con un filo di voce.

Il cuore della giovane cominciò a battere veloce, troppo veloce, e le sue guance avvamparono all’istante: si sentiva così imbarazzata, intimidita ed agitata, ma allo stesso tempo sperava con tutta se stessa che lui continuasse a volerla accanto.
“Hai… hai detto che sono un piccolo maschiaccio… Lo pensi davvero?” rispose timida a sguardo basso.
“NO, ho mentito... non lo penso affatto” per il figlio del Principe pronunciare quelle poche parole fu tanto faticoso, quanto liberatorio.
Pan raccolse quel poco coraggio che le era rimasto e decise di affrontare, una volta per tutte, quel giovane uomo a cui era innegabilmente legata:
“A-allora cosa pensi di me? Chi sono per te?” non sapeva spiegarsi il motivo, ma si sentiva gli occhi fin troppo lucidi ed un fastidioso groppo alla gola; desiderava quella risposta, ne aveva bisogno come fosse ossigeno per respirare, a costo di mandare il suo cuore al patibolo. 

Si staccò da lei, perdendosi in quei meravigliosi occhi neri, brillanti e vivi più che mai. La luna le illuminava il viso con quella stessa luce argentata che da anni, ormai, mal sopportava, ma ora la situazione era così… diversa. Non riusciva bene a spiegarselo ma adesso sapeva di pulito, trasparente, come una nuova pagina da poter finalmente riscrivere a proprio piacimento, ancora una volta assieme.  
Le prese il viso tra le sue forti mani e con i pollici accarezzò entrambe le sue guance.
“Trunks…”
Il ragazzo non rispose, ma prese la sua silenziosa decisione annullando la distanza fra le loro labbra per catturare quel loro bacio a lungo sospirato. Un bacio vero, degno di essere chiamato tale, perché donato alla sua Donna. Sua e solo sua.
Racchiudeva tutta l’intensità dei sentimenti che provava per lei, emozioni uniche e riservate esclusivamente alla sua piccola sayan. Quelle labbra che aveva letteralmente sognato per così tanto tempo, ora erano reali e meravigliose: così morbide, delicate e incredibilmente dolci.
 
Dopo un infinito attimo di puro smarrimento, frutto della paura di star semplicemente sognando, Pan rispose a quel bacio, lasciandosi completamente trasportare da quel nuovo contatto, tanto atteso e tanto sperato. La sua insicurezza rimaneva palpabile, ma la felicità che provava era davvero immensa: Trunks la voleva almeno quanto lei desiderava lui.

La vicinanza dei loro corpi li spinse a prendere più confidenza l’uno dell’altra, esaudendo così il reciproco desiderio di maggior conoscenza delle rispettive forme. Le piccole mani della ragazza, prima posizionale sui pettorali del giovane, cominciarono a muoversi esitanti lungo le sue spalle, salirono ad accarezzare il viso e proseguirono intrecciandosi ai capelli violetti.
Contemporaneamente, le mani esperte del saiyan scesero prima lungo il suo grazioso collo, poi sulle spalle nude e infine lungo i fianchi sinuosi. Il tocco era stato delicato, ma allo stesso tempo così sensuale da farle inarcare di riflesso la schiena, ora percorsa da caldi brividi mai provati prima: strinse maggiormente la presa sui capelli e non riuscì a continuare il bacio, interrotto da un silenzioso soffio di piacere sfuggitole al suo controllo e infrantosi proprio sulle labbra del ragazzo, che con un sorrisetto soddisfatto, si affrettò a ristabilire il contatto iniziale.
Trunks dal canto suo, proseguì la corsa delle sue mani sul bellissimo corpo della compagna, vagando liberamente per tutta la superficie della sua provocante schiena: in alto fino alle scapole e poi sempre più in basso fino a sfiorarle il perfetto fondo schiena. Qui esitò un attimo se continuare o meno: era davvero al limite, se avesse varcato quella sottile linea immaginaria, il suo stesso corpo gli avrebbe rovesciato addosso tutto il desiderio trattenuto da una vita.
Ma Lei era così irresistibile, si sentiva attratto più di una calamita, nell'anima e nel corpo, nei sentimenti e nell'istinto. Decise di lasciarsi andare una volta per tutte. Strinse forte le natiche della ragazza e senza alcuno sforzo l’alzò di peso, invitandola ad allargare le gambe per cingergliele attorno ai suoi stessi fianchi.
Pan era completamente in balia della passione del ragazzo, intrappolata fra il muro di casa ed il fisico muscoloso e ben definito di lui, il cui evidente desiderio, inutilmente contenuto in quei miseri pantaloni della tuta, premeva forte contro la sua femminilità. Non erano più semplici brividi, ma veri e propri impulsi di piacere per entrambi. Pan si arrese nuovamente, allontanandosi dal suo viso e inclinando il capo all’indietro, ma così facendo, il saiyan ne approfittò per spostare le sue attenzioni lungo il collo niveo, la clavicola e infine il profilo della spalla: il sapore e la morbidezza della sua pelle erano così invitanti che avrebbe quasi voluto morderla.
Con una mano la teneva stretta a lui in una presa salda e sicura, con l’altra invece si fece strada sotto la vestaglia, risalendo il fianco fino a fermarsi sul seno, per ora ancora protetto dalla sua biancheria intima. Per Pan erano tutte sensazioni nuove, inebrianti e dannatamente eccitanti: l’ultima cosa che voleva era che lui decidesse di smettere.

Invece fu proprio questa l’inconcepibile scelta del ragazzo: si fermò mantenendo la posizione, tenendola appoggiata alla parete. La guardò negli occhi, entrambi con il battito accelerato ed il respiro affannato: “Pan, io…” 
Questa volta fu lei a sigillare le loro labbra con un bacio di sua iniziativa. Delicato, dolce, quasi timido, ma quando si allontanò per riprendere fiato incontrò lo sguardo sempre più enigmatico del giovane, tanto desideroso di continuare, quanto supplichevole di fermarsi. Si strinse a lui, una mano ad accarezzargli una guancia, l’altra appoggiata al collo e di nuovo le loro fronti unite l’una all’altra:
“Trunks, io… io voglio sentirmi tua, completamente TUA”

Si allontanò quel poco che bastava per incrociare il suo sguardo sincero: come poteva dirle di no, la desiderava con tutto se stesso.
Ma allo stesso tempo poteva davvero dirle di sì? 
“Ne sei davvero sicura?” 
La ragazza annuì, nessun dubbio sui suoi sentimenti, l’espressione incerta del suo viso che tradiva una leggera insicurezza era dovuta solamente alla sua completa inesperienza.
“E tu? T-tu mi vu…” provò a chiedere, ma le parole le si bloccarono in gola, rapite dall’ennesimo bacio, questa volta dal tono persino vagamente di rimprovero per l'assurda domanda posta. Non c'erano parole che rendessero onore al suo desiderio di lei.

Si allontanò dal muro e tenendola in braccio la portò sul suo letto dove si tolse la maglietta liberando il fisico perfettamente scolpito, poi cercò sul suo viso il consenso a proseguire. Delicatamente le prese i lembi della vestaglia lucida, sfilandogliela e lanciandola chissà dove nella stanza. Rimase stregato dalla bellezza del suo corpo, tonico ma allo stesso tempo così femminile e vellutato. Le sue labbra non riuscirono a stare un solo istante di più lontano da lei, qualsiasi parte di lei. Ripartì dal mento e lentamente scese giù fino al suo petto, respirando a pieni polmoni l’aroma naturale della sua pelle: profumava così di buono. Istintivamente, Pan inarcò la schiena, implicita autorizzazione a continuare, permettendo a Trunks di scoprirle definitivamente il seno, sodo e perfettamente proporzionato alla figura aggraziata della sua proprietaria.
Sospirò forte. 
Invitandola a sdraiarsi, con una mano ne afferrò delicatamente uno, mentre con la bocca cominciò a giocare con l’altro, dedicandole baci bollenti e sensuali giochi di lingua. Nonostante l’inesperienza e l’evidente imbarazzo, la ragazza si sentiva protetta e al sicuro, per cui le risultava abbastanza naturale abbandonarsi a lui e godere appieno delle forti sensazioni che riusciva a provare, tanto che le sue gambe si dischiusero naturalmente fino a sfiorargli i fianchi, chiaro invito ad approfondire il contatto dei loro corpi. Sorrise il ragazzo, ma dopo essersi soffermato a lungo su entrambi i seni, concentrò il sensuale percorso delle sue labbra e delle sue mani scivolando lungo il ventre piatto. Arrivò all'inguine, e infine proseguì lungo le sinuose gambe. Qui si fermò un attimo, appoggiandosi con il mento al ginocchio della ragazza, e si concesse alcuni secondi per poterla guardare in tutta la sua naturale bellezza. Con le dita cominciò a disegnare sulla sua pelle linee e figure immaginarie, utilizzando un tocco così lieve e appena accennato da risultare, volutamente, un ambiguo solletico, decisamente troppo provocante. Lente, le stesse dita colpevoli risalirono poi lungo l’interno coscia arrivando a scostare il pizzo dell’unico indumento rimasto, gli slip, per donare questa volta carezze decisamente più sensuali, sicuramente apprezzate dalla sua bella sayan che chiudendo gli occhi, timidamente allungò una mano per sfiorare il polso del ragazzo in una sorta di invito a proseguire.
Contrariamente alle sue aspettative lui tornò a coricarsi sopra di lei regalandole un casto bacio sulla fronte: ora la scelta spettava a Pan.
La giovane tremò tra le sue braccia: un gesto involontario che smascherava un velo di insicurezza di fronte a quello che sarebbe stato il loro gesto più intimo e privato in assoluto.
Negli occhi della sua ragazza Trunks ci lesse una silenziosa richiesta di aiuto in quella che sarebbe stata una delle decisione più importanti della sua vita. Cercò di tranquillizzarla con un tono il più rassicurante possibile:
“Ti fidi di me?”
“Solo di te”

Il giovane le sorrise teneramente, poi si spogliò degli ultimi suoi indumenti e infine le tolse gli slip: "Allora penso tu possa smettere di torturare il mio povero cuscino, lo stai stritolando"
"Così va bene?" replicò lei sbattendoglielo in faccia nel vano tentativo di nascondere il suo evidente imbarazzo; si sentiva le guance a dir poco in fiamme.
Trunks ridacchiò liberandosi immediatamente del morbido impiccio gettato senza troppa cura verso un punto imprecisato della stanza. Colpì in pieno una piccola radiolina che cadendo a terra si accese diffondendo nella stanza un leggerissimo sottofondo musicale ignorato dai due giovani saiyan, ma che in realtà si intonava bene con i destini intrecciati delle loro vite, ancora una volta unite al chiaro di luna*

Visto che la strada romantica non aveva dato i frutti sperati, in quanto lasciava la mente della sua moretta troppo libera di pensare, la baciò d’impeto, annebbiando di passione la sua razionalità.
Passione che senza dubbio facilitò il raggiungimento della loro tanto attesa unione: si erano cercati, desiderati, conquistati, per il cielo solo sa quanto tempo, ma ora finalmente si appartenevano.
Trunks concesse ad entrambi alcuni istanti per raccogliere i propri pensieri e le proprie emozioni: sapere che non si era concessa a nessun altro ragazzo, riservando proprio a lui questo immenso privilegio, gli riempiva il cuore di un potente sentimento, quasi viscerale. L’amava, sì. L'amava senza riserve, questo ormai era un’assoluta certezza.
Pan dal canto suo aveva ancora gli occhi chiusi, a quelle piccole sgradevoli fitte di dolore che l’avevano punta, si sostituì un profondo stato di felicità dovuto alla consapevolezza di essere finalmente riuscita ad affidare anima e corpo al Suo Uomo.

“Ti... ti voglio bene Saiyan… e cerca di capire quello che intendo per davvero” 
Ti voglio bene anch'io. Non scordarlo mai…" le rispose il ragazzo riferendosi alla purezza delle stesse emozioni che provava per la sua compagna: "Ora sei pronta a continuare?” 
“C-continuare?”

Si rituffò sulle sue labbra scarlatte ed assieme scoprirono la massima espressione del fortissimo sentimento che li teneva legati stretti l’uno all’altra: quella notte si amarono per la prima volta, e per la prima volta nella loro vita riuscirono ad Amare.
 
*Sulle note di “Stand by me”
Vers. Florence+The Machine





Angolo Autrice:

Ciao a tutti e ben ritrovati!
Mi scuso se questo capitolo è risultato un po’ lunghetto, in effetti ero tentata di dividerlo, ma il mio lato da “lettrice” mi ha seriamente minacciato di auto-mandarmi a quel paese se avessi interrotto questo… ehm… esperimento. E visto che anche il mio adorato e paziente Piccolo Grillo Parlante era di questo avviso, alla fine l’ho tenuto così.

La canzone che ho indicato è una versione di un brano leggendario già di suo. Nello specifico è stata realizzata per la nuova edizione di Final Fantasy, ma nel mio caso NON fa alcun riferimento ad esso. L’ho inserita per un motivo molto semplice: gusto personale, mi piace molto.
Poi, sì, non l’ho scelta proprio a caso, con un po’ di interpretazione ed immaginazione ci sono alcuni punti della mia storiella che me la ricordano.

Bene, concludo ringraziando tutti coloro che hanno dedicato il loro prezioso tempo a questo capitolo, sperando sia risultato piacevole nella lettura. Ora vi saluto, alla prossima.
Ciao a tutti!
   
 
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