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Autore: darken_raichu    28/05/2016    1 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Isola Cornoalto, 15/07/4783, circa le 22
Marsh guardò le due figure impiccate. Lo Swellow e l’Herdier pendevano inerti, sospesi davanti alla porta del palazzo, ondeggiando alla debole brezza.
«Cosa…»
«Non lo so, ma niente di buono temo.» Rispose Rose. Si avvicinò al portale e osservò i fogli che erano stati incollati alla parete sotto i due «Vediamo… “Il Maresciallo Sewll ed il Tenente Rierd, giudicati colpevoli dal Capocittà e dalla Fratellanza per aver arrestato ed impiccato i due Capitani fratelli Mawis e Malwil”. Ah, Mawis e Malwil sono morti? Non lo sapevo.»
«Ma Capitano, perché sono stati impiccati?»
Rose sospirò «Hanno subito il giudizio dei pirati. Hanno commesso un errore e ne hanno pagato le conseguenze.»
«Sì, ma cosa hanno fatto? Se ho ben capito hanno impiccato due pirati.»
«Non due pirati, quello è tollerato dalla Fratellanza. Quello che hanno fatto e stato impiccare due capitani di spicco. Mawis e Malwil erano due Mawile di Fatia famosi come i Capitani fratelli o i Morsi della Notte. Ed erano tra i membri più potenti della Fratellanza.»
«E la Fratellanza è…»
«La Fratellanza è un’associazione di pirati. Sono coloro che hanno eretto questa città e questo palazzo, coloro che gestiscono il fiume e tutti i suoi affluenti facendo pagare una percentuale a chiunque vi navighi, e punendo chi trasgredisce il codice della pirateria… e chi osa turbare l’equilibrio del fiume. Impiccare Mawis e Malwil causerà scompensi enormi sul Draak. Ci saranno almeno una decina di nuove ciurme pirata a combattersi i resti del loro regno. Quei due controllavano buona parte del fiume ad est dell’isola.»
«Immagino che non saremo benvisti da questa “Fratellanza”, visto quello che facciamo sul fiume.» Commentò Marsh.
Roserade per un momento lo guardò soltanto, poi sorrise, lasciandolo perplesso. «Hai cominciato a parlare in prima persona, adesso? Credevo non ti piacessero i pirati.» Rispose Rose, ridacchiando.
Marsh scosse la testa imbarazzato, cercando di giustificarsi, ma Rose proseguì «Comunque, alla Fratellanza è sempre importato poco di me e dei miei. Sì, non mi vogliono bene, e ho rovinato gli affari a ognuno di loro. Ma non sono così potente da minacciarli. Inoltre ho un amico che provvede a… mitigare la situazione.»
«Capisco.» Disse Marsh. Poi i due entrarono nell’edificio. Alle pareti erano appesi avvisi di taglia e jolly roger. La grande sala era piena di eleganti tavoli e poltrone, alcuni occupati.
«Qui entrano solo i capitani e i loro accompagnatori.» Spiegò Roserade «Tutti quelli che vedi qui sono pirati pericolosi.»
«E ci odiano, ho capito. Piuttosto, cosa sono le bandiere e gli avvisi di taglia appesi al muro?»
«Sono perlopiù usati come ritratti per i grandi pirati del fiume. Sono membri della Fratellanza, o lo sono stati. Oppure sono pirati che sono diventati famosi. Dovrebbe esserci la taglia di Wamps qui da qualche parte. Se vedi il suo jolly roger, è lui.»
«E tu?» Chiese Rose «Come mai non ci sei?»
«Oh, non esporrebbero mai la mia taglia. Si tratta di qualcosa di inaccettabile. Una piratessa che salva schiavi e ruba ai ricettatori? Non ti fa guadagnare punti con gli altri pirati.»
«Capisco.» Commentò Marsh. Fu in quel momento che i pokémon presenti nella sala si accorsero della loro presenza. L’atmosfera si fece improvvisamente tesa. Rose sembrava non far caso alle occhiate omicide lanciate dai presenti, ma Marsh si sentì rabbrividire. “Questo mi sta capitando troppo spesso ultimamente.” Si trovò a pensare, prima che un Musharna si avvicinasse loro. Marsh si trovò a confrontarlo con la Grande Indovina, ma quei due erano l’opposto. Il pokémon aveva una grande cicatrice sul fianco destro, ed era davvero infuriato.
«Rose! Maledetta! Hai idea di quanto mi sia costato il carico che mi hai rubato?! Cinquantadue schiavi, dannata! Erano abbastanza per pagare l’intera ciurma per un mese! Voglio farti a pezzi, brutta…» continuò, cominciando ad alzare il livello degli insulti.
«Marsh, ti presento Shuman, il capitano dei Pirati della Nebbia, un gruppo di pirati specializzato nelle imboscate. Allora Shuman, cosa vuoi fare? Combattere tra capitani è vietato, te lo sei scordato? O hai deciso di farti impiccare dalla Fratellanza?» Rispose Rose ignorando tutte le offese.
«Sai bene che un modo per combattere tra capitani c’è.»
«Oh Arceus, di nuovo? Tutte le volte che vengo su quest’isola uno di voi ci prova. Non vi siete stancati?»
«Mi stancherò quando sarai morta! Rose, ti sfido a una Battaglia tra Capitani, da svolgersi nella pubblica piazza! Se vinco io…»
«Sì, sì, io muoio, era abbastanza chiaro. Se vinco io, mi darai tutti gli schiavi e il carico della tua nave. Va bene?» Chiese Rose. Marsh sorrise. Tra quegli schiavi, forse, ci sarebbe stato qualcuno che potesse unirsi alla ciurma di Rose, lasciando andare lui.
«Non ho schiavi, ma il carico lo scommetto tutto!» Rispose Shuman, sempre urlando, distruggendo le speranze di Marsh «Tutti i presenti saranno testimoni che hai accettato la sfida! Adesso andiamo, voglio godermi la vittoria!»
Rose e Shuman si misero in marcia. Marsh li seguì da vicino, accanto alla piratessa «Cos’è una Battaglia tra Capitani?»
«Un accordo tra due Capitani che accettano di combattersi. Se uno dei due non accetta, il duello non può aver luogo, perché una delle regole dell’isola è che i capitani non possono combattere tra loro. Scommetto che Shuman ha saputo che sarei arrivata e si è preparato in anticipo.» Rispose Rose, mentre uscivano sul piazzale, su cui continuava a soffiare un debole vento.
«Ma non è pericoloso?» Chiese Marsh, mentre i due si separavano preparandosi allo scontro.
«Tantissimo, per loro.» Rispose Rose, sorridendo. Si piazzò a un lato della piazza e si preparò allo scontro, facendo cenno a Marsh di allontanarsi. Intanto, la folla presente in piazza aveva cominciato a formare un cerchio intorno al piazzale. Marsh sentì due di loro parlare.
«Ci risiamo, vale sempre la pena di sedersi qui in piazza quando Rose sbarca. Le sue lotte sono fantastiche.» Commentò un Weavile.
«Assolutamente, anche perché non ne ha mai persa una qui sull’isola. Allora, per chi scommetti oggi?» Chiese di rimando l’Hitmontop, mentre quello che probabilmente era un Impiccione si avvicinava ai due capitani, probabilmente per assicurarsi che i due fossero d’accordo sullo scontro.
«Rose. Tu?»
«Shuman. Ho sentito che si è preparato una strategia contro l’avversaria.» Rispose l’Hitmontop.
Marsh si guardò intorno, e con sorpresa vide che ormai una vera e propria folla si era formata, e molti di loro stavano contando Pepite e Perle, scommettendo.
Poi, l’Impiccione si allontanò e il combattimento ebbe inizio. I due capitani presero a girare lentamente, fissandosi.
“Il Capitano è in svantaggio.” Rifletté Marsh “Shuman è di tipo Psico.” A ben pensarci, Marsh si rese conto di non sapere nulla su come combatteva il Capitano, neanche se usasse combattimento diretto o a distanza.
Rose gli rispose lanciandosi in avanti, coprendo rapidamente la distanza con il Musharna. Il pokémon Psico sorrise e scagliò uno Sbadiglio. La nuvola di gas volò verso la Roserade, che si scansò appena in tempo. Il Musharna scagliò uno Psichico, ma Roserade si scansò nuovamente con uno scatto, allontanandosi a distanza di sicurezza.
“Velocissima.” Pensò Marsh. Rose era veloce, e le piccole dimensioni, se comparate con quelle dell’avversario, la mettevano in vantaggio. “Sicuramente è veloce quanto Raichu.” Riflettè il pokémon “Forse di più.”
Nel frattempo, Rose tentò ancora di ridurre la distanza tra lei e Shuman, ma il pokémon Dormiveglia la teneva a distanza sfruttando Sbadiglio e Psichico.
“Quindi era questo che intendeva il Capitano.” Pensò Marsh osservando il fumo rosa ondeggiare al vento e dissolversi.
Rose cambiò strategia, e prese a muoversi con cautela intorno a Shuman. Il pokémon Psico scagliò alcuni attacchi, ma Rose si limitò a continuare a girare lentamente intorno a lui, seguita dall’altro, schivando i colpi.
“Che sta facendo?” Si chiese Marsh. Se cercava un’apertura, convenica cercarla nello scontro ravvicinato piuttosto che sulla distanza.
«Quell’idiota di Shuman mettendo troppo.» Commentò una voce dietro di lui. Marsh si girò e si trovò Wamps davanti. Lo Swampert sorrise «Allora, il tuo Capitano non ha ancora perso, piccoletto?»
«Certo che no, visto che vincerà.»
Wamps sorrise «Perché combatte contro un idiota. Fossi io il suo avversario, non se la caverebbe così facilmente. Hai capito qual è il suo piano, vero?»
Marsh lo fissò, e Wamps scoppiò a ridere «Ma come, non ci arrivi? Beh, allora non ti voglio rovinare la sorpresa. Certo però che me li facevo più intelligenti i sottoposti di Rose.»
Nel frattempo, Rose aveva girato di quasi centottanta gradi rispetto a quando aveva cominciato, trovandosi nella posizione da cui era partito il Musharna. E a quel punto, si lanciò in avanti. Il pokémon Psico sorrise, e scagliò il fumo di Sbadiglio… che il vento gli rispedì in faccia.
Marsh rimase a bocca aperta. Rose aveva calcolato la direzione del vento e aveva fatto in modo che l’altro si trovasse controvento.
Lo Sbadiglio non poteva far addormentare Shuman, visto che era prodotto da lui stesso, ma ci pensò la Roserade. La pokémon lo colpì in pieno volto con Velenpuntura. Scagliò poi un secondo veleno, e quando l’avversario contrattaccò con Psichico, il colpo fu più debole e lento, e Rose si limitò a schivarlo, colpendo con una seconda Velenpuntura.
“Velenotrappola.” Capì Marsh. Poco dopo, Rose aveva vinto. Shuman era a terra, avvelenato ed esausto. La pokémon sorrise, poi si diresse verso Marsh «Che ti dicevo? Una passeggiata.» Commentò. Poi vide Wamps «E tu che vuoi?»
«Niente, ero solo venuto a vedere un combattimento noioso. Shuman non aveva possibilità fin dall’inizio. E tu d’altra parta non sei certo una grande guerriera.»
«Cos’è, cerchi di convincermi a sfidarti? Spiacente, dovrai fare di meglio. Non ho intenzione di affrontarti in una Battaglia tra Capitani.»
Wamps sorrise «Il che dimostra solo che sei debole. Non sei una vera piratessa, solo una ragazza che gioca a fare la dura. Sparisci da queste acque, farai un favore a tutti.» Rispose lo Swampert, allontanandosi.
Marsh si sentì montare una rabbia incontenibile, e fece un passo avanti, ma Rose lo fermò. Wamps sparì tra la folla, e Marsh sospirò.
«Maledizione, quanto mi fa arrabbiare. Tu combatti per la cosa giusta, e lui…»
Rose lo fissò, poi ridacchiò «Sai, dovresti stare davvero attento. Per uno che non vuole fare il pirata, mi pare tu ti stia affezionando un po’ troppo.» Disse la pokémon, e Marsh arrossì. «Dai, andiamo.» proseguì, facendogli cenno verso il palazzo «Per un po’ non ci disturberà nessuno.»
Marsh annuì e i due si avviarono.
 
All’Ansa dell’Ursaring, 15/07/4783, circa le 6
Zorua uscì dalla locanda e, raggiunto un gruppo di alberi sul retro dell’edificio, trovò Riolu in piedi al centro della radura, ad occhi chiusi. Non che non se l’aspettasse, il pokémon aveva scelto quel posto per allenarsi da giorni, e si vedeva chiaramente dalle buche nel terreno e dai segni sugli alberi.
Il Pokémon Buio si avvicinò, e Riolu aprì gli occhi. Evidentemente, l’aveva percepito con l’aura.
«Ciao Zorua.» Disse il Pokémon Lotta, richiudendoli per concentrarsi. Avvicinò le mani e tra esse si formò una Forzasfera. Invece di lanciarla subito, cominciò a concentrarla sempre di più, riducendola di dimensioni. Zorua lo guardò ammirato, ma il colpo non partì: quando la rilasciò la Forzasfera esplose, sbilanciandolo. Il pokémon Buio corse verso di lui, ma l’altro si rialzò.
«Giratina, sempre in questo punto…» Borbottò, rialzandosi.
«Senti, Riolu, non dovresti riposarti? Ci aspetta un lungo viaggio, e…»
«Tranquillo, tranquillo, non preoccuparti.»
Zorua cercò di dire qualcosa, ma non sapeva come comportarsi. Da quando erano arrivati a Normalia, Riolu era strano. Aveva passato tutti i giorni ad allenarsi, dicendo di non essere abbastanza forte. Zorua lo aveva anche visto parlare con Pokémon di Normalia, Arenia o Vulcania, facendo sempre domande sull’allenamento e sulla forza. Anche gli altri se n’erano accorti, ma in fin dei conti era assurdo dirgli di non allenarsi, perciò l’avevano lasciato stare.
“Solo che ultimamente è diventato davvero taciturno e solitario.” Pensò Zorua.
«Piuttosto, Zorua» disse Riolu concentrando una nuova Forzasfera «Perché non vai a preparare da Trubbish? Credo sia già sveglio.»
Zorua annuì. Effettivamente, Trubbish era già uscito quando il principe si era svegliato. Per un attimo si chiese se non ci fosse qualcosa da dire, ma effettivamente non era neanche sicuro che Riolu avesse un problema. In fondo aveva passato la vita ad allenarsi. Perciò, Zorua si girò salutandolo, e si allontanò.
Quando il pokémon si fu allontanato, Riolu scagliò la Forzasfera, che si schiantò contro una roccia. A quel segnale, due pokémon uscirono dalla rada boscaglia.
«Finalmente se n’è andato.» Commentò il Persian.
«Adesso, torniamo agli affari, ragazzino.» Disse il Lucario. «Ti daremo la forza che desideri. In cambio, devi soltanto fare quello che diciamo. Chiaro?»
Riolu annuì. Aveva incontrato i due pokémon qualche giorno prima, mentre si allenava. Erano stati molto gentili, affermando di essere esperti in combattimento. E in effetti Riolu non era riuscito a batterli, nonostante il vantaggio di tipo.
«Allora, hai capito esattamente cosa devi fare?» Incalzò il Persian.
«Sì. Devo lasciare dei segnali lungo la strada che percorreremo, giusto? Una freccia nella polvere, un colpo di Palmoforza su un albero, o qualcos altro di riconoscibile che vi permetta di sapere la direzione del Gruppo anche seguendoli a distanza tale da non allarmarli. Se succede qualcosa durante il cammino, devo lasciare un segno solo, altrimenti due segni.»
«Esatto. E poi?»
«E devo anche lasciare biglietti per riferirvi eventuali informazioni importanti, nel caso serva. Ho capito, davvero. Solo, siete certi che…»
«Davvero, ragazzo, ti abbiamo spiegato chi siamo. Ci serve il tuo aiuto, e ci serve in segreto. Soprattutto Eelektross e Raichu non devono saperlo, ma possibilmente non deve saperlo nessuno nel Gruppo. Per suggellare il nostro patto» annuì il Lucario, compiaciuto «un consiglio per controllare l’aura della Forzasfera: rilascia l’aura che ti protegge le mani gradualmente, anziché di botto. In questo modo, sarà più stabile.»
Riolu annuì e scagliò la Forzasfera seguendo il consiglio del pokémon. E come previsto, il colpo non esplose, ma anzi colpì il bersaglio.
«Ottimo lavoro.» Annuì il Lucario «Per il tuo allenamento non preoccuparti, ti seguiremo da vicino. Allontanati dal Gruppo per il tempo che ti serve. Non sarà molto, ma cercherò di essere esaustivo.»
«Non preoccuparti, Lucan, sono certo che ha capito anche questo.»
«Ne sono sicuro Pers, ma in fin dei conti è meglio essere chiari. Non vorrei che si sentisse ingannato.» Rispose Lucan. «Bene. Adesso noi andiamo. Mi raccomando.»
Riolu annuì, e soddisfatto riprese ad allenarsi, mentre il pokémon Acciaio e il pokémon Normale sparivano tra le fronde.
Si chiese se quello che stava facendo fosse giusto. Poi però rifletté su quello che gli era successo. Prima non era riuscito ad entrare a Vulcania, poi quei pirati lo aveva catturato. E ripensò a ciò che avevano detto e promesso i due Pokémon. “Sì, è tutto per il meglio. Io ci guadagno e loro anche. In fin dei conti, non mi sembrano pokémon malvagi.” Si disse.
 
Strada di Arceus, 15/07/4783, circa le 9
Zangoose sorrise, si piazzò davanti all’incrocio e salutò uno a uno i membri del Gruppo. Erano partiti un’ora prima dalla taverna, con il tacito accordo di attendere fino al momento della separazione prima di salutarsi. E adesso, quel momento era arrivato.
«Mi raccomando, non metterci di nuovo diciassette anni a farti sentire.» Disse Eelektross, stringendogli la zampa.
«E tu vedi di farti trovare ad Elettria la prossima volta, invece che obbligarmi a girare mezza Pokémos.» rispose Zangoose, sorridendo.
Emolga, Flaaffy, Tri, Plusle, Minun e Luxray gli augurarono buona fortuna, ognuno a modo suo. Minun fu gentile al punto da curargli alcune delle ultime ferite del braccio, anche se non tutte, visto che si sentì stanco in fretta.
«È stato un piacere conoscerti.» Disse Raichu.
«Anche per me Raichu. Sai, un po’ mi assomigli credo. Cerca solo di non diventare esattamente come me.» Gli disse lo Zangoose, enigmaticamente. Raichu si chiese cosa volesse dire, ma evitò di chiederlo.
Salutati anche Draak, i principi, Trubbish e Riolu, Zangoose si allontanò. Il Gruppo lo guardò sparire lungo la strada diretta a nord. Da quel che avevano capito, avrebbe cominciato direttamente da un nobile di un certo livello, uno che conosceva e su cui sapeva di poter contare.
Il pokémon Normale si allontanò fino a diventare un puntolino diretto a nord. Poi Eelektross batté le zampe una volta, riscuotendo i presenti.
«Muoversi gente, in marcia. La Voce non si muoverà per venire da noi, quindi dobbiamo essere noi ad andare da lei. In marcia.»
I presenti annuirono, si girarono e ripresero la marcia verso est. Nessuno notò che, con un colpetto del piede carico d’aura, Riolu aveva inciso la propria impronta su una pietra della strada. Mentre il Gruppo si allontanava, due figure emersero dall’erba alta e osservarono il segno.
«Era abbastanza ovvio, se n’è andato lo Zangoose.» Disse il primo, Pers.
«Beh, questo dimostra che il ragazzo ci tiene a mantenere la promessa.» Rispose il Lucario «Adesso andiamo.»
I due pokémon si gettarono tra i campi coltivati e l’erba alta, seguendo la Strada di Arceus. E seguendo il Gruppo.
  
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