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Autore: SpecialKlaine    28/05/2016    0 recensioni
Phil era un Deos Amoris, che si traduceva in 'dei dell'amore', ma Phil pensava che fosse molto pretenzioso. Alcune persone facevano l'errore di chiamare tutta la sua specie 'Cupidi', e non era giusto nemmeno quello. Il più famoso di loro si chiamava Cupido; sarebbe stato come chiamare tutte le persone che lavoravano in un negozio 'Stephen' perché il capo si chiamava così.
[Traduzione]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: AU, Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Give Me Love - 16

Disclaimers: I personaggi non ci appartengono e il testo è proprietà di - notanotherphanfictionblog -, l'autrice a cui abbiamo chiesto il consenso di tradurre e ripubblicare qui la fanfiction.











Give me love

XV Capitolo

| capitolo originale |



Dato che Dan non andava più all'università, e Phil andava a lavoro solo a notte fonda, i due ragazzi passavano la maggior parte del loro tempo l'uno con l'altro. Si erano creati la loro piccola bolla d'intimità, passando tutti i giorni accoccolati sul divano a guardare stupidi reality show, o camminando per la strada mano per mano, fermandosi al bar per chiacchierare animatamente davanti a due tazze fumanti strette tra le mani. Sceglievano addirittura di andare a letto presto, solo per passare più tempo intrecciati l'uno nell'altro, sussurrando per non rompere il silenzio pacifico che li circondava. Dan ci scherzava su, dicendo che era sempre stato una persona notturna prima di conoscere Phil.

Sono cambiato così tanto da quando ti ho conosciuto.” disse Dan con un piccolo sorriso. Erano sdraiati a letto, faccia a faccia. Dan aveva la testa appoggiata sul braccio, e Phil aveva la mano tesa verso l'altro, giocherellando con i suoi capelli.

E' una buona cosa oppure no?” chiese Phil cautamente. Anche se il castano diceva di amarlo ogni giorno, Phil era consapevole di essere piombato all'improvviso nella sua vita, scombussolandogliela, e a volte si sentiva un intruso.

Decisamente si. Ero un disastro prima, dormivo o bevevo e basta, cercavo di andare alle lezioni ma ogni volta le odiavo. Adesso va molto meglio, prima sopravvivevo e basta, ed ero triste. Adesso non lo sono più.”

Phil gli sorrise, e l'altro ricambiò.

Penso che anche il mio stile di vita sia cambiato drasticamente.” disse Phil, e Dan rise ed annuì.

Ho sempre detto di non voler mai vivere una vita noiosa. Ho sempre voluto fare cose importanti e appassionanti ogni giorno, senza mai vivere una vita domestica dove rimanevo a casa e andavo a letto alla stessa ora ogni notte, ma questo perché ero convinto che mi avrebbe fatto valere più di quanto valessi. Ho realizzato che volevo solo essere felice, e pensavo che sentirmi importante e fare qualcosa di significativo mi avrebbe aiutato, ma non sono mai stato più felice in vita mia come qui adesso, con te.”

Dan sorrise di nuovo, e il moro si ricordò della prima volta che aveva incontrato Dan, quando il suo sorriso era fin troppo grande e finto per essere reale, e le sue risate erano forti e forzate. L'aveva visto cambiare, ed era così grato che i suoi occhi non fossero più tinti di tristezza tutto il tempo. Adesso, quando sorrideva, lo faceva per davvero, e quando rideva di qualcosa, lo intendeva davvero.

Hai trovato la tua strada. Sei molto più felice di quanto fossi prima. Starai bene adesso, nonostante tutto, ne sono sicuro.” disse Phil, muovendosi in avanti per baciargli la fronte. Dan annuì e nascose il viso nella sua spalla.

E tu invece?” chiese Dan piano

Phil rimase in silenzio, e la sua espressione si rabbuiò. Sapeva che non sarebbe mai potuto di nuovo essere felice come lo era con Dan in quel momento. Benché gli sembrasse che la vita di Dan stesse appena iniziando, e il suo tempo con Phil fosse solo l'inizio della sua strada verso la felicità, sembrava che quella di Phil stesse finendo, e il suo tempo con Dan fosse il migliore che avesse mai passato. Dan sapeva che la vita di Phil prima di lui non era un granché, e conosceva il suo lavoro e tutto quello che comportava, e l'altro sapeva che si stava preoccupando per lui. Malgrado Phil l'avesse accettato, era una cosa nuova per Dan, e lo rendeva triste sapere che Phil non sarebbe potuto essere felice quanto pensava che meritasse.

Starò bene.” mormorò Phil, circondandolo con le braccia e tenendolo stretto.

Sarebbe stato bene, ce l'aveva fatta prima, e sarebbe riuscito a farcela adesso. Sarebbe andato avanti nella vita e sarebbe sopravvissuto finché non sarebbe giunto finalmente il tempo di tornare a casa e stare in pace. Sapeva però che gli ci sarebbe voluto molto più tempo perché aveva lasciato il lavoro per stare con un umano. Sapeva anche che oltre a farlo rimanere sulla terra per molto più tempo, finché non avrebbe compensato il tempo perso, ci sarebbe sicuramente stata una punizione per tutte le regole che aveva trasgredito.

Phil si addormentò di nuovo quella notte, e ancora non capiva come potesse succedere. Dormire era pacifico quanto se lo era sempre immaginato, aveva la possibilità di riposare per qualche ora e si svegliava sentendosi più in salute che mai. Non sapeva nemmeno di potersi sentire così bene come in quei momenti, dato che si era rassegnato ad una vita di dolori e malori finché non sarebbe andato a casa.

Quando Phil dormiva, spesso faceva strani sogni, anche se sembravano più ricordi. Sognava di prima che fosse mandato sulla terra, della sua specie e delle lezioni che gli erano state insegnate prima che fosse mandato a fare il suo dovere. Erano sempre vaghi e sfocati e la maggior parte del tempo riusciva a sentire a malapena ciò che veniva detto, ma si svegliava sempre con uno strano senso di nostalgia che lo lasciava disorientato per un po'.

Un mattino, Phil si svegliò e trovò che il lato del letto di Dan era vuoto. Era strano, perché in genere dormiva ore dopo il suo risveglio e anche dopo essersi svegliato, preferiva rimanere ad oziare a letto per qualche ora con lui piuttosto che alzarsi. Phil scese le scale, sbadigliando, e sorrise leggermente quando sentì l'altro canticchiare dalla cucina.

Ti sei svegliato presto.” disse Phil, ancora sorridente, mentre si appoggiava allo stipite della porta, guardandolo.

Dan stava facendo la valigia, che stava appoggiando sul bancone della cucina, e quando sentì la voce di Phil sobbalzò per la sorpresa, per poi girarsi a sorridergli.

Impressionante, eh? Posso essere uno mattiniero quando è necessario.” Dan era già vestito, i suoi capelli erano piastrati e si era addirittura messo le scarpe.

Phil si sentì molto inadeguato, considerando che si era appena svegliato e aveva addosso solo i pantaloni della tuta di Dan, che aveva trovato per terra mentre si dirigeva al piano di sotto. D'altra parte, Phil si sentiva sempre inadeguato vicino a Dan, ancora non riusciva a comprendere perché gli piacesse così tanto.

Come mai è necessario, oggi?” chiese Phil, e cercò di avvicinarsi per guardare nella valigia, ma Dan lo spinse via, cacciandolo.

E' una sorpresa, e per quanto ami quanto tu sia bello la mattina presto, probabilmente dovresti andare a vestirti. Abbiamo un treno da prendere.” disse facendogli l'occhiolino, e Phil arrossì, scuotendo la testa. Dan si divertiva a farlo arrossire il più spesso possibile, e avrebbe mentito se avesse detto che non gli piaceva.

Phil fece come gli era stato detto e andò a cambiarsi, mettendosi i vestiti più eleganti che potesse trovare e cercando di rendere i suoi capelli quasi decenti, così Dan sarebbe potuto essere orgoglioso di lui ovunque stessero andando. Non gli era mai davvero importato prima, aveva messo gli stessi vestiti fin quando potesse ricordare, finché non erano tutti macchiati e bucherellati, e i suoi capelli erano sempre stati scompigliati e lunghi, e sempre coperti da uno strato di sporco. Il suo aspetto gli importava molto di più adesso, più che altro perché non voleva che Dan si sentisse in imbarazzo quando uscivano insieme. Dan era interessante e bello e accattivante, e Phil era solo un angelo malaticcio che non era assolutamente degno dell'amore dell'altro, ma lo riceveva comunque.

Uscirono poco dopo, Dan afferrò la valigia in una mano, guidando Phil con l'altra, alzando lo sguardo al cielo e sorridendo ringraziando il tempo per essere rimasto soleggiato, almeno per il momento. Presero il treno, e Dan non lasciò che l'altro vedesse i biglietti, e gli coprì le orecchie ogni qualvolta che il treno annunciava la loro fermata, facendolo ridacchiare e alzare gli occhi al cielo, al che Dan ghignava sempre.

Dopo qualche ora il ragazzo si addormentò con la testa appoggiata sulla spalla di Phil, la mano intrecciata alla sua. Phil si assicurò di tapparsi le orecchie quando l'altoparlante gracchiava le fermate, per rispettare i tentativi di Dan di tenerle segrete.

Dan si svegliò, e si impanicò pensando che avessero perso la fermata, controllando mille volte i biglietti e il numero di fermate finché Phil non chiamò qualcuno per chiarire che non ci erano ancora arrivati. Phil osservò la campagna che stavano attraversando, con le sue sfumature di verde e giallo e blu. Lo meravigliava come ovunque, sulla terra, ogni posto sembrasse unico e spettacolare.

Quando il treno si fermò ad una vecchia stazione sulla quale stavano crescendo erba e fiori, con cartelli arrugginiti quasi illeggibili, Dan gli disse che era dove dovevano scendere, e lo fece alzare dal sedile, spingendolo verso l'uscita.

Passarono oltre la stazione, verso una piccola stradina di campagna, camminando davanti ad un cottage dopo l'altro, ognuno con la sua personalità, a mostrare il tipo di persona alla quale appartenevano. Phil si fermò per guardarle una per una, e Dan rise mentre cercava di farlo affrettare.

Mi piacerebbe vivere in un posto come questo, è bello e pacifico.” disse Phil sovrappensiero.

Non ne sono molto sicuro, va bene una volta ogni tanto, ma dopo un po' il troppo silenzio mi fa impazzire.” rispose Dan.

Mentre Phil percorreva la strada, sentì una strana ondata di déjà vu, sentendosi come se ci fosse stato in un posto del genere prima, e si accigliò, cercando di ricordare...

Numero 22- E' il nostro!” Esclamò all'improvviso Dan, tirando fuori un mazzo enorme di chiavi dalla tasca e superando il cancello per andare verso l'ultima casa, all'angolo. La porta era blu scuro, ed era fatta con vecchi mattoni rosso scuro, con le cornici della finestra dello stesso colore della porta. Il lato sinistro della casa era coperto di edera, e il giardino di fronte aveva più fiori che spazio; un'esplosione di colori riempiva il piccolo terreno erboso e alcuni fiori si facevano strada verso la porta. Phil si assicurò di non pestarne sul sentiero mentre raggiungeva Dan, che stava combattendo per aprire la porta.

Dato che dovrai lasciarmi presto-”

L'espressione dei due ragazzi si rabbuiò momentaneamente, finché Dan non continuò.

-E non puoi andartene troppo lontano, ho pensato che avremmo potuto fare una piccola vacanza insieme. Rimaniamo qui solo fino a domani, ma ho scelto uno dei tuoi posti preferiti che hai menzionato, e può essere il primo posto da togliere dalla mia lista.”

Dan riuscì finalmente ad aprire la porta, esultando deliziato, proprio mentre Phil lo tirava verso di lui per baciarlo. Attraversarono l'entrata, le labbra ancora attaccate, e Phil si prese un minuto per osservare il bellissimo piccolo cottage che Dan aveva affittato per loro, prima di baciarlo di nuovo.

Ti amo così tanto.” mormorò Phil, perché lo amava davvero, così tanto che gli stringeva il cuore e gli pizzicava la pelle e lo faceva sentire come se stesse brillando dalla testa ai piedi.

Dan sorrise entusiasta, lasciando cadere la valigia per terra per abbracciarlo.

Anche io ti amo, più di quanto io possa spiegare a parole.” rispose, tracciando linee sulla pelle scoperta della schiena di Phil dove la sua maglietta si era leggermente alzata.

E' stata una bella sorpresa, quindi?”

La migliore.” disse Phil, annuendo, per poi guardarsi intorno e osservare i ninnoli appesi delicatamente sul muro, e il modo in cui il sole brillava attraverso le finestre, gettando luce su tutto ciò che li circondava.

*

Il loro piccolo cottage era coperto di ornamenti e cose strane, e Phil si prese il tempo di osservarli attentamente uno a uno, chiedendosi da dove venissero. C'erano fiori sul davanzale, e il tappeto sembrava neve, scricchiolando sotto ai suoi piedi quando ci camminava sopra. Ci si sedette, lasciando che i raggi del sole lo colpissero, invece di sedersi in una delle vecchie poltrone dove lui e Dan si sedevano per mangiare il pranzo che il ragazzo aveva preparato e impacchettato la mattina, prima che il moro si svegliasse, e Phil passò le dita sul vecchio tappeto e sospirò soddisfatto, sentendosi come se non avesse nulla di cui preoccuparsi per la prima volta da tanto tempo.

La spiaggia è alla fine della strada. Siamo comunque in Inghilterra, quindi probabilmente sarà gelida e inizierà a piovere appena porremo piede fuori dalla porta, ma sarà comunque carino.” disse il castano, sorridendo a Phil, il quale annuì mentre si sdraiava sul tappeto, sentendo il sole penetrargli la pelle.

Sarebbe comunque perfetto, perché avrei te.” mormorò Phil, chiudendo gli occhi.

Dan rise e si piegò per premere un bacio sulle sue labbra, prima di dirigersi verso la cucina. Phil lo sentì parlare tra se e se, ascoltando i suoi passi sul pavimento della cucina. Riusciva a sentire gli uccellini cinguettare allegramente fuori, e riusciva a sentire il sole sul viso e il tappeto sotto la sua schiena, e anche se aveva implorato tutta la sua vita di avere la possibilità di dormire per sempre e farla finita con la sua vita sulla terra, realizzò che non voleva più dormire, e avrebbe preferito restare sveglio per altre centinaia di vite, se avesse significato passare più tempo nella serenità perfetta che gli aveva portato Dan.

*

Passarono il resto della giornata sulla spiaggia, e fortunatamente il sole continuò a brillare ed ebbero addirittura l'occasione di guardarlo tramontare sul mare, riflettendosi sulla superficie dell'acqua.

I due ragazzi ritornarono tenendosi mano nella mano, guardando il cielo cambiare e scurirsi, e le prime stelle iniziarono a farsi vedere.

Oh wow sono così tante.” disse Dan alzando lo sguardo verso il cielo.

Phil sorrise e annuì, guardando la sorpresa sul volto dell'altro mentre guardava in su, estasiato.

Non vedevo così bene le stelle da anni, la mia città è troppo piena di smog e luce per vederle davvero.”

La tua città è bella a modo suo, è stupenda quando il sole sorge sopra agli edifici, e praticamente brilla di luce la notte.”

Dan sbuffò e lo guardò, alzando gli occhi al cielo.

Vedi la bellezza in tutto.”

Perché tutto ha la sua bellezza. Il tuo mondo è un capolavoro, solo che le persone hanno gusti diversi.”

Dan scosse la testa, sorridendo dolcemente, per poi allungarsi per baciargli la guancia prima di tornare a guardare il cielo sopra di loro.

*

Ritiro quello che avevo detto prima.” mormorò Dan, accoccolato sul fianco di Phil a letto, respirando profondamente e aggrappandosi agli ultimi barlumi di consapevolezza che gli erano rimasti.

Hm?” le palpebre di Phil erano pesanti, e anche lui faceva fatica a rimanere sveglio.

Potrei vivere qui, in un posto quieto e pacifico, è carino. Finché ho te, potrei rimanere qui per sempre.”

Phil si girò e lo baciò sulla fronte, circondando poi la sua vita con le braccia per stringerlo a se, affondando il viso nel suo collo.

Assecondato.” sussurrò Phil.

*

Il loro week end insieme passò fin troppo velocemente, e all'improvviso si stavano affrettando a cercare di fare le valigie e correre verso la stazione, cercando di arrivare in tempo per il loro treno

Non è che stessero tornando alle loro vite impegnate o qualcosa del genere, dato che, come fece notare Dan, avrebbero fatto a casa la stessa cosa che avevano passato a fare tutto il finesettiana. Erano abituato a passare tutto il tempo insieme, e lo apprezzavano tanto quanto lo facevano quando era una novità, ma il fatto che Dan avesse portato Phil in un bel posto come quello e avere la possibilità di passare il loro tempo insieme lì era sembrato così diverso.

Erano lontani da tutto ed era stato così sereno e era sembrato che avessero davvero il loro piccolo angolo nel mondo, da condividere solo tra loro. A Phil non importava dove fosse, però, bastava che fosse con Dan, e glielo disse quando si sdraiarono sul divano dopo una lunga giornata di viaggio.

Assecondato.” rispose Dan con un ghigno.

*

Phil persuase Dan ad iniziare a comprare i biglietti per i suoi viaggi, anche se ogni volta che uno di loro ne parlava, entrambi si rabbuiavano e non riuscivano a guardarsi negli occhi. Dan aveva cercato di procrastinare la cosa, affermando che Phil era ancora lì, quindi non voleva ancora farlo, ma Phil riusciva anche a capire che si stava stressando per il tempo che stava per finire. Comunque, Comunque, Phil aiutò Dan a scegliere il primo posto in cui andare – una bella città in Europa per iniziare, e spinse Dan verso l'agenzia di viaggi per scegliere. Dan si sentì estremamente in colpa mentre baciava Phil per salutarlo e gli prometteva che sarebbe tornato il più presto possibile, ma era praticamente saltellato fuori per la gioia, e l'aveva fatto sorridere mentre l'aveva guardato andarsene.

Per quanto fosse felice, non era l'unica cosa che lo facesse insistere. Aveva realizzato che anche se la sua vita sarebbe stata presto insopportabile per un sacco di ragioni, non gli importava quanto avrebbe sofferto. A Phil importava di più che Dan fosse felice, brillava ogni volta che Dan sorrideva così forte che gli si formavano le rughe intorno agli occhi, e quando Dan sembrava entusiasta dei suoi futuri piani e rideva, Phil si sentiva felice per lui. Era sempre stato convinto di non poter amare ma aveva realizzato che se quello con Dan non era amore, non poteva immaginare cos'altro potesse essere.

Pescò il piccolo portachiavi che aveva nascosto nella tasca dal loro week end e andò in cucina, tenendolo tra le mani e sorridendogli. Era una piccola bambolina tipo voodoo, con piccoli occhi di bottoni neri e i capelli dello stesso colore. La bambola aveva due piccole ali che le spuntavano dalla schiena, e Phil l'aveva vista nel piccolo negozio vicino alla spiaggia e l'aveva subito comprata, pensando di darla a Dan per portarla con se nei suoi viaggi quando Phil non sarebbe più potuto stare con lui.

Mentre guardava la bambola, vide che le sue mani iniziarono a tremare violentemente. Il tremolio si espanse velocemente per tutto il corpo, e lo fece sentire come le le sue ossa fossero diventate liquide. Phil ansimò e si appoggiò pesantemente al bancone dietro di lui, si sentì come se avesse un macigno sul petto e non riuscì a respirare bene, solo a piccoli soffi di aria che gli bruciavano i polmoni. Pensò vagamente che questo potesse essere un altro trasferimento, ma non poteva essere, non gli aveva mai fatto così male, era diverso stavolta, ed era terrorizzato.

Era madido di sudore, riusciva a sentirlo colare giù per la schiena e dal suo volto, e il suo stomaco si stava ribaltando, annodandosi. Probabilmente avrebbe urlato se avesse potuto, ma sembrava che fiamme gli leccassero il collo, bruciandogli la gola. Phil collassò sulle ginocchia, sentendo il tonfo echeggiare intorno a lui mentre delle accecanti luci bianche riempivano lentamente la stanza e gli bruciavano la vista. Sentì che c'era qualcosa dentro di lui, che scavava e strappava per uscire fuori, e anche se Phil aveva avuto a che fare con il dolore tutta la sua vita, non avrebbe mai pensato che un dolore del genere potesse esistere.

Forse stava morendo, non era nemmeno sicuro di poter morire, ma era l'unica cosa alla quale potesse pensare. Le luci stavano diventando sempre più presenti adesso, cancellando tutto il resto, incluso il dolore lacerante, e Phil ne fu così grato che gli venne da piangere. Si piegò, afferrandosi la testa con le mani e aspettando che finisse tutto, di morire e andarsene per sempre. Sentì il bruciore iniziare a passare, e il suo corpo diventò così leggero che si sentì come se potesse volare.

L'ultimo pensiero di Phil fu per Dan, e di come gli facesse terribilmente male il fatto che non avesse avuto la possibilità di dirgli addio, e che Dan sarebbe tornato in una casa vuota, senza sapere dove fosse andato. Phil si immaginò Dan, la sua versione preferita di lui, quando si era appena svegliato ed era rimasto accoccolato vicino a lui, sorridendo, e riuscì a dire il suo nome appena prima che il bianco diventasse nero.

   
 
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