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Autore: MmeBovary    12/04/2009    4 recensioni
...Harry si passò una mano sulla tempia che aveva sbattuto e sentì sotto le dita il calore umido del sangue. Perfetto. Ancora non era neanche a Hogwarts e già aveva infranto il regolamento, era ferito, chiuso in uno sgabuzzino del treno con un grenuillopodo rugoso e non aveva idea di cosa stesse succedendo...
Sull'Espresso per Hogwarts Luna coinvolge Harry in una breve e rocambolesca avventura a base di creature inesistenti, fraintendimenti, sgabuzzini, confessioni e serrature saltate. Ma quello che i due trovano alla fine della loro strana ricerca lascia entrambi piuttosto sorpresi...
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Luna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Piccolo avviso: i personaggi di questa fanfic non sono miei, appartengono tutti a J.K. Rowling ed io li uso momentaneamente
senza fini di lucro o simili. Eventuali citazioni da altri autori sono poste tra virgolette o segnalate come tali.
Ora godetevi la storia!






 
 
 
“AAA: GRENUILLOPODI RUGOSI CERCASI”
 
 
 
Harry si arrese e crollò il capo.
Si arrese al sonno prepotente che gli appesantiva le palpebre e lasciò cadere la testa sulla spalla di Hermione, coperta di boccoli bruni estremamente soffici e profumati. Il cuscino ideale, insomma.
Il viaggio sull’Espresso di Hogwarts gli metteva sempre addosso un certo torpore. Sarà stata colpa del rumore cadenzato del treno che correva sui binari, o magari dei soffici sedili che sembravano fatti apposta per sdraiarcisi, o forse ancora della pancia piena di cioccorane, ma quel giorno di Settembre Harry proprio non riusciva a tenere gli occhi aperti. Inoltre fuori dal finestrino, al di sopra degli alberi che cominciavano a perdere le prime foglie, un cielo plumbeo carico di nubi grigie proiettava all’interno del vagone una luce distorta e fastidiosa che costringeva a strizzare le palpebre.
“…sonno Harry?”
La voce di Hermione mista allo sferragliare del treno gli parve ovattata e distante. Aveva proprio bisogno di un riposino…
L’immagine di Ron davanti a lui che implorava la compagna di fargli copiare un tema di Pozioni iniziò a scomparire da dietro le ciglia abbassate e presto tutto fu perso nel dolce oblio del sonno…
Ma la pace non durò a lungo.
Un oggetto freddo e relativamente pesante lo colpì in pieno petto.
Harry si alzò di scatto, andando a battere sonoramente la testa contro il finestrino, mentre le sue mani correvano alla bacchetta.
Cosa diamine era successo?!
Quando il dolore lancinante alla nuca fu passato e il moro riuscì a rimettere a fuoco, si rese conto di stare puntando la bacchetta contro Luna Lovegood e contro l’immensa pila di giornali che la bionda aveva tra le braccia.
“Oh, scusa Harry, ti ho svegliato?”
Il Cercatore si lasciò cadere di nuovo sul sedile, borbottando qualcosa che doveva assomigliare a un “No, figurati…”.
Si rese allora conto che l’arma che lo aveva aggredito non era altro che una voluminosa copia del Cavillo, fresca di stampa e identica a quelle che Luna stringeva al petto e distribuiva in quel momento a un piccolo gruppo di studentesse sedute lì vicino.
In copertina troneggiava la foto di un rospo cui erano state malamente fissate sulla schiena due alette tipo piccione e sulla testa quello che avrebbe dovuto essere un corno ma in realtà era chiaramente un cappellino da party… Sotto quest’improbabile creatura lampeggiava il postscriptum “Identikit presunto” e sopra invece si illuminava di oro e giallo il titolo dell’articolo principale: “AAA: GRENUILLOPODI RUGOSI CERCASI”.
“È un grenuillopodo rugoso” si sentì in dovere di precisare Luna.
“Questo lo avevo intuito…” rispose Harry “Ma esattamente che cos’è?”
Un grande sorriso illuminò il volto grazioso della sedicenne Corvonero, entusiasta all’idea di aver trovato qualcuno interessato al suo caso.
Hermione lasciò cadere la fronte sul palmo, scuotendo il capo. Ecco che arrivava un’altra valanga di assurdità…
“Beh, ancora nessuno è riuscito a catturarne o a fotografarne uno, quindi non abbiamo molte informazioni su questa creatura che numerosi testimoni hanno però descritto come un grosso rospo con ali e un grande corno scintillante…”
“E dopo quante burrobirre si può ammirare tale meraviglia?” bisbigliò Ron a Hermione con una risatina.
Luna si voltò verso di lui.
“Beh, se non ci credi non è affar mio, ma vi sono stati diversi casi di avvistamenti attorno a King’s Cross e non mi meraviglierei troppo se un grenuillopodo rugoso fosse riuscito a salire qui sull’Espresso. Io starei attenta.”
Il rosso corrugò la fronte.
“Dovrebbero essere pericolosi questi rosponi?”
“Leggi e lo saprai.” Fu la lapidaria conclusione di Luna che si diresse poi a passo spedito verso la prossima carrozza.
Harry si accarezzò la nuca ancora dolorante e aprì la rivista alla pagina centrale.
La stessa foto della copertina prendeva buona parte dello spazio, occupata per il resto da uno strampalato articolo con testimonianze di vari maghi che avevano avuto la fortuna di incrociare una di queste straordinarie creature.
“Ehi, sentite questa…” esclamò Ron, leggendo dalla propria copia del Cavillo “Manidora Plummens, rispettabile maga di 89 anni, giura sulla sua vita di essersi trovata ad osservare un grenuillopodo rugoso che volava davanti alla sua finestra la scorsa notte alle 4.09, dopo essersi alzata per andare a bere un bicchier d’acqua.” La foto della donna mostrava una grossa figura rubiconda e coperta di rughe con due occhiali spessi come pandispagna e una bella collezione di bottiglie di Whisky incendiario alle spalle. Il rosso scosse il capo “Certo, quale testimone più affidabile di una vecchietta insonne, mezza cieca e ubriacona che ha visto un piccione alle quattro del mattino.”
Hermione aveva già ripiegato la sua copia e l’aveva messa via, prospettando che l’uso migliore da farne fosse accendervi il fuoco.
“Luna non cambierà mai…”
Harry fu colpito da quella frase, buttata lì con noncuranza. Era vero, nonostante tutto Luna non era cambiata affatto. Tutte le sofferenze, le sfide, i rischi attraverso cui era passata in quegli ultimi anni, assieme a tutti loro non erano stati sufficienti a spengere o anche solo a intaccare la luminosa allegria e la spontaneità della Corvonero. Non che non fosse maturata, certo, ora era sicuramente più adulta della ragazzina con la collana di tappi di Burrobirre che aveva incontrato anni prima, eppure non smetteva mai di sorprenderlo.
“C’è un qualcosa nella sua sincerità, che lascia quasi sconcertati… però è fortissima, io la adoro!” commentò Ron, proseguendo il filo dei pensieri di Harry.
E come non adorarla?
“Beh, non sei il solo…” mormorò Hermione con un sorriso alla io-so-un-segreto.
Il rosso si sporse verso di lei, con uno strano luccichio negli occhi. A volte sapeva essere pettegolo come una vecchia strega zitella.
“E chi sarebbe che la adora?”
“Beh…” Hermione abbassò la voce “prima di salire in treno, l’ho vista che seguiva Zacharias Smith in un vagone vuoto e lui aveva l’aria di avere qualcosa di molto importante da dirle…”
Completò l’informazione con un’occhiata eloquente e un sorriso si solidarietà.
“Forse voleva solo chiederle qualcosa sui grenuillopodi rugosi…” borbottò Harry.
Si meravigliò lui stesso del tono scandalizzato con cui aveva risposto all’innocente pettegolezzo di Hermione.
“Sicuramente, Harry, sicuramente…” replicò Ron “Farò di finta di non avere sentito giusto perché hai battuto la testa…”
Il moro rimase in silenzio. Gli era venuto naturale esprimere a voce alta quel pensiero che gli era esploso nello stomaco. Luna non poteva avere un ragazzo.
Che stupidaggini che stava pensando… certo che poteva, perché no? Solo perché lui era single, non voleva dire che la Corvonero non potesse innamorarsi.
Per qualche oscura ragione il pensiero gli fece male.
Sarà perché Smith è un idiota. Luna merita di meglio e in quanto suo amico è mio dovere preoccuparmi per lei.
Amico…
“Harry ti sei incantato?”
“Come?”
Non si era accorto che Hermione e Ron si erano alzati e gli avevano detto qualcosa.
La bruna scosse il capo. Odiava dover ripetere.
“Noi dobbiamo tornare nel vagone dei prefetti. Ci vediamo all’arrivo, ok?”
Il moro annuì e li salutò con la mano per poi lasciarsi ricadere disteso sul sedile con la testa appoggiata al vetro.
Portò le braccia dietro il capo con un sonoro sbadiglio che attirò l’attenzione delle giovani studentesse davanti a lui. La sua maglietta aveva seguito il movimento delle sue braccia, arrotolandosi leggermente così da scoprire i suoi addominali tracciati dallo sforzo di tenersi sollevato.
Una risatina isterica si propagò nel gruppo di ragazzine che gli lanciavano occhiatine imbarazzate e maliziose.
Harry arrossì leggermente e si risistemò la maglietta. Odiava essere idolatrato da tutti gli esseri di sesso femminile della scuola solo per il suo passato e il suo aspetto.
Meglio ignorarle.
Per la seconda volta nel giro di mezz’ora chiuse gli occhi e lasciò che Morfeo compisse i suoi dolci uffici.
E per la seconda volta il suo sonno fu interrotto prima ancora di poter iniziare.
Una piccola mano delicata afferrò prepotentemente la sua maglietta e la tirò su con forza.
“Forza Harry svegliati! Devi aiutarmi!”
Prima ancora di poter rispondere il Grifondoro si trovò trascinato fuori dal vagone da un’eccitatissima Luna.
“Luna? Dove stiamo correndo?”
La bionda lo teneva per un braccio e procedeva spedita verso il primo vagone.
Diversi occhi si posarono su quella strana coppia mentre attraversava l’Espresso, ma la Corvonero non pareva farci caso.
Non le era mai importato molto del giudizio della gente.
“A prendere un grenuillopodo rugoso ovviamente.”
Ovviamente.
“L’ho visto correre da questa parte, poi l’ho perso di vista dietro un gruppo di Tassorosso del secondo anno, ma sono sicura che si stesse dirigendo da questa parte…”
Aveva davvero detto di aver visto un rospo alato e cornuto attraversare l’Espresso di Hogwarts?
“Scusa la domanda Luna…” la interruppe Harry mentre evitava con un salto la borsa di una studentessa seduta nel secondo vagone “Ma queste bestie non dovrebbero volare?”
Luna si bloccò così di colpo che fu solo per miracolo che il moro non le capitombolò addosso.
“Oh mio Dio, hai ragione!”
Menomale che se ne rendeva conto. Ora lo avrebbe lasciato libero di tornare al suo pisolino.
“È sicuramente ferito!”
“Come?”
“Ma sì, se stava correndo vuol dire che non riesce a volare! Quindi è fondamentale che lo troviamo così da poterlo aiutare.”
C’era da immaginarselo. Harry sospirò e si rassegnò all’idea di poter dire addio ad un’oretta di sonno.
Ormai erano arrivati alle ultime cabine, tutte vuote, e davanti a loro non c’erano che il locomotore e un paio di stanze dove erano conservati spazzoloni, detergenti e un po’ di altra roba per la pulizia del treno.
“Beh, mi spiace Luna ma temo che il tuo grenuillopodo ci abbia gabbato e sia sparito da qualche parte.”
“Ma non è possibile! Lo avremmo visto! Ricorda che è ferito e dobbiamo salvarlo!”
Harry roteò gli occhi al cielo, ma continuò la ricerca. Dopotutto, era quasi divertente. Stava guardando sotto un paio di sedili quando Luna lanciò un grido.
“ECCOLO!”
Colto di sorpresa, Harry si rialzò sbattendo la testa contro il legno dei seggiolini.
Quella bestia esisteva davvero? Si voltò verso il punto indicato dalla ragazza, massaggiandosi la nuca nuovamente dolorante e vide due zampette da rospo sparire sotto la porta dello sgabuzzino delle scope.
La cosa stava diventando vagamente inquietante…
“Ehm, Luna, non ho avuto modo di leggere tutto l’articolo… ma non è che quei cosi sono velenosi o roba del genere vero?”
La ragazza lo rassicurò con un luminoso sorriso.
“Non essere sciocco Harry. Quel piccolo animaletto non può farti nulla.”
Perfetto… per un attimo si era preoccupato.
“… a meno che tu non tocchi il suo corno ovviamente. In tal caso è probabile che tu passi le prossime due settimane tra atroci dolori.”
Perfetto. La solita sconcertante sincerità di Luna si abbatteva come un’ascia impietosa sulle sue illusioni di iniziare per una volta l’anno scolastico senza problemi.
Mentre lui ragionava su come uscire da quell’assurda situazione, la Corvonero aveva tirato fuori la bacchetta e scassinato lo stanzino delle scope.
“Sai Luna, non credo che sia ammesso dal regolamento…”
“E da quanto Harry Potter si preoccupa delle regole?”
Vero anche questo.
“Pronto?”
Harry annuì mentre prendeva in mano la bacchetta. Ormai era in ballo, tanto valeva ballare.
“Tre, due, uno…”
“Aspetta Luna, cosa facciamo se è lì, gli scagliamo un incantesi…”
“…ora!”
Luna afferrò la maniglia senza ascoltarlo, e spalancò la porta.
Il Grifondoro puntò lo sguardo nel buio della stanza e si trovò davanti quello che riconobbe per un grasso rospo circondato da piume e da una strana lanugine.
Petrificus Totalus!” urlò in contemporanea con la compagna.
I fiotti colorati delle loro magie colpirono la bestiolina che si rigirò a terra, oscillando come se fosse stata di metallo per poi scivolare, spinta dalla forza degli incantesimi, sotto un mobiletto.
“L’abbiamo preso! L’abbiamo preso!” urlò Luna al colmo dell’estasi.
Harry da parte sua non riusciva a condividere tanto entusiasmo per quella creaturina sudicia.
Comunque seguì la Corvonero verso lo stanzino.
Fu in quel momento che sentì i passi di qualcuno che si avvicinava dal vagone precedente al loro.
“… ovvio che c’è stata… nessuna mi resiste e poi quella è una svampita…”
Era la voce di Zacharias Smith quella?
Quando si voltò verso Luna, Harry la vide tremare.
“Ehi, stai bene?”
Provò ad avvicinarsi e lei ebbe un sussulto.
“Luna che succede?”
Era tesa allo spasmo nel tentativo di capire se gli studenti che attraversavano il vagone precedente sarebbero arrivati fino a loro.
Quando un’ombra si delineò dietro il vetro appannato, la ragazza afferrò Harry per un braccio e lo trascinò con sé nello sgabuzzino, tirandosi dietro la porta.
Colto totalmente di sorpresa, Harry inciampò in un vecchio cuscino scucito e lasciato a terra e finì per battere la terza testata del giorno, contro lo spigolo di una mensola.
“Dannazione, Luna, che cavolo fai?”
“Sht…”
La bionda si portò un dito alle labbra, intimandogli il silenzio.
Il Grifondoro rimase basito e senza parole. Non ci capiva più nulla.
“Fa che se ne vada, fa che se ne vada, fa che se ne vada…” mormorava piano la giovane, ora accovacciata ai suoi piedi.
Da dietro la porta, le voci di alcuni Tassorosso arrivavano, leggere e confuse ma comprensibili. Alcuni di loro ridevano, altri parlavano soffocando l’uno la voce dell’altro.
“… stata brava, eh?”
“… tanto innocentina, ma io lo sapevo…”
“… poi me la presenti, eh…”
“… nah, io me lo immaginavo che sotto sotto…”
Harry si passò una mano sulla tempia che aveva sbattuto e sentì sotto le dita il calore umido del sangue.
Perfetto. Ancora non era neanche a Hogwarts e già aveva infranto il regolamento, era ferito, chiuso in uno sgabuzzino del treno con un grenuillopodo rugoso e non aveva idea di cosa stesse succedendo.
Però, assurdamente, essere con Luna lo tranquillizzava. Solo che la ragazza non sembrava condividere la sua calma. Sembrava piuttosto sull’orlo delle lacrime.
Quando la porta sussultò, la bionda trattenne a stento un singhiozzo e serrò gli occhi, tremando all’idea che qualcuno stesse per entrare.
Ma il rumore era dovuto solo al fatto che un ragazzo all’esterno si era appoggiato alla porta e ora la sua voce arrivava più nitida delle altre.
“… di seguirmi, lei ovviamente l’ha fatto e poi in quel vagone… beh potete immaginarvelo da soli… basta vedere i segni delle unghie che mi ha lasciato…”
Seguì un piccolo coro di ammirazione.
Era Zacharias Smith a parlare, Harry lo riconosceva benissimo.
“… vi dico solo questo. Non mi sarei mai aspettato che una tanto svampita potesse essere una tale bestia affamata di sesso. Ma ognuno riserva le sue sorprese. Anche Luna Lovegood.”
Un momento? Luna?!
Quegli idioti stavano parlando di Luna?
Harry rivolse lo sguardo su di lei e quando la vide sentì una fitta al petto. La ragazza era raccolta su se stessa, con le ginocchia strette al petto e singhiozzava impercettibilmente, mordendosi le labbra per non far rumore. Anche nel buio quasi totale della stanza, Harry riusciva a distinguere le tracce luminose delle lacrime sulle sue guance.
Le si sedette accanto e le passò un braccio attorno al collo, ricacciando in gola le domande che avrebbe voluto porle.
Inizialmente la ragazza sembrò rifiutare quel gesto di affetto, affondò il volto nelle ginocchia e scosse il capo, ma Harry non si spostò. Allora lei si accoccolò lentamente contro il suo petto e il moro la avvicinò a sé con entrambe le braccia. Stavolta Luna lo lasciò fare e pose le mani, chiuse a pugno, sulla sua maglietta.
Harry sentiva i suoi capelli setosi solleticargli il collo al ritmo del suo respiro e un vago profumo di bagnoschiuma ai frutti di bosco risalirgli le narici.
Un altro sussurro della porta e capì che Zacharias si era alzato.
“Non c’è niente d’interessante qui… torniamo indietro.”
Pochi minuti dopo il rumore della porta che si richiudeva comunicò ai ragazzi nello stanzino che erano rimasti soli.
Harry sentì il corpo di Luna rilassarsi finalmente sul suo petto.
La bionda si rialzò dal suo abbraccio, allontanandolo delicatamente da sé.
“Grazie Harry.”
Esitò a risponderle. Non sapeva che dirle.
“Suppongo che tu voglia una spiegazione.”
“Non sono affari miei Luna. Sei libera di fare quello che vuoi.”
Forse aveva parlato in modo un po’ troppo tagliente ma sapere che poche ore prima era stata con Smith lo aveva ferito profondamente.
Evitò di guardarla in faccia perché sapeva che i suoi profondi occhi blu erano puntati su di lui e provò l’intenso desiderio di uscire da lì.
Si alzò in piedi e andò verso la porta, cercando nel buio la maniglia.
Cazzo. Non c’era.
Passò le palme su tutta la superficie ma non trovò nulla che assomigliasse a un pomello. Solo due piccoli forellini pieni di polvere sembravano indicare il luogo dove delle viti una volta avevano svolto il compito di reggerne uno.
“Non c’è la maniglia. Facciamo un incantesimo e apriamola.”
Luna si sollevò da terra stirandosi la gonna sulle gambe sottili e prese la bacchetta.
Alohomora!”
Nulla.
“Fa provare me.”
Harry ripeté l’incantesimo ma senza maggior successo.
“Credo che il problema sia la serratura.” Sentenziò la Corvonero con voce atona. “Se non ce n’è una da aprire, l’incantesimo non serve a nulla.”
“Perfetto…” ringhiò Harry lasciandosi cadere a terra.
Improvvisamente la situazione si era fatta più assurda di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Com’era passato dal sonnecchiare beatamente sui sedili all’origliare i commenti osceni di Zacharias  sulle prestazioni sessuali di Luna, chiuso in uno sgabuzzino da cui non potevano uscire?
Tutta colpa del grenuillopodo…
“Il grenuillopodo! Ce ne siamo dimenticati.” sussurrò, felice di poter trovare una distrazione.
Puntò la bacchetta in basso.
Lumos!”
Una debole luce si sparse sul pavimento polveroso, fin sotto il mobiletto di plastica e metallo sotto cui era rotolata quella strana creatura.
“Riesci ad afferrarlo?” chiese timidamente Luna.
“Credo di sì. Tieni questa.”
Le passò la bacchetta e si distese con il petto contro il pavimento freddo. Facendo pressione sulle mani si avvicinò il più possibile al mobile e allungò un braccio. Aveva il viso e la spalla destra appoggiati al ripiano più basso e cercava alla cieca il grenuillopodo tra batuffoli di polvere e sporcizia.
Si trovò tra le dita un asciugamano sporco e un cuscino strappato che rigurgitava piume, nonché una serie di oggetti che non seppe neanche identificare.
“Eccolo, credo di averlo… no... bleah... che schifo è una matassa di capelli…”
Luna arricciò le labbra per evitare di ridere e si distese accanto a lui, con la guancia sinistra a contatto con il pavimento.
Harry si ritrovò i suoi occhi azzurri a cinque centimetri dalla faccia. Se si fosse spostato solo un po’ avrebbe potuto sfiorarla.
La Corvonero distolse lo sguardo e lo diresse verso il punto illuminato dalla bacchetta.
“Un po’ più a destra Harry.”
Il ragazzo obbedì, lasciando che quelle immense pozze azzurre diventassero la sua guida.
“Ancora un po’… ancora… no, torna indietro… ecco, ora allunga le dita… ma attento al corno…sì... così…”
“Preso!”
Chiuse le dita attorno a quella cosa viscida e piumata e la portò alla luce.
Sia lui che la ragazza si alzarono in piedi e Luna avvicinò la bacchetta alle mani di Harry.
Il moro aprì il pugno, vagamente eccitato all’idea di ciò che aveva in mano, e si sporse a guardare.
“Ehm…”
Luna inclinò il capo, con aria interrogativa.
“Beh…”
Ma cos’era esattamente che aveva in mano?
Sembrava solo un ammasso di sporco e piume. Provò a scrollarlo un po’ e la bionda accostò ulteriormente la bacchetta.
“Ma è…”
Ora che il sudiciume si era staccato dalla pelle viscida e porosa dell’animale, entrambi i ragazzi lo riconobbero per quel che era e conclusero la frase nello stesso momento:
“…è Oscar!”
Niente più che il maldestro rospo di Neville, che come ogni anno si era perso in giro per il treno.
Luna soffiò via delicatamente la polvere rimasta attaccata alla schiena della bestiolina. Nel sentire il suo fiato solleticargli le mani Harry provò un brivido.
“Neville lo starà cercando…” provò a dire.
“Già.” Fu la secca risposta della bionda.
Sembrava piuttosto scocciata.
“Non preoccuparti Luna… Anche se questo non è un grenuillopodo rugoso, non vuol dire per forza che non ne esista qualcuno…”
Lei sorrise.
“Grazie Harry… ma so che non lo pensi. Sono brava a capire se qualcuno mente.”
Giusto. Con lei la sincerità veniva prima di tutto.
“Beh… comunque non è stata una brutta avventura, no? È stato bello quando mi hai abbracciata.”
Harry avvampò. La sincerità era una cosa, la schiettezza imbarazzante, un’altra.
“Io…”
Improvvisamente Luna allungò il collo verso di lui, fissando il suo viso e gli si avvicinò.
Fu un attimo, una reazione istintiva, e Harry si ritrovò a schiudere le labbra, in attesa di un contatto che non arrivò.
La Corvonero gli osservava semplicemente la tempia ferita.
“Oh mio Dio! Ma tu sanguini!”
Harry si portò una mano sul taglio e le sue labbra si contrassero in una smorfia di dolore. Era gonfiato.
“No, figurati, è solo un graffio.”
“Un graffio si può infettare. L’infezione può passare agli organi vitali. Il cuore può essere compromesso e allora…”
“Va bene, va bene, ho capito il concetto.” La interruppe il moro “Ma purtroppo non ho pozioni rigeneratrici qui con me, ok?”
La bionda alzò le spalle.
“Come? Uno allevato da babbani, come te non sa ricorrere a nient’altro che la magia?”
Intanto posò la bacchetta e andò a frugare tra gli scaffali. Mezzo minuto dopo si voltò, tenendo tra le mani una bottiglia di alcool.
“Questo andrà benissimo”
Harry si mise a sedere in terra, poggiando il povero Oscar pietrificato accanto a sé. Luna prese alcuni strappi di carta igienica da uno dei tanti rotoli ammassati in quella stanza e lo usò per tamponare la ferita. Il suo tocco era leggero e piacevole.
“Ora sei a posto.”
Il moro rimase in silenzio, a fissare la sua schiena sottile e le sue movenze delicate mentre lei rimetteva l’alcool su uno scaffale.
Senza pensarci, scattò in piedi verso di lei.
Voltandosi di nuovo, Luna sbatté contro il suo petto.
“Per Merlino, Harry! Che fai?”
Lui non rispose, incapace di dare un nome alle proprie intenzioni.
Luna era un’amica, non voleva rovinare il loro rapporto… eppure, sentiva di non poter fare a meno di provare a baciarla…
Allungò una mano verso il suo viso e la accarezzò dolcemente. Poi avvicinò i loro volti.
Era così vicino da sentire il suo respiro contro le labbra…
Cosa stava facendo?
No… lei voleva Zacharias. Che senso aveva baciarla, lì, in quel momento, dopo quello che aveva sentito? Non avrebbe fatto altro che rovinare tutto.
Con un sorriso imbarazzato ritrasse la mano dal volto della bionda, spostandole con indifferenza una ciocca di capelli dietro l’orecchio e si voltò.
Luna rimase immobile.
“Allora…” cercò di divagare il moro “Come usciamo di qui? Pensi che dovremmo chiamare aiuto?”
Nessuna risposta.
Si girò a guardare la compagna.
“Volevi baciarmi?”
Rimase totalmente spiazzato da una domanda tanto diretta.
Provò a farfugliare qualcosa sullo scostarle i capelli dal volto ma non riuscì a dare una risposta di senso compiuto.
“Ti sei fermato per quello che ha detto Zacharias Smith prima?”
“No, io non stavo…”
“Se è per quello lo capisco. Neanche io bacerei qualcuno che si concede così facilmente.”
“Luna, io non credo che tu sia quel genere di persona..”
Lei scosse la testa.
“Cosa ti avevo detto sul mentire?”
Harry le si avvicinò e le pose le mani sulle spalle minute, fissandola bene negli occhi.
“Luna… io non credo che tu sia una poco di buono.”
Lei sorrise.
“Però credi a Smith.”
“No, io…”
“Non era una domanda.”
Lui annuì.
“Hermione mi ha detto di averti vista salire con lui su un vagone vuoto prima della partenza.”
La bionda serrò le labbra.
Harry credette di vedere una lacrima solcarle la guancia, ma lei si voltò di scatto e quando tornò a guardarlo, del pianto non c’era traccia.
“È vero, mi ha chiesto di seguirlo.”
Si mise a sedere accanto ad Oscar, accarezzando con un dito la piccola testolina dell’animale che cominciava ora a scongelarsi dall’incantesimo.
Harry mise le mani nelle tasche anteriori dei jeans e fece qualche passo nella sua direzione, dubbioso sul da farsi.
“Per parlare dei grenuillopodi rugosi, ha detto…” continuò Luna con voce piatta.
“Poi ha chiuso la porta… e ha tentato di baciarmi… io gli ho detto che non ero interessata e lui si è offeso…”
Harry sentì un brivido percorrergli la spina dorsale. Non è che per caso Smith …
“Mi ha afferrato e ha cercato di… beh... di costringermi… “ proseguì la ragazza, con lo stesso tono inespressivo, come se stesse leggendo la storia di qualcun altro sulla Gazzetta del Profeta.
“… allora io l’ho graffiato e sono riuscita a liberarmi e sono corsa via.”
Il Bambino sopravvissuto sentì un’ondata di rabbia folle assalirgli tutto il corpo e prorompere in un urlo.
“Quel figlio di puttana!”
Sbatté il pugno contro la porta, facendola sussultare.
“Ti giuro Luna, che appena lo vedo, lo schianto prima ancora che abbia il tempo di dire amen…”
Lei scosse la testa.
“Non te l’ho detto perché mi vendicassi Harry…”
Sembrò esitare un istante, come se temesse per la prima volta, che la verità che doveva dire fosse troppo rischiosa per venire alla luce.
“…Te l’ho detto perché prima il racconto di Smith ti ha allontanato da me e ti ha impedito di baciarmi.”
Prese un respiro forte. Come prima di un tuffo. Perché quello era un tuffo: un tuffo nell’ignoto, nella sincerità totale di una confessione che neanche lei sapeva fare con leggerezza.
“Te l’ho detto perché io volevo baciarti Harry.”
Il Grifondoro cercò di ingoiare. Gli si era seccata la gola.
Avanzò lentamente verso Luna, sfilando le mani dalle tasche e si mise a sedere accanto a lei, con le gambe piegate e le braccia rilassate, appoggiate sopra le ginocchia.
Si guardarono per un lungo istante, mentre due sorrisi identici si dipingevano sui loro volti.
Luna allungò una mano fino a sfiorare la sua tempia.
“Spero non ti resti una cicatrice per colpa mia… Sai, quella di Tu-Sai-Chi ti dà il fascino misterioso del Prescelto… ma una fatta sbattendo sullo scaffale della carta igienica non ha molto di eroico…”
Harry le prese le dita delicate e la attirò a sé.
Era fantastica. Semplicemente adorabile. Niente avrebbe spento la sua dorata allegria. Nessuno le avrebbe impedito di essere la sua consolazione e la sua fonte di vita.
Era bellissima, come un albero in fiore mentre infuria la tempesta. Rassicurante, delicata, unica, dava l’assoluta certezza che c’era speranza anche per il bene in questo mondo così pieno di malvagità.
Era a due centimetri da lui e le distanze si accorciavano.
Con un sorriso più luminoso che mai, la bionda si slanciò in avanti e Harry unì le proprie labbra alle sue.
Le loro mani si cercarono e le loro dita si intrecciarono. I respiri si fusero in uno solo.
Si scambiarono l’anima e la vita in quel contatto perfetto delle loro bocche, incuranti ormai di tutto il resto.
Solo il gracidio sommesso di Oscar faceva da sfondo al loro perfetto idillio d’amore.
 
 
Hermione sbuffò con impazienza ritirando il capo da sotto il trecentesimo seggiolino che controllava.
“Mi dispiace Neville, ma questa è l’ultima carrozza e Oscar non si vede da nessuna parte. Sei sicuro che sia andato verso la coda del treno?”
“Io…” balbettò il ragazzo torturandosi le dita cicciottelle. “io… non ne sono per niente sicuro…”
“Perfetto…” sibilò la Grifondoro.
Cercando di ritrovare la pazienza, si diresse verso il locomotore, controllando sotto ogni sedile e chiedendo a tutti se avevano visto un grosso rospo di nome Oscar.
Come ogni anno Neville lo aveva smarrito e come sempre era a lei che toccava dargli una mano a ritrovarlo.
Entrò nello scompartimento dove aveva lasciato Harry, intenzionata a chiedergli un aiuto nelle ricerche, ma al suo posto non trovò che i suoi bagagli e la copia del Cavillo, abbandonata.
Si rivolse alle studentesse sedute lì vicino.
“Scusate ragazze, avete visto dove è andato il ragazzo che era seduto qui?”
Nel gruppetto si scatenò una risatina.
“Chi, Harry Potter? È stato sequestrato da quella pazza di Luna Lovegood… Sembrava un’ossessa…sono corsi laggiù.”
Hermione le ringraziò e procedette nella direzione che le era stata indicata.
Neville alle sue spalle continuava a chiamare Oscar a gran voce.
“Oscaaaaar…”
La bruna strinse i pugni, imponendosi di restare calma, anche se odiava che le urlasse quasi nelle orecchie.
Arrivarono fino all’ultimo vagone ma non trovarono né Harry né il rospo.
“Non è possibile…” boccheggiò Hermione “Abbiamo percorso l’intero Espresso!”
“Oscaaaaar…”
“Neville, ti prego smettila, mi stai facendo venire il mal di testa…”
La sua frase fu interrotta da un sonoro gracidio.
“È lui. È lui!” scattò il Grifondoro accanto a lei, con l’ennesimo urlo.
“Deve essere infilato in quello stanzino delle scope.” Ipotizzò Hermione, estraendo la bacchetta.
Alohomora!”
La serratura scattò e la bruna tirò a sé la maniglia, lasciando che la luce filtrasse nello sgabuzzino fiocamente illuminato da una bacchetta.
Davanti a lei due ragazzi e un rospo.
“Oh per Merlino…”
Il rossore le invase le guance quando si rese conto di stare guardando Harry e Luna, accovacciati a terra, stretti l’uno all’altra, che si baciavano appassionatamente.
Il moro aprì mollemente un occhio e notò la presenza della sua migliore amica sulla porta.
Senza interrompere il contatto morbido della sua bocca con quella della Corvonero, allungò una mano verso Oscar e lo porse a Hermione.
La bruna entrò con passo incerto e prese delicatamente l’animale, poi uscì.
Riaccostò la porta senza far scattare la serratura e si appoggiò al muro della carrozza. Neville, che non aveva potuto vedere nulla, fremeva di curiosità.
“Allora? Era Oscar?”
 La Grifondoro gli porse il suo rospo in silenzio.
“Oh! È magnifico!” esclamò il ragazzo, stringendo finalmente tra le mani il suo fido compagno.
Hermione ripensò a quanto aveva appena visto, mentre un sorriso sincero le si dipingeva sul volto.
Finalmente Harry era felice.
“Hai ragione Neville… è proprio magnifico.”
La vita.
L’amore.
Tutto è davvero magnifico.
 
 
Quand l’amour a fondu et mêlé deux êtres dans une unité angélique et sacrée, le secret de la vie est trouvé pour eux; ils ne sont plus que les deux termes d’une même destinée; ils ne sont plus que les deux ailes d’un même esprit.
Aimez, planez!
 
Victor Hugo (1802-1885), « Les Misérables »
 
 
Quando l’amore ha fuso e unito due esseri in un’unità angelica e sacra, il segreto della vita per essi è trovato; essi non sono più che i due termini d’uno stesso destino; non sono più che le due ali d’una stessa mente.
Amate, libratevi in alto!

 
Victor Hugo (1802-1885), “I miserabili”
 
 
 
The End
 
 
 
 
§ Spazio autrice: §
 
Salve a tutti miei cari lettori! ^_^
 
Spero che questa breve Harry/Luna vi abbia appassionato tanto quanto tutte le mie altre Draco/Herm! Per una volta volevo cambiare un po’ personaggi e cimentarmi con qualcosa di diverso. Cosa ne dite di questa coppia? A me sembra carina e molto dolce (stranamente però non l’ho mai trovata in nessuna fanfic), comunque vorrei sapere cosa ne pensate voi.
So che coloro che seguono la mia fic “Nullus amor nec foedera sunto” si staranno chiedendo perché scrivo one-shot invece di aggiornare… Beh, mi dispiace ma all’ispirazione non si comanda! Se mi viene in mente un’idea per una storia inizio subito a scriverla (anche se magari poi non so come farla finire, cosa che mi è successa con una one-shot dm/hg che giace incompiuta nel mio pc da un mese…).
Comunque, ho appena postato anche il settimo capitolo di “Nullus amor nec foedera sunto”. Se vi va date un’occhiata anche a quello!
Baci,
 
Mme Bovary
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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