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Autore: Bianca Wolfe    28/05/2016    3 recensioni
Takao non seppe per quanto tempo rimase a fissare la sciarpa di Kai. Sapeva però che doveva fare in fretta, se non voleva farsi scoprire dal così poco socievole compagno di squadra. Si chiedeva se fosse il caso farlo: insomma, forse Kai poteva percepire anche a distanza che la sua sciarpa preferita venisse indossata da qualcun altro… Ma il capitano dei Bladebreakers doveva tentare, doveva sapere.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quella diavoleria di sciarpa
 
 
 
 
Se ne stava lì, adagiata in un angolo della stanza, un po’ malmessa e dal colore bianco ormai sbiadito. Neanche la brezza che proveniva dalla finestra la smuoveva, a parte un po’ le estremità che danzavano placidamente contro il pavimento. Su e giù, su e giù.
            Takao non seppe per quanto tempo rimase a fissare la sciarpa di Kai. Sapeva però che doveva fare in fretta, se non voleva farsi scoprire dal così poco socievole compagno di squadra. Si chiedeva se fosse il caso farlo: insomma, forse Kai poteva percepire anche a distanza che la sua sciarpa preferita venisse indossata da qualcun altro… Ma il capitano dei Bladebreakers doveva tentare, doveva sapere.
            Guardò prima verso la porta: nessun rumore provenne da quella direzione, né Takao vide la sagoma di qualcuno attraverso il vetro satinato. Probabilmente nonno Jey e Hilary stavano preparando la cena. Ottimo, pensò il blader, per poi voltarsi verso la finestra. Da lì provenivano le voci di Rei e Max che si allenavano fuori al cortile e si poteva sentire chiaramente anche il suono provocato dal professor Kappa che digitava con forza sulla tastiera del suo computer. E come dimenticare le urla di Daichi, che incitava i suoi amici e, allo stesso tempo, minacciava di batterli! Erano tutti troppo impegnati per ficcare il naso lì dentro. Sembrava proprio l’occasione perfetta.
            Si alzò dal letto e, camminando in punta di piedi, si avvicinò all’indumento che destava in lui così tanto interesse. Era strano che Kai fosse uscito senza indossarlo, ma una fortuna per le sue intenzioni. Finalmente avrebbe capito cosa c’era di così tanto speciale in quella sciarpa.
            Dopo qualche momento d’incertezza, in cui studiò l’oggetto con sguardo intento, si decise a toccarla: era morbida, molto più morbida di quanto immaginasse. Che Kai la lavasse? Eppure non sembrava poi così pulita, il bianco un po’ scurito per averla messa molte, troppe volte. La tastò per qualche minuto. Sembrava completamente normale, e allora i dubbi di Takao gridavano ancora più forti nella sua testa, chiedendo spiegazioni.
            Fu allora che commise l’atto impuro… Fu allora che prese la sciarpa per indossarla. Sapeva che i suoi amici avrebbero trovato il gesto un oltraggio, come se quell’indumento fosse sacro, come se solo Kai fosse autorizzato a indossarlo. Ma la curiosità di Takao andava ben oltre il buonsenso, e se Kai avesse reagito male a questa sua “indiscrezione”, a lui importava poco. Almeno avrebbe svelato l’arcano.
            Eppure, i suoi piani erano destinati alla rovina.
            «Che cosa stai facendo?»
            Takao non era riuscito nemmeno a sollevare la sciarpa che la porta si spalancò, la voce di Hiwatari arrivò cristallina alle sue orecchie. Rimase immobile, dando le spalle all’amico e con le mani ancora strette attorno all’oggetto dei suoi pensieri più reconditi. Che poteva dire? Era stato beccato in pieno.
            «Ehm… La volevo far lavare da nonno Jey. Sai, è fissato con l’ordine e la pulizia…»
            La scusa avrebbe potuto anche funzionare, se non fosse stato per il tono di voce incerto. Quando si voltò, lo sguardo di Kai era fisso su di lui, impassibile. Takao avrebbe pagato fior di quattrini per sapere cosa passasse nella mente dell’amico! Ma nulla, non replicò. Semplicemente lo guardava, credendo forse che – con quello sguardo pungente e apparentemente calmo – Takao si decidesse a dire la verità.
            Fu come se fosse una gara a chi distoglieva prima lo sguardo. Una gara che Takao perse dopo poco. Con un sospiro sconsolato, lasciò andare la sciarpa, gli occhi fissi al pavimento.
            «Volevo provare la tua sciarpa. Sei contento?»
       Alzò il volto verso l’altro, aspettandosi chissà quale espressione piena di furore. Invece Kai sorrideva, quel suo sorrisetto appena accennato.
            «Beh, che aspetti? Provala, no?»
            Takao inarcò un sopracciglio: non poteva crederci. Davvero Kai gli stava dando il permesso d’indossare il suo tratto distintivo, la sua famosa sciarpa? Era impossibile… Eppure non se lo fece ripetere due volte. Con uno scatto, afferrò nuovamente l’indumento, prendendosi qualche momento per pregustarsi tale vittoria. E poi, la sollevò.
            «Ahia!»
            Lanciò un urlo di dolore che tutti, dentro e fuori casa, udirono. Nonno Jey e Hilary corsero in camera, mestoli in pugno che gettavano sugo dappertutto. Le teste di Kappa, Daichi, Max e Rei spuntarono dalla finestra, l’allenamento abbandonato per chiarire quale fosse la causa di un urlo così disumano. Nel trambusto generale, la voce di nonno Jey sovrasto tutte con un chiaro: «Che diamine è successo?», mentre Hilary era già pronte a picchiare qualcuno a suon di mestolate.
            La sciarpa di Kai giaceva per terra. Takao l’aveva lasciata cadere subito dopo averla sollevata: mai si era aspettato che fosse così pesante, e il non aver dosato la propria forza nel gesto gli aveva provocato una fitta alle braccia. L’indumento aveva lasciato un buco nel parquet… Quando il gruppetto capì cosa era successo, ammutolì, gli sguardi di ognuno che passavano da Takao a Kai alla sciarpa.
            «Che diavolo hai messo in questa cosa?»
            Takao saltellava avanti e indietro, mentre poneva quella domanda abbastanza irritato. Evidentemente, la sciarpa doveva essergli anche caduta sul piede.
            «Umpf
            Fu tutto ciò che Kai pronunciò, prima di prendere la sua cara sciarpa con nonchalance e indossarla come se fosse la cosa più naturale del mondo. Abbandonò la stanza seguito dalle occhiate di tutti.



Angolo dell'autrice:
Una cosa scritta di getto stamattina. Perché quella dannatissima sciarpa rompe pavimenti, arene, muri e quant'altro! E quindi non ho saputo trattenermi xD Spero abbia strappato qualche sorriso :3
Ci si legge!

Bianca
   
 
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