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Autore: GiorgiaMarieBieber    28/05/2016    0 recensioni
La mia vita? Semplice: il casino più totale, genitori assenti, niente amicizie...per me esisteva solo una cosa...la mia gang:l'unica famiglia di cui ho bisogno.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Poi Kathrine Rimango a fissare il telefono in stato di shock sotto lo sguardo interrogativo di Justin. Non trovo le parole per spiegargli quella assurda e impossibile situazione. -Kathrine ?- chiede confuso avvicinandosi a me. Sobbalzo quando posa la sua mano sulla mia spalla. Rimango a guardarlo con uno sguardo indecifrabile in volto. -Mi dici cosa diavolo è successo?- chiede abbastanza spazientito. La mia mente intanto lavora dieci volte più veloce del normale, fino a quando non realizzo che il pericolo sarebbe stato principalmente trovare Rebecca e Justin faccia a faccia. Non posso prevedere come avrebbero reagito. Sento le braccia di Justin circondarmi in un abbraccio e dolcemente stringermi al suo petto. -Mi stai facendo preoccupare. Cosa è successo?- domanda al mio orecchio. –Rebecca sta venendo qui e sa' che sono con te. Non ho idea di come lo sappia- rispondo mordendomi il labbro. Lui entra in casa e in pochi minuti, che a me sembrano ore, esce portando con se una pistola. Aspetta una pistola? Sgrano gli occhi avvicinandomi a lui –Dico, ma stai scherzando?- urlo indicandola. –Sinceramente non me ne potrebbe fregare di meno che sia la tua migliore amica- risponde sfacciatamente sedendosi comodamente a terra. –Così non ti importa nulla di farmi stare male? Lei non ha fatto nulla, sta venendo qui da sola.- dico calma. Si alza infastidito –stai zitta, parli troppo, cazzo!- urla spingendomi e facendomi sbattere forte al muro della casa. Rimango immobile cercando di realizzare ciò che ha appena fatto. Quando riesco ad alzarmi lo guardo delusa –Avevo ragione io, sei sempre lo stesso, non sei cambiato di niente- mormoro sospirando. -Smettila di fare la stronza Kathrine, perché non sei di certo migliore di me- urla. Lo guardo disgustata –Che coglione- commento scuotendo la testa. Posa la pistola a terra prima di prendermi e buttarmi sullo stesso materasso della prima volta, mettendosi a cavalcioni sopra di me. Questa scena mi ricorda il nostro primo incontro. Lo guardo negli occhi, che sono diventati freddi, uno sguardo che sarebbe bastato a chiunque per far accapponare la pelle. Sostiene il mio sguardo. Nel suo trovo solo rabbia. Con le mie mani prendo le sue braccia, rigirandogliele mentre scivolavo via alzandomi di scatto. Non me ne rendo neanche conto, ma quando mi giro lo trovo in piedi con la sua pistola puntata su di me. -Un passo falso e sparo- dice con voce piatta. -Lo faresti?- domando sostenendo il suo sguardo. -Si- risponde senza esitazioni. Annuisco delusa. Mio fratello ha tanti difetti, ma una cosa per cui l'avrei ringraziato a vita c'è: Fin da quando avevo quattro anni mi ha addestrata, allenata per garantirmi la sopravvivenza in situazioni come quella, e devo dire che ha fatto davvero un buon lavoro. Gli do un calcio fortissimo in pancia, facendolo piegare in due dal dolore. Ne approfitto di questo momento che ho per scappare senza pensarci una secondo di più. Corro lontano senza girarmi consapevole di avere poco tempo. Una macchina si ferma accanto a me e da lì spunta il viso di Rebecca, tutta rossa dalla rabbia. -Dove minchia corri?- urla buttando gli occhi al cielo. Mi giro immediatamente correndo al posto del passeggero. -Parti!- esclamo senza fiato mentre guardo la strada con la paura di vederlo spuntare da un momento all'altro. -Si può sapere cosa..- inizia arrabbiata, ma la blocco scocciata. -Ho detto parti!- urlo in preda al panico. Mi lancia un'occhiataccia prima di mettere in moto e sfrecciare via. -Posso sapere cosa è successo o devo prima incazzarmi?- chiede guardando la strada. -E' una storia lunga- rispondo sperando che lasci stare, ma ovviamente non lo fa. -Cazzate Kathrine, smettila di raccontarmi cazzate- dice aggrottando la fronte. Quando la guardo mi rendo conto di quanto stia soffrendo. Tra noi non ci sono mai stati segreti, mai. È giusto che voglia sapere, io nei suoi panni mi sarei arrabbiata tantissimo, e probabilmente avrei smesso di rivolgerle parola. -Dopo che mi hai chiamato, Justin ha notato che ero preoccupata. Gli ho raccontato quello che è successo e si è arrabbiato. Sono scappata- riassumo l'accaduto in poche parole, ma lei frena bruscamente. Si gira sgranando gli occhi verso di me. -Ti ha picchiata? Perché se è così torno indietro e lo ammazzo con le mie mani- dice con lo sguardo carico d'odio. -No, non l'ha fatto- dico mordendomi il labbro. Mi guarda poco convinta, ma non dice niente e continua a guidare. Quando la macchina si ferma noto che ci troviamo vicino al  parco in cui siamo cresciute. Mi ricordo ogni momento passato lì in sua compagnia, quando eravamo ancora all'oscuro di tutta sta merda che ci circonda ora. Certe volte rimpiango quei giorni, ma purtroppo non si può rimanere bambini per sempre. Scendiamo dalla macchina, dirigendoci verso una delle tante panchine. Mi siedo aspettando che Rebecca parli. -Kathrine ... è pericoloso- dice guardandomi in modo preoccupato. Non rispondo, mi limito a distogliere lo sguardo e a guardarmi le scarpe. -Io.. non so'.. che tipo di rapporto avete?- domanda imbarazzata. -Non lo so' - rispondo dicendo la verità. Ormai sono stanca di mentirle. Mi guarda comprensiva –Lo sai che dovrei dirti di smetterla? E che in teoria dovrei raccontare tutto a tuo fratello?-mi fa notare. Sbianco immediatamente. -tranquilla, non lo farò- dice facendo tornare regolare il mio respiro. -ma tu mi devi promettere che non lo frequenterai più, e non sto scherzando.- mi minaccia. –Stai tranquilla, non penso che dopo oggi ci sarà questo rischio- dico sospirando. Pov Justin Sono stato un coglione, non posso credere di aver combinato un altro dei miei casini. Fanculo a tutto. Ogni volta che rimedio, trovo un modo per mandare all'aria la situazione. Non mi avrebbe perdonato questa volta, lo so. E in più c'è la sua amichetta che è a conoscenza di tutto. Tiro un pugno al muro, mentre sento la porta di casa aprirsi. Dopo poco tempo spuntarono fuori Dan, Chaz, Jaden, Marie, Elis e Sara. Alzo gli occhi al cielo. Certe volte ho voglia di prendere tutta la mia roba e andare in un posto tutto mio. -Che ci fate voi qui?- chiedo infastidito indicando le ragazze, già era abbastanza stare con quei rompipalle...ora pure queste. -Oh Justin, anche noi siamo felici di vederti- mi prende in giro Sara mandandomi un bacio. Troia. Non l'ho mai sopportata, lei e i suoi capelli biondi tinti, il profumo talmente forte da far bruciare le narici. Sbuffo poggiando la schiena al muro. -Awww,poverino...sei stanco?- commenta sarcasticamente Sara. La fulmino –stasera non lavori? Attenta che perdi i clienti- la provoco mentre lei mi lancia uno sguardo carico di odio. Sorrido soddisfatto prima di girarmi ricevendo l'occhiata ammonitrice di Chaz, l'unico che in quel covo di matti sembra capirmi. Non che non volessi bene a quella che ormai è la mia famiglia, ma a volte ho bisogno di staccare. Prima che qualcuno mi dica qualsiasi cosa che mi avrebbe fatto innervosire ulteriormente, salgo le scale per andare in camera mia e dopo mi butto sul letto, cercando di riposare. Ripenso a ciò che è successo oggi, le ho promesso che non le avrei mai fatto del male, quando poi sono stato violento con lei, per l'ennesima volta. Mi maledissi mentalmente bofonchiando un "vaffanculo". Rimango a guardare il soffitto come in cerca di una risposta, quando mi rassegno all'idea che avrei passato l'intera notte a soffrire per i sensi di colpa. O forse no. Pov Kathrine È mezzanotte e io ancora non riesco a dormire. Mi alzo , dirigendomi verso il bagno, dove mi do una veloce occhiata allo specchio, tanto per capire quando è stata distruttiva la giornata di oggi, poi ritorno in camera. Quando mi giro per poco non mi viene un colpo. C'è qualcuno fuori, nel balcone della mia camera. È buio e non riesco a capire chi è , ma nel dubbio tiro fuori il coltellino che tengo per sicurezza nel cassetto della scrivania. Mi avvicino cautamente prima di spalancare la porta-finestra e puntarlo contro Justin. Aspetta...Justin? Abbasso l'arma mentre assumo un' espressione dura e fredda. -Hai due minuti per sparire dalla mia vista, dopo mi metto ad urlare. Non penso che mio fratello sarebbe felice di vederti qui- dico Mi guarda con aria supplichevole –Kathrine , ti prego, so che sei arrabbiata, e hai tutti i motivi per esserlo- dice cercando il mio sguardo. -Direi, visto che mi hai puntato una pistola contro- gli ricordo mentre sento una fitta acuta al petto. Aggrotta la fronte, sembra quasi deluso. -Pensavi davvero che l'avrei fatto?- domanda incredulo. –si- rispondo sostenendo il suo sguardo. -non potrei mai- dice avvicinandosi a me. Faccio istintivamente un passo indietro, mentre lui assume un'espressione addolorata. -Tu..- si blocca sospirando -.. hai paura di me- conclude tristemente. -Kathrine, ascoltami ti prego.- parla con voce quasi disperata. -Non ho mai conosciuto una persona come te, mai. Ho avuto delle avventure con tante ragazze, ma nessuna mi aveva mai fatto provare quello che provo quando sono con te. Lo so, sono un coglione e tutto il resto, e hai ragione a non volermi più parlare. Vederti così, impaurita da me.. mi uccide. Non ti avrei mai sparato, credimi. Avrei ucciso me stesso se l'avessi fatto- parla così veloce da dare l'impressione che non respirasse. Faccio un passo avanti mentre lui alza lo sguardo su di me. -Non ho paura di te- mormoro mordendomi il labbro. –Ti causo solo problemi- dice duramente. -Adesso sei tu a dovermi ascoltare. Sono anni che cresco con l'idea di dover odiare ognuno di voi. E l'ho fatto, ci sono riuscita senza problemi prima di conoscerti. Non hai idea di come io stia bene con te. E' vero, quando ti arrabbi sei intrattabile, ma non ti cambierei mai. – parlo guardandolo negli occhi, combattendo contro l'imbarazzo. Lo vedo rilassarsi, così ne approfitto per posare la mia testa sul suo petto. -scusami- mormora poggiando le sue labbra sulla mia testa. Alzo lo sguardo per far incontrare i nostri occhi –Non devi scusarti, devi solo imparare a controllarti- dico sorridendogli lievemente. -Lo so- sbuffa. Rido della sue espressione, sembra un bambino appena sgridato dalla madre. -Posso entrare?- chiede. Annuisco facendogli strada in camera mia. Chiudo la porta a chiave, per evitare che qualcuno entri. Esamina l'intera camera, prima di sorridermi –Mi piace. Ha un buon profumo, sa' di te- dice sorridendomi. Lo guardo divertita –se lo dici tu- commento. Si avvicina lentamente verso di me, posando le sue mani sui miei fianchi, prima di avvicinare il mio corpo al suo. -Comunque, se non sbaglio l'altra volta avevamo lascito un discorso in sospeso- sussurra al mio orecchio. So benissimo cosa intende, tuttavia faccio la vaga. –ah si?- domando ingenuamente. -Si- risponde lasciando alcuni baci sul mio collo. Boccheggio per prendere un po' d'aria. -Cioè?-domando ansimante. –Vuoi essere la mia ragazza?- chiede tornando serio. –si- rispondo mordendomi lievemente il labbro. Torna a sorridermi stringendomi a sé. -Tanto non avevi altra scelta- dice possessivamente prima di staccarsi da me, sdraiandosi sul mio letto.
   
 
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