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Autore: Generale Capo di Urano    28/05/2016    5 recensioni
Eppure, si diceva, anche i più cattivi fra gli uomini avevano diritto a un’identità. Il mondo sapeva chi fosse Giovanni, la gente conosceva il suo nome anche se lui non aveva mai fatto nulla per accaparrarsi la sua simpatia. Lui, invece, non aveva un nome.
Non era Spartaco il Bullo o Zita la Picnic Girl, non era Panfilo il Marinaio o Loris lo Scolaro. A nessuno importava di quelli come lui, lo sapeva.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Recluta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Nome


Non chiedeva molto, lui.
Sapeva di non essere una persona degna di nota, anzi, probabilmente a nessuno importava nulla di lui. Neanche ai suoi stessi compagni.
Le persone non lo prendevano in considerazione, ma se lo facevano, di certo non potevano far altro che giudicarlo un verme, un parassita, di certo non qualcuno con cui è bello passare il tempo. Non poteva dare loro torto, dopotutto: aveva mai fatto qualcosa di buono?
Eppure, si diceva, anche i più cattivi fra gli uomini avevano diritto a un’identità. Il mondo sapeva chi fosse Giovanni, la gente conosceva il suo nome anche se lui non aveva mai fatto nulla per accaparrarsi la sua simpatia. Lui, invece, non aveva un nome.
Non era Spartaco il Bullo o Zita la Picnic Girl, non era Panfilo il Marinaio o Loris lo Scolaro: nulla di lui avrebbe potuto distinguerlo da migliaia di altre inutili Reclute.
Puntò lo sguardo sul ragazzo davanti a lui, già sapendo che il suo destino era quello di perdere miseramente. Gli occhi castani di quello lo squadravano senza davvero rendersi conto del fatto che quella davanti a lui era una persona.
Anche lui aveva dei begli occhi verdi, e una zazzera di capelli mori che però non si distingueva, nascosta e premuta sotto un cappello nero che lo rendeva esattamente identico a tutti i suoi compagni. Sapeva che quel ragazzo non poteva ricordarsi di tutti gli Allenatori che incontrava, di tutti i Pigliamosche o di tutte le Bellezze: ma se gli avessero detto, per caso, un nome, egli avrebbe potuto ricondurlo a un determinato viso, ad una certa squadra, ad una personalità diversa.
Se gli avessero detto “Recluta”, invece, avrebbe solo potuto pensare a tutti quegli uomini vestiti di nero che aveva fatto cadere come mosche con l’unico scopo di arrivare al Boss Finale. Non era che uno squallido Murkrow al servizio di quell’autoritario Honchkrow che su di lui aveva potere di vita o di morte.
A nessuno importava di quelli come lui, lo sapeva. Eppure, avrebbe solo voluto avere un nome, per potersi distinguere da tutti gli altri. Forse, a quel punto, anche i Pokémon che gli avevano affidato si sarebbero fidati di lui e avrebbero obbedito di loro spontanea volontà.
Avrebbe potuto essere Sandro la Recluta, o Julia la Recluta. Era maschio o femmina? Ah, ormai non importava più.
Osservò l’Houndour (che neppure poteva considerare suo) crollare sotto un unico, micidiale colpo del Feraligatr avversario. Non disse nulla, si fece da parte e fissò il giovane dalla casacca rossa correre verso i piani superiori, ignorandolo completamente.
Si accasciò contro la parete, sospirando. Forse, un giorno, gli avrebbero dato la possibilità di essere qualcuno.







Angolino del "boh"
Erhm, no, non so da dove mi sia uscito ciò. Per qualche strano motivo, le Reclute mi fanno...pena? Si può dire così?
Fosse per me, darei un nome a tutte ^^"

Coscienza: preferirebbero stare senza piuttosto che avere un nome da te.
Taci, Norberto.

 
   
 
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