I didn’t understand


È universalmente risaputo che, quando ci si invaghisce di qualcuno, tutte quelle facoltà mentali – quali la ragione, l’intuito, la volontà – generalmente discretamente funzionanti, improvvisamente smettono di svolgere il loro ruolo fondamentale.
Il quale ruolo fondamentale contempla un’unica e semplice norma: evitare che il soggetto compia cazzate inutili.
Qualcuno avrebbe potuto chiedersi che cosa avesse spinto Sakura Haruno, silenziosa e diligente studentessa di Filosofia, a volersi dichiarare così, dopo averci parlato una volta sola, al bellissimo ragazzo con i capelli neri che incontrava sempre nella biblioteca della facoltà.
Altri invece avrebbero potuto sottolineare il fatto che, se fosse stato davvero interessato, sarebbe dovuto toccare a lui prendere l’iniziativa – perché, benché Sakura fosse una donna emancipata, la prima mossa spettava sempre e comunque al ragazzo, s e m p r e - e che lei avrebbe solo dovuto aspettare il momento giusto, ossia quello in cui lui si sarebbe avvicinato al suo tavolo con un sorriso affascinante e le avrebbe chiesto di andare a prendere un caffè insieme.
Altri ancora, insistendo appunto sul fatto che lei fosse una donna emancipata e per di più studentessa di Filosofia – il che, in linea di massima, confermava un certo interesse per l’utilizzo dei neuroni di cui disponeva – sostenevano che non solo era consigliabile che la ragazza prendesse l’iniziativa, ma anche auspicabile, dal momento che questo che le avrebbe consentito di prendere una posizione netta nella questione.
Tutti questi “qualcuno”, “altri” ed “altri ancora” si trovavano infine d’accordo su un unico punto: tra tutte le alternative possibili tra cui Sakura avrebbe potuto scegliere per dichiararsi a Sasuke Uchiha, lei, purtroppo, si era impuntata sull’unica cazzata possibile.
Infatti, poiché l’idea di avvicinarsi al ragazzo in questione per chiedergli di fare due chiacchiere con lei non l’aveva nemmeno sfiorata, aveva deciso quindi che l’avrebbe chiesto all’amico scemo di lui, Naruto Uzumaki, un tipo piuttosto sbadato con la testa perennemente per aria, con gli occhi azzurri e i capelli biondi e con il segno particolare di non passare per un individuo particolarmente brillante.
Anzi, l’amico di lei l’avrebbe chiesto all'amico di lui. Perché tra amici ci si capisce meglio, no? E così era successo.
Seduta in biblioteca accanto a Shikamaru Nara – il quale aveva avuto la brillante idea di scrivere sul suo cellulare il contenuto della richiesta della ragazza dai capelli di un particolare colore – osservava l’amico scemo dell’amato leggere il messaggio sul telefono che gli era appena stato passato.

Senti, non potresti chiedere al tuo amico Sasuke Uchiha se gli va di prendere un caffè e fare due chiacchiere con la mia amica?

Un messaggio semplice e conciso, nulla di particolarmente ermeneutico o astruso come in genere andava di moda in quella particolare facoltà, nella quale si disturbavano ingiustamente svariati filosofi morti anche solo per chiedere una penna in prestito.
Una perfetta combinazione di brevitas e labor limae, insomma…
Lo videro prendere un po’ perplesso il telefono tra le mani, leggere attentamente ciò che vi era scritto, scorrere il messaggio e annuire con convinzione, con la stessa fermezza di un individuo che ne ha afferrato il significato.
Questi infine alzò lo sguardo su di loro e, con un’espressione ingenua, proferì “Non ho capito.”
…O forse no…


Note dell’autrice (o quel che è ^-^”)
Vi starete chiedendo perché la sottoscritta ha deciso di correggere e ripubblicare un ff scritta circa tre anni. Beh, se lo domanda pure lei *va a nascondersi in un angolo*
Quello che può dire è che finalmente si è laureata (non dirà in cosa u.u) e che la scena le è molto familiare in qualche modo (XD). A parte questo, con un certo imbarazzo chiede se qualcuno avesse cinque secondi da sprecare e votare il suo post, in modo da permetterle di vincere una borsa di studio e andare all’estero. Beh, nel caso qualcuno fosse interessato, ecco il link: http://woobox.com/vikq2d/gallery/BzdXFJDGa2Y Non c’è bisogno di registrarsi né nulla .