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Autore: pink sweet    29/05/2016    3 recensioni
Gale- Soulmate AU
Vedi per la prima volta i colori quando incontri il tuo soulmate
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Dal testo:
La prima volta che Gajeel vede i colori ha diciotto anni.
Succede in un parco e all'improvviso le foglie si tingono di rosso, verde e giallo.
Il cielo è azzurro e le nuvole bianche e lui apre la bocca a formare una perfetta O perché non pensava che al mondo esistessero tanti colori, no di certo.
Quando incontri il tuo soulmate la vita si riempie di colori, letteralmente. Fino ad allora Gajeel aveva sempre visto il mondo in bianco e nero, con le sfumature del grigio e pensava che mai sarebbe riuscito a vedere i colori, perché non gli si addicono, perché è un dannato, un drago oscuro.
Fa parte dell'oscurità non della luce.
E invece quella ragazzina minuta intenta a leggere un grosso libero c'è l'ha fatta, gli ha fatto vedere i colori!
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Makarov, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Colours and lies 
 
La prima volta che Gajeel vede i colori ha diciotto anni.
Succede in un parco e all'improvviso le foglie si tingono di rosso, verde e giallo.
Il cielo è azzurro e le nuvole bianche e lui apre la bocca a formare una perfetta O perché non pensava che al mondo esistessero tanti colori, no di certo.
Quando incontri il tuo soulmate la vita si riempie di colori, letteralmente. Fino ad allora Gajeel aveva sempre visto il mondo in bianco e nero, con le sfumature del grigio e pensava che mai sarebbe riuscito a vedere i colori, perché non gli si addicono, perché è un dannato, un drago oscuro.
Fa parte dell'oscurità non della luce.
E invece quella ragazzina minuta intenta a leggere un grosso libero c'è l'ha fatta, gli ha fatto vedere i colori!
Gajeel si alza d'impulso.
Non pensa a niente e probabilmente sta ridendo come un ebete, ma poco gli importa perché anche uno come lui ha una speranza.
Si avvicina alla ragazza e solo ora si sente un'idiota perché non sa il suo nome, non sa nulla di lei in effetti, e non sa neanche che dirgli.
Ma ormai è lì e non puoi tirarsi indietro, perché le parole “Gajeel” e “codardo” non vanno mai d'accordo.
Allora si schiarisce la voce e la piccola ragazza sembra accorgersi di lui solo ora. Si gira e lo guarda con una faccia stupita.
Quelli sono gli occhi che gli hanno aperto un nuovo mondo.
Non è ancora pratico dei colori, diamine saranno passati si e no tre minuti da quando gli ha visti, e forse è per questo che non riesce a definire bene gli occhi di lei.
O forse è perché sono troppo “wow” e non c'è un colore che gli definisca bene.
Non sono marroni come le cortecce degli alberi, no di certo, sembra che ci sia qualcosa di simile all'oro in quegli occhi, e di verde.
Gajeel non capisce di che colore siano gli occhi della ragazza, ma sa già che non ne potrà fare a meno.
Il ragazzo aspetta, cosa non lo sa nemmeno lui, ma di certo ora anche la ragazza vedrà i colori.
Succede sempre così perché due soulmate sono destinati a vivere insieme.
Sono legati.
La ragazza però non sembra stupita, chiede se c'è qualcosa che possa fare per lui, perché lei è gentile ed educata e sono queste le cose che chiedono le persone gentili ed educate.
Di certo un soulmate non chiede “c'è qualcosa che posso fare per lei?”
E allora Gajeel si gratta la nuca e la guarda piuttosto confuso, aspettando un segno, un qualcosa.
Un qualcosa che non arriva, allora se ne va brontolando un “ho sbagliato persona” mentre la ragazza dai capelli azzurri lo guarda andar via stupito.
Gajeel passeggia con le mani in tasca e il volto tra le spalle calciando qualche sassolino che coraggioso si è frapposto sulla sua strada.
Accenna un sorriso triste, malinconico.
In fondo lo sapeva che non era degno, ma cavolo quello era peggio di non vedere i colori a vita.
Vederli, ma non essere corrisposti. Era una cosa rara, ma succedeva e a lui era successa.
Si dice che quando incontri il tuo soulmate la prima fase che lui ti dirà verrà impressa sul tuo corpo.
A Gajeel fa ridere vedere quel lieve “C'è qualcosa che posso fare per lei?” Sul fianco destro.
Assomiglia ad una cicatrice, ma la scrittura è tondeggiante ed elegante, perfetta per quel piccolo scricchiolo che ha visto nel parco.
Quando Gajeel va a letto non riesce a dormire.
Gli fa male il petto e ha delle strane fitte al cuore e si, questo è peggio di non vedere mai i colori.
Si alza barcollate e va a sbattare contro un mobile imprecando nel silenzio della notte.
Apre il frigo quasi vuoto e afferra una birra ghiacciata.
Scivola giù nella bocca e brucia, ma è avido, di dimenticare, di non soffrire.
Butta la bottiglia vuota nella pattumiera, sono le tre di notte e lui sa che non si addormenterà.

Il giorno dopo si ritrova in quel parco.
Ci ha pensato ed è giunto alla conclusione che se almeno lei non può essere la sua soulmate l'avrebbe osservata da lontana, poco importa se fosse sembrato uno stalker, chissà magari sarebbero riusciti a scambiarsi qualche parola.
A diventare amici.
Digrignò i denti all'idea di diventare amico della persona con cui era destinato a vivere.
No, meglio di no decisamente. Non ci teneva a sentire i discorsi su quanto bello e intelligente fosse il suo amore.
Quando la ragazza dai capelli cielo arrivò erano le 10 di mattina ed era domenica, per questo non era a scuola, probabilmente, perché avrà avuto 14 o 15 anni e lui si sentiva davvero troppo grande.
Aveva un libro enorme, diverso dal giorno precedente e solo allora gli sembrò così ovvio che lui non poteva essere il suolmate di una tipa come lei.
Però il nome voleva saperlo, davvero doveva affidarsi a quel nome.
Andare lì e dire “Ehy ciao, sono il tipo strambo di ieri, grazie a te ho visto i colori sai” non gli sembrava la cosa più appropriata, senza contare che se continuava a fissarla in quel modo si sarebbe davvero spaventata.

< Ciao >
< Emh ciao, sei il ragazzo di ieri vero? >
< Esatto, sai ti avevo scambiato per una mia amica ma sei troppo piccola ghihihi >

La ragazza gonfiò le guance in un modo che reputò tenerissimo e il cuore fece una capriola al contrario.

< Beh se sei venuto qua per prendere in giro puoi anche andartene >

Gajeel avrebbe voluto andare a darsi qualche testata su un albero perché tutti quei pensieri romantici non erano proprio da lui e poi, cazzo, lei non vedeva i fottuti colori!

< Ghihihi io comunque sono Gajeel Redfox piacere >
< Levy Mcgarden e per me non è per niente un piacere conoscerti >

Si chiamava Levy!
Aveva appena detto che l'odiava, ma si chiama Levy!
Che nome fantastico, che suono sublime.
Era troppo per lui, se l'avesse chiamata per nome sarebbe definitivamente morto.

< A me sembri più un gamberetto ghihihi >
< Che cosa? Ma scusa come ti permetti? >

La ragazza imbronciata prese il libro che infilò malamente nella borsa e fece per andarsene quando una mano la trattenne.

< Lasciami subito andare altrimenti mi metto ad urlare maniaco! >
< I tuoi capelli hanno il colore del cielo >

Ecco, l'aveva detto. Bell'idiota che era.
Gajeel girò la testa a destra mentre lasciava andare il piccolo braccio di Levy.
Lei si portò le mani alla bocca, come quando si è stupiti o spaventati e abbassò lo sguardo, colpevole.

< I-io, oh no, mi dispiace tanto, davvero, io...io non >
< Ho capito tranquilla, l'unica cosa...ti va bene se mi metto su quella panchina? Non voglio farti del male, solo...guardarti >

Mai come in quel momento Gajeel si sentì uno stupido, probabilmente vedere i colori implicava anche l'uccisione di qualche neurone, perché non era possibile!

< Si certo, beh scusami ancora >

Levy andò a sedersi e riprese a leggere il suo libro rossa come un pomodoro perché sapeva di avere lo sguardo di Gajeel puntato su di lei.
Le dispiaceva per quel ragazzo, non venire corrisposti doveva essere orribile e lui adesso stava soffrendo per colpa sua.
Eppure gli occhi di lui erano grigi, i capelli neri e la pelle di un grigio più chiaro degli occhi.
Levy si sforzò di vedere i colori, ma non ci riuscì.
Allora continuò a leggere.
Così come il giorno dopo e quello dopo ancora.
E passarono le settimane e poi i mesi.

Gajeel alla teoria “dei colori in ritardo” non ci credeva neanche po'.
O li vedevi oppure no, e se non li vedevi in quel momento quella non era la persona giusta.
Nonostante non ci credesse si affidava a quella teoria citata da non sa quali idioti su internet.
Eppure ogni giorno che passava il suo cuore si incrinava sempre di più e cavolo se soffriva! Era un dolore vero, il petto gli faceva male! Aveva delle fitte terribili.
La notte non gli era amica perché di notte una persona è libera da ogni cosa, tranne che dai pensieri.
E i pensieri di Gajeel si focalizzavano tutti su Levy.
Aveva scoperto molte cose su di lei.
Inanzitutto aveva 17 anni e questo lo faceva sentire un po' meglio.
Amava leggere e quando lo faceva era bellissimo perché la sua faccia diventava la porta per quei mondi tanto lontani da lui. Amava le sue mille espressioni così diverse dalla sua faccia sempre burbera.
Amava come sprigionasse luce propria.
Amava i suoi vestitini arancioni, il suo sorriso smagliante e i suoi occhi dolci.
Amava tutto di lei.

~~~~~~

Lei e Gajeel parlavano poco, ma quel poco che si dicevano era profondo.
Sentiva che Gajeel la conoscesse meglio di altri, meglio di Lucy, la sua migliore amica.

Ogni giorno il ragazzo le chiedeva come stava e sapeva che dietro a quei “come stai?” Si nascondeva un “gli hai visti?” E ogni volta con lo sguardo basso gli mormorava un “al solito” e sentiva di farlo soffrire e soffriva anche lei perché in fondo si era legata a quel ragazzo così cupo e silenzioso.
A volte pensava di fargli del male a scherzarci insieme e a prendere un caffè perché lo trattava come un amico mentre per lui lei era la sua soulmate e aveva paura che prima o poi quell'equilibrio si sarebbe spezzato.
Come se Gajeel stesse camminando su una corda sospesa e lei tenesse in mano l'estremità, ma poi un soffio di vento la facesse cadere e con lei sprofondasse anche Gajeel.

Dal canto suo il ragazzo si sentiva sempre peggio ed era tentato di non andare in quel maledetto parco, ma poi il sorriso di Levy e i suoi occhi di quel colore così particolare lo attiravano come una calamita.
La prendeva in giro quando avrebbe solo voluto abbracciarla.
Gli rubava il libro e invece avrebbe voluto baciarla.
Ascoltava le sue storie e voleva che lui facesse parte di esse.
Era in un limbo buio e freddo e faceva male, ma nonostante tutto non riusciva a tagliere la corda perché per vivere hai bisogno del tuo soulmate.
Non era una cazzata sdolcinata che si era inventato al momento.
Addirittura le cicatrici di lei gli apparivano sul suo corpo, come per magia.
In quei momenti si diceva che era meglio che Levy non vedesse i colori perché lui di cicatrici se ne faceva molte di più del gamberetto e non aveva voglia che lei soffrisse per causa sua.

~~~~~~~

Solito parco, solita ora.
I due si erano seduti sotto un acero e Levy stava provando a cucire un bottone.

< Ahia >
< Gamberetto sei un impedita >
< Ma nessuno mi ha mai insegnato! Vorrei vedere te con questo maledetto ago! >

Gajeel alza gli occhi al cielo sbuffando e gli prende l'anulare, quello che si è punto.
Gli esce un po' di sangue e si comporta istintivamente, maledicendosi subito dopo.
Le prende il dito e succhia via il sangue mentre Levy lo guarda con occhi spalancati.
Un goccia scivola sull'erba e Levy diventa rossa.
Gajeel si gratta la nuca imbarazzato e Levy si scusa.
Si scusa perché non ha ancora visto i colori e perché lo sta facendo soffrire.
Lei non si è mai innamorata veramente nella sua vita, non sa cosa vuol dire non essere corrisposti, ma intuisce che sia una cosa dolorosissima e quindi si sente uno schifo perché non è per niente sua intenzione far sentire male Gajeel.
Chiude gli occhi e sente che le lacrime stanno per scendere.
È una situazione difficile per tutti e due e in quei mesi l'hanno affrontata con una falsa serenità che non ha fatto altro che distruggerli dentro.
Lei vuole vedergli.
Desidera vedere i colori sopra ogni cosa.
Gajeel le alza il mento e dice di tranquillizzarsi perché non è colpa sua.
Lo fa sempre questa cosa di sviare colpe che sono evidentemente sue con quel suo ghigno strano che ormai è diventato vitale per Levy.
Forse solo ora la ragazza si rende conto che in quei mesi Gajeel è diventato una costante fissa, sia nel suo magico momento del parco, sacro e inviolabile per lei, sia nei pensieri.
Pensa a lui di continuo ed è diventato il misterioso ragazzo che Lucy vuole tanto incontrare perché è quello che ha rubato il cuore della sua migliore amica.
Allora Levy si arrabbia perché non è vero che gli ha rubato il cuore, perché se fosse così adesso vedrebbe i colori.
Vedrebbe che gli occhi di Gajeel sono di un rosso acceso simile ai colori del tramonto di cui sono circondati.
Levy spalanca gli occhi rendendosi conto solo ora del mondo circostante?
Ha alzato lo sguardo e sono apparsi.

< I... i tuoi occhi sono rossi! >

Ed è il turno di Gajeel di spalancare gli occhi perché lui alla teoria “dei colori in ritardo” non ci ha mai creduto, ma ci ha sperato e quella speranza si è trasformata in realtà ed esulta e l'abbraccia.
Quanto ha sognato questo momento!
La stringe come sta sognando da circa 4 mesi a quella parte di fare e si sente così felice che non bada nemmeno alla sua tenera risata.

< Perché piangi gamberetto? >
< Perché sono felice! >

Levy si alza lievemente la maglia e ride forte davanti alla cicatrice “ho sbagliato persona” sul fianco sinistro.

< Ma allora è vero! Che frase romantica ahahah >
< E la mia allora? “c'è qualcosa che posso fare per lei?” Andiamo! Sono stato bellamente uncolored-zonato per circa 4 mesi! Non mi merito un premio per aver resistito così a lungo?! >

Levy fa finta di pensarci su poi ride e afferra la maglia di Gajeel e lo tira verso di se.
È un bacio dolce e un po' impacciato, ma diventa ben presto affamato e passionale.

Quando si staccano il respiro e leggermente affannato e le gote dipinte di un tenero rosso.
Ora Levy si guarda intorno con occhi spalancati e sorride felice.

< Sono davvero tanti >
< E belli >
< Già, tanti e belli >
< I tuoi occhi hanno un bellissimo colore >
< Tsk sono del colore del sangue >
< A me sembrano del colore di questa foglia d'acero > dice la ragazza prendendola in mano e guardandola come se fosse un tesoro prezioso.
< Il rosso mi piace davvero tanto... >
La ragazza lancia un'occhiata a Gajeel e lo vede pensieroso.

< C'è qualcosa che non va? >
< Nulla di che gamberetto >
< Andiamo a me puoi dirlo! >
< Ghihihi che curiosona, sei appena diventata la mia soulmate e vuoi subito sapere ogni cosa! >
< Mi pare logico! È così che si fa, ci si aiuta a vicenda >
< Beh allora, cosa ti insegnano a scuola sui soulmate? >
< Umh...che sono la persona a cui si è legati per la vita, quelli a cui siamo destinati >
< Si e poi? >
< Quando incontri il tuo soulmate vedi i color per la prima volta >
< Questo è assodato >
< La prima frase che ti rivolge viene impressa sul tuo corpo >
< Anche questo è confermato >
< Quando incontri il tuo soulmate le cicatrici che lui si procura le senti anche tu sul tuo corpo e poi puoi sentire la sua sofferenza, ecco...è vero? >
< Beh per adesso non mi è apparsa nessuna cicatrice, ma c'erano giorni in cui ero turbato senza un motivo valido, quindi si, credo sia vero. Qual'è l'ultima cosa che si sa? >
< Quando muore uno muore anche l'altro e l'ultima frase che senti è pronunciata dal tuo soulmate >
< Già >
< È questo che ti preoccupa >
< Ho paura di farti soffrire, immagino... >
< Ti cacci nei guai Gajeel? >
< Una cosa del genere >
< Beh puoi scacciarti dai guai no? >

Gajeel gira la testa dall'altro lato e sussurra un debole “si”
Cazzo non riusciva proprio a vederla soffrire.

~~~~~~~~~~

È notte e fa piuttosto freddo nonostante sia estate.
Gajeel indossa dei pantaloni neri e una maglietta del medesimo colore.
La stradina dietro il locale è buia poiché l'unico lampione che c'è non funziona.
Gajeel è appoggiato ad un muretto scuro con tanto di graffiti, fuma una sigaretta mentre con occhi attenti osserva il ragazzetto che sta contando i soldi.

< Ecco è tutta tua > dice il giovane ad un altro ragazzo mentre gli passa una bustina di polverina bianca.
L'altro sghignazza e dopo aver ringraziato scompare nelle tenebre.

< Come sono andato Gajeel-senpai >
< Tsk bene Phanter >

Master Josè aveva raccolto l'ennesimo orfano dalla strada, non perché fosse dotato di buon cuore, ma per sfruttarlo per i suoi loschi affari.
Il piccoletto non si ricordava assolutamente niente, nemmeno il suo nome. Gajeel decise di chiamarlo Phanter, nome piuttosto strano, ma al ragazzino sembrava piacere, solo perché gli ricordava il suo gatto Lily.
È di carnagione piuttosto scura e nonostante avesse avuto più o meno 12 anni aveva un ben fisico allenato, i capelli spettinati marroni e perfino una cicatrice sulla guancia destra.
A Gajeel fa un po' pena: è un bravo ragazzo e si impegna un sacco nel suo “lavoro”, peccato che fosse un tantino illegale.
Phanter gli ricorda lui qualche anno prima, quando abbandonato da Metallikana aveva trovato rifugio da Master Josè che all'inizio sembrava un padre buono, ma ben presto si era mostrato per quello che era realmente.
Aveva sfruttato Gajeel un sacco di volte vista la sua forza tant'è che a Phantom Lord, il pub che nascondeva i traffici illeciti, si era guadagnato il soprannome di drago di ferro visto che le sue urla sembravano ruggiti e la sua pelle dura come il ferro.

< Ohi Gajeel, Phanter come va? >

Gajeel grugnì di fronte all'oggetto dei suoi pensieri, come al solito aveva quel ridicolo vestito viola e quel cappello a punta che lo faceva sembrare un mago, un mago della manipolazione certamente.

< Com'è andata sta sera? >
< Questo è ciò che ho guadagnato Master! > dice allegro Phanter
< Oh bene, bene, sapevo che eri un bravo bambino > afferma scompigliandoli i capelli < si è fatto tardi, vai a dormire >
< Certo, buonanotte Master, buonanotte senpai >

Gajeel grugnisce un “notte”come risposta per poi spostare la sua attenzione sul Master.

< C'è qualcosa che devi dirmi Gajeel? >

Il ragazzo sospettava che Josè fosse venuto a conoscenza della sua policromia, ma non ne era sicuro e in ogni caso non gliela avrebbe mai detto.

< No >
< Umh...se lo dici tu, comunque in questo periodo le fatine ci stanno dando un sacco di problemi >

Fairy tail, il pub di fronte a Phantom Lord, un pub “lucente” ovviamente, niente droga, nessuno spaccio, solo vomitevoli serate in famiglia.
Anche il Master di Fairy tail, Makarov, aveva adottato un sacco di bambini, anche se Gajeel non riusciva a concepirne il motivo.
Josè sfrutta i suoi “figli” invece a Makarov cosa servono?
Comunque c'era una sorta di rivalità tra i due pub da molto tempo ormai, Fairy tail rubava clienti a Phantom lord e...

< Di recente quello sconsiderato ci ha anche denunciati alla polizia, per fortuna siamo riusciti a far sparire le prove, ma probabilmente ci tengono d'occhio. Mi ha seccato! >
< Quindi cosa dovrei fare? >
< Sta sera le fatine tengono una festa in maschera, mettiti qualcosa anche tu e vai a divertirti >
< Ghihihi con molto piacere >

~~~~~~~~~

Quando Gajeel vede il tatuaggio di Levy è passata circa una settima dal loro primo incontro.
Quel tatuaggio lo solleva perché è l'ennesima prova che loro non possono stare insieme, dall'altra parte è la sua condanna a morte.
Diventa totalmente la sua condanna a morte il giorno in cui anche Levy diventa una policroma.
Vorrebbe sbattere la testa contro un albero perché si è cacciato in un guaio più grande di lui.
Gli ricorda una storia, non ha bene presente il titolo, l'aveva studiata a scuola ed era una tragedia.
Parlava di questi due amanti che non potevano stare insieme perché le loro famiglie erano in conflitto da anni e alla fine morivano tutti e due in una maniera decisamente tragica.
Gajeel si sentiva più o meno così.
Da quando era stato allevato da Master Josè aveva imparato ad odiare Fairy tail, gli odiava non perché avesse un particolare motivo per farlo, ma perché semplicemente doveva essere così.
Nel corso degli anni il doveva essere così si è trasformato in vero e proprio rancore.
Forse perché anche lui avrebbe voluto avere un po' della felicità che li contraddistingue.
Quando Gajeel vede il simbolo di Fairy tail sulla schiena minuta di Levy si sente morire e si annota di mettere magliette che gli coprano il tatuaggio nero sulle spalla destra.
Non doveva sapere altrimenti avrebbe rovinato tutto.
Quella fata stilizzata sulla spalla di Levy lo fa morire e ridere insieme perché diamine, il loro è proprio un amore tragico.
Si, Gajeel si sentiva proprio come il protagonista di quella tragedia inglese.

~~~~~~~~

Gajeel indossa una maschera argento che gli copre gran parte della faccia, si veste di nero con tanto di piume e attende su un misero muretto.
Prega tutti i kami che Levy non le veda e intanto prega i kami perché una voragine lo risucchi.
Solo qualche mese, è una questione di pochi mesi e avrà 19 anni, raggiungerà la maggiore età e scapperà lontano da quella città di merda.
O almeno questo era quello che pensava prima di conoscere Levy, ora non può più scappare perché senza di lei si sente morire, ma non può nemmeno costringerla a seguirlo.
Se si prende una casetta da qualche parte e abbandona Josè il vecchio lo fa uccidere.
È con le mani nel sacco e adesso non vuole davvero fare del male a quelle fatine perché farebbe soffrire Levy, ma deve mantenere la facciata perché ora come ora Josè gli dà una casa e gli dà dei soldi.
Ha bisogno di quel bastardo per vivere e al sol pensiero si sente un verme.
Stringe i pugni e digrigna i denti, sente un rumore improvviso e si accovaccia per vedere meglio.
Non doveva pensare a niente adesso, doveva agire e basta.
Tre figure parlano allegre, ma sono ancora troppo lontane per riconoscerle.
Vede due ragazzi con delle buffe capigliature e con delle maschere altrettanto ridicole.
In mezzo a loro una ragazza.
Cazzo.
Gajeel si gira e vede Josè osservarlo poco lontano, ha in mano un bicchiere di birra e lo alza in suo onore pronto a festeggiare.
Gajeel stringe i pugni così forte da farsi uscire il sangue e cazzo non sa cosa fare.
Non vuole attaccare Levy, non vuole farle del male.
Non vuole, non vuole.
Si gira e vede il Master, sposta lo sguardo e vede il trio allontanarsi.
Cazzo, questo è molto peggio di non vedere mai i colori.
Salta agilmente giù dal muretto e vede la ragazza guardarlo con occhi sgranati.
Spera almeno che non lo riconosca perché altrimenti sarebbe tutto finito.
Si porta dietro di lei evitando agilmente i due ragazzi.
Si morde le labbra e reprime una lacrima mentre le dà un colpo sul collo tale da farla svenire.
La prende al volo prima che tocchi il cemento e l'adagia delicatamente.
Mentre prende a pugni i suoi amici pensa ingenuamente che quella sia la scelta migliore.
La più indolore, almeno così non vedrà quello che lui sta facendo ai suoi nakama.
Anche i due svengono sotto i duri colpi.
Prende una bomboletta e disegna sui ragazzi il simbolo di Phantom Lord.
È pronto ad andarsene e tirare un urlo, così qualche stupida fatina gli troverà e gli porterà al sicuro, ma la mano fredda di Master Josè si posa sulla sua spalla e con occhi furbi gli indica il grande albero lì vicino.
Questo no cazzo.

< Non credo ce ne sia bisogno >
< Ti stai rammollendo Gajeel, muoviti altrimenti saranno guai seri > minaccia il Master puntandogli un coltellino alla gola.
Il ragazzo sa di cosa è capace il Master, riuscirebbe a perseguitarlo anche da morto.
Gajeel affera i corpi riluttante gli appende all'albero, cercando di non dare retta alle terribili fitte al cuore.
È il turno di Levy che è così bella con quel vestitino giallo.

< Disegnale il simbolo >
< Non mi va è una ragazza >
< E allora? Cos'è sei diventato improvvisamente un gentiluomo Gajeel? >

Prende la bomboletta e gli disegna quel maledettissimo logo sulla pancia perché sa che Josè sta pensando che sia lei la causa dei suoi colori.
Non deve venirne a conoscenza altrimenti le farebbe del male solo per ricattare lui e per fargli fare di qualcosa di ancora più terribile.
Non deve saperlo, per il bene di Levy.
Gajeel ignora le lacrime il nero della bomboletta sul ventre di Levy.
Ignora tutto e sparisce nella notte buia.



Angolo autrice

Ehy la, c'è qualcuno? XD
Beh questa storia doveva essere una One shot, ma mi sono resa conto che poi diventata troppo lunga quindi ho deciso di spezzatarla in due, massimo tre capitoli.
L'ambientazione è la Terra normale (?) ma l'universo è quello dei soulmate a cui mi sono appassionata da poco * ^ *
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che non abbia reso Gajeel troppo OOC specialmente all'inizio quando l'ho reso un po' tropo sdolcinato ahaha cosa anche strana visto che di solito, passatemi il termine, lo smerdo e basta ahahah
Comunque ogni commento sarà ben gradito u.u
Per il secondo capitolo non credo dobbiate aspettare molto
Poi il fatto è che la maggiore età sia a 19 anni è completamente inventato perché mi serviva per la storia e non mi andava di fare di due tenerelli di un anno più piccoli xD

Baci
Pink-chan :)

 
  
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