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Autore: DarkDevil9700    29/05/2016    3 recensioni
{Storia temporaneamente sospesa}
E se Mikan non avesse vissuto la vita che tutti conosciamo? Se la sua storia fosse ben diversa?
Cosa succederebbe se una ragazza che per quindici anni ha vissuto nel terrore incontrasse un ragazzo deciso a liberarla dalle tenebre che la circondano?
Nessuno lo sa perché tutto può succedere...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
Svegliati!

(Mikan)

Non credo esista un modo preciso o corretto per descrivere quell'emozione, quella sensazione perché era tremendamente confusa, orribilmente strana e contorta. Quel senso di vuoto che mi affliggeva, quello strano bisogno di essere completa...in pratica ero completamente spenta, mi sentivo priva di vita.
Continuavo a fare azioni senza senso, era come se la mia mente non avesse più il controllo sul mio corpo...esso, anzi, sembrava agire per conto proprio. Non capivo cosa mi stesse accadendo era tutto troppo confuso, mi sembrava di essere risucchiata da un vortice... Era quella classica sensazione di annegamento, quando ti senti affondare e l'acqua ti entra violentemente nei polmoni smorzandoti il respiro.

-Sembri proprio una stupida bambolina di pezza. Sei alla nostra mercè, Mikan-

La sentii di nuovo, quella voce, quell'orribile timbro vocale... Era quella l'unica cosa che sentivo. Non riuscivo ad udire altri suoni.
-Ti stai chiedendo perché, vero? Perché non rispondi più delle tue azioni... Beh la risposta è molto semplice ragazzina, ora tu sei nelle nostre mani. Ti stiamo controllando grazie ad un particolare tipo di Alice. È stato facile farti "possedere", per così dire, da questo potere... La tua mente così fragile non era un grande ostacolo d'altronde- mi disse mentre continuava a ridere sguaiatamente.
"Già" mi dissi "sono debole, lo sono sempre stata. È ovvio che sia facile utilizzarmi come un giocattolo..."
Lo sentii parlare con qualcuno, ma, per qualche motivo a me ignoto, i suoni giungevano al mio orecchio come onde sonore sconnesse che non formavano nessuna parola. Erano solo degli strani versi acutissimi la cui intensità mi stava facendo sanguinare le orecchie, letteralmente. Dopo non molto quei rumori orribili cessarono improvvisamente lasciando posto solo ad un macabro silenzio.
I miei occhi smisero di vedere, le mie orecchie di sentire e il mio corpo sembrava non esistere più...

"Sono ancora viva?" mi chiesi, perché quella sensazione, a mio parere, sembrava liberatoria...come la morte. Morendo mi sarei liberata di ogni cosa. Il dolore, la paura, quella felicità apparente il cui destino era solo quello di svanire...tutto sarebbe scomparso per sempre.
Ma, quello che non sapevo, era che ciò che stavo per fare era orribile...
Non sapevo cosa fossi diventata, quello in cui ero stata trasformata...
Senza saperlo ero diventata una bambola speciale: una bambola creata per uccidere...
_____________________________________________________

(Hoshi)

Stavo correndo, correvo senza sosta mentre il sangue mi usciva dal naso senza un apparente motivo e il suo colore scuro mi macchiava la camicia bianca. 
Mi faceva male sostenere quell'illusione, simulare l'aspetto di Aya era uno sforzo eccessivo per il mio fisico già debole a causa dell'attacco alla mia mente da parte di quel fottuto coglione.
"Non posso fermarmi ora" mi dissi, mentre pensavo rapidamente a quale delle circa venti cartine delle singole sezioni di Tokyo.
Dovevo prendere quella giusta, quella che mi avrebbe portata da loro...ma dovevo ricordarmi quale fosse, quale delle tante sezioni di Tokyo aveva registrato il maggior numero di eventi sospetti.
"Su ogniuno di esse avevamo disposto un certo numero puntine e avevamo evidenziato con accuratezza ogni singola cosa. Ricordo che su una delle tante cartine eravamo ad un passo dalla soluzione, mancava solamente un attacco e saremmo riusciti ad identificare la loro zona d'azione, il loro quartiere generale... Se solo riuscissi a ricordarmi quale fosse!" pensai esasperata, mentre, con un calcio assestato alla porta, entravo nell'ufficio del preside.

-Cosa diavolo stai facendo Otonashi?!- mi chiese Persona con uno sguardo che definire arrabbiato sarebbe stato un eufemismo.
Mi appoggiai con le mani sulle ginocchia cercando di riprendere il fiato trattenuto durante tutta la corsa dai dormitori fino alla stanza dove mi trovavo in quel momento.
-Mikan...- dissi attirando l'attenzione dei due adulti lì presenti -è nelle loro mani...-
Loro mi fissarono con gli occhi fuori dalle orbite mentre io cercavo, inutilmente, di asciugarmi il sangue.
Vidi Persona aprire la finestra e accovacciarsi sul davanzale, un gioco da ragazzi per l'essere che doveva addestrare una massa di ragazzi ad essere delle spie e degli assassini.
-Abbiamo bisogno di Hyuuga- disse freddamente.
-STA SCHERZANDO SPERO!- gridai io -VUOLE DAVVERO COINVOLGERLO IN QUESTA STORIA?! SI RENDE CONTO CHE SE VEDRÀ MIKAN NELLO STATO NEL QUALE POTREBBE TROVARSI RISCHIEREBBE SOLO DI AMMAZZARSI?!-
Serio voltò il suo sguardo coperto dalla maschera su di me, mentre si teneva in equilibrio sul davanzale della finestra.
-Otonashi lui è, in ogni caso, l'unico di cui lei si fida. Se è nella situazione fisico-psicologica nella quale crediamo che sia c'è ben poco da fare. Se vogliamo riportarla alla realtà avremmo bisogno di qualcuno che abbia già instaurato un rapporto con lei e, l'unico che lo ha fatto, è stato Natsume- mi disse.
Io serrai i pugni. Sapevo che aveva assolutamente ragione, sapevo bene che quella era l'unica soluzione che poteva essere presa, ma sapevo anche che quel disperato tentativo di salvarci avrebbe potuto portare ad una carneficina.

Vidi Persona saltare giù e non mi preoccupai minimamente per la sua salute, si poteva saltare da ogni tipo di altezza il segreto era piegare le gambe il più possibile per non farsi male. Lo avevo imparato a mie spese tutte le volte che ero dovuta restare a letto per settimane quando mi allenavo a saltare da grandi altezze.
Mi voltai verso il preside.
-Avete già cercato di scovarli?- chiesi.
Lo vidi annuire.
-Purtroppo però le nostre ricerche non sono servite a nulla. Sta di fatto che qui abbiamo ancora le rappresentazioni in scala di tutte le aree dove  sono stati registrati i maggiori numeri di eventi che solo un Alice potrebbe causare- rispose lui tirando fuori dal cassetto quattro cartine raffiguranti le zone A51 di Tokyo nord, C66 di Tokyo Est, G09 di Tokyo Sud e la R28 di Tokyo sud, o almeno così le avevo chiamate io sin dalla mia infanzia.
-Sono queste quelle che registrano i numeri più elevati di possibili interventi da parte di persone dotate di Alice?- chiesi avvicinandomi ed esaminando quelle cartine decisamente schematiche.
-Esattamente. Quella che, però, ha attirato maggiormente la mia attenzione a seguito dei rapimenti è stata questa zona qui- mi disse indicando con il dito la zona appartenente a Tokyo nord -Qui infatti, ogni volta che spariva una ragazza, venivano registrati delle sorte di "modifiche delle onde sonore". L'ampiezza e la frequenza di esse, infatti, aumentava drasticamente creando un qualcosa, però, di ben diverso da un ultrasuono. Infatti era come se le onde  andassero incontro ad un corpo preciso, era come se dovessero essere trasmesse ad un solo elemento-
-Ovvio- dissi -controllavano i soggetti attraverso gli Alice e grazie a qualche tipo di macchina per disperdere nell'aria le onde sonore per poi "lanciarle" contro il soggetto che volevano controllare. Grazie a questo sistema possono controllare chiunque anche ad enormi distanze...è pazzesco-
Afferrai la cartina corrispondente alla zona A51 e osservai le tracce che erano state fatte per indicare la dispersione nell'aria delle onde sonore.
-Se mi viene dato il tempo sufficiente sarò in grado di capire la posizione della sorgente sonora dalla quale provengono queste onde- dissi.
-Fai quello che devi- mi fece il preside -ma cerca comunque di sbrigarti-.
Non me lo sarei fatta ripetere due volte.
 

***

(Natsume)

Non avrei mai creduto che un giorno avrei seguito Persona, l'essere che più odiavo, di mia spontanea volontà e senza fare storie, anzi, con una certa urgenza.
Appena mi aveva trovato, appena fuori dal laboratorio di Hotaru, mi aveva detto solo una cosa: "Mikan è in pericolo".
Non mi aveva detto una parola di più, ma io lo avevo seguito senza nessun indugio.
In quel momento eravamo nel corridoio che portava nell'ufficio del preside Kuonji, luogo che, in stato normale, avrei evitato come la peste e che, in quel singolo istante, mi sembrava l'unico posto dove poter trovare le risposte di cui avevo bisogno.
Appena entrato vidi subito Aya tracciare con un compasso su una cartina  quelle che, dedussi, essere una sorta di traiettorie. Vidi il suo sguardo concentrato fare attenzione ad ogni minimo dettaglio, sapeva che non doveva sbagliare nessuna di quelle tracce per nessuna ragione.
-Eccoti qua Hyuuga...- iniziò il preside, ma la mia voglia di starlo ad ascoltare era inesistente -SENTI TUTTI LE TUE MINCHIATE TE LE TIENI PER DOPO, OK? ESIGO DELLE RISPOSTE E SARÀ MEGLIO CHE ME LE DIATE!- ringhiai arrabbiato. 
In casi normali una frase come questa mi sarebbe costata tre mesi di missioni ogni giorno, ma quello era tutt'altro che un caso normale.
-Calmati Natsume con le tue urla da gatto isterico l'unica cosa che fai è deconcentrarmi, quindi vedi di smetterla o ti faccio cambiar sesso a forza di calci nelle parti basse- mi disse freddamente Aya senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro.
Sentii il preside schiarirsi la gola, stava sicuramente per parlare, ne ero più che sicuro.
-Devi sapere che...- iniziò, ma, improvvisamente, accadde una cosa che mai, e dico mai, nella mia vita avrei creduto anche lontanamente possibile: vidi Mikan entrare nella stanza dopo aver sfondato la porta con un calcio. Il suo viso era totalmente privo di espressione e i suoi occhi erano diventati totalmente neri, così tanto che le pupille non si distinguevano più dalle iridi. Era impallidita in maniera evidente, ma la cosa più spaventosa era il sangue che le usciva dal naso, dalla bocca e dalle orecchie. Non era tanto ma sembrava che il suo fisico fosse spinto al suo limite da una forza spaventosa, una forza che, lentamente, l'avrebbe uccisa.
Aya nascose la cartina nella tasca della giacca, mentre tutto noi altri scattavamo sull'attenti. Quella non era Mikan, quella era una specie di mostro.

Ad un tratto scoppiò il disastro.
Mikan scattò verso di me e mi assestò un pugno nello stomaco con una forza nettamente superiore rispetto a quella che aveva normalmente. Barcollai e serrai le mani in due pugni.
In ogni caso non mi sarei difeso, non volevo farle del male.
-Sakura svegliati- disse Aya avvicinandosi a lei con passi veloci.
Lei, in risposta, si voltò di scatto e iniziò a colpirla a raffica aumentando la sua velocità ad ogni singolo colpo...poi una specie di luce le avvolse. Quando essa sparì vidi Mikan stringere nella mano una pietra Alice che aveva lo stesso colore del cielo, forse leggermente più freddo, è una ragazza distesa a terra. La ragazza aveva i capelli azzurri e due occhi di un colore paragonabile a quello del piombo e dell'argento messi insieme, essi sembravano affilati e freddi come la lama di una spada.
La ragazza della Luna si alzò barcollante, mentre i primi segni, che successivamente sarebbero diventati lividi, le comparivano sulla pelle.
-Vuoi uccidermi? E secondo te cosa risolverai?- le chiese.
Dietro di me sentii Persona muoversi e subito mi voltai verso di lui.
-Tu e il preside avete già fatto abbastanza danni, no? Lascia fare a noi, finiresti solo con l'ucciderla!- gli dissi e lui, senza dire una parola, si ritrasse.
Sentii poi la mano di Mikan stringermi il polso con violenza; sentivo le sue unghie conficcarmisi nella pelle con forza, come se ci fosse il secondo fine di farmi uscire sangue fino alla morte.
-NATSUME NON FARTI RUBARE L'ALICE!- gridarono tutti gli altri, mentre una luce si formava attorno al mio polso.
Non capivo cosa stessero dicendo, in quel momento non stavo capendo proprio nulla, era tutto estremamente strano...tutto stava accadendo senza un perché...

-MIKAN SMETTILA!- gridai e la vidi sussultare.
"Mi ha...sentito?" pensai.
-MIKAN SONO NATSUME! NATSUME HYUUGA!- dissi ancora e la luce lentamente svanì.
Mikan si portò le mani sulla testa ed iniziò a gridare disperata mentre una cascata di lacrime le scivolava dagli occhi. Il sangue smise di uscire.
Se qualcuno la stava possedendo il controllo sul suo corpo stava svanendo.
-Mikan- le dissi avvicinandomi -è solo un brutto sogno. Ora però devi svegliarti-
La abbracciai e la sentii irrigidirsi per poi calmarsi. Smise dopo non molto di gridare e di piangere, smise di agitarsi e di dimenarsi...
-Na....Natsu....Natsume?-
La sua voce, la dolcezza di quella voce, la chiarezza delle sue parole, quel piccolo timore che si celava dietro ogni suono che emetteva...era lei, era davvero Mikan.
-E chi vuoi che sia?- le chiesi.
Mi staccai da lei e la vidi accennare un sorriso per poi svenire, probabilmente a causa dell'eccessivo sforzo che aveva dovuto fare. La presi al volo e me la caricai sulla schiena.
-Chiunque sia stato a farle questo- dissi con freddezza e rabbia -si consideri già morto e sepolto-.
  
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