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Autore: HarleyHearts    29/05/2016    9 recensioni
Adrien Agreste è abituato a farsi truccare durante i set fotografici ma, quando vede in mano ad una truccatrice un rossetto nero, gli viene in mente un'idea meravigliosa.
- Storia presente anche su Wattpad -
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ladybug & Chat Noir stories'
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New Lipstick



Quel giorno Adrien Agreste era davvero esausto.
Dopo quattro ore e mezza di estenuanti servizi fotografici, non vedeva l'ora di poter tornare a casa per riposare.
Stanco come non mai, si trascinò per un'ultima volta verso la postazione trucco per farsi struccare dalla makeup-artist. Il biondo era abituato a farsi ripetutamente truccare e ri-truccare in pochi minuti,e per fortuna la sua pelle non aveva mai dato segni collaterali.
Questo lo doveva molto anche alle mani abili della sua truccatrice, Amalia; una simpatica e talentuosa donna di appena trent'anni.
Adrien si lasciò cadere sulla sedia, con un sospiro pesante. Era davvero a pezzi.
Nemmeno dopo aver combattuto un akuma, nei panni del supereroe parigino Chat Noir, si era mai sentito così.
- Ancora un piccolo sforzo, signorino Agreste. Dopo questa potrà finalmente tornare a casa - lo rassicurò Amalia, mentre iniziava a preparare l'occorente tirandolo fuori dalla sua valigetta.
La donna iniziò a struccarlo molto velocemente e, dopo pochi minuti, la pelle del biondo era di nuovo pulita e brillante.
Struccato il modello, la truccatrice iniziò a preparare i cosmetici per il servizio successivo.
Per sua sfortuna, il lavoro della donna non era ancora finito, e l'attendevano altre 2 ore di lavoro in quel set con altri modelli.
Adrien era già pronto per tornare a casa, quando notò un cosmetico molto particolare appoggiato sulla superficie liscia del banco.
Un rossetto in particolare; un rossetto nero.
Al ragazzo tornò in mente un episodio risalente a molti mesi prima, quando lui e Ladybug avevano combattuto contro Dark Cupid, e tutte le persone da lui colpite vantavano labbra tinte di nero e un forte odio verso la persone amata.
In prima persona Adrien non aveva molti ricordi di quel giorno, e quel poco che sapeva era stato grazie racconti di terzi e al dettagliato Ladyblog della sua compagna di classe Alya.
Sapeva che, dopo essere stato colpito da una delle frecce di Dark Cupid, aveva combattuto contro la sua Lady, e lei per salvarlo... l'aveva baciato.
E lui non ne aveva il minimo ricordo!
Quel fatto gli aveva tormentato numerose notti, e per ovvie ragioni la sua compagna di squadra evitava l'argomento come la peste.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per rivivere quel giorno, ma rimanendo cosciente e senza la reale presenza di una minaccia per la sua Lady e per gli abitanti della città.
Fu mentre osservava quel piccolo rossetto, che Adrien ebbe un'idea.
Una splendida, splendida idea.


- Ho la sensazione che la tua sia una pessima idea, Adrien. Finirà male il tuo piano, ne sono più che sicuro - commentò Plagg mentre, comodamente sdraiato sul divano della camera del suo possessore con tra le zampe un pezzo di camembert, osservava con fare severo il biondo seduto alla scrivania.
Il ragazzo parve non ascoltarlo nemmeno - Il mio è un piano geniale, Plagg - affermò con sicurezza, alzandosi in piedi.
Sul divano era stata appoggiata una busta bianca con su il logo di un famoso marchio cosmetico parigino.
Aveva girato per la città per due giorni, prima di riuscire a trovare quel piccolo meraviglioso oggettino.
Aveva faticato non poco per trovarlo, ma sapeva che ne sarebbe sicuramente valsa la pena.
- Lo sai che Ladybug ti ucciderà, vero? - gli fece notare il gattino, svolazzando vicino al suo viso.
Adrien afferrò la confezione, con un grande sorriso malizioso dipinto sul volto.
Il suo lato Chat Noir stava prendendo il sopravvento.
- Molto probabilmente - disse - Ma lo farà solamente dopo -
Il piccolo kwani scosse diverse volte il capo.
Era dal giorno del servizio fotografico, che Plagg cercava di far cambiare idea al ragazzo, ma senza successo.
Quando ci si metteva, Adrien sapeva essere davvero ostinato e testardo come un mulo.
L'unica cosa che poteva sperare, in quel momento, era che Ladybug non facesse troppo male al suo possessore.
Plagg ne era più che sicuro: l'eroina parigina lo avrebbe massacrato di botte.
- Plagg, trasformami! -


Era domenica mattina, e Parigi sembrava estremamente tranquilla e pacifica.
La giovane eroina Ladybug saltava da un tetto all'altro, con l'aiuto del suo fedele yo-yo a pois, con maestria e leggerezza.
Pochi minuti prima aveva ricevuto un messaggio del suo compagno, Chat Noir, in cui quest'ultimo gli aveva chiesto di potersi incontrare, il più velocemente possibile, sul tetto della stazione televisiva della città.
Con le sue parole il giovane eroe in nero le aveva fatto intendere che si trattava davvero di una questione di vitale importanza, e la ragazza si era leggermente allarmata.
Nei paraggi non c'erano akuma da purificare, e nemmeno cattivoni da sconfiggere; non riusciva proprio ad immaginarsi cosa potesse essere successo.
In pochi minuti raggiunse il luogo dell'incontro, ma del gatto nero nemmeno l'ombra.
Che fosse in anticipo, ed avesse preceduto Chat Noir?
Impossibile.
L'eroe le aveva detto di trovarsi già sulla torre televisa, nel momento del messaggio.
Ladybug percepì che c'era qualcosa che non andava; qualcosa che sicuramente si sarebbe rivelato essere niente di buono. Ne era certa.
- Finalmente sei arrivata, Ladybug -
La voce dell'eroe in nero, proveniente da dietro le sue spalle, fece voltare fulminea la ragazza.
Chat Noir era proprio davanti a lei, avvolto nella sua tutina nera, che l'osservava con sguardo indecifrabile e penetrante, con le braccia incrociate al petto tonico.
C'era una lieve scintilla sconosciuta nello sguardo del biondo, che provocò un brivido a Ladybug.
Ci impiegò qualche secondo a capire cosa non andasse nel suo compagno di squadra, e quando comprese sgranò sconvolta gli occhi celesti.
Non poteva essere.
Non di nuovo.
- Preparati, Ladybug; questa è la tua fine -
Le labbra del suo gatto erano tinte di un lucido nero e, ancora una volta, si trovava costretta a dover combattere contro di lui.


- Ancora? - gemette la corvina, facendosi sfuggire una smorfia.
Chat Noir fece finta di non ascoltarla e, dopo aver estratto il proprio bastone metallico, cercò di colpirla più volte.
Ladybug riuscì a schivare, con estrema facilità, tutti i colpi sferrati dall'altro, non sapendo che in realtà non aveva nessuna intenzione di colpirla veramente.
Adrien sapeva che, se voleva che il suo piano andasse a buon fine, doveva far finta di essere sotto l'effetto di una delle frecce di Dark Cupid.
Sferrato l'ennesimo colpo, che la corvina riuscì ad evitare nuovamente, Ladybug ripensò al combattimento contro Kim e al Chat Noir sotto il suo controllo.
C'era stato un unico modo per far tornare se stesso l'amico: baciarlo.
Lei era irrimedialmente innamorata del suo compagno di classe Adrien, ma se rivoleva indietro il suo compagno felino sapeva che doveva farlo; per il suo bene.
Ma la Lady maculata, in tutta quella situazione, non riusciva a comprendere l'assoluta mancanza di Dark Cupid nei paraggi o di qualsiasi altro parigino sotto l'effetto delle sue frecce.
C'era qualcosa che non andava, ma non riusciva ad inquadrare cosa.
Che avesse colpito solamente Chat? Per quale assurdo motivo lo avrebbe fatto? Non aveva molto senso.
Schivato l'ennesimo colpo, la ragazza riuscì fin troppo facilmente ad intrappolare il biondo grazie l'ausilio del suo yo-yo.
Non c'era stato nemmeno bisogno di usare il suo Lucky Charm per bloccare il gatto; tutto ancora più strano agli occhi dell'eroina parigina, che osservava con insistenza l'amico legato come una salame e seduto per terra.
Non cercava nemmeno di liberarsi. Stava fermo, seduto composto e la osservava dritta negli occhi.
Ladybug parve cogliere una scintilla di aspettativa in quegli occhi verdi.
Non si era mai trovata così vicina al suo compagno di squadra e per così tanto tempo, ma il solo pensiero di quello che avrebbe dovuto fare da lì a poco la fece diventare più rossa del suo costume maculato.
Fece un respiro profondo, per calmarsi un poco.
Prima lo faceva, meglio era per tutti.
Prese il volto del ragazzo tra le mani, e posò delicatamente le proprie labbra sulle sue.
Baciare Chat Noir non era spiacevole come pensava un tempo.
Le labbra del ragazzo, lievemente carnose, erano di una morbidezza disarmante, e la piccola coccinella sentì il cuore salirle in gola.
Si sentiva incredibilmente bene in quel momento, e non potè pensare quanto fosse sbagliato quel sentimento per lei.
Marinette amava Adrien, non Chat; ma colui che stava baciando in quel preciso instante era proprio quest'ultimo.
- My Lady - sentì mormorare il compagno, poco prima di baciarla nuovamente.
Fu in quel momento che capì.
Si staccò fulminea da Chat Noir, balzando in piedi come una molla.
Per prima cosa si toccò le labbra con la punta delle dita e, quando si rese conto che erano sporche di nero, portò lo sguardo sull'eroe parigino ancora seduto a terra e legato con il filo della sua arma.
L'ossevava confuso, ma lei non era interessata ai suoi occhi da gatto, bensì alle sue labbra.
La bocca di Chat Noir era ancora tinta di scuro, ma agli angoli il nero era sbavato.
Quando vide l'eroina in rosso mutare lo sguardo e stringere le mani a pugno, il gatto nero di Parigi capì d'essere stato smascherato.
- My Lady, ti posso spiegare... - balbettò lievemente, cercando di liberarsi dalla sua prigionia.
Il viso della ragazza divenne nuovamente rosso, ma questa volta per la furia cieca che aveva preso possesso di lei.
- Chat... - iniziò avvicinandosi pericolosamente al povero biondo, che aveva preso a sudare freddo - Io ti ammazzo! -


Sdraiato sul letto di camera sua, il giovane e dolorante Adrien Agreste stava reggendo una borsa del ghiaccio contro il viso.
Sulla pelle candida della guancia spiccava l'impronta rossa di una mano femminile.
- Io te lo avevo detto che sarebbe finita così - commentò il piccolo kwani nero, svolazzandogli intorno - Ti avevo avvertito - aggiunse subito dopo.
Il biondo però, invece di rispondere male allo spiritello, si aprì in un ampio sorriso.
- Ne è valsa la pena -



Angolo della mente malata:
Questa è la primissima volta che scrivo una sorta di one-shot (si può definire così?) in tutta la mia vita, e non so dire con precisione se questo mio "piccolo esperimento" sia ben riuscito o meno.
Da quando ho scoperto Miraculous (come penso tutte) sono letteralmente impazzita.
L'idea per questa piccola storiella mi è venuta in mente vedendo qualche immaginine online con Chat Noir minuto di rossetto nero in mano, e il resto è venuto fuori da sè. XD
Spero vivamente che questa storiella vi sia piaciuta, e se così fosse vi invito a lasciarmi un commentino <3
Io vi mando un bacino zuccheroso
- Harley ;*
   
 
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