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Autore: moonchant    29/05/2016    11 recensioni
Sterek | One shot | 5+1
5 volte in cui Derek chiama Stiles “alpha” ed una volta in cui Stiles ammette di esserlo.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Non ricordo come è nata questa fanfic ma probabilmente è colpa di Giuls (EdSheeran). La fanfic tiene conto principalmente delle prime due stagioni, l'unica cosa canon dopo le due stagioni che ho voluto tenere era la perdita dello status di alpha di Derek, e la storia del "vero alpha" per Scott ma solo per motivi logistici di plot. Per me Derek è e sarà sempre l'unico vero alpha. Ah si, Jackson fa parte del branco.


1.

Da quando Scott era stato morso da un lupo mannaro impazzito, diventando a sua volta un lupo mannaro, e Derek Hale e il suo folle zio –che per inciso era il lupo mannaro impazzito citato sopra!- erano tornati a Beacon Hills, la vita in quella che prima era una ridente e alquanto noiosa ed anonima cittadina tra i boschi del Nord California, si era movimentata. La giornata tipo, in poche settimane, era diventata la seguente: la creatura malvagia di turno uccideva o feriva gravemente qualcuno; Scott, che da qualche mese era diventato quello che il Dottor Deaton aveva definito “vero alpha” senza motivo apparente, e Stiles cercavano di risolvere la situazione, finendo col peggiorarla e col mettere in pericolo sia loro stessi sia chi amavano. Alcune volte rischiavano anche la morte, soprattutto Stiles, forse l’unico umano rimasto a Beacon Hills. Infine, quando la situazione diventava insostenibile, Stiles convinceva Scott a chiamare Derek, un nato lupo in una famiglia di soli lupi che un tempo era stato un branco forte e potente, per salvare il salvabile –ma soprattutto per mettere in salvo la loro pelle!- e per fortuna che c’era Derek Hale! Stiles non lo avrebbe mai detto ad alta voce, o bisbigliato in un angolo della stanza o men che meno nella solitudine della sua mente, ma era estremamente grato che Derek faceva parte delle loro vite perché, diciamolo, senza di lui Scott non avrebbe mai imparato ad essere un licantropo, avrebbe ceduto al richiamo della luna piena e sbranato Stiles, lo sceriffo, Melissa e probabilmente l’intera cittadina! Quindi si, Stiles non era mai stato più grato alla madre terra come per il giorno in cui Derek Hale era entrato nelle loro vite con un ringhio e gli artigli bene affilati –e con quel gran, bel sedere che si ritrovava!-

Questa volta, però, le cose erano andate un po’ diversamente.

La creatura malvagia di turno era una strega che aveva sentito parlare del potere del Nemeton ed aveva deciso di fare un salto a Beacon Hills per appropriarsi di quell’infinito potere. Scott e Stiles avevano, ovviamente, cercato di fermarla, perché sapevano bene di cosa era capace il Nemeton e volevano evitare che una strega, già malvagia e potente, lo diventasse ancora di più. Questa volta erano riusciti a fermare la strega senza l’ausilio di Derek. O almeno così credeva Stiles… fin quando non aveva ricevuto la chiamata senza senso di Scott che gli urlava di andare al loft di Derek immediatamente perché c’era una emergenza.

Una emergenza estremamente emergente, aveva detto Scott e, se non fosse stato per il fatto che il suo tono era stato isterico e agitato, Stiles gli avrebbe fatto notare che aveva appena usato un’allitterazione, ma ripensandoci probabilmente Scott non sapeva neanche cosa fosse un’allitterazione, quindi Stiles aveva fatto bene a non fargli notare la cosa.

Comunque sia, dopo la chiamata di Scott, Stiles aveva smesso di fare quello che stava facendo –no, non si stava masturbando pensando a Derek Hale, okay? Stava facendo altro- ed era corso al loft del lupo che, da qualche tempo ormai, gli infestava la mente.

“Scott cosa succede? Chi è morto? Dov’è mio padre?” Stiles urlò non appena spalancò la porta del loft con il fiatone, piegandosi sulle ginocchia per prendere fiato. Il loft era silenzioso, anche troppo per i suoi standard, ma Stiles poteva sentire comunque tutti gli occhi dei presenti puntati su di lui. Quando finalmente riprese fiato ed alzò il volto per vedere cosa era effettivamente successo, vide che l’intero branco era presente.

Lydia era seduta sul divano, con le lunghe gambe accavallate e la solita espressione annoiata e lo guardo di superiorità; Erica e Boyd erano sul divano opposto, Boyd silenzioso e serio come al solito ed Erica che sorrideva in modo inquietante per qualcosa di cui Stiles non era a conoscenza e che non era del tutto sicuro di voler sapere; Isaac era sul suo letto con una delle sue solite sciarpe e Stiles trattenne l’istinto di voler alzare gli occhi al cielo; Peter rideva, e quando Peter rideva di gusto non era mai un buon segno. Mai.

“Uhm, Scott?” disse Stiles incerto per attirare l’attenzione del suo migliore amico che stava camminando avanti e dietro per il loft borbottando frasi senza senso e sconnesse. “Hey, dov’è Derek?” chiese Stiles all’improvviso guardandosi intorno in cerca del bel licantropo. Scott si fermò bruscamente, guardando Stiles con una espressione disperata e Peter rise ancora di più. Stiles si morse un labbro all’improvviso preoccupato a sua volta. Se Derek non era lì, probabilmente l’emergenza riguardava lui e conoscendo il suo complesso da martire, gli doveva essere successo qualcosa di grave. O di estremamente imbarazzante, visto come se la rideva Peter.

“Sta bene?” chiese Stiles con urgenza, una nota isterica nella voce che fece inarcare il sopracciglio perfettamente curato di Lydia.

“Si” rispose Scott finalmente fermando la sua folle camminata e piazzandosi di fronte a Stiles per poterlo guardare negli occhi “Beh, tecnicamente è ancora vivo”

“Tecnicamente?!” esclamò Stiles sempre più allarmato “Ed in pratica?”

“Anche in pratica è ancora vivo” si affrettò a dire Scott prima che a Stiles venisse un attacco di panico.

“Ed allora perché hai detto tecnicamente Scott?”

“Non lo so” rispose il vero alpha con la sua solita espressione da idiota cronico e Stiles trattenne l’istinto di prenderlo a pugni.

“Non si usa la parola tecnicamente a caso!” quasi urlò Stiles.

“Non urlare, Stiles! Derek è vivo e vegeto! Solo che…” Scott disse ma non finì la frase, assumendo di nuovo una espressione preoccupata che non fece altro che far agitare Stiles ancora di più.

“Oh perché sono circondata da idioti?” esclamò Lydia senza preoccuparsi di tenere il suo tono di voce basso, era evidente che volesse che gli altri sentissero le sue parole di apprezzamento nei loro confronti “Derek ha di nuovo sedici anni” disse poi guardandosi le unghie perfettamente smaltate, come se la cosa non avesse importanza.

Stiles a quelle parole si sentì subito meglio. Aveva davvero immaginato il peggio per un momento, qualcosa tipo Derek è stato inghiottito da una balena mannara o qualcosa di molto simile, di certo non si aspettava di sentire una cosa così innocua come quella, cosa poteva mai andare storto con un Derek tornato all’età di sedici anni?!

Derek aveva sedici anni.

Derek aveva sedici anni.

“Cosa?” Stiles urlò sconvolto quando quelle parole finalmente furono registrate appieno dalla sua mente. Doveva aver sentito male, non c’era altra spiegazione. L’ultima volta che aveva visto Derek, ovvero esattamente trentadue ore e 45 minuti fa, era abbastanza sicuro che era ancora un ventitreenne sarcastico, arrogante e fastidiosamente bello, con gli occhi dei colori della terra e le sopracciglia che riuscivano ed esprimere sentimenti meglio di lui. Come era possibile che adesso avesse sedici anni? Neanche Stiles aveva più sedici anni ormai! “Lydia non scherzare!”

“Oh credimi, lo vorrei tanto!” rispose Lydia con un tono accondiscendente che fece irritare Stiles “Ma non è uno scherzo. La strega che tu e Scott avete indispettito ha pensato bene di vendicarsi facendo regredire Derek all’età adolescenziale” spiegò Lydia spiccia, finalmente degnando Stiles di uno sguardo.

“Non abbiamo indispettito nessuno. Volevamo cacciarla!” esclamò Scott, offeso. Era diventato molto suscettibile sulle questioni che riguardavano le sue doti (molto scarse a detta di Peter. E di Derek. E del resto del branco, a dire il vero!) da alpha e la sua abilità nel risolvere i problemi, perlopiù perché non era in grado né di fare l’alpha né di risolvere problemi.

“Perché quella sarebbe una vendetta?!”  esclamò quasi contemporaneamente Stiles, invece, sottolineando quanto le sue priorità differissero da quelle di Scott. E non erano solo diverse, erano anche più interessanti! Stiles si sarebbe immaginato un altro genere di vendetta, non certo Derek all’età di sedici anni. Che razza di vendetta era mai quella?!

“Oh, questo è perché non conoscevi mio nipote all’età di sedici anni” disse Peter tra le risate. Si stava davvero divertendo parecchio, l’idiota.

“E questo cosa vorrebbe dire?!” chiese Stiles con un sopracciglio alzato.

“Vuol dire che Derek a sedici anni è anche peggio di Derek a ventitré anni!” esclamò Scott esasperato, alzando le braccia al cielo “E’ spocchioso, arrogante, viziato e non mi ascolta!” aggiunse l’alpha sempre più disperato, se possibile il sopracciglio di Stiles si inarcò scetticamente ancora di più.

“Neanche la mini versione di Derek lo riconosce come alpha” esclamò Erica divertita facendo ridere a crepapelle Peter. Scott fece un verso a metà tra il disperato e il frustrato. Non era una novità che Derek non aveva mai accettato questa nuova gerarchia del branco. Aveva sempre ritenuto Scott troppo giovane ed inesperto per essere un licantropo, quando era diventato alpha, poi, i suoi dubbi su Scott e il suo modo di gestire il branco e i problemi erano aumentati. Giustamente, pensava Stiles, ma non aveva mai avuto il coraggio di dire a Scott che condivideva i timori e i dubbi di Derek. E poi, sarà per orgoglio o per devozione alla famiglia e al suo vecchio alpha, Derek non aveva mai riconosciuto Scott come suo alpha. Per qualche strana ragione Erica, Boyd, Isaac e perfino Jackson avevano riconosciuto Scott come alpha quasi subito, mentre Derek mai. Il potere da alpha di Scott non funzionava su di lui, aveva funzionato addirittura su Peter un paio di volte –nonostante il vecchio licantropo non aveva mai accettato di far parte del branco di Scott- ma mai su Derek. Era una cosa strana che aveva incuriosito Stiles a tal punto da chiedere delle spiegazioni sia a Derek, non ricevendo risposte ovviamente, e poi a Deaton ricevendo risposte criptiche di cui Stiles aveva capito ben poco.

“Ah si!” esclamò Erica “Non si ricorda nulla!” aggiunse e Stiles la guardò sconvolto, non bastava la perdita di anni d’età, anche la perdita della memoria!

“E lui dove è adesso?” chiese Stiles curioso. Passato lo shock iniziale, era improvvisamente curioso di conoscere questa nuova versione di Derek. Scott non aveva detto nulla di nuovo a dire il vero, Derek era spocchioso e arrogante anche da adulto, solo che Stiles era davvero, davvero curioso di vedere come era Derek prima che la sua vita diventasse così complicata. Improvvisamente si sentirono dei rumori dal piano superiore ed un ragazzo apparve sulla rampa di scale.

Stiles alzò gli occhi su di lui nello stesso momento in cui Scott borbottò un eccolo qua scocciato, e appena i suoi occhi si posarono su Derek la bocca si seccò improvvisamente. Il mini Derek era senza ombra di dubbio più basso del vero Derek, anzi sembrava anche più basso di Stiles –no, Stiles non stava pensando che quel dettaglio era estremamente eccitante, no!- ma aveva comunque le spalle larghe e il petto ampio. Indossava quelli che dovevano essere i vestiti di Isaac, che erano probabilmente di mezza taglia più piccola e gli fasciavano le gambe divinamente, mettendo in risalto le cosce forti e muscolose che aveva sviluppato probabilmente grazie al basket –Stiles aveva un’ottima memoria. Ricordava perfettamente la storia che Peter gli aveva raccontato, non era andato a spiare i vecchi annuari scolastici per trovare foto di Derek con la divisa da capitano della squadra di basket della scuola!- nonostante il volto era più giovane ed infantile, aveva comunque la mascella scolpita e i denti da coniglio che, su questa mini versione di Derek risultavano ancora più adorabili e più in armonia con il resto del viso, quasi innocente se non fosse stato per il cipiglio di superiorità e il sorriso sghembo che gli increspavano le labbra. La pelle della guance era liscia e le sopracciglia erano le solite sopracciglia espressive del vecchio Derek, che Stiles aveva imparato a leggere ed interpretare nel corso degli anni.

Ed infine, Stiles posò gli occhi in quelli di Derek.

Erano gli stessi occhi profondi, dal colore indefinito e magnetico, che racchiudevano tutte le sfumature di blu e verde e che a seconda della luce potevano sembrare verde bosco o blu come l’oceano. Stiles aveva sempre avuto un debole per gli occhi di Derek ed ogni volta che quegli occhi si erano posati su di lui era sempre stato attraversato da una scarica elettrica, fin dalla prima volta che si erano incontrati nel bosco. E adesso, quegli occhi lo stavano fissando con una espressione a metà tra stupore e realizzazione prima di illuminarsi di un innaturale blu elettrico.

Peter smise immediatamente di ridacchiare e fissò il nipote con un sopracciglio alzato, incredulo ma curioso, anche gli altri iniziarono a fissare Derek sorpresi, soprattutto Scott che aveva anche la bocca aperta in una buffa espressione che lo faceva sembrare più idiota del solito. All’inizio Stiles non capì cosa era successo, ma quando posò di nuovo i suoi occhi in quelli di Derek trovandoli ancora blu elettrico, luminosi come mai, la realizzazione di quello che stava succedendo colpì anche lui e guardò Derek sconvolto.

Il mini Derek aveva mostrato i suoi occhi da beta a lui, Stiles.

Era un gesto che Stiles aveva visto fare abbastanza volte da sapere che era un segno di riconoscimento, di sottomissione ma anche di imposizione del proprio potere e status nel branco.

Alpha?!” esclamò Derek, la voce era soffice ma decisa e Stiles deglutì a vuoto, la gola improvvisamente secca.

“Cosa?” mormorò l’umano sconvolto, più a se stesso che a qualcun altro.

“Oh mio dio” esclamò Peter prima di scoppiare nuovamente a ridere come una iena.

2.

“Te lo dico per l’ultima volta: io non sono il tuo alpha” Stiles scandì bene le parole sull’orlo di una crisi isterica. Erano ormai ore che cercava di convincere Derek che lui non era l’alpha di nessuno e men che meno di Derek. Il giovane lupo arricciava ogni volta il naso e guardava Stiles con entrambe le sopracciglia alzate e gli occhioni verdi spalancati, se la situazione non fosse stata così tanto surreale Stiles avrebbe trovato Derek adorabile. Dopo le tre ore, il resto del branco si era scocciato di assistere a quella scena e gli unici che erano rimasti erano stati Scott e Peter: Scott era stato costretto da Stiles a rimanere come supporto morale e psicologico, mentre Peter aveva deciso di rimanere solo per poter ridere delle sciagure di Stiles.

Derek avvicinò il volto alla figura di Stiles ed inspirò il suo odore per la millesima volta quel giorno, facendo fare involontariamente un passo indietro a Stiles “Ti dico che sei il mio alpha, Alpha” disse Derek alzando gli occhi al cielo, scocciato “Non so come sia possibile ma lo sei” aggiunse poi corrucciando la fronte pensando chissà a che cosa.

Stiles si passò una mano tra i capelli guardando Scott e cercando aiuto nel suo migliore amico, ma questi alzò semplicemente le spalle, lanciando uno sguardo dispiaciuto a Stiles. “Derek… mini Derek… Derek. Io sono umano, non sono un licantropo. Io non sono l’alpha di nessuno men che meno di te. Scott” Stiles indicò Scott con fervore annuendo nella sua direzione “E’ l’alpha. Lui e solo lui” aggiunse poi e guardò Scott eloquentemente che, cogliendo la supplica disperata negli occhi dell’amico, fece illuminare gli occhi di rosso nella direzione di Derek.

Il ragazzo alzò un sopracciglio, non sembrava minimamente toccato dagli occhi rossi di Scott, anzi era disinteressato e scettico, come se non credesse possibile che Scott potesse essere l’alpha di qualcuno. Dopo un’altra breve ma intesa e scettica occhiata nella direzione di Scott, Derek fece qualche passo verso Stiles e con un movimento brusco lo afferrò per la maglia e lo attirò a se affondando la punta del naso nell’incavo del collo di Stiles ed ispirò profondamente.

Stiles squittì preso alla sprovvista ma rimase fermo ed immobile, con le spalle irrigidite ad osservare i movimenti di Derek. Il lupo era troppo vicino, il suo profumo era troppo forte e i capelli solleticavano la guancia destra di Stiles e il tutto gli rendeva difficile la respirazione. E senza ossigeno in circolazione nel suo corpo, gli stava andando in corto circuito il cervello. Era ormai quasi un anno che Stiles aveva accettato i suoi sentimenti, non corrisposti, per Derek e, nonostante la maggior parte delle volte cercava di ignorare il cuore che batteva all’impazzata o le mani che sudavano ogni volta che vedeva il licantropo, quando Derek era così vicino a lui era difficile ignorare i sentimenti che provava per il lupo. Stiles ci aveva provato a dimenticarlo, ci aveva provato davvero, soprattutto negli ultimi mesi quando si era trasferito a Stanford aveva preso ad uscire con ragazzi e ragazze, pensando di poter, in quel modo, dimenticare il licantropo e trovare il vero amore. Ma trovava sempre dei difetti negli altri: sorridevano troppo, avevano denti perfetti, o i loro occhi erano troppo castani, i capelli troppo lunghi, le gambe troppo lunghe… insomma non erano Derek. Alla fine aveva rinunciato a dimenticarsi del lupo e il modo in cui il suo corpo formicolava ogni volta che tornava a Beacon Hills e lo vedeva, aveva semplicemente imparato a convivere con quel sentimento non corrisposto che provava per Derek e il modo in cui lo stava lacerando lentamente.

Non appena l’odore di Stiles invase i polmoni di Derek i suoi occhi si illuminarono di un intenso blu cobalto e guardò Stiles dritto negli occhi, tenendo ancora la mano ben salda sulla maglia del ragazzo umano, come se avesse paura che questi potesse fuggire via da un momento all’altro. Gli occhi di Derek si allargarono pericolosamente in una espressione confusa e, in qualche modo, spaventata. Il licantropo deglutì e si leccò le labbra che erano diventate improvvisamente secche come la sua gola. C’era qualcosa che lo aveva turbato in quel frangente in cui aveva annusato l’odore di Stiles e l’umano era preoccupato che potesse aver scoperto quello che Stiles si era sempre premurato di nascondergli: i suoi sentimenti.

“Tu sei il mio-” Derek iniziò a dire con un filo di voce e Stiles fece mentalmente un sospiro di sollievo.

“No!” Esclamò divincolandosi dalla presa di Derek e fermandolo prima che potesse dire qualcos’altro. Derek si zittì all’istante lasciando andare la presa su Stiles “Non sono il tuo fottuto alpha, Derek! Anzi a dire tutta la verità tu mi odi” Stiles quasi urlò quell’ultima parola “Mi trovi fastidioso, petulante, iperattivo. Un fastidio per il branco e per te! Preferiresti vedermi affogare in una pozzanghera di fango piuttosto che essere un mio beta!” aggiunse con la voce un’ottava più alta del normale ed i nervi a fior di pelle “Ci odiamo dal primo momento che ci siamo visti. Io ho provato a farti uccidere un paio di volte e se tu non fossi stato perennemente occupato a salvarti il culo, o a salvare il culo di Scott, anche tu avresti provato ad uccidermi più di un paio di volte e, credimi, ci saresti anche riuscito!” ormai Stiles era un fiume in piena, non riusciva a tenere la bocca chiusa e le parole continuavano ad uscire, nonostante stesse notando come l’espressione di Derek stesse mutando da confusa e frustrata a ferita e triste. La giornata era stata troppo pesante, troppe cose erano successe e Stiles aveva dimenticato di prendere le sue medicine, e quello era il suo modo per rilasciare la tensione. “Quindi smettila di starmi addosso. Smettila di dire idiozie! Io odio te e tu odi me! Fine della discussione!”

Stiles aveva il fiatone e fissava Derek mentre il resto dei presenti fissava lui con una espressione sconvolta. Derek si morse un labbro e senza dire niente si allontanò da Stiles, avvicinandosi alla finestra e guardando fuori il cielo. Scott si avvicinò a Stiles con una espressione turbata.

“Non credi di aver esagerato?” chiese in un bisbiglio come se Derek o Peter non potessero sentire ugualmente con i loro sensi da lupo “Non ha idea di quello che gli è successo e per qualche strana ragione crede che tu sia il suo alpha. Forse dovresti semplicemente-”

“No!” Stiles urlò di nuovo, interrompendo Scott. Non voleva sentire quello che Scott aveva da dire, non voleva sentire di come Derek era confuso e ferito in quel momento o di come era stato Stiles la causa di tutto ciò. Lo sapeva benissimo, lo aveva visto negli occhi di Derek nel momento stesso in cui Stiles aveva proferito quelle parole e, nonostante si fosse pentito quasi subito, non era riuscito a farne a meno. Il modo in cui Derek lo aveva guardato quando era sceso da quelle scale e lo aveva chiamato alpha per la prima volta era stato come un pugno in pieno stomaco per Stiles. Derek lo aveva guardato come se tutto il suo mondo ruotasse intorno a Stiles, come se la sua vita dipendesse da Stiles, con un misto tra adorazione, rispetto e confusione, che Stiles, per tanto tempo, aveva desiderato vedere negli occhi di Derek quando quest’ultimo lo guardava, ma che non aveva mai visto. Non poteva sopportare che proprio questo Derek,  un Derek che non era Derek, che prima o poi sarebbe svanito, che prima poi sarebbe tornato ad essere il lupo arrabbiato, aggressivo e sulla difensiva di cui Stiles si era innamorato ma che guardava Stiles come se fosse una mosca fastidiosa, lo guardasse nel modo in cui Stiles voleva essere guardato. Non poteva accettarlo, perché prima o poi avrebbe trovato il modo di riportare Derek alla sua vera età, con tutti i suoi ricordi e quindi Stiles sarebbe tornato ad essere solo un idiota iperattivo.

“Stiles! Stammi a sentire!” Scott urlò afferrando Stiles per le braccia, e, nella foga e nella confusione del momento, non si era accorto che aveva leggermente perso il controllo e che gli occhi gli erano diventati rossi e gli artigli erano spuntati, graffiando le braccia dell’amico. Ovviamente Stiles sapeva che Scott non lo avrebbe ferito spontaneamente –non adesso che aveva finalmente acquisito un controllo sul lupo- ma era consapevole che, probabilmente, anche per lui e per il suo istinto da alpha quella situazione era troppo.

Stiles squittì dal dolore quando gli artigli del suo migliore amico gli lacerarono la pelle ma non fece in tempo a registrare il rumore della sua maglia che si strappava sotto la pressione dell’alpha e il rivolo di sangue che gli colava lungo il braccio, che la sensazione degli artigli di Scott sulla sua pelle era svanito e Scott si era ritrovato lanciato con forza, rabbia e prepotenza dall’altro lato del loft, finendo col colpire prepotentemente la parete opposta a quella di Stiles.

Derek era vanti a Stiles, tra lui e Scott che lo fissava dolorante dalla sua posizione sul pavimento, gli occhi blu intensi fissavano Scott, gli artigli e le zanne luccicavano sotto la luce artificiale del loft. Derek aveva assunto una posizione di attacco e allo stesso tempo protettiva nei confronti di Stiles e quest’ultimo realizzò presto che Derek lo stava proteggendo da Scott. Con un ringhio inumano, Derek spinse Stiles ancora di più dietro di lui e fece brillare in avvertimento i suoi occhi verso Scott. Se il vero alpha non fosse stato così sconvolto da quella situazione avrebbe illuminato i suoi occhi di rimando.

“Sta lontano da lui” Derek ringhiò ogni parola, facendo minacciosamente un passo verso Scott che deglutì spaventato. Poteva anche essere un alpha e Derek un semplice beta, ma Scott lo aveva visto combattere abbastanza volte da sapere che Derek era molto più forte e preparato di lui, poco importava che età avesse.

“Derek” Stiles mormorò facendo un passo verso il lupo, mettendogli una mano sulla spalla. Derek ringhiò ancora, senza muovere gli occhi dal corpo di Scott “Derek!” Stiles ripeté con un tono di voce più autoritario, stringendo la spalla di Derek. Il lupo trasalì e batté le palpebre, in un attimo artigli e zanne erano spariti e Derek assunse un’espressione da cucciolo bastonato “Scott non mi avrebbe mai fatto del male. Va tutto bene, non devi proteggermi da lui. È il mio migliore amico” Stiles cercò di spiegargli, ignaro del fatto che in quel modo non stava facendo altro che ferire il licantropo ancora di più, preferendo un lupo estraneo a lui stesso.

Derek sospirò e fece un passo per allontanarsi da Stiles lasciando la sua mano, che era sulla spalla di Derek, sospesa a mezz’aria. “Tu potrai anche dire di non essere il mio alpha. Dire che mi odi e che io ti odio. E forse è così, forse il me adulto ti odia davvero, io non lo so. Ma io, questo me, non ti odia. Sei il mio alpha che ti piaccia o no, e ti proteggerò a costo della mia vita. Da chiunque cerchi di ferirti” Derek disse prima di avviarsi verso la porta del loft e scomparire. Stiles era rimasto troppo sconvolto dalle parole e da quello che aveva detto Derek –che, per inciso, era stato il discorso più lungo che Derek avesse mai fatto- per riuscire a dire o fare qualcosa.

“Oh cazzo” esclamò Peter, la stessa espressione sconvolta dei presenti nella stanza.

3.

Erano ore che Stiles camminava per Beacon Hills, sotto la pioggia torrenziale, alla disperata ricerca di Derek Hale.

Era passata una settimana da quando Stiles aveva detto a Derek che non voleva essere il suo alpha e gli aveva fatto credere che lo odiava. Durante quella settimana si erano visti praticamente ogni giorno, ed ogni girono era stata la stessa storia, con Derek che insisteva nel chiamare Stiles alpha e Stiles che lo allontanava in ogni modo. Derek aveva anche iniziato a fare domande sulla sua vita da adulto, come si erano conosciuti, come avevano fatto a creare quel branco, come mai Scott era un alpha e soprattutto dove era la sua famiglia, perché Peter era l’unico membro presente e perché riconosceva Stiles come alpha e non sua madre. Tutti erano stati molto abili a sviare le domande di Derek, Stiles rispondeva sempre che la sua famiglia non era più a Beacon Hills per il momento, e dato che Derek poneva tutte le sue domande a Stiles, rifiutandosi di credere a chiunque altro, Stiles si sentiva estremamente in colpa per mentire a Derek, ma aveva deciso che era meglio evitargli il dolore di apprendere della morte della sua intera famiglia per una seconda volta, dato che prima o poi Derek sarebbe tornato se stesso –Lydia e Deaton stavano già lavorando sulla soluzione al problema.

Fortunatamente, Stiles aveva imparato come coprire le bugie all’olfatto e ai sensi sviluppati dei licantropi: bastava dire una mezza verità, ed in questo Stiles era estremamente abile grazie a tutta l’esperienza fatta nel cercare di nascondere allo sceriffo l’esistenza del supernaturale. La famiglia di Derek infatti, non si trovava più a Beacon Hills, quello era vero, e Stiles si era sempre premurato di cambiare l’argomento subito dopo aver dato quella risposta a Derek, che ogni volta lo guardava sospettosamente, ma lasciava perdere fidandosi ciecamente di quello che credeva essere il suo alpha. Scott, Peter e il resto del branco gli avevano più volte fatto notare che Derek aveva il diritto di sapere e che spettava proprio a Stiles dirgli la verità, in quanto Derek si fidava solo di Stiles, ma lui si rifiutava categoricamente di dare questo dolore a Derek. Sapeva benissimo cosa significava perdere qualcuno che si amava, e Derek aveva già provato tutto quel dolore per ben due volte: prima con la sua famiglia e poi con Laura, non voleva essere la causa di quel dolore per la terza volta.

“Prima o poi lo scoprirà. E sarà peggio” aveva detto Lydia un giorno, mentre leggeva dei libri sugli incantesimi di età e Stiles sapeva in cuor suo che aveva ragione, ma non voleva affrontare la realtà.

Fino a quel giorno almeno.

Solo qualche ora prima, Stiles aveva ricevuto l’ennesima chiamata disperata da parte di Scott che gli diceva che Derek era sparito e che Peter aveva seguito il suo odore fino alle macerie di casa Hale nel bosco e che, da quel momento in poi, ne aveva perso le tracce. Stiles era rimasto in silenzio per lunghi minuti, sentendosi in colpa per aver tenuto nascosta a Derek la verità sulla sua famiglia, ma alla fine si era fatto forza e aveva iniziato a cercare Derek in ogni angolo di Beacon Hills, ordinando agli altri di fare la stessa cosa, e non si era fermato neanche quando aveva iniziato a piovere e tuonare. Una vera tempesta si stava abbattendo su Beacon Hills e l’unica cosa a cui Stiles riusciva a pensare era Derek, solo e fragile, che stava affrontando ancora una volta il lutto della perdita della sua intera famiglia. Ed era tutta colpa di Stiles che non era stato coraggioso abbastanza da dire a Derek la verità e vederlo soffrire. Aveva cercato di proteggere Derek da quel dolore, di risparmiargli una sofferenza inutile, ma alla fine aveva fallito. Derek aveva scoperto comunque il destino della sua famiglia in una maniera orrenda, da solo e senza nessuno che lo confortasse o che gli stesse vicino.

Esattamente come Stiles credeva fosse successo dieci anni prima.

Ormai sfinito e bagnato fradicio, Stiles rientrò in casa togliendosi le scarpe zuppe di acqua sulla porta per non bagnare il pavimento, anche se era inutile dato che i suoi vestiti erano talmente bagnati che non solo erano appiccicati al suo corpo come una seconda pelle ma grondavano acqua. Stiles sospirò lanciando le chiavi della jeep e il cellulare sul tavolo della cucina, il cellulare continua ad illuminarsi ad intermittenza, segno che aveva chiamate e messaggi persi ma Stiles non si fermò neanche a vedere da chi fossero, tanto lo sapeva che erano da parte del branco, l’unica cosa che voleva era cambiarsi e tornare a cercare Derek.

Era stato uno stupido a credere di poter nascondere ad un lupo una verità simile per tanto tempo. Derek non solo era un licantropo di per se già abbastanza diffidente verso il mondo esterno, ma era anche un adolescente che infilava il naso ovunque, prima o poi avrebbe scoperto la verità.

Stiles salì le scale di corsa, inciampando più volte sui suoi stessi passi e spalancò la porta della sua stanza, notò subito che la finestra era spalancata e il pavimento vicino ad essa era bagnato di pioggia. Stiles si affrettò a richiuderla prima che la sua stanza si allagasse, era sicuro di non aver lasciato la finestra aperta quella mattina così come era impossibile che il vento l’avesse aperta.

“Derek?” mormorò nel silenzio della stanza, quando l’idea che fosse stato Derek ad entrare nella sua stanza lo colpì. Non sarebbe stata la prima volta comunque che il lupo aveva usato la finestra per sgattaiolare nella stanza di Stiles, lo aveva sempre fatto fin dai primi tempi quando voleva solo intimare e minacciare Stiles di fare qualcosa, e con il passare degli anni le abitudini di Derek non erano cambiate, era cambiata solo la motivazione. Molte volte entrava dalla finestra per aiutare Stiles con la ricerca di qualche soluzione ad un problema mostruoso, o semplicemente perché una tempesta lo aveva beccato mentre correva nella riserva e la stanza di Stiles era la casa più vicina. Stiles aveva imparato a non porsi delle domande sul perché Derek corresse proprio in quella parte della riserva che dava vicino casa sua e soprattutto a non vederci di più, in quel gesto, di ciò che effettivamente era: casa sua era un rifugio come un altro per il licantropo.

L’unico problema era che questo Derek non aveva idea di dove Stiles abitasse, ne tanto meno delle abitudini da stalker del Derek adulto. Era impossibile che si fosse rifugiato nella stanza di Stiles eppure…

Stiles si avvicinò alla porta del guardaroba con le mani che tremavano ed il cuore in gola, non voleva illudersi per poi aprire la porta e scoprire che il guardaroba era vuoto e che Derek era ancora fuori, chissà dove, sotto la pioggia. Quando spalancò la porta, però, non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo; Derek era accovacciato in un angolo buio del guardaroba di Stiles con le ginocchia al petto e le braccia che abbracciavano le gambe, il viso era nascosto tra le ginocchia ed era ancora un po’ bagnato, segno che anche lui aveva beccato la pioggia.

“Derek…” Stiles mormorò ancora una volta con il cuore stretto in una morsa dolorosa alla vista di Derek così distrutto. Quando sentì il suo nome, Derek si lasciò sfuggire un singhiozzo ed alzò leggermente il viso dal luogo in cui era nascosto tra le sue ginocchia e guardò Stiles con una supplica negli occhi. Stiles fece automaticamente alcuni passi verso Derek e si accovacciò affianco a lui, abbracciandolo ed accarezzandogli i capelli. Derek lasciò Stiles fare esattamente quello che voleva e ben presto affondò il volto nel petto del di Stiles, inspirando profondamente il suo odore.

I due ragazzi rimasero in quella posizione a lungo ed in silenzio, Stiles continuò ad accarezzare i capelli del più piccolo, mentre Derek singhiozzava tra le braccia di Stiles

Alpha…” singhiozzò Derek afferrando la maglietta di Stiles ed affondando ancora di più in quell’abbraccio rassicurante e protettivo “Sono morti… casa mia non esiste più… la mia famiglia è…” un singhiozzo più forte del precedente fermò quelle parole sconnesse del licantropo e Stiles lo strinse ancora di più a se.

“Alpha” Derek mormorò ancora una volta in una disperata supplica di conforto.

“Shhh Der, ci sono io ora. Andrà tutto bene” rispose Stiles posando un bacio tra i capelli umidi del lupo.

4.

“Si può sapere perché non posso venire con te?” chiese Derek esasperato per la millesima volta mentre afferrava i vestiti che Stiles stava lanciando per la stanza, alcuni dei quali erano vestiti sporchi che l’umano aveva nascosto sotto il letto e che procuravano dei conati di vomito, per l’odoraccio che emanavano, nel licantropo.

“Per la millesima volta Der, vivo in un dormitorio! Non saprei dove farti dormire! Non saprei neanche come farti entrare visto che hai solo sedici anni e non sei uno studente di Stanford!” Stiles rispose con tutta calma, infilando quanti più vestiti poteva nella valigia.

Le lezioni sarebbero ricominciate in due giorni, la pausa primaverile era finita, e lui doveva tornare al college. Purtroppo Derek era ancora un sedicenne che credeva che la sua intera vita dipendesse dal suo alpha, Stiles, e non aveva preso molto bene la notizia dell’imminente partenza dell’umano. Da quando Stiles aveva trovato Derek accovacciato nella sua stanza ed in lacrime per la morte della sua famiglia le cose tra lui e il lupo erano cambiate drasticamente. Quando Derek si fu finalmente calmato quella sera, Stiles gli aveva raccontato cosa era successo alla sua famiglia, gli aveva detto dell’incendio e di Kate –argomento che Derek aveva voluto evitare fino a quel momento, forse perché non voleva rivelare a Peter la sua relazione segreta con la donna- Derek era rimasto in silenzio tutto il tempo, rifiutandosi di uscire dal guardaroba e rimanendo avvolto tra le braccia di Stiles. Stiles ci aveva messo tutta la notte a far capire a Derek che non era stata colpa sua, ma colpa di una stronza che aveva sfruttato l’innocenza e l’amore che Derek credeva di provare nei suoi confronti, per ingannarlo ed uccidere la sua intera famiglia. Derek era solo un ragazzino quando Kate lo aveva sedotto, quello che aveva fatto non era solo moralmente sbagliato ma anche illegale, era stato letteralmente stupro, dal momento che Derek era ancora minorenne, avendo solo tredici anni quando Kate lo avvicinò per la prima volta.

Nonostante la nottata lunghissima e piena di lacrime e dolore che avevano passato, era stato grazie a quella notte che i due si erano avvicinati. Stiles aveva finalmente accettato di essere l’alpha di Derek, qualsiasi cosa esso volesse dire, e di godersi quella nuova situazione per tutto il tempo che gli fosse stato concesso. Derek era un ragazzino petulante ed arrogante, un adolescente in tutta regola ed era insofferente a quelli più grandi di lui, preso dagli impulsi e dagli istinti che, per lui, erano moltiplicati e accentuati. Stiles finalmente capì cosa aveva dovuto passare Derek mentre cercava di aiutare Scott a diventare un bravo licantropo con Stiles che gli metteva perennemente i bastoni fra le ruote. Inoltre questo nuovo Derek molto spesso perdeva il controllo del lupo e si arrabbiava, diventava aggressivo e prepotente, anche se mai nei confronti di Stiles. Con lui era sempre premuroso e protettivo e nonostante lo prendesse in giro, era sempre pronto a proteggere Stiles, ma soprattutto bastava una parola da parte dell’umano, detta con un tono più autoritario, o un tocco da parte di quest’ultimo, che Derek si calmava e tornava in se. Era come se Stiles non fosse solo diventato l’alpha di Derek ma anche la sua ancora. Deaton aveva spiegato che non era una cosa del tutto strana, un lupo così giovane ed in preda agli istinti trovava spesso nel suo alpha anche la sua ancora.

Erano passate due settimane da quando Derek aveva scoperto della sua famiglia, e Stiles si stava innamorando di lui per la seconda volta.

Lasciare andare via questo Derek e accettare il vecchio e adulto Derek, che non lo degnava neanche di uno sguardo, sarebbe stato più difficile del previsto.

“Non puoi semplicemente non andarci?” chiese Derek petulante, lanciando via un calzino sporco di Stiles ed arricciando il naso disgustato “Sei il mio alpha. Dovresti stare con me no andare chissà dove e lasciarmi solo”

“Der è solo per una settimana, il weekend torno” Stiles risposte alzando gli occhi al cielo. Si sedette sulla valigia ed iniziò a saltellarci su provando disperatamente a chiuderla “Derek? Me la daresti una mano?!” chiese infastidito fissando Derek con il sopracciglio alzato. Derek sbuffò ma alla fine si decise ad aiutare Stiles.

“La vuoi smettere di saltellare sulla valigia?!” esclamò il licantropo infastidito afferrando la cerniera e chiudendola.

“Stavo provando a darti una mano, piccolo ingrato” rispose Stiles facendogli la linguaccia e mettendo il broncio, Derek alzò gli occhi esasperato e si lanciò sul letto dell’umano incrociando le braccia dietro la testa.

“Sei un impiccio” disse Derek con un ghigno.

“Ed è per questo che sei disperato alla prospettiva di stare cinque giorni senza di me, vero?” rispose Stiles ricambiando il ghigno di Derek, fiero di se stesso e della bellissima risposta data a Derek.

“Sei comunque un impiccio” mormorò Derek con le guance rosse per l’imbarazzo e Stiles si diede mentalmente il cinque. “E se stai via solo cinque giorni perché ti stai portando tutta questa roba?!”

“Perché domenica devo tornare a Stanford Der, è così che funziona il college. Il venerdì si torna a casa e la domenica si torna al college perché il lunedì ci sono le lezioni. Lo sapresti se non fossi un moccioso che non va neanche al liceo”

“La scuola è inutile. L’unica cosa che mi manca è la squadra di basket” rispose Derek con il broncio.

“Lo so, amico. Ma se Lydia e il Dottor Criptico non riescono a trovare una soluzione al tuo problema d’età, dovrai sul serio iscriverti al liceo”

Derek sbuffò girandosi ed affondando la testa nel cuscino di Stiles “Non voglio tornare a scuola” mugugnò nel cuscino facendo ridere Stiles “Non è giusto. Tecnicamente ci sono già andato anche se non ricordo nulla”

“Coraggio, per te il liceo deve essere stato una passeggiata con quel fisico. Sei un’atleta. Tutti gli atleti hanno avuto vita facile al liceo. Mica come me, che sono sempre stato l’idiota iperattivo della città” Stiles rise dando una pacca sulla spalla di Derek e sedendosi ai bordi del letto. Derek gli fece spazio e con una mossa veloce, poggiò la testa sulle gambe di Stiles.

“Che vuoi dire?” chiese con un tono di voce aggressivo.

“Vuol dire che sono stato messo nel cestino della spazzatura più di una volta” Stiles rise e con l’indice spinse la fronte di Derek in un gesto buffo ed affettuoso. Derek ringhiò a quelle parole e gli occhi si illuminarono di blu.

“Chi ha osato fare una cosa del genere?!” chiese tra le zanne che erano scese dalle gengive. Stiles rise ancora più forte, ormai aveva accettato quanto Derek fosse protettivo nei suoi confronti e non si meravigliava più, anche se una fastidiosa vocina nella sua testa gli diceva di non abituarsi troppo a questo Derek.

“Jackson tanto per cominciare” rispose Stiles e Derek ringhiò ancora una volta.

“Io lo uccido” esclamò il licantropo.

“Non lo farei se fossi in te. Lydia ucciderà noi poi. E comunque sta tranquillo Der, adesso sono abbastanza popolare al college. Gli anni del liceo sono solo un ricordo”

Derek lo guardò con un sopracciglio alzato “Popolare? Che vuoi dire con popolare?”

“Che tutti mi vogliono ovviamente” esclamò Stiles fiero di se stesso ma anche per provocare Derek e vedere come avrebbe reagito. Aveva sempre saputo che Derek era territoriale e geloso, ma in quelle settimane Derek lo era stato nei suoi confronti e Stiles non voleva ammetterlo, ma gli piaceva vedere Derek geloso.

In un gesto veloce e non proprio umano, Derek invertì le posizioni spingendo Stiles contro il materasso del letto e mettendosi a cavalcioni su di lui, gli prese i polsi in una morsa ferrea e glieli bloccò ai lati della testa di Stiles. Gli occhi brillavano di un intenso blu cobalto, le zanne erano ad un soffio dal viso di Stiles, i loro volti erano cos vicini che i loro nasi quasi si sfioravano e gli artigli solleticavano la pelle fragile e sensibile dei polsi dell’umano.

“Sei mio” Derek ringhiò, gli occhi brillarono ancora una volta, segno che stava di nuovo perdendo il controllo del suo lupo e si stava lasciando andare agli istinti. Stiles deglutì a fatica, la bocca e la gola secchissime. Da quella posizione poteva contare le diversa pagliuzze di colore che sfumavano gli occhi di Derek, poteva sentire il suo profumo e il calore ed il peso del corpo del licantropo sul suo. Inutile dire che il cervello di Stiles stava lentamente andando in corto circuito e la tentazione di sporgersi in avanti e catturare le labbra di Derek in un bacio mozzafiato era enorme, ma Stiles non poteva perdere il controllo, non ora.

La decisione di tornare a college nonostante quella situazione ancora non risolta era stata dettata anche dall’esigenza di Stiles di allontanarsi da Derek e riprendere il controllo dei suoi sentimenti, il resto del branco era rimasto sconvolto quando Stiles aveva detto che sarebbe tornato al college per la settimana e poi ritornato a casa durante il weekend, di solito quando c’erano emergenze sovrannaturali Stiles rimaneva a Beacon Hills per risolverle ma, quando aveva confessato a Lydia le sue ragioni, l’amica lo aveva capito e aveva ordinato al resto del branco di smetterla di giudicare Stiles per la sua decisione e di tacere, e, siccome Lydia era più spaventosa di Derek adulto ed incazzato, il branco l’aveva assecondata.

Stiles era deciso a tornare al college e a liberarsi la mente e il cuore da Derek, non poteva cedere alla tentazioni di baciarlo proprio ora che mancavano pochi giorni alla sua settimana di depurazione da Derek Hale.

“Sei il mio alpha” ripetè Derek, questa volta sembra più in se e con più controllo, batté le palpebre e si allontanò leggermente dal volto di Stiles. Gli occhi del licantropo però, erano ancora blu e si spostarono velocemente sulle labbra di Stiles. L’umano fu attraversato da una ondata di eccitazione e le narici di Derek si dilatarono quando l’odore di Stiles, reso più pungente da quello che stava provando in quel momento, lo colpirono. Derek si mosse di nuovo verso Stiles, senza allontanare gli occhi dalle labbra dell’umano ma, prima che potesse succedere qualcosa, Stiles lo bloccò.

“Si, sono il tuo alpha e mi stai schiacciando. Spostati Der” quelle parole erano costate caro a Stiles, ma non poteva lasciare che qualunque cosa stesse in procinto di accadere, accadesse. Derek era un ragazzino, un licantropo giovane in preda agli istinti e agli ormoni, confuso e che credeva che Stiles fosse l’unica persona di cui si potesse fidare. Probabilmente quello che credeva di provare nei confronti di Stiles era solo una illusione, dovuta alla giovane età. Stiles conosceva bene il vero Derek. Il vero Derek non avrebbe mai chiamato Stiles alpha, men che meno avrebbe mai provato a baciarlo.

A quelle parole Derek si bloccò di colpo e rotolò su un fianco, lasciando libero Stiles che si sedette di nuovo sul letto, dando le spalle al licantropo.

“Non è giusto. Voglio avare anche io diciannove anni e venire al college con te per proteggerti dai mille guai in cui sicuramente ti caccerai” disse Derek fissando un punto indefinito sul soffitto.

“Tranquillo Der, tra poco Lydia troverà il contro incantesimo e tornerai ad avere ventitré anni e no sedici o diciannove. E di questi problemi non ne avrai più”

La voce di Stiles era triste, ma l’umano si sforzò comunque di sorridere.

5.

Ed infine Lydia e Deaton riuscirono a trovare un contro incantesimo che riportasse Derek alla sua vera età.

Stiles era al college quando aveva ricevuto la telefonata di Lydia che gli dava la notizia, stava preparando lo zaino per tornare a Beacon Hills per il weekend, e Lydia gli disse dell’incantesimo che aveva trovato. Era abbastanza semplice, servivano solo pochi ingredienti che Deaton aveva già reperito e avrebbe fatto efficacia proprio quel weekend, durante la luna nuova. Stiles avrebbe gioito se non fosse stato per il fatto che non voleva per niente dire addio a quel Derek così giovane e così dipendente da Stiles. Ovviamente gli mancava il vero Derek, gli mancavano i suoi ringhi e i suoi sguardi truci e i suoi commenti acidi e sarcastici, ma dall’altro lato non sapeva proprio cosa avrebbe fatto senza il Derek adolescente.

Era inutile mentire a se stessi.

Stiles si era innamorato di Derek. Di nuovo.

Si era innamorato del Derek burbero e truce che gli ringhiava contro, lo spingeva contro i muri con prepotenza e lo chiamava idiota e si era innamorato del Derek ragazzino, che lo guardava con rispetto, che lo proteggeva anche da una semplice zanzara e che lo chiamava alpha. Stiles si era più volte ritrovato a pensare, in quelle settimane, cosa sarebbe successo se avesse avuto un rapporto più forte e solido con il Derek di dieci anni fa. Quel Derek che si era innamorato di Kate e che aveva perso la sua famiglia. Si era ritrovato a pensare cosa sarebbe successo se avesse speso più ore a giocare nella riserva, a conoscere gli Hale e a conoscere Derek. Si era chiesto se lui e Derek sarebbero potuti diventare amici, se quell’amicizia avrebbe impedito a Derek di innamorarsi della persona sbagliata. Forse le cose sarebbero andate diversamente o forse no, ma era inutile pensarci perché le cose erano quel che erano e non potevano essere cambiate.

Quando Stiles arrivò a casa, trovò Derek che lo aspettava seduto sugli scalini all’ingresso di casa. Stiles parcheggiò la jeep e scese dalla macchina trascinandosi dietro lo zaino con i vestiti che aveva infilato dentro. Derek si incamminò verso di lui e prese lo zaino dalle mani di Stiles mettendoselo su una spalla.

“Come va?” chiese Stiles dandogli una pacca sulla spalla “Pronto a tornare ad essere il Derek tenebroso di sempre?” Stiles rise ma si bloccò all’istante quando vide l’espressione cupa di Derek.

“Non credo di voler tornare ad essere quel Derek. Da quello che ho capito quel Derek non piace a nessuno” disse il licantropo prima di entrare in casa. Stiles gli corse dietro e lo trovò già in cucina seduto su un divano, con i gomiti appoggiati alla ginocchia e la testa tra le mani.

“Hey” disse sedendosi vicino al lupo “Non è vero che quel Derek non piace a nessuno. È solo un Derek diverso, ne hai passate tante e sei stato cambiato dalla vita e da quello che è successo” Stiles posò una mano sulla spalla di Derek disegnando dei cerchi immaginari con il pollice.

“Ammettilo, sono uno stronzo. E tu mi odi. E a quanto pare io odio te, non riesco a capire come sia possibile odiare il proprio alpha ed il proprio-”  Derek si bloccò prima che potesse finire la frase, le guance rosse e gli occhi bassi per l’imbarazzo.

“Il proprio cosa?” chiese Stiles curioso.

“Nulla” rispose Derek guardando altrove “Non voglio tornare ad essere quel Derek. Non voglio tornare a farmi odiare da te” disse cambiando argomento abilmente, Stiles avrebbe voluto fargli più domande su quella frase detta a metà, ma decise di lasciar perdere.

“Derek io non ti odio. Quel giorno, quando mi hai chiamato alpha per la prima volta, ti ho detto quelle cose solo perché non sapevo che altro dirti. Ti ho salvato il culo troppe volte per odiarti davvero. Si è vero litighiamo in continuazione, ma anche io e te litighiamo spesso e questo non vuol dire che ci odiamo”

“Io non ti odio” ci tenne a precisare Derek.

“Lo so, e neanche io ti odio. E non odio neanche la versione ventitreenne di te. E sono sicuro che neanche lui odia me” Stiles sorrise cercando di rassicurare Derek.

Derek annuì anche se non sembrava del tutto convinto “Lydia dice che questa volta non perderò la memoria. Ricorderò tutto di questo mese passato”

“Beh meglio così, no?”

“No. Voglio dimenticare questo mese e tutto quello che è successo e tutto quello che ho provato. Il vecchio me non se li merita tutti questi ricordi. Se sono uno stronzo, come Peter dice, allora non me li merito questi ricordi. Non mi merito te come alpha”

“Derek, santo cielo, quante volte ti ho detto di non credere assolutamente, in nessuna circostanza neanche se sei in fin di vita, a quello che dice Peter?! Il suo unico obiettivo e prendersi gioco di tutti noi ed in quest’ultimo mese si è divertito parecchio a prendersi gioco di te, perché la tua versione adulta non glielo permette” Stiles sbuffò esasperato “Non sei uno stronzo, sei Derek… solo con un passato diverso. Doloroso. Ma sei sempre Derek, questo Derek, lo stesso Derek che ha giocato con me ad Halo. Sei sempre tu”

Derek lo guardò con aria scettica e Stiles si maledisse mentalmente per non essere riuscito a trovare le parole giuste per convincere Derek che nulla sarebbe cambiato, anche se non ci credeva neanche lui. Sinceramente non sapeva neanche di cosa aveva timore Derek, del perché pensasse che il vecchio Derek non meritasse i sentimenti che aveva provato nell’ultimo mese, e quindi non sapeva come confortarlo.

“Lydia dice che accadrà durante la notte, con la luna nuova quindi domani mattina mi sveglierò con sette anni in più”

Stiles annuì alzandosi dal divano “Coraggio Derek, muovi il culo” disse guardando il lupo con le mani sui fianchi.

“Cosa? Perché?” chiese Derek confuso posando gli occhi su Stiles.

“La luna sorgerà tra poco ed ho deciso che voglio aspettarla nella riserva. Solo io e te” disse Stiles guidato da, non sapeva bene, qualche coraggio improvviso. Derek lo guardò per qualche secondo interminabile ma poi annuì. Mentre Derek preparava uno zaino con delle coperte e qualcosa da mangiare per la lunga nottata che li aspettava, Stiles mandò un messaggio a Scott e a suo padre, dicendoli che per quella sera sarebbe stato impegnato con Derek e lasciò il cellulare a casa, non volendo nessuna distrazione.

Quella era la sua ultima sera con questo Derek e voleva godersela.

I due entrarono nella jeep e Stiles guidò in silenzio fino ai margini della riserva, dove gli alberi erano più fitti, e lontani dalla città. Scesero dalla macchina e si incamminarono tra gli alberi, Stiles seguiva Derek, lasciando che il lupo lo guidasse dove riteneva più sicuro e fidandosi ciecamente dei suoi istinti. Stiles non si era mai addentrato così tanto nella foresta, l’ultima volta che l’aveva fatto aveva trovato il corpo senza vita di Laura Hale.

“Credo che qui possa andare” disse Derek quando arrivarono in quella che era una piccola radura nel profondo della riserva, gli alberi erano più radi e l’erba più bassa e si poteva vedere il cielo, che piano piano si stava puntellando di stelle: presto la luna sarebbe sorta.

“Non ci ero mai venuto qui. Non sapevo neanche che esistesse questo posto” Stiles disse stendendo la coperta per terra e sedendosi sopra. Derek rimase in silenzio a lungo e si sedette vicino a Stiles.

“Ci venivo con Kate” disse Derek, la voce così flebile che Stiles ebbe paura che si fosse immaginato quella risposta “E’ abbastanza lontano da casa mia da coprire il mio odore. Credevo che nessuno ci avrebbe trovati qui” Derek aggiunse, gli occhi bassi fissi sull’erba, la frangia troppo lunga glieli copriva ma Stiles poteva percepire quanto Derek si vergognasse di quella relazione, quanto fosse ferito profondamente non solo dallo scoprire che Kate lo aveva usato e tradito in quel modo, ma anche dal ricordo che tutto quello non aveva fatto altro che uccidere la sua famiglia.

“Credevo di amarla” disse Derek “Ma in questo mese, mi sono reso conto di quanto in realtà mi sbagliassi” Stiles lo guardò con la cosa dell’occhio ma rimase in silenzio, lasciando che Derek si aprisse come non si era mai aperto prima. Era una situazione nuova per Stiles, Derek era sempre chiuso e non parlava mai ne del suo passato ne tanto meno della sua relazione con Kate, e tutto quello che Stiles sapeva lo aveva scoperto grazie a Peter.

“Quando Paige è morta credevo di essere un mostro, credevo che nessuno mi avrebbe mai amato. E poi è arrivata Kate, non so se sapeva quello che stavo passando, se sapeva che avevo ucciso il mio primo, vero amore… ma lei prima si finse mia amica e poi finse di accettare quello che ero, di accettare il lupo. Era l’unica cosa che volevo, qualcuno che mi accettasse… quando neanche io riuscivo più a farlo”

“Kate mi ha dato quello che volevo ed io le ho dato tutto me stesso. Le ho raccontato i segreti della mia famiglia, le abitudini di mia madre, delle mie sorelle… ma adesso mi rendo conto di essere stato solo uno sciocco. Che non capivo di non aver bisogno di lei per sentirmi di nuovo amato, che avevo già la mia famiglia…”

Stiles posò la sua mano su quella di Derek ed intrecciò le dita alle sue stringendogliele leggermente per dargli coraggio.

“Sono contento che il me adulto ha voi. Ha il branco. Ma soprattutto sono contento che ha te. Che io ho te.  Con voi posso essere me stesso, mi accettate per quello che sono…”

“Ci avrai sempre Derek. Che tu abbia sedici, diciannove, ventitré o cinquanta anni. Avrai sempre noi, avrai me e Scott e tutto il branco. Anche se ti rifiuti di accettare Scott come alpha” aggiunse Stiles con un sorriso.

“Non è che mi rifiuto, accettare un alpha è un istinto. È il lupo che lo riconosce, non è un contratto che si firma, è un legame profondo che può essere spezzato solo con la morte”

“Allora perché credi che io sia il tuo alpha?”

Derek sbuffò a quelle parole “Non lo credo, Stiles. Lo sei. Il mio istinto, il mio lupo, ogni fibra del mio essere dice che tu sei il mio alpha. Sono un lupo e mi fido del mio istinto. Sapevo che Scott non era il mio dal momento esatto in cui mi sono svegliato sedicenne, e sapevo che eri tu il mio alpha dal momento esatto in cui ho sentito il tuo odore nel loft. Posso anche aver perso tutti i ricordi dei miei anni da adulto, ma l’istinto del lupo resta”

“Cosa stai cercando di dirmi Derek?”

“Che c’è un motivo se non ho accettato Scott come alpha e non sono diventato un omega”

Stiles deglutì a fatica ma alzò comunque gli occhi sul lupo al suo fianco, piantandoli nei suoi “Dillo”

“Anche il me ventitreenne ha riconosciuto te come alpha e… Stiles, tu mi calmi. Calmi il mio lupo, quando sono con te mi sento al sicuro. Quando sono nella tua camera, circondato dal tuo odore e dal mio odore fusi insieme, mi sento a casa e…”

Stiles non diede mai modo a Derek di finire quella frase, improvvisamente tutti i tasselli del puzzle si sistemarono al posto giusto. Stiles capì il vero motivo del perché Scott non era mai stato e mai sarebbe stato l’alpha di Derek, capì perché Derek si rifugiava sempre in camera sua, capì tante cose che prima non aveva mai capito, o forse non aveva mai voluto capire. In un gesto spontaneo e veloce afferrò Derek per la maglia e lo attirò a se, posando con prepotenza le sue labbra su quelle del licantropo più piccolo.

Derek emise un gemito sorpreso ma non si allontanò, chiuse gli occhi e rispose al bacio, assaporando il sapore delle labbra di Stiles contro le sue. Stiles portò la mano dietro al collo di Derek, affondandola nei suoi capelli, ed avvicinando il ragazzino ancora di più a lui, gli leccò le labbra delicatamente chiedendo silenziosamente il permesso di approfondire il bacio e quando Derek dischiuse le labbra e le loro lingue si toccarono in una sensuale e bagnata carezza, Stiles gemette di piacere, lasciando che tutte le emozioni che aveva cercato di sopprimere durante quel periodo si riversassero in quel bacio.

La sua mente si svuotò completamente e non pensò al fatto che l’indomani mattina Derek avrebbe avuto di nuovo ventitré anni, l’unica cosa che contava era che Derek era li, in quel momento, tra le sue braccia e lui finalmente poteva baciarlo. Perché Derek voleva essere baciato, perché anche Derek provava per lui quello che Stiles provava per il licantropo.

Stiles spinse delicatamente Derek sul prato e i due ragazzi persero la cognizione del tempo e dello spazio, concentrati solo su sull’altro.

“La luna è sorta” mormorò Derek, mentre Stiles gli baciava il collo lasciandogli dei segni rossi che subito dopo scomparivano “L’incantesimo inizierà a fare effetto e domani sarò di nuovo un burbero, tenebroso, vecchio licantropo”

“Sssh” Stiles lo baciò di nuovo “Non importa cosa accadrà domani, importa solo il presente” Stiles sorrise “Sei mai stato con un uomo, Der?” Stiles chiese, il sorriso che si trasformava in un ghigno quando le guancia di Derek si tinsero di rosso.

“Cos- no!” Derek esclamò mordendosi le labbra.

“Bene, perché non voglio condividere ciò che è mio con nessun altro uomo”

“Si, alpha”  Derek rispose e con uno scatto veloce del bacino invertì le posizioni bloccando Stiles contro il prato e baciandolo profondamente.

6.

Stiles si svegliò con la schiena dolorante e il volto premuto contro qualcosa di caldo, liscio e duro.  Aveva freddo e non aveva i vestiti.

Sbattè le palpebre un paio di volte per abituarsi alla luce del sole che gli colpiva il viso e quando finalmente le immagini della sera precedente gli invasero la mente riuscì a sopprimere un urlo per poco. Stiles guardò sotto di lui solo per trovarsi faccia a faccia con il petto largo, scolpito e nudo di Derek Hale. Derek Hale che adesso aveva di nuovo ventitré anni.

Il licantropo era ancora addormentato, supino sulla coperta che Stiles aveva steso sul prato la sera prima, bellissimo con la luce del sole che gli illuminava i capelli neri e la barba perfetta. Derek era nudo, esattamente come lo era Stiles e aveva un braccio intorno alla vita dell’umano, impedendogli di muoversi liberamente. Stiles si perse per qualche minuto ad ammirare Derek e a godere di quella che sarebbe stata, letteralmente, la quiete prima della tempesta, perché quando Derek si sarebbe svegliato e avrebbe capito cosa era successo e quello che avevano fatto la sera prima, lo avrebbe ucciso. Gli avrebbe strappato la gola a morsi, avrebbe giocato a biglie con le sue tonsille.

Stiles aveva fatto sesso con un Derek sedicenne e adesso la versione adulta di Derek lo avrebbe ucciso.

Piano, Derek aprì gli occhi e li posò su Stiles. Il ragazzo era ancora vicinissimo al lupo, dato che la morsa ferrea che Derek aveva sui suoi fianchi gli aveva impedito di muoversi. Da quella posizione e con la luce del sole, gli occhi di Derek erano di un verde cristallino e limpido, con delle sfumature nocciola e Stiles si ritrovò a boccheggiare per mancanza di aria, troppo concentrato su quell’immagine.

Dopotutto gli occhi di Derek erano stati fin da subito la prima cosa che aveva notato nel licantropo.

“Hey” disse Derek, la voce ancora impastata dal sonno, era più profonda di quella che Stiles si era abituato a sentire nell’ultimo mese, ma fu sorpreso nel rendersi conto che non l’aveva dimenticata. Nonostante avesse convissuto con una versione del tutto diversa di Derek nelle ultime settimane, non aveva dimenticato nessun dettaglio di questo Derek.

“Ciao” rispose Stiles con la bocca secca. Derek lo lasciò andare e Stiles si allontanò da lui cercando di coprirsi. Derek si mise seduto ed afferrò i boxer che erano stati abbandonati sul prato la sera prima, e li indossò in silenzio, poi passò a Stiles i suoi vestiti.

Stiles li prese, guardando ovunque tranne che Derek. La situazione era estremamente imbarazzante e Stiles aspettava con ansia il momento in cui Derek lo avrebbe ucciso.

“Quindi sei tornato te stesso” disse Stiles isterico, perché era nervoso, ed il silenzio lo stava innervosendo ancora di più. Derek si limitò ad annuire. “Bene. Perfetto. Meglio così. E… ti ricordi tutto?”  Derek annuì di nuovo mentre finiva di vestirsi “Bene, bene e… hey!” esclamò Stiles quando vide Derek che si stava allontanando. “Dove credi di andare?” Stiles urlò questa volta in preda ad una rabbia che non credeva di poter provare.

Avrebbe preferito un Derek incazzato, piuttosto che questa versione di Derek silenziosa, che aveva ignorato tutto quello che era successo non solo la sera prima ma durante tutto quel mese. Come se non fosse successo nulla, come se tutto quello che avevano condiviso non avesse importanza. Derek si bloccò ma non si girò, dando le spalle a Stiles.

“Cosa?” chiese il licantropo stizzito.

“Sto parlando con te! Credi di poter andartene in quel modo? Nonostante ti ricordi tutto quello che è successo nelle settimane passate? Quello che è successo ieri?”

“Cosa è successo ieri Stiles? Cosa? È stato un errore!” Derek si era voltato, gli occhi pieni di rabbia esattamente come quelli di Stiles “Abbiamo fatto sesso, ma oggi io sono di nuovo me stesso! Non sono il sedicenne con sui hai passato queste settimane. Non sono quello che vuoi! Non più! Quindi facciamo finta che non sia successo niente”

“Cosa?” mormorò Stiles incredulo, ma ben presto una nuova ondata di rabbia lo invase “Stupido, colossale idiota! Pensi davvero che faccia differenza?! Sei sempre Derek, non mi importa quanti anni tu abbia! Se quello che mi hai fatto capire ieri è vero, non andartene. Basta fuggire da ogni cosa, Derek!”

“Stiles…”

“No! Sono io l’alpha, esigo che tu mi dica la verità su quello che è successo ieri. Su quello che c’è tra noi due! Perché io sono stanco di nascondere i mie sentimenti per te!”

“Sei l’alpha” disse Derek con un filo di voce.

“Si lo sono” confermò Stiles ma poi i dubbi lo invasero di nuovo e con una voce più flebile aggiunse “Vero?” Derek annuì “E allora dimmi la verità una buona volta!”

“Si Stiles, sei il mio alpha, sei la mia ancora, sei il mio compagno! Tutto quello che ho detto ieri è vero e se in tutto questo tempo non te l’ho detto è solo perché volevo proteggerti da una vita passata con me! Tutti i miei problemi, tutto il mio dolore… volevo solo proteggerti da tutto questo”

“Dio Derek sei un idiota! Io voglio essere tutte queste cose per te, voglio esserti vicino e voglio aiutarti ad affrontare tutto, non sei solo, Derek. Non lo sei! Hai me!” Stiles fece qualche passo verso il licantropo, era ancora nudo mentre Derek era completamente vestito, ma non gli importava. Voleva poter toccare Derek ma aveva paura di fare la prima mossa. Derek lo guardò ed annuì impercettibilmente, ma Stiles lo vide lo stesso e si fiondò tra le braccia del licantropo che era di nuovo più alto e più ampio di lui e che lo avvolgeva totalmente nelle sue braccai forti e muscolose.

“Sei un idiota” mormorò Stiles prima di baciarlo.

“Lo so” disse Derek ricambiando il bacio.

“Ma io sono il tuo alpha, troverò un rimedio alla tua idiozia” disse Stiles mentre Derek scendeva con le labbra a baciargli uno dei segni rossi che gli aveva lasciato la sera precedente sul collo “E sono anche la tua ancora” disse Stiles e Derek gli leccò la pelle arrossata, godendo del sapore dell’umano contro la sua lingua “E sono il tuo compagno” Derek ringhiò in maniera possessiva e morse Stiles, succhiando la pelle sensibile del collo dell’umano.

“Mio” disse Derek con un ringhio, la voce sembra più animalesca che umana.

“Sono il tuo compagno. Derek, cosa vuol dire che sono il tuo compagno? Era questo che stavi cercando di dirmi quella volta quando ti ho interrotto?!” Stiles tirò leggermente i capelli di Derek per attirare la sua attenzione, ricordandosi di quando il Derek sedicenne aveva provato di dirgli una cosa in varie occasioni ma non lo aveva mai fatto, sia per colpa di Stiles sia perché alla fine ci aveva rinunciato “Derek!” Stiles esclamò quando il licantropo, troppo preso a lasciargli un altro segno rosso sulla pelle, aveva ignorato tutte le sue domande.

“Cosa vuol dire che sono il tuo compagno? Potevamo fare tutto questo anni fa vero? Vero?” Stiles esclamò ma le sue lamentele furono interrotte da un gemito che gli sfuggì dalle labbra quando la mano di Derek gli accarezzò abilmente l’erezione che aveva.

“Dio Derek, dopo che abbiamo finito, te la farò pagare per avermi tenuto nascoste tutte queste cose” esclamò Stiles prima di baciare Derek e mettere fine, almeno per il momento, a quella discussione.


Note: Spero che questa piccola one shot vi sia piaciuta. Lascio decidere a voi chi ha toppato :D sinceramente avevo intenzione di scrivere la scena NC-17, ma già così la ff è lunga 11k parole, non avevo voglia di farla diventare ancora più lunga. Inoltre volevo pubblicarla stasera e quindi volevo finirla subito.

PS: Per chi segue la mia long fic Sterek Mostrami la via giuro che aggiornerò presto. Lo prometto! 

   
 
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